Convegno su Pietro Secchia - Torino 16/04/05
Intervento di :
Tommaso D'Elia,
al convegno
LA RESISTENZA ACCUSA- Pietro Secchia antifascista, partigiano, comunista,
Torino, 16 aprile 05
L'adesione del gruppo provinciale del PRC di
Torino
Io voglio ringraziare in prima battuta gli organizzatori di questo Convegno in
ricordo di Pietro Secchia: militante antifascista, partigiano e comunista, tra
i principali protagonisti della Resistenza e della costituzione delle Brigate
Garibaldi di cui divenne Commissario Generale.
Impegnato politicamente sin da giovane età, dapprima nella Federazione Italia
Giovani Comunisti, partecipò attivamente alle lotte del Primo Dopoguerra nelle
file del movimento operaio in contatto con il gruppo dell'Ordine Nuovo e come
aderente alla frazione comunista del Partito Socialista. Convinto sostenitore
della necessità di fronteggiare il fascismo con una dura opposizione nelle
fabbriche, nei campi e nelle piazze, è nel gennaio del 1921 che passò, all'atto
della scissione di Livorno, al PCI del quale diventò uno dei più prestigiosi
esponenti e tenaci organizzatori. A Secchia viene affidato il compito della
costruzione di un Partito nuovo di massa e di lotta. Conosce a più riprese il
carcere per l'attività antifascista, cadde nelle mani della polizia fascista il
3 aprile del 1931 a Torino, successivamente nel 1932 venne celebrato il
processo a Roma dinnanzi al Tribunale Speciale che lo condannò a 17 anni e 9
mesi di carcere. Come scrisse egli stesso "rimase prigioniero del nemico
fino al 18 aprile del 1943". Una figura importante della storia
partigiana, antifascista e comunista.
Non essendo uno storico ho voluto andare a ricostruire sinteticamente la vita
di Pietro Secchia per dare un piccolo contributo rispetto la biografia di un
grande personaggio della nostra storia.
In secondo luogo voglio ringraziare tutti gli intervenuti a questo Convegno che
hanno certamente saputo rappresentare meglio e in maniera più approfondita di
me la vita, il pensiero, l'azione e l'insegnamento lasciatoci da Pietro
Secchia. Il gruppo provinciale del PRC di Torino, di cui il sottoscritto fa
parte, interpellato dagli organizzatori di questo Convegno ha dato la propria e
massima disponibilità, seppur con differenza di opinioni, al sostegno di questa
iniziativa, contribuendo attivamente per la sua riuscita. Mi sembra che questo
sia un fatto importante. Infatti il sottoscritto oggi è qui in rappresentanza
del gruppo provinciale del Partito della Rifondazione Comunista.
Perché questa adesione: perché è in atto un'offensiva revisionistica della
storia del nostro paese fatta dai soggetti più svariati: dalla destra
reazionaria ma anche da soggetti che si richiamano ai valori della sinistra,
come sta accadendo su alcune questioni, per esempio la mistificazione che è in atto
sulle foibe, dando agli eventi una rilevanza storica diversa da quella che gli
spetterebbe.
Nel mio breve intervento vorrei porre in risalto due fatti che stanno accadendo
adesso nel Parlamento italiano: 1) dopo la sconfitta elettorale del 3-4 aprile
di quest'anno il centro destra ha presentato alla Camera una Legge importante
ed urgente. Cosa è così importante ed urgente dopo una sconfitta elettorale?
L'importanza di questa legge risiede nell'istituzione per il 9 di novembre di
una festa nazionale. Ma perché il 9 di novembre? Cosa è successo di così
importante e rilevante per il nostro paese per il 9 di novembre? La spiegazione
è che il 9 di novembre diventerà festa nazionale in occasione della caduta del
muro di Berlino! Cioè significa sostanzialmente, e la destra così l'ha motivato
in Parlamento, la fine del comunismo. Questo è il primo intervento fatto dalle
destre dopo la sconfitta delle elezioni regionali. Ed è significativo: si
lancia un'offensiva ancora più violenta e marcata rispetto a quella che la
destra reazionaria (e non solo) ha lanciato alla nostra Costituzione, ai temi
della Resistenza, alla storia reale del nostro paese.
Questa legge impegna un ramo del Parlamento. Il secondo ramo del Parlamento, il
Senato, è impegnato invece (questa è una notizia un po’ più datata) nella
discussione di un disegno di legge, esattamente il disegno di legge 2244
proposto da Alleanza Nazionale, già posto in calendario nei lavori del Senato,
composto da due soli articoli. Il primo articolo recita: "I soldati, i
sottufficiali e gli ufficiali che prestarono servizi nella Repubblica Sociale
Italiana sono considerati a tutti gli effetti belligeranti, equiparati a quanti
prestarono servizio nei diversi eserciti dei paesi tra loro in conflitto
durante la Seconda Guerra Mondiale". L'equiparazione quindi, per
paradosso, dei combattenti della Repubblica Sociale a coloro che hanno
determinato la storia del nostro paese: i partigiani.
Queste leggi non devono e non possono passare.
Aggiungo che il Consiglio provinciale, con il sottoscritto ed un altro compagno
della sinistra DS, ha approvato un ordine del giorno rispetto alla legge citata
in precedenza che dà mandato al Presidente della Provincia di inviare un
documento al Presidente della Repubblica, ai Presidenti del Senato e della
Camera, al Presidente del Consiglio, in cui si chiede che venga ritirato questo
disegno di legge. Si traduce in azione, da parte nostra, il contrasto alle
leggi vergogna che vanno ad offuscare la storia reale del nostro paese.