La Sinistra Europea
e la posizione del Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM)
di Hassan Charfo
19/08/2005
INTERVISTA CON HASSAN CHARFO, RESPONSABILE DEL DIPARTIMENTO RELAZIONI INTERNAZIONALI
DEL KSCM
(Halò noviny, 19 agosto 2005)
Potrebbe presentarci sinteticamente il Partito della sinistra europea?
Il Partito della sinistra europea (SE) è stato fondato lo scorso anno a Roma in
un congresso che si è svolto l' 8 e 9 maggio. Organizzatore del congresso
fondativo è stato il Partito della rifondazione comunista, il cui segretario
nazionale Fausto Bertinotti è stato eletto presidente della SE. La delegazione
del KSCM partecipante al congresso aveva il mandato di far sì che il nostro partito
diventasse membro fondativo, qualora fossero state accolte alcune nostre
proposte circa il carattere pan-europeo del partito e nel merito dei documenti
fondamentali del congresso, cosa che però non è avvenuta.
Come è andata a finire?
Il KSCM si è collocato nella posizione di osservatore attivo e in questa veste
prendiamo parte alle attività della SE.
Cosa comporta essere osservatore attivo?
I rappresentati del KSCM si esprimono, nelle riunioni del Comitato esecutivo e
dei presidenti della SE, come osservatori, sulla maggior parte degli argomenti
in discussione. Hanno sostenuto tutte quelle risoluzioni che erano in sintonia
con i nostri orientamenti su questioni di attualità, tra cui la problematica
del Trattato sulla Costituzione europea, il conflitto israelo-palestinese, ecc.
Quanti e quali sono di fatto i membri del PSE?
I partiti fondatori sono 14 (e per lo più si tratta di partiti molto piccoli o
insignificanti). Sono : il Partito del socialismo democratico della Repubblica
ceca, il Partito socialdemocratico del lavoro di Estonia, Rifondazione
comunista di S. Marino, il Pc austriaco, il Partito dell'alleanza socialista
della Romania, il Partito operaio ungherese, il Synaspismos greco, il Partito
svizzero del lavoro, il Partito del socialismo democratico della Germania, il
cui nuovo nome dopo il congresso straordinario è Partito della sinistra,
Rifondazione comunista, il Pc francese, la Izquierda Unida spagnola, il Pc di
Spagna e la Sinistra unita alternativa di Catalogna. Queste ultime due formazioni
fanno parte di Izquierda unida, ma sono rappresentate nel Comitato esecutivo
della SE come entità autonome. Nel giugno di quest'anno il Consiglio dei
presidenti dei partiti membri ha approvato l'ingresso del Blocco di sinistra
portoghese.
Vi sono altri osservatori oltre al KSCM?
Oltre al KSCM, vi sono il Pc slovacco, il Partito dei comunisti italiani,
l'Akel di Cipro, il Partito comunista tedesco (DKP), il Partito della libertà e
della solidarietà della Turchia, la Coalizione rosso-verde danese e il Pc
finlandese.
A quali condizioni l'Unione europea riconosce il Partito della sinistra
europea?
Per il riconoscimento da parte della Ue è necessario che almeno sette membri
del nuovo partito siano rappresentati nei parlamenti nazionali, o nel Parlamento
europeo, o eventualmente, sulla base di norme statutarie Ue, nei parlamenti
regionali. Si tratta di condizioni che allo stato attuale la SE non può
adempiere senza l’apporto del KSCM. Secondo questi criteri, sono partiti membri
solo Rifondazione, il Synaspismos, la Pds tedesca (oggi Partito della
sinistra), il Pc francese, Isquierda unida spagnola e il Blocco di sinistra
portoghese, quindi solo sei membri. Questa circostanza offre al KSCM una
opportunità rilevante per poter sostenere la sua proposta di unità della
sinistra di tutta l’Europa, su basi positive. Hanno bisogno di noi come il sale
ed è quindi necessario far valere opportunamente questa chance, non dissiparla.
Qual è su questo insieme di questioni il punto di vista del Pc greco (KKE)?
