A 50 anni dalla Rivoluzione culturale proletaria proponiamo alcuni scritti da: Mao Tse-tung, Opere, Edizioni Rapporti sociali, Milano, 1991.
Parte prima
- 17/03/1966, Sul bisogno di una grande rivoluzione culturale
- 18/04/1966, Innalziamo la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tse-tung; partecipiamo attivamente alla grande rivoluzione culturale socialista
Sul bisogno di una grande rivoluzione culturale
17/03/1966
Resoconto del discorso pronunciato in una riunione allargata della Commissione permanente dell'Ufficio politico.
La nostra politica di prendere in carico, dopo la Liberazione, gli intellettuali esistenti ha avuto dei vantaggi ma anche degli svantaggi. Oggi il potere reale nel campo della scienza e dell'educazione si trova nelle mani di intellettuali borghesi.
Più la rivoluzione socialista va in profondità, più loro oppongono resistenza e rivelano il loro volto antisocialista e ostile al partito. Wu Han e Chien Po-tsan sono membri del Partito comunista cinese, ma sono anche anticomunisti, praticamente appartengono al Kuomintang. Attualmente, in molti luoghi, la comprensione di questo problema è ancora molto limitata, la critica nel campo della cultura non si è ancora sviluppata.
Ovunque bisogna fare attenzione in quali mani si trovano le scuole, i giornali, le riviste e le case editrici; bisogna criticare sinceramente e correttamente le autorità culturali borghesi. Dobbiamo formare le giovani autorità scientifiche nelle nostre file. Non si deve aver paura che le persone giovani possano ferire "l'ordine sovrano", non dobbiamo soffocare i loro manoscritti. Non è necessario che la Commissione di propaganda presso il Comitato centrale diventi un reparto per il lavoro in campagna.
Del gruppo fanno parte anche Wu Han, Liao Mo-sha e Teng Tuo, sono anch'essi nemici del partito e antisocialisti.
Nel campo della letteratura, della storia, della filosofia, del diritto e dell'economia bisogna fare una grande Rivoluzione culturale; bisogna fare decisamente della critica: quanto marxismo esiste davvero in questo campo?
Innalziamo la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tse-tung; partecipiamo attivamente alla grande rivoluzione culturale socialista
18/04/1966
Editoriale del Quotidiano dell'Esercito popolare di liberazione
Il presidente Mao Tse-tung ci ha insegnato che le classi e la lotta di classe sussistono ancora nella società socialista. In Cina, egli ha detto, "la lotta di classe tra il proletariato e la borghesia, tra le differenti forze politiche e tra il proletariato e la borghesia nel campo dell'ideologia sarà ancora una lotta lunga, sottoposta a vicissitudini e che, in certi momenti, potrà diventare molto acuta".
La lotta per promuovere l'ideologia proletaria ed eliminare l'ideologia borghese sul fronte culturale è un aspetto importante della lotta tra due classi (il proletariato e la borghesia), tra due vie (la via socialista e la via capitalista) e tra due ideologie (l'ideologia proletaria e l'ideologia borghese). Il proletariato cerca di trasformare il mondo secondo la propria concezione e così fa anche la borghesia.
La cultura socialista deve servire gli operai, i contadini e i soldati; deve servire la politica proletaria; deve servire a consolidare e a sviluppare il sistema socialista in previsione del suo graduale passaggio al comunismo. La cultura borghese e revisionista serve la borghesia, i proprietari terrieri, i contadini ricchi, i controrivoluzionari, i cattivi elementi e gli elementi di destra per spianare la strada alla restaurazione del capitalismo.
Se il proletariato non occupa le posizioni del fronte culturale, esse saranno fatalmente occupate dalla borghesia. Si tratta di una lotta di classe acuta. Poiché le residue forze borghesi nel nostro paese rimangono ancora un fattore con il quale dobbiamo competere, poiché esiste ancora un gran numero di intellettuali borghesi, poiché l'influenza dell'ideologia borghese è ancora molto forte e i loro metodi per combatterci diventano sempre più indiretti, insidiosi e sornioni, sarà per noi difficile accorgerci che la lotta prosegue e forse potremo anche cadere vittime delle pallottole, indorate di zucchero, della borghesia e perderemo le nostre posizioni se allenteremo anche per poco la nostra vigilanza. In questo campo, non è ancora deciso chi trionferà, tra socialismo e capitalismo.
La lotta è ineluttabile. Se non riusciremo a condurla in modo giusto, potrebbe portare al sorgere del revisionismo.
Il nostro Esercito popolare di liberazione, le forze armate del popolo create e dirette dal Partito comunista cinese e dal presidente Mao, è lo strumento più leale del partito e del popolo, è il sostegno principale della nostra dittatura proletaria.
Il ruolo importante che esso ha svolto per la causa rivoluzionaria del proletariato deve continuare a svolgerlo in questa grande Rivoluzione culturale socialista.
Dobbiamo acquisire una conoscenza più approfondita della lotta di classe nel campo ideologico e, insieme a tutto il popolo del nostro paese, dobbiamo innalzare più in alto la grande bandiera rossa del pensiero di Mao Tse-tung e condurre, inesorabilmente e fino in fondo, la Rivoluzione culturale socialista, in modo che il lavoro letterario e artistico delle nostre forze armate contribuisca potentemente a dare la priorità alla politica e a incoraggiare il processo rivoluzionario del popolo.
Un'aspra lotta di classe sul fronte della cultura
Questi ultimi sedici anni hanno visto svilupparsi un'aspra lotta di classe sul fronte culturale.
Nelle due tappe della nostra rivoluzione, la tappa della nuova democrazia e la tappa socialista, ci fu una lotta tra le due classi e le due linee sul fronte culturale, cioè la lotta tra il proletariato e la borghesia per la direzione di questo fronte. Nella storia del nostro partito, le lotte contro l'opportunismo "di sinistra" e l'opportunismo di destra comprendono anche le lotte tra le due linee sul fronte culturale.
