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- osservatorio - della guerra - 17-01-16 - n. 572
Dichiarazione del Partito Tudeh sulla rottura delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica islamica dell'Iran e l'Arabia Saudita e le tensioni crescenti nel Golfo Persico
Partito Tudeh dell'Iran | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
05/01/2016
Il Partito Tudeh dell'Iran [Partito delle Masse dell'Iran, i comunisti iraniani, ndt] considera l'escalation delle tensioni tra Iran e Arabia Saudita contraria agli interessi del popolo iraniano e di quelli della regione.
Dopo l'esecuzione di Sheikh Nimr Baqr al-Nimr, il religioso dissidente sciita saudita, da parte delle autorità saudite, i rapporti politici e diplomatici di questo paese con l'Iran - già deteriorati negli ultimi anni - sono diventati critici, aumentando così la possibilità di un pericoloso conflitto tra i due paesi.
Successivamente all'azione calcolata e provocatoria dei governanti reazionari sauditi, con l'esecuzione lo scorso sabato 2 gennaio di Sheikh Nimr, il religioso sciita saudita, insieme ad altre 46 persone - che stando a quanto pubblicato erano in gran parte affiliate al gruppo terroristico di Al-Qaeda - i teppisti legati al Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica e alla milizia Basij e alle forze di sicurezza della Repubblica islamica dell'Iran hanno fatto irruzione nell'ambasciata dell'Arabia Saudita a Teheran e nell'edificio del consolato saudita nella città di Mashhad. Durante questi raid, oltre a scandire duri slogan, alcuni manifestanti hanno approfittato dell'indifferenza delle forze di polizia per entrare nell'ambasciata e incendiare parte dell'edificio. saccheggiando documenti e proprietà dell'ambasciata. Secondo quanto riportato oggi (domenica 3 gennaio) dai media, Adil al-Jubeir, il ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita, ha annunciato che a seguito degli attacchi agli edifici delle missioni consolari saudite in Iran, l'Arabia Saudita ha troncato i suoi rapporti diplomatici con l'Iran e richiesto che i diplomatici iraniani lascino l'Arabia Saudita entro 48 ore.
Il provocatorio discorso al di fuori delle regole diplomatiche della Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, sull'esecuzione dello sceicco Nimr, e gli attacchi all'ambasciata e al consolato dell'Arabia Saudita sono politicamente e diplomaticamente ingiustificabili. L'invasione dell'ambasciata di uno Stato, sotto qualsiasi pretesto, è considerata un'invasione di quel paese e da condannare agli occhi degli organismi internazionali, incluse le Nazioni Unite. Va aggiunto che, sia il presidente sia il capo della magistratura iraniana hanno stigmatizzato l'attacco all'ambasciata saudita definendolo illegale.
Si deve notare che l'escalation delle tensioni tra Iran e Arabia Saudita nasce da gravi dispute tra i due regimi sulle guerre interne in Siria e Yemen. Lo scorso febbraio, il regime saudita ha ufficialmente invaso lo Yemen per impedire la vittoria delle forze Houthi e dei loro alleati, che, come sostenuto dai sauditi, sono supportate dall'Iran. Quest'azione da parte dell'Arabia Saudita e dei suoi alleati del Consiglio di Cooperazione del Golfo aveva lo scopo di impedire la caduta del precedente presidente yemenita sostenuto da Riyadh e di controllare gli sviluppi politici in Yemen in senso favorevole alle politiche reazionarie del regime saudita. Per quanto riguarda la guerra interna in Siria, Arabia Saudita e monarchici reazionari del Golfo Persico, in alleanza con la Turchia, gli Stati Uniti e i paesi della Nato, vogliono trasferire il potere da Bashar al-Assad, il presidente eletto della Siria, ai gruppi terroristici wahabiti e salafiti da loro sostenuti. L'Iran, in un fronte comune con la Federazione russa, l'Iraq e i libanesi di Hezbollah ha categoricamente e praticamente sostenuto la prosecuzione del governo di Bashar al-Assad e la politica estera del governo siriano.
Il viaggio a Riyad (il 28 dicembre) del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, uno dei principali protagonisti del proseguimento della sanguinosa e devastante guerra in Siria, non è estraneo alla decisione dell'Arabia Saudita rispetto alle recenti esecuzioni e all'escalation delle tensioni nella regione. Turchia e Arabia Saudita sono centrali per l'alleanza dei paesi sunniti coinvolti negli sviluppi in Siria. Durante i suoi colloqui ufficiali con le autorità saudite, Erdogan ha parlato della visione comune dei due paesi riguardo il futuro della Siria e della volontà di modellare gli sviluppi in altre aree di conflitto nella regione, incluso lo Yemen, dichiarando: "E' chiaro che i passi intrapresi senza considerare il dinamismo, la sociologia e la storia della regione porteranno solo a ferocia e brutalità". In questo viaggio, Erdogan ha annunciato ufficialmente l'unione della Turchia all'alleanza reazionaria degli Stati sunniti impegnati in Siria.