Questo partito ha preso le distanze fin dall'inizio della formazione della SE,
a causa delle modalità selettive e non unitarie con cui era impostato il
processo fondativo (modalità che danneggiano il movimento della sinistra
radicale) e in considerazione della dipendenza di questo processo dalle
istituzioni dell’Unione europea.
Cosa rappresenta il Blocco di sinistra portoghese?
Si tratta di una formazione che non ha nulla in comune col Pc portoghese (il
cui posizionamento verso la SE è simile a quella del Pc greco). Il Blocco di
sinistra è una sorta di cocktail di trotzkismo e socialdemocrazia.
E il Partito socialdemocratico di Estonia?
Si tratta di un partito che non ha più di 300 aderenti. Si distingue per le sue
posizioni scioviniste nei confronti della minoranza russa in Estonia. Ha
chiesto sostegno finanziario al parlamento europeo per l'apertura di un centro
di propaganda nei paesi baltici.
E il Synaspismos?
Questo partito è formato da ex membri del Pc greco e da alcuni gruppi
ecologisti. E' molto vicino al partito socialdemocratico, il Pasok. Molti
membri della sua direzione sono già in più di un'occasione passati al Pasok.
L'anno scorso lo ha fatto addirittura la sua presidente.
Come andrà a finire con le proposte presentate dal KSCM?
In sintesi si può dire che finora non ne è stata accolta nemmeno una. Fausto
Bertinotti, presidente della SE, ci ha negato al congresso fondativo ogni
possibilità di modifica dello statuto; ha sostenuto che lo spazio principale di
azione politica della SE è nell'Unione europea e non nell’ Europa nel suo
insieme. Alla richiesta di trasformare la SE in partito di carattere
pan-europeo, ha risposto in modo arrogante: la SE esiste, chi vuole entrarci,
entri; chi vuole uscirne, esca; chi vuole restare come osservatore, resti come
osservatore.
Perché questo atteggiamento, cosa vuole impedire?
Abbiamo chiesto che fossero invitati altri 27 partiti comunisti e radicali di
sinistra di tutta Europa, tra i quali il Pc della Federazione russa,
dell'Ucraina, della Bielorussia, della Moldavia, dei paesi baltici, dei paesi
dell'ex-Jugoslavia, della Turchia, ma anche di Paesi dell'Unione europea - Gran
Bretagna, Portogallo, Grecia, ecc. - ad un incontro congiunto, per poter
discutere con essi delle problematiche riguardanti l'unità della sinistra
europea. I rappresentanti del Pc francese, del Synaspismos e di Izquierda Unida
spagnola hanno definito i nostri sforzi per l'unità della sinistra europea come
un tentativo di ripristinare l'Internazionale comunista.
Pensa che un'intesa non sia possibile?
Per quanto concerne il principio del consenso, la prassi ci ha dimostrato che
esso è nei fatti assolutamente ignorato. In base allo statuto della SE, tutti i
partiti hanno nel Comitato esecutivo due membri (indipendentemente dalle
dimensioni di ogni partito – ndr). Se non si applica il principio previsto
delle decisioni prese col consenso di tutti, vi è il rischio che nelle
decisioni sulle questioni più importanti, possa determinarsi uno scavalcamento
di partiti come il KSCM, vuoi a causa della direzione autoritaria della SE,
vuoi per mano di partiti la cui rappresentatività sul piano locale ed europeo è
quasi nulla, come ad esempio il Partito del socialismo democratico della
Repubblica ceca (0,1% di voti alle elezioni – ndr). Tale contesto minaccia
l'identità comunista del KSCM e potrebbe favorire coloro che all'inizio degli
anni ’90 cercarono nel nostro Paese, senza riuscirvi, di cancellare questa
identità.
In secondo luogo, se entrassimo come partito membro nella SE rinunciando alle
nostre condizioni, cosa cambierebbe? Assolutamente nulla, poichè gli altri
partiti comunisti importanti che hanno le nostre stesse opinioni ne
resterebbero fuori, e quindi l'unità della sinistra europea non sarebbe con
questo assicurata. Mentre noi perderemmo la faccia, il rispetto e le nostre
posizioni nell’ambito della sinistra radicale.