La linea Wang Ming era una corrente ideologica borghese che causò seri danni all'interno del nostro partito. Durante il movimento di rettifica che ebbe inizio nel 1942, il presidente Mao dette prima una confutazione teorica completa della linea politica, militare e organizzativa di Wang Ming, seguita immediatamente da una confutazione teorica completa della linea culturale incarnata da Wang Ming.
Sulla nuova democrazia (1940) e Discordi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l'arte (1942) del presidente Mao sono il bilancio storico più completo, più dettagliato e più sistematico di questa lotta tra le due linee sul fronte culturale; la concezione del mondo e la teoria marxista-leninista sulla letteratura e l'arte trovano in queste opere il loro seguito e il loro sviluppo.
Dopo che la nostra rivoluzione entrò nella fase socialista, lotte importanti sul fronte culturale furono ingaggiate una dopo l'altra sotto la direzione dello stesso Comitato centrale del Partito comunista cinese e del presidente Mao Tse-tung, lotte quali la critica del film La vita di Wu Hsun (1), la critica del libro Saggio su "Il sogno della camera rossa" (2), la lotta contro la cricca controrivoluzionaria di Hu Feng (3), la lotta contro gli elementi di destra, come pure la grande Rivoluzione culturale socialista degli ultimi tre anni. Le due opere del presidente Mao, Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo (1957) e Discorso pronunciato alla Conferenza nazionale di propaganda del Partito comunista cinese (1957) sono i bilanci più recenti dell'esperienza storica dei movimenti per l'ideologia, la letteratura e l'arte rivoluzionarie in Cina e in altri paesi; esse rappresentano un nuovo sviluppo della concezione del mondo e della teoria marxista-leninista sulla letteratura e l'arte.
Queste quattro brillanti opere costituiscono una parte importante del grande pensiero di Mao Tse-tung; esse sono attualmente il punto più elevato della concezione marxista-leninista sulla letteratura e sull'arte; ci forniscono le indicazioni più valide per il nostro lavoro letterario e artistico e sono sufficienti per soddisfare le nostre necessità di proletari per un lungo periodo del futuro.
Nei sedici anni che hanno fatto seguito alla fondazione della nostra repubblica è sempre esistita nei nostri ambienti letterari e artistici una linea nera antipartito e antisocialista che si schiera contro il pensiero di Mao Tse-tung. Questa linea nera è un insieme di idee borghesi e revisioniste moderne sulla letteratura e l'arte e di ciò che è stato chiamato "la letteratura e l'arte degli anni '30". Queste idee si trovano espresse in teorie riassunte da espressioni quali "scrivere la verità" (4), "larga via del realismo" (5), "approfondimento del realismo" (6), "personaggi indecisi" (7), "sintesi del pensiero dell'epoca" (8), "opposizione al ruolo decisivo del soggetto" (9) e "opposizione all'odore della polvere da sparo" (10).
La massima parte di queste idee sono state respinte nei Discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l'arte da parte del presidente Mao. Nel mondo del cinema, alcuni avanzarono la proposta di "rompere con i canoni e ribellarsi all'ortodossia", in altre parole, di rompere con i principi del marxismo-leninismo e del pensiero di Mao Tse-tung e di abbandonare la giusta via della guerra rivoluzionaria popolare. Questa tendenza borghese reazionaria e revisionista moderna ha influenzato o dominato la nostra letteratura e le nostre arti al punto che, nelle opere scritte dopo la Liberazione sulla guerra popolare, sulle forze armate popolari e su altri soggetti di carattere militare, troviamo soltanto un piccolo numero di opere buone o di opere fondamentalmente sane, che esaltano veramente i nostri eroi rivoluzionari e servono gli operai, i contadini, i soldati e il socialismo; molte opere sono mediocri, mentre alcune sono opere pericolose antipartito e antisocialiste
Certe opere deformano i fatti storici, si basano sulla descrizione di linee errate e non della linea giusta; altre dipingono eroi che violano la disciplina oppure li inventano semplicemente per far fare loro una fine artificialmente tragica. Altre ancora non presentano nemmeno personaggi eroici, ma personaggi "indecisi" che sono in realtà arretrati, mortificano l'immagine degli operai, dei contadini e dei soldati. Descrivendo il nemico, esse non smascherano la sua natura di classe come sfruttatore e oppressore del popolo e giungono perfino a renderlo seducente. Infine, alcune opere parlano solo d'amore e di storie romantiche, lusingando i gusti volgari, proclamando che "l'amore" e la "morte" sono soggetti eterni. Bisogna opporsi energicamente a tutta questa feccia borghese e revisionista.
La lotta tra le due linee sul fronte letterario e artistico nella società si riflette fatalmente nelle forze armate poiché esse non vivono nell'isolamento e non possono fare eccezione alla regola. Le nostre forze armate sono lo strumento principale della dittatura proletaria. Senza le forze armate popolari guidate dal partito, la nostra rivoluzione non avrebbe potuto trionfare. Non avrebbero potuto esistere né dittatura del proletariato né socialismo e il popolo non avrebbe conquistato nulla. Inevitabilmente, il nemico tenta quindi di sabotarci con tutti i mezzi e da ogni parte; inevitabilmente egli utilizza l'arte e la letteratura come arma per corromperci. Noi dobbiamo essere più vigili. Tuttavia non tutti sono di questa opinione.
