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- materiali resistenti in linea - biografie - 06-07-09 - n. 281
da l'Unità, 3 luglio 1949
A sessanta anni dalla morte
trascrizione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
La vita leggendaria di Giorgio Dimitrov
Un'infanzia difficile - Le lotte Politiche della giovinezza e della maturità - imputato-accusatore a Lipsia - Alla testa del Comintern - La battaglia per la democrazia popolare
Il compagno Giorgio Dimitrov, nacque il 18 giugno 1882 nel villeggio dl Kovatchevizi, distretto di Radomir, Ancor giovane Giorgio Dimitrov dovette conoscere le privazioni della dura vita dell'operaio e del rivoluzionario. La triste sorte della Bulgaria e dei lavoratori si ripercuoteva sulla sua famiglia. A dodici anni il peso dell'intera famiglia cadde sulle spalle del giovane Giorgio che si vide obbligato a lasciare la scuola per guadagnare da vivere per sè e per i suoi congiunti.
E' così che egli incominciò la sua vita di operaio. Alla stamperia dove egli entrò, si iniziò in poco tempo al mestiere di tipografo, mestiere che soddisfaceva la sua passione per i libri. A quindici anni Dimitrov era già militante attivo dell'unione dei tipografi di Sofia.
A diciotto anni Dimitrov fu eletto segretario dell'unione professionale del tipografi. A venti anni nel 1902 divenne membro del partito socialdemocratico bulgaro.
Ben presto all'interno del Partito la lotta fra i riformisti e i rivoluzionari, fra i socialisti di sinistra (Tesniatzi) e i socialisti di destra (Chirocki) si fece più acuta. Dimitrov prese risolutamente posizione con la sinistra, di cui Blagoev era allora il dirigente. Dopo la scissione del Partito socialdemocratico Dimitrov divenne segretario dell'organizzazione dei socialisti di sinistra di Sofia. A partire dal 1909 fece parte del Partito dei socialisti dell'estrema sinistra, del cui Comitato Centrale egli fu senza interruzione uno del membri più capaci.
Sin da allora egli si rivelò un grande dirigente della classe operaia e un animatore dell'unità internazionale del movimento operaio.
Nel 1913 Dimitrov fu eletto deputato. Egli, che aveva allora trentun anno, non era solamente il più giovane trai deputati, ma anche il primo operaio parlamentare nell'Europa Sud-Orientale. Nel 1919 il Partito dei socialisti prese la decisione di trasformarsi in Partito Comunista. Dimitrov venne inviato insieme con Kolarov e Kabatchiev al secondo congresso del Komintern. Cercò di raggiungere in barca, attraverso il Mar Nero, la Russia ma una tempesta gettò la barca nelle acque romene dove Dimitrov e Kolarov vennero arrestati dalla gendarmeria. Un'ondata di indignazione sollevò gli operai bulgari e romeni. e Dimitrov venne liberato, sebbene dovesse rinunciare a partecipare al secondo congresso del Komintern.
Verso la fine del 1920 Dimitrov fece numerosi viaggi, venne anche in Italia e si recò in Russia per prendere parte al terzo congresso del Komintern.
Nel 1923 il fascismo in Bulgaria scatenò una sanguinosa campagna di repressione contro le forze popolari.
Il 9 giugno 1923 la reazione che aveva nella monarchia la sua base rovesciò il governo costituzionale di Stamboliiscki, fece assassinare il leader dell'Unione contadina e instaurò una dittatura fascista che terrorizzò il Paese per venti anni. Tre mesi più tardi operai e contadini tentarono di eliminare la dittatura fascista. Dimitrov e Kolarov erano alla testa dell'insurrezione. Ma la reazione fascista ricorse ad ogni specie di provocazione e riuscì a domare l'insurrezione. Dimitrov dovette rifugiarsi all'estero a Berlino e a Vienna. Cominciò in quegli anni il suo periodo di emigrazione politica. Egli lavorò la maggior parte del tempo tra Vienna e Berlino divenendo uno degli organizzatori della lotta internazionale contro i fascisti. Ben presto egli si qualificò come un grande militante internazionale
Egli due volte fu condannato a morte in contumacia dal governo bulgaro: una prima volta nel 1923, qualche mese dopo l'insurrezione di settembre e la seconda nel 1928 nel corso del processo organizzato da fascisti bulgari contro i dirigenti del Partito Comunista.