Ciò che dovrebbe essere chiaro è che le dichiarazioni irresponsabili di influenti figure del regime iraniano sui recenti gravi atti non aiutano a mantenere la pace e la calma e in effetti fanno il gioco delle pericolose politiche del regime reazionario saudita. Ali Akbar Velayati, il capo della Ricerca strategica del Consiglio del Discernimento iraniano [assemblea amministrativa nominata dalla Guida suprema, ndt] ha dichiarato: "Le indicazioni di una insoddisfazione del governo saudita sugli eventi in Yemen e gli sviluppi nella regione si possono vedere nell'esecuzione di Sheikh Nimr". Si è anche detto "certo" che l'Arabia Saudita subirà una sconfitta militare in Yemen. I media iraniani hanno diffuso l'aspra dichiarazione del Corpo delle Guardie [della rivoluzione islamica] che insinua una "ricerca di vendetta" per l'esecuzione di Sheikh Nimr e minaccia di "rispondere adeguatamente" a questa azione dell'Arabia Saudita. I militari iraniani hanno rilasciato un comunicato che denuncia l'esecuzione di Sheikh Nimr annunciando che "è giunto il momento di una risposta adeguata ai crimini di Casa Saud."
Il Partito Tudeh dell'Iran condanna le politiche reazionarie e antipopolari del regime saudita ed esprime allo stesso tempo la sua profonda preoccupazione per gli avvenimenti degli ultimi giorni e la pericolosa escalation delle tensioni nella regione. Se questa profonda crisi non sarà gestita con saggezza e sulla base degli interessi nazionali del nostro paese, potrebbe essere sfruttata dai circoli guerrafondai di entrambi i lati e portare a ulteriori conflitti, costringendo la nostra nazione a soffrire per le sue imprevedibili, disastrose e devastanti conseguenze. Il regime saudita è determinato a trarre vantaggio da qualsiasi innalzamento della tensione nei confronti della Repubblica islamica dell'Iran, per rafforzare la sua posizione nella regione e approfondire l'isolamento dell'Iran, cosa che avrà enormi costi politici ed economici. I circoli reazionari e guerrafondai nella struttura di potere del regime teocratico iraniano potrebbero anche sfruttare questo ambiente teso e la possibilità di un conflitto per rimodellare a proprio vantaggio il clima politico del paese nel corso dei prossimi mesi che portano alle elezioni parlamentari (di febbraio) e causare nuovi problemi e nuovi cicli di sanzioni devastanti contro l'Iran. Qualsiasi aumento delle tensioni e di qualsiasi nuovo conflitto militare nella regione potrebbe avere conseguenze disastrose per il futuro del nostro paese.
Il partito Tudeh dell'Iran, che è un critico di lunga data del regime antipopolare dell'Arabia Saudita e del suo mancato rispetto dei diritti umani, condanna l'esecuzione provocatoria dello sceicco Sheikh Nimr Baqr al-Nimr e invita gli organismi internazionali competenti, come la Commissione per i diritti umani di le Nazioni Unite, ad affrontare seriamente la questione delle continue violazioni dei diritti umani in quel paese. Allo stesso tempo, denunciamo le incursioni contro l'ambasciata e il consolato dell'Arabia Saudita in Iran e il danneggiamento delle loro proprietà. Il governo della Repubblica islamica dell'Iran è tenuto ad agire per quanto gli competete secondo i protocolli diplomatici internazionali. Il Partito Tudeh dell'Iran considera la salvaguardia degli interessi del popolo iraniano sua responsabilità nazionale. La sua posizione è la difesa della pace e il sostegno ad una soluzione pacifica per porre fine a tutte le controversie e i conflitti regionali sulla base alla Carta delle Nazioni Unite e del rispetto della volontà e delle istanze delle nazioni. Attualmente, il Medio Oriente è come un barile di polvere da sparo che, in caso di un nuovo conflitto militare, potrebbe trascinare in una catastrofe di sangue e di fuoco i suoi popoli così già duramente colpiti.
Il Comitato Centrale del Partito Tudeh dell'Iran
3 Gennaio 2016
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