Alcuni affermano che il problema dell'orientamento della letteratura e dell'arte nelle nostre forze armate è gia risolto e che resta da risolvere soltanto il problema di elevare il nostro livello artistico. Questa opinione sbagliata e pericolosa non si basa su un'analisi concreta. Infatti una parte della letteratura e dell'arte delle nostre forze armate segue il giusto orientamento e ha raggiunto un livello artistico relativamente elevato; alcune opere seguono il giusto orientamento, ma il loro livello artistico resta basso; altre rivelano gravi difetti o errori, sia nell'orientamento politico, sia nella forma artistica; qualche altra infine secerne semplicemente veleno antipartito e antisocialista. Nel corso dei grandi sconvolgimenti che si sono verificati nella lotta di classe sul fronte letterario e artistico dopo la Liberazione, alcuni lavoratori impegnati in questo settore in seno all'esercito, messi alla prova, hanno fallito, avendo commesso errori più o meno gravi. Il che dimostra che il lavoro letterario e artistico nelle forze armate è stato influenzato poco o molto dalla linea nera antipartito e antisocialista. Dobbiamo dunque, conformemente alle direttive del Comitato centrale del Partito comunista cinese e del presidente Mao Tse-tung, partecipare attivamente alla grande Rivoluzione culturale socialista, eliminare radicalmente questa linea nera e la sua influenza sulle forze armate. Quando noi ce ne saremo sbarazzati, potrà anche accadere che ne compaiano altre. La lotta deve allora proseguire. Si tratta di una lotta ardua, complessa, di ampio respiro che durerà decine di anni, forse dei secoli. È essenziale, per lo sviluppo rivoluzionario delle nostre forze armate, per l'avvenire della nostra rivoluzione e per l'avvenire della rivoluzione mondiale che noi conduciamo inesorabilmente e fino in fondo la grande Rivoluzione culturale socialista.
Una nuova fase nella grande Rivoluzione culturale
Dopo il settembre del 1962, quando il presidente Mao, alla decima sessione plenaria dell'ottavo Comitato centrale del partito, raccomandò a tutto il partito e a tutto il popolo cinese di non dimenticare mai le classi e la lotta di classe, la lotta per promuovere l'ideologia proletaria e per eliminare l'ideologia borghese sul fronte culturale si è sviluppata in maniera considerevole.
In questi ultimi tre anni si è sviluppata una nuova fase nella grande Rivoluzione culturale socialista. L'esempio più rimarchevole è la comparsa dell'Opera di Pechino su temi rivoluzionari contemporanei. Coloro che lavorano alla riforma dell'Opera di Pechino, guidati dal Comitato centrale del partito e dal presidente Mao e armati del marxismo-leninismo e del pensiero di Mao Tse-tung, hanno sferrato una coraggiosa e tenace offensiva contro la letteratura e l'arte della classe feudale, della borghesia e del revisionismo moderno. Questo attacco ha radicalmente rivoluzionato l'Opera di Pechino, cittadella ritenuta un tempo imprendibile, sia nel suo contenuto ideologico sia nella sua forma artistica, dando vita a un cambiamento rivoluzionario nei circoli letterari e artistici.
Opere di Pechino su temi rivoluzionari contemporanei quali La lanterna rossa, Sha-kia-pang, La Montagna della tigre presa d'assalto, Sul reggimento della tigre bianca, il balletto Il distaccamento rosso femminile, la sinfonia Sha-kia-pang hanno ottenuto tutti un grande successo tra le larghe masse degli operai, dei contadini e dei soldati e sono state applaudite con entusiasmo dagli spettatori cinesi e stranieri. Queste realizzazioni senza precedenti avranno un'influenza profonda e di vasta portata sulla nostra Rivoluzione culturale socialista. Esse dimostrano in maniera evidente che anche la cittadella più imprendibile, l'Opera di Pechino, può essere espugnata e rivoluzionata; che le forme artistiche estranee o tradizionali come il balletto, la musica sinfonica e la scultura possono anch'esse essere riformate per servire la nostra causa; questi successi accrescono la nostra fiducia nel trasformare in maniera rivoluzionaria le altre forme dell'arte. Nello stesso tempo essi assestano un colpo decisivo a diverse teorie conservatrici quali quella del "valore di cassa", del "valore delle divise estere" e all'affermazione secondo cui "le opere rivoluzionarie non sono articoli di esportazione".
Le molteplici attività di massa degli operai, dei contadini e dei soldati sui fronti ideologico, letterario, artistico sono un altro esempio notevole della grande Rivoluzione culturale socialista di questi ultimi tre anni. Gli operai, i contadini e i soldati scrivono attualmente un gran numero di buoni articoli filosofici che espongono il pensiero di Mao Tse-tung tramite esempi tratti dalla loro pratica; essi producono anche molte eccellenti opere letterarie e artistiche per esaltare la grande vittoria della nostra rivoluzione socialista, il grande balzo in avanti sui diversi fronti della nostra edificazione socialista, i nostri nuovi eroi e la brillante direzione del nostro grande partito e del nostro grande dirigente, il presidente Mao. Il gran numero di poemi, scritti dagli operai, dai contadini e dai soldati, che compaiono sui giornali murali e sulle lavagne rivestono un valore eccezionale poiché sia nel loro contenuto sia nella loro forma sono il riflesso di un'epoca del tutto nuova.
In questi ultimi anni un'eccellente situazione si presenta anche nel lavoro culturale delle nostre forze armate. Quando il compagno Lin Piao ha preso nelle sue mani gli affari della Commissione militare del Comitato centrale del Partito comunista cinese, egli ha prestato la massima attenzione al lavoro letterario e artistico e ci ha impartito numerose e importanti direttive. La risoluzione sul rafforzamento del lavoro politico e ideologico nelle forze armate, approvata nel 1960 alla riunione allargata della Commissione militare, specifica chiaramente che il lavoro letterario e artistico nelle forze armate "deve essere strettamente legato ai loro compiti e alla loro situazione ideologica, deve servire la causa dello sviluppo dell'ideologia proletaria e della liquidazione dell'ideologia borghese, deve servire al consolidamento e all'accrescimento della capacità combattiva".