Negli anni dell'emigrazione di Dimitrov l'Europa conosceva giorni duri. Il fascismo godeva di protezioni potenti, internazionali. Il 27 febbraio 1933, cinque giorni prima del giorno fissato per le elezioni generali politiche in Germania, un incendio evidentemente doloso distrusse il Richstag, la sede del parlamento tedesco. Nel corso della nottata la polizia tedesca, la radio e i giornali riprendono la parola d'ordine di Hitler: «E' il segno di Dio: ora addosso ai comunisti!». Si tratta della più gigantesca provocazione di tutta la storia del movimento operaio, i comunisti non dovevano vincere. Il giorno 9 marzo Dimitrov è arrestato e il nazismo decide di accusarlo dell'incendio.
Già alla prima seduta del mostruoso processo messo in scena da Goering e da Goebbels Dimitrov assume il ruolo di accusatore. Il figlio dell'operato bulgaro smonta una per una le menzogne degli specialisti fascisti, ridicolizza tutti i falsi testimoni, toglie la parola al giudice, trasforma il processo al bolscevismo in un terribile atto di accusa contro i provocatori e i terroristi nazisti, contro la reazione tedesca. Lo stesso Goering, che viene in tribunale per fare la sua falsa deposizione, è smascherato. Dimitrov riesce per quanto isolato dal mondo e lasciato completamente all'oscuro sullo sviluppo della situazione a ricostruire tutto il retroscena dell'attentato, a provare la sua innocenza e la colpevolezza dei fascisti. La corte tedesca fu obbligala a rilasciarlo, a riconoscere la sua innocenza.
Riottenuta la libertà, Dimitrov partì per Mosca, dove nel 1935 venne eletto segretario generale del Comitato esecutivo dell'internazionale comunista, posto che mantenne fino al mese di maggio 1943 epoca in cui l'Internazionale Comunista decise di sciogliersi. Questi anni della vita di Dimitrov vennero occupati dall'organizzazione della lotta contro il fascismo, dalla formazione dei fronti popolari antifascisti.
Dai primi giorni della creazione dello Stato Sovietico, Dimitrov fu un assertore deciso della collaborazione dei popoli con l'Unione Sovietica il nemico più risoluto del fascismo. Già nel 1935 egli affermava: «la pietra di paragone della sincerità e della probità di ogni militante operaio di ogni partito e organizzazione dei lavoratori. di ogni democratico è il suo atteggiamento dinanzi ai grande Paese del socialismo».
Dimitrov è il fondatore del Fronte Patriottico bulgaro che indicò alla Bulgaria la via della salvezza per uscire dalla catastrofe. Egli è stato l'anima nella lotta popolare bulgara contro il fascismo.
Decorato nel 1945 dell'ordine di Lenin in ricompensa dei suoi grandi meriti nella lotta contro il fascismo, Dimitrov rientrò nel sue Paese come guida delle forze popolari bulgare.
Vigile difensore della purezza del Partito, assertore instancabile dell'amicizia verso il Paese del socialismo. il vecchio tipografo di Sofia, il tenace dirigente del Partito operaio bulgaro, era da qualche mese gravemente ammalato, ricoverato in una clinica dell'Unione Sovietica, da cui aveva inviato al partito e al popolo della Bulgaria in occasione del 10 maggio, messaggi di incoraggiamento e di incitamento nella lotta per la costruzione del socialismo e per la pace.
da l'Unità, 3 luglio 1949
A sessanta anni dalla morte
trascrizione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
L'annuncio [della morte]
Mosca, 2 luglio 1949
Giorgio Dimitrov è morto oggi a Mosca. La notizia è stata diramata da Radio Mosca con il seguente comunicato:
«Il Comitato centrale del Partito comunista (b) dell'Unione Sovietica ed il Consiglio dei ministri dell'URSS annunciano con profondo cordoglio che l'eminente dirigente del movimento operaio internazionale, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica democratica popolare bulgara, segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista bulgaro, nostro compagno e fratello Giorgio Mikhailovich Dimitrov, è deceduto il 2 luglio alle ore 9.35 antimeridiane dopo grave e lunga malattia (diabete) nel sanatorio di Barvikha, presso Mosca»
La salma di Dimitrov giace ora nella sala delle Colonne della Casa dei Sindacati di Mosca dove è stata portata dal sanatorio di Barvikha.. La bara è coperta di fiori e di corone inviate dalle organizzazioni sovietiche, mentre una guardia d'onore composta dai più autorevoli membri del Partito Comunista bolscevico e da rappresentanti bulgari, è disposta intorno alla spoglia di Dimitrov. Il compagno Stalin ha compiuto il suo turno di veglia di onore a fianco della salma. Migliaia di cittadini sfilano davanti al catafalco