La maggiore parte dei nostri letterati e artisti che lavorano nelle forze armate danno la priorità alla politica, studiano e applicano in maniera creativa le opere del presidente Mao, vivono con le unità di base dell'esercito nelle campagne o nelle officine, partecipano attivamente al Movimento di educazione socialista, si fondono con gli operai, con i contadini e con i soldati, continuano a temprarsi e a rieducarsi ideologicamente ed elevano il loro livello di coscienza proletaria. In tal modo essi hanno potuto produrre alcune buone commedie quali La guardia sotto il neon, eccellenti romanzi come Il canto di Euyang Hai, reportage, poemi e canti per i soldati, musiche, danze e altre opere di notevole valore. Si sono fatti avanti numerosi scrittori che promettono bene.
Naturalmente questi sono soltanto i primi frutti della nostra Rivoluzione culturale socialista, i primi passi di una lunga marcia di 10.000 li. Per salvaguardare e migliorare questi risultati, per condurre la Rivoluzione culturale socialista fino in fondo, dobbiamo raddoppiare gli sforzi per un lungo periodo. I letterati e gli artisti delle nostre forze armate devono migliorarsi per portare il loro contributo.
Esaltare la "novità" socialista, affermare l'"originalità" proletaria, produrre buoni esempi
Per creare una letteratura e un'arte socialiste nuove dobbiamo produrre opere esemplari e i compagni dirigenti devono vegliare personalmente su ciò. Soltanto elaborando siffatti esempi e attraverso un'esperienza coronata da successo in questo settore i nostri argomenti si riveleranno validi e saremo in grado di rafforzare le posizioni che abbiamo conquistato.
Dobbiamo avere il coraggio di spianare un nuovo cammino, di esaltare la "novità" socialista e di affermare "l'originalità" proletaria. Il compito fondamentale della letteratura e dell'arte socialiste è di sforzarsi di dar vita a eroici personaggi operai, contadini o soldati armati del pensiero di Mao Tse-tung. Il presidente Mao ha detto: "Delle due cose, l'una: o si è uno scrittore o un artista borghese e allora non si esalta il proletariato, ma la borghesia; oppure si è uno scrittore o un artista proletario e allora si esalta non la borghesia, ma il proletariato e tutto il popolo lavoratore". Così la lotta di classe tra il proletariato e la borghesia sul fronte letterario e artistico si accentra su questo problema: quale classe esaltare, in quale classe scegliere gli eroi, gli uomini di quale classe porre in posizione preminente nelle opere letterarie e artistiche? In ciò consiste la linea di demarcazione tra la letteratura e l'arte delle differenti classi.
Le belle qualità degli eroi operai, contadini o soldati armati del pensiero di Mao Tse-tung riassumono il carattere di classe del proletariato. Noi dobbiamo sforzarci di creare immagini eroiche di operai, di contadini e di soldati. Dobbiamo creare dei tipi e non attenerci a personaggi e ad avvenimenti reali. Ascoltiamo il presidente Mao: "La vita, quando si riflette nelle opere letterarie e artistiche, può e deve essere più sublime, più intensa, più concentrata, più tipica, più vicina all'ideale e, quindi, deve possedere un carattere di maggiore universalità rispetto alla realtà quotidiana". Ciò significa che i nostri scrittori devono concentrare e sintetizzare i materiali offerti dalla vita e accumulati durante un lungo periodo per creare differenti generi di personaggi tipici.
Per creare con successo dei personaggi eroici, dobbiamo combinare il realismo rivoluzionario con il romanticismo rivoluzionario, non il realismo critico con il romanticismo borghese.
Gli scrittori delle forze armate devono considerare un compito glorioso la descrizione delle guerre rivoluzionarie, la propaganda delle idee del presidente Mao sulla guerra popolare e la creazione di eroi delle guerre rivoluzionarie.
Quando scriviamo sulle guerre popolari, dobbiamo prima di tutto avere chiaramente compreso la natura delle guerre: la nostra è giusta, quella del nemico è ingiusta. Le nostre opere devono mostrare l'asprezza della nostra lotta e la grandezza del nostro sacrificio, manifestando l'eroismo e l'ottimismo rivoluzionario. Mentre descriviamo la crudeltà della guerra, non dobbiamo soffermarci sui suoi orrori. Mentre descriviamo l'asprezza della lotta rivoluzionaria, non dobbiamo spingere i dettagli delle sue sofferenze molto lontano. La crudeltà di una guerra rivoluzionaria e l'eroismo rivoluzionario, la difficoltà della lotta rivoluzionaria e l'ottimismo rivoluzionario sono unità degli opposti, ma noi dobbiamo cogliere chiaramente l'aspetto principale della contraddizione: altrimenti, se noi poniamo l'accento in maniera sbagliata, la tendenza del pacifismo borghese farà la sua comparsa. Mentre descriviamo la guerra rivoluzionaria popolare, si tratti all'inizio di una guerra partigiana completata da una guerra mobile o si tratti fin dall'inizio di una guerra mobile, dobbiamo far risaltare correttamente il rapporto tra le forze regolari, i partigiani e la milizia popolare, il rapporto tra le masse armate e le masse non armate poste sotto la direzione del partito.
Non è cosa facile creare buoni esempi di letteratura e di arte proletaria. Strategicamente dobbiamo disprezzare le difficoltà di questo compito, ma tatticamente dobbiamo tenerle in seria considerazione. Creare una buona opera è un lavoro arduo e i compagni che dirigono questo lavoro non devono mai adottare un atteggiamento burocratico o disinvolto a questo riguardo, ma devono lavorare con accanimento, dividendo le soddisfazioni e le difficoltà degli scrittori. Essi devono quanto più è possibile lavorare con materiale di prima mano. Non devono temere né l'insuccesso, né gli errori, ma riconoscerli e lasciare che i loro autori si correggano. Essi devono basarsi sulle masse, ascoltare le loro opinioni e affidarsi a loro, passare attraverso una pratica ripetuta per un lungo periodo onde migliorare continuamente il loro lavoro e sforzarsi di integrare il contenuto politico rivoluzionario alla migliore forma artistica possibile. Nel corso della pratica, essi devono fare in tempo utile il bilancio della loro esperienza, impadronendosi gradualmente delle leggi delle diverse forme d'arte. Altrimenti sarà loro impossibile creare buoni esempi.
Esistono numerosi temi storici e temi contemporanei rivoluzionari importanti, i quali esigono che si proceda urgentemente alla loro descrizione in modo sistematico e pianificato e che si formi, nel fare ciò, un nucleo di scrittori e di artisti veramente proletari.
Liberare il pensiero, superare la superstizione
Durante la Rivoluzione culturale socialista bisogna distruggere e bisogna costruire. Senza radicale distruzione non può esserci vera costruzione. Per portare avanti la Rivoluzione culturale socialista e per creare una letteratura e un'arte socialiste nuove dobbiamo liberare il nostro pensiero e superare ogni credenza acritica.
Dobbiamo superare la nostra ammirazione acritica per quella che viene indicata come "la letteratura e l'arte degli anni '30". In quell'epoca il movimento letterario e artistico di sinistra seguiva la linea opportunista "di sinistra" di Wang Ming in politica; la sua organizzazione era esclusivista e settaria; la sua teoria della letteratura e dell'arte era praticamente quella dei critici letterari democratici borghesi della Russia zarista come Belinsky (11), Chernyshevskij (12), Dobrolyubov (13), le cui idee non erano marxiste, bensì borghesi.
La rivoluzione democratico-borghese è una rivoluzione nella quale una classe sfruttatrice si oppone a un'altra. Soltanto la rivoluzione socialista del proletariato è la rivoluzione che finalmente distrugge tutte le classi sfruttatrici. Noi non dobbiamo dunque assumere le idee di un rivoluzionario borghese qualsiasi come principio guida dei nostri movimenti ideologici o letterari e artistici proletari. Ci furono anche delle opere letterarie e artistiche buone negli anni '30, quelle del movimento letterario e artistico militante dell'ala sinistra diretta da Lu Hsun. Ma verso la fine degli anni '30, alcuni dirigenti dell'ala sinistra, influenzati dalla linea capitolazionista di destra di Wang Ming, abbandonarono il punto di vista di classe del marxismo-leninismo e presentarono lo slogan di una "letteratura di difesa nazionale".
Si trattava di parole d'ordine borghesi. Fu Lu Hsun a coniare la parola d'ordine proletaria "letteratura popolare della guerra rivoluzionaria nazionale". Alcuni scrittori e artisti di sinistra, specialmente Lu Hsun, indicarono anche che l'arte e la letteratura dovevano essere al servizio degli operai e dei contadini e che questi ultimi dovevano creare una letteratura e un'arte ad essi appropriate. Tuttavia non venne trovata alcuna soluzione sistematica per il problema fondamentale, come integrare gli operai, i contadini e i soldati nella letteratura e nell'arte, poiché la grande maggioranza di questi uomini erano discepoli della democrazia e del nazionalismo borghesi. Alcuni non ressero alla prova della rivoluzione democratica mentre altri non riuscirono a compiere il passaggio alla rivoluzione socialista.
Noi dobbiamo superare la venerazione cieca per la letteratura classica cinese e straniera. L'arte e la letteratura classiche della Cina e dell'Europa (compresa la Russia) hanno esercitato un'influenza considerevole sui circoli letterari e artistici del nostro paese e certuni le considerano come modelli e le accettano in pieno. Ma il presidente Mao ci ha insegnato che "la trasposizione e l'imitazione, senza la minima critica, delle opere antiche e straniere, corrisponde al dogmatismo più sterile e più nocivo nella letteratura e nell'arte". Le opere antiche e straniere devono essere studiate anch'esse e rifiutare di farlo sarebbe sbagliato; tuttavia lo dobbiamo fare criticamente, in modo che l'antico serva il nuovo e lo straniero il nazionale.
Per quanto concerne le opere letterarie e artistiche rivoluzionarie sovietiche relativamente buone apparse dopo la Rivoluzione d'Ottobre, anch'esse devono essere analizzate e non ciecamente venerate né, ancora meno, servilmente imitate.
L'imitazione cieca non può mai trasformarsi in arte. La letteratura e l'arte possono venir fuori soltanto dalla vita, loro unica sorgente. Tutta la storia dell'arte e della letteratura, dei tempi antichi o moderni, della Cina e dell'estero, lo dimostra.
Praticare il centralismo democratico, applicare la linea di massa
Tutti i responsabili del lavoro letterario e artistico, come pure gli artisti e gli scrittori, devono mettere in pratica il centralismo democratico, devono vegliare affinché "tutti abbiano da dire la loro" e si devono opporre a coloro che affermano "è valido per tutti quanto io ho detto". Noi dobbiamo applicare la linea di massa e continuare a dare la priorità alla politica. Un tempo, gli scrittori scrivevano un libro e, restando sordi alle critiche delle masse, costringevano la direzione ad approvare. Questo modo di agire non è assolutamente giusto.
I quadri responsabili della letteratura e dell'arte devono sempre ricordarsi dei due seguenti punti relativi alla creazione letteraria e artistica: primo, essi devono ascoltare le opinioni delle masse; secondo, devono analizzare queste opinioni, accettare quelle giuste e respingere quelle che sono errate. Non esistono opere artistiche e letterarie perfette, ma se una è fondamentalmente buona, noi dobbiamo mettere in luce le sue imperfezioni e i suoi punti errati, affinché possano essere corretti.
Le opere cattive non devono essere nascoste, ma rese note per essere sottoposte al giudizio delle masse. Non dobbiamo temere il giudizio delle masse, ma avere piena fiducia in loro poiché esse possono darci dei consigli molto preziosi. Ciò aiuterà coloro le cui idee sono confuse ad accrescere la loro capacità di comprensione.
Incoraggiare una critica di massa, rivoluzionaria e militante della letteratura e dell'arte
Dobbiamo incoraggiare la critica di massa, rivoluzionaria e militante della letteratura e dell'arte, dobbiamo spezzare il monopolio della critica della letteratura e dell'arte detenuto da quegli "specialisti" che seguono una linea errata e si dimostrano incoerenti. Dobbiamo porre l'arma della critica della letteratura e dell'arte nelle mani delle masse degli operai, dei contadini e dei soldati; dobbiamo unire le critiche provenienti dai critici di professione alle critiche provenienti dalle masse. Dobbiamo rafforzare il carattere combattivo di questa critica e combattere l'encomio volgare privo di principi. Dobbiamo riformare il nostro stile letterario, incoraggiare la redazione di articoli brevi e leggibili, fare della nostra critica letteraria e artistica un'arma quale il pugnale o la bomba a mano, imparando a usarla abilmente in una lotta "corpo a corpo". Naturalmente dobbiamo scrivere al tempo stesso degli articoli sistematici, più lunghi e di un livello teorico più alto. Dobbiamo presentare gli avvenimenti e dire le nostre ragioni, non impaurire il lettore ricorrendo a un linguaggio tecnico.
Ecco l'unico mezzo per disarmare la cosiddetta "critica letteraria e artistica". Le critiche devono appoggiare calorosamente le opere buone mettendo in luce in maniera benevola le loro deficienze, mentre deve essere fatta una critica basata sui principi delle opere cattive. Nel campo teorico le opinioni sbagliate sulla letteratura e l'arte che sono molto tipiche devono essere completamente e sistematicamente criticate. Non dobbiamo temere di essere rimproverati per avere "brandito il bastone". Quando ci si accusa di rozzezza e di semplicismo, dobbiamo compiere la nostra analisi. Alcune nostre critiche, fondamentalmente giuste, non sono abbastanza convincenti, poiché l'analisi e le prove portate sono insufficienti. Questo deve essere corretto. Alcuni che cominciano con l'accusarci di rozzezza e di semplicismo, abbandonano la loro accusa quando arrivano a una maggiore comprensione.
Dobbiamo mantenere una critica artistica e letteraria costante, poiché si tratta di un metodo importante per condurre la lotta nel campo letterario e artistico e di un mezzo valido per il partito nella direzione della letteratura e dell'arte. Senza una critica letteraria e artistica giuste, non possiamo mantenere una linea giusta nella letteratura e nell'arte, né creare una grande varietà di opere di qualità.
Utilizzare il pensiero di Mao Tse-tung per rieducare i quadri e riorganizzare gli scrittori e gli artisti
Per portare a fondo la Rivoluzione culturale socialista dobbiamo rieducare i quadri responsabili della letteratura e dell'arte e riorganizzare gli scrittori e gli artisti. Già nel periodo della lotta sui monti Chingkang sotto la direzione dello stesso presidente Mao e delle brillanti direttive della risoluzione della conferenza di Kutien (14), l'Esercito rosso degli operai e dei contadini creò un distaccamento rosso di scrittori e di artisti.
Durante la Guerra di resistenza contro il Giappone, avendo il nostro partito e il nostro esercito acquisito una più grande forza politica e militare, il nostro distaccamento di scrittori e di artisti fece anch'esso notevoli progressi. Nelle basi d'appoggio e nelle forze armate formammo un numero notevole di letterati e artisti rivoluzionari. In particolare dopo la pubblicazione dei Discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l'arte essi si attennero a una linea giusta, s'integrarono agli operai, ai contadini, ai soldati e giocarono un ruolo attivo nella rivoluzione. Tuttavia dopo la Liberazione, quando entrammo nelle grandi città, alcuni non resistettero all'influenza deleteria delle idee borghesi e vi si avvicinarono. I letterati e gli artisti che in quel tempo si unirono alle forze armate portarono con sé l'influenza delle diverse idee borghesi sulla letteratura e l'arte. Un piccolo numero di essi non si trasformò mai e si attenne con ostinazione alla posizione borghese.
La nostra arte e la nostra letteratura sono arte e letteratura proletarie, arte e letteratura del partito. Ciò che ci distingue prima di tutto dalle altre classi, è la nostra fedeltà allo spirito del partito proletario. Noi dobbiamo comprendere a fondo che i portavoce delle altre classi sono anch'essi fedeli al loro spirito di partito, che è fortemente radicato. Nei principi che reggono la nostra creazione artistica e letteraria come pure nella nostra linea organizzativa e nel nostro stile di lavoro, dobbiamo restare fedeli allo spirito del partito proletario e combattere la corruzione dovuta alle idee borghesi. Dobbiamo tracciare una linea di demarcazione netta tra le nostre idee e le idee borghesi; non dobbiamo tollerare alcuna coesistenza pacifica con esse.
I letterati e gli artisti delle nostre forze armate affrontano diversi problemi ma,per lo più, la questione è di acquisire una comprensione più profonda e di ricevere più indicazioni per accedere a un livello più elevato. Dobbiamo considerare le opere del presidente Mao come le nostre direttive più qualificate, studiare coscienziosamente e assimilare i suoi insegnamenti sulla letteratura e sull'arte ed essere particolarmente attenti nel metterle in pratica e nell'applicare in modo creativo quanto apprendiamo nel pensiero e nell'azione per arrivare a possedere veramente a fondo il pensiero di Mao Tse-tung. Dobbiamo applicare le direttive del presidente Mao e "andare per un lungo periodo, senza riserve e spassionatamente, tra le masse degli operai, dei contadini e dei soldati, nel crogiuolo della lotta, alla sorgente unica e prodigiosamente ampia e ricca", dobbiamo fonderci con gli operai, con i contadini e con i soldati, trasformare il nostro pensiero, elevare il livello della nostra coscienza politica e servire con passione i popoli dell'intera Cina e del mondo, senza nessuna velleità di acquisire fama o profitti, né avere paura della durezza dello sforzo o della morte.
Studiare le opere del presidente Mao, lavorare per la rivoluzione e trasformare il nostro pensiero deve costituire il compito di tutta la nostra vita. Soltanto così possiamo mettere in pratica le direttive del compagno Lin Piao: essere pronti a uscire vittoriosi da qualsiasi dura prova nel nostro pensiero, nella nostra vita e nelle nostre attività professionali. Soltanto così il nostro lavoro letterario e artistico serve meglio gli operai, i contadini e i soldati, serve meglio il socialismo e aiuta a consolidare e a elevare la capacità combattiva delle nostre forze armate.
Un nuovo successo della grande Rivoluzione culturale socialista si profila e prende ora la forma di un movimento di massa. Questa grande corrente rivoluzionaria spazzerà via i rifiuti di tutte le vecchie idee borghesi sulla letteratura e sull'arte, inaugurerà una nuova era nell'arte e nella letteratura socialiste proletarie. In questa eccellente situazione rivoluzionaria, dobbiamo essere fieri di essere completamente rivoluzionari. La nostra rivoluzione socialista è una rivoluzione per eliminare tutte le classi sfruttatrici e tutti i sistemi di sfruttamento, per estirpare tutte le idee delle classi sfruttatrici, nocive al popolo. Dobbiamo avere piena fiducia e coraggio per iniziare quello che non è mai stato tentato prima.
Dobbiamo elevare ancora più in alto il grande vessillo rosso del pensiero di Mao Tse-tung e, sotto la guida del Comitato centrale del partito, del presidente Mao e della Commissione militare del Comitato centrale del partito, dobbiamo partecipare attivamente alla Rivoluzione culturale socialista, portarla inflessibilmente a termine; dobbiamo sforzarci di creare una letteratura e un'arte socialiste nuove, degne del nostro grande paese, del nostro grande partito, del nostro grande popolo, del nostro grande esercito.
Note
1) La vita di Wu Hsun è un film che calunnia la tradizione rivoluzionaria del popolo cinese e propaganda il riformismo borghese e il capitolazionismo. Wu Hsun, lacchè dei proprietari terrieri sotto la dinastia dei Ching, vi è presentato come un "grande uomo" che si sarebbe sacrificato perché i figli dei contadini poveri potessero avere la possibilità d'istruirsi.
Il 20 maggio 1951 il Quotidiano del popolo pubblicò un editoriale (vedasi vol. 11 delle Opere di Mao Tse-tung) che stigmatizzava severamente il carattere reazionario de La vita di Wu Hsun e faceva appello a tutto il paese perché criticasse questo film. Dopo la fondazione della Repubblica popolare cinese fu questa la prima grande campagna di critica dell'ideologia reazionaria borghese.
2) Il Saggio su "Il sogno della camera rossa" di Yu Ping-po è uno studio di un'assurda minuziosità, fatto con spirito idealista borghese, del romanzo Il sogno della camera rossa. Nel settembre 1954 si sviluppò su scala nazionale una campagna di critica di questo saggio (vedasi vol. 12 delle Opere di Mao Tse-tung ), che costituì una lotta ideologica tra il pensiero proletario e il pensiero borghese, una lotta contro l'idealismo borghese.
3). Hu Feng era un traditore che riuscì a infiltrarsi nelle file rivoluzionarie. Dopo la Liberazione egli organizzò una setta segreta controrivoluzionaria nei circoli letterari e artistici. Nel 1954 indirizzò al Comitato centrale del Partito comunista cinese lo scritto La mia autocritica, un volume che è un attacco velenoso contro la politica del partito e il pensiero di Mao Tse-tung in materia di letteratura e arte. Nel maggio e nel giugno del 1955 il Quotidiano del popolo pubblicò successivamente tre serie di documenti e di materiali sulla cricca controrivoluzionaria di Hu Feng (vedasi vol. 12 delle Opere di Mao Tse-tung ) e gli intrighi controrivoluzionari di questa cricca furono completamente smascherati e annientati.
4) La teoria di "scrivere la verità" è una teoria revisionista in materia di creazione letteraria. Hu Feng predicava di "scrivere la verità" ed era appoggiato in ciò da Feng Hsueh-feng. Dietro il paravento di questa parola d'ordine, essi si opponevano a che la letteratura e l'arte socialiste avessero un carattere di classe e riflettessero una tendenza politica. Si opponevano a che la letteratura e l'arte servissero a educare il popolo nello spirito del socialismo. Essi si compiacevano di rovistare negli angoli scuri della realtà socialista trasformandosi in pattumiere della storia. Predicando la teoria di "scrivere la verità" essi cercavano di presentare la società socialista sotto una luce particolarmente oscura.
5) La teoria della "larga via del realismo" venne lanciata da alcuni elementi antipartito e antisocialisti dei circoli letterari e artistici, i quali si opponevano ai Discorsi alla conferenza di Yenan sulla letteratura e l'arte del presidente Mao Tse-tung, affermando che essi erano superati e che bisognava aprire una nuova e più larga via. È questa la natura della "larga via del realismo" avanzata da Tsin Chao-yang e altri. Secondo loro la via più giusta e più larga, quella di servire gli operai, i contadini e i soldati era ancora troppo angusta, era solo un "dogma stagnante", "aveva tracciato davanti alla gente un piccolo immutabile sentiero".
Essi predicavano che gli autori scrivessero ciò che sembrava loro buono secondo "la loro propria esperienza di vita, la loro educazione e il loro temperamento come pure secondo la loro individualità artistica" e che, allontanandosi dall'orientamento segnato dagli operai, dai contadini e dai soldati, si mettessero alla ricerca di "un campo visivo infinitamente largo che consentisse di sviluppare l'iniziativa creativa".
6) Al tempo in cui predicava di "illustrare personaggi indecisi", Shao Chuan-lin presentò una tesi indicata come "approfondimento del realismo". Questa tesi chiedeva agli scrittori di rivelare "le cose antiche" che pesano sulle masse popolari e di riassumere "il fardello morale che pesa da millenni sui contadini produttori individuali" creando così delle immagini di "personaggi indecisi" aventi un carattere complesso. Questa tesi chiedeva agli scrittori di dedicarsi a soggetti "comuni", suscettibili di far "vedere le grandi cose attraverso le piccole" e "cogliere il mondo mediante un chicco di riso". Secondo lui, le opere letterarie non sono realiste se non quando descrivono "personaggi indecisi", "in preda a conflitti interni", quando riassumono "il fardello morale che da millenni pesa sui contadini produttori individuali" e quando descrivono il loro "doloroso passaggio" dall'economia individuale all'economia collettiva. Soltanto così il realismo si "approfondirà". Invece, esaltare l'eroismo rivoluzionario delle masse popolari, descrivere immagini eroiche non è né vero, né realista. L'"Approfondimento del realismo" era una merce direttamente importata dal realismo critico borghese e dunque una teoria reazionaria.
7) La teoria dei "personaggi indecisi" è un modo di vedere sbagliato di cui Shao Chuan-lin, che fu uno dei vicepresidenti dell'Associazione degli scrittori cinesi, fu il principale iniziatore. Tra l'inverno del 1960 e l'estate del 1962, egli formulò più volte questo pensiero. Il suo scopo era quello di diffondere un sentimento di scetticismo e di indecisione di fronte al socialismo e al tempo stesso di ostacolare la descrizione di eroi dell'epoca socialista nelle opere letterarie e artistiche.
8) La "Sintesi del pensiero" dell'epoca è una teoria antimarxista-leninista di cui Chou Ku-cheng divenne il rappresentante. Costui negava che il pensiero dell'epoca fosse quello che la spinge nella sua marcia in avanti e che il rappresentante di questo pensiero fosse la classe avanzata la quale dirige l'epoca stessa. Egli sosteneva che il pensiero dell'epoca non può essere che la "confluenza" delle "differenti ideologie delle diverse classi" e che in questa confluenza si riunissero "ogni specie di pensieri pseudorivoluzionari, non rivoluzionari e anche controrivoluzionari". La "confluenza" del pensiero dell'epoca non è quindi nient'altro che la teoria del tutto reazionaria della "riconciliazione di classe".
9) La teoria della "opposizione al ruolo decisivo del soggetto" è un'idea letteraria e artistica antisocialista. Tra gli zelanti propagandisti di questa idea figurano in primo luogo Tien Han e Hsia Yen. Nella scelta e nella trattazione di un dato soggetto, uno scrittore proletario deve prima di tutto prendere in considerazione se esso va nel senso degli interessi del popolo. Se si sceglie e si tratta un certo tema, è per contribuire all'espansione di tutto ciò che ha carattere proletario e all'eliminazione di tutto ciò che riveste un carattere borghese ed è per incoraggiare le masse a seguire la via socialista. I teorici della "opposizione al ruolo decisivo del soggetto" consideravano questi punti di vista come regole ferree che "dovevano essere completamente eliminate". Con il pretesto di allargare la gamma dei temi letterari, essi proponevano di rompere con "i canoni rivoluzionari" e di ribellarsi contro "la giusta via della guerra". Essi affermavano che si parlava troppo di rivoluzione e di lotta armata nel cinema cinese e che si poteva fare qualcosa di nuovo soltanto rompendo con questi principi e tradendo questa via. Alcuni proponevano di scrivere sulla "simpatia umana", sull'"amore dell'umanità", sulla "piccola gente" e "sulle piccole cose".
10) La letteratura del revisionismo moderno si dilunga con compiacimento sugli orrori della guerra e propaganda la "filosofia della sopravvivenza a ogni costo" e la capitolazione al fine di paralizzare la volontà di lotta dei popoli e venire incontro alle necessità dell'imperialismo. Anche in Cina c'era chi proclamava che la nostra letteratura puzzava di polvere, che la scena del nostro teatro non era altro che una selva di fucili e che tutto ciò era antiestetico. Costoro raccomandavano agli scrittori di farla finita con i "canoni rivoluzionari" e di ribellarsi contro la "giusta via della guerra". L"opposizione all'odore della polvere da sparo" è in realtà un riflesso della corrente revisionista nei circoli letterari e artistici cinesi.
11) V.G. Belinsky (1811-1848) fu un democratico russo, critico letterario, filosofo ed esteta. Si oppose alla servitù della gleba e all'autocrazia zarista nella sua critica letteraria.
12) N.G. Chernyshevsky (1828-1889) fu un democratico russo, critico e scrittore. Sostenne le idee democratiche rivoluzionarie e si oppose allo zarismo e alla servitù della gleba.
13) N.A. Dobrolyubov (1836-1861) fu un democratico russo e critico letterario. Fu attivocontro lo zarismo e la servitù della gleba.
14) Vedasi nel vol. 2 delle Opere di Mao Tse-tung la Risoluzione del nono Congresso del partito del 4° corpo d'armata dell'Esercito rosso
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