Perchè non vengono accolte le proposte avanzate dal KSCM?
Dal comportamento dei partiti membri decisivi -Rifondazione, Izquierda unida,
Pc francese, Synaspismos- risulta che non vi è la volontà politica per il
cambiamento della SE in partito con una ampiezza effettivamente pan-europea, ma
solo l'intenzione di uniformarsi alle condizioni dell'Ue, la quale richiede il
raggruppamento di almeno 7 partiti operanti nell'ambito Ue. In altri termini, a
loro non importa il problema dell'unità di tutta la sinistra europea. Infatti,
nella sua forma attuale la SE non solo non unisce la sinistra radicale europea,
ma lascia in disparte tutta una serie di partiti di sinistra, innanzitutto i
partiti comunisti dei paesi dell'ex Urss, i partiti di sinistra dei Balcani e
una gran parte di partiti radicali scandinavi e persino europeo-occidentali.
Questa dinamica ha disgregato la sinistra europea e complica i rapporti al suo
interno.
Secondo l'opinione di Hans Modrow, presidente onorario della ex-Pds tedesca, se
le questioni poste dal KSCM fossero messe veramente in discussione nel prossimo
congresso della SE, vi sarebbe persino il rischio di una sua disintegrazione.
Dunque il KSCM porrebbe una questione di barriera geografica?
Secondo l'opinione di Walter Baier, presidente del Pc austriaco, gli sforzi del
KSCM per il cambiamento della SE in partito di tipo effettivamente paneuropeo
si basano su presupposti anche ideologici, non solo geografici. Il che è come
dire: la SE non vuole l’ingresso di alcuni partiti comunisti dell' ex-Unione
sovietica, ma anche dell' Ue, per motivi ideologici. Baier inoltre ha affermato
che il problema della non attuazione del principio del consenso riflette
insufficienze strutturali della SE e fa risaltare la prevalenza di uno stile da
trattative di corridoio al posto del metodo del lavoro collettivo e
dell’assunzione delle decisioni nell'ambito degli organi collegiali della SE.
La direzione del KSCM ha proposto una qualche via d'uscita?
Lo scorso dicembre l’ Esecutivo del Comitato centrale del KSCM ha incaricato
Vaclav Exner (vice-presidente del partito – ndr) di intraprendere con i partiti
osservatori della SE, ed eventualmente con altri partiti interessati, una
consultazione sugli ulteriori atteggiamenti da tenere nei rapporti con la SE e
la sua attività.
Noi siamo parte attiva della collaborazione all'interno dell'ampio spettro
della sinistra radicale europea e vogliamo proseguire su questa via. Il
raggiungimento della più vasta unità della sinistra europea resta un problema
aperto. Gli incontri bilaterali e multilaterali, comprese le annuali conferenze
praghesi sin dall'anno 2000, dimostrano che è possibile una tale collaborazione
nel rispetto delle differenti posizioni su alcune questioni fondamentali, senza
alcuna discriminazione preventiva.
Esistono altri problemi?
Non è ancora risolto il problema del finanziamento della SE. In base alla
comunicazione del suo tesoriere, Pedro Marset, il partito dovrebbe ottenere per
quest'anno dal parlamento europeo 500 mila euro, e ciò anche grazie alla firma
apposta dagli europarlamentari del KSCM alla richiesta di finanziamento della
SE. Marset ha proposto di prendere in considerazione due modalità di
finanziamento della SE : attraverso i contributi versati dai partiti membri,
non dagli osservatori, e ciò o sulla base del numero degli iscritti dei singoli
partiti, oppure sulla base del numero degli iscritti e dei voti ottenuti.
Quale modalità è stato scelta?
In una successiva riunione del Comitato esecutivo (5 giugno 2005), è stata
avanzata anche un'altra proposta: dividere i partiti membri in 4 categorie.
Nella prima vi sarebbero i partiti più piccoli, che pagherebbero 500 euro
l'anno. Nella seconda i partiti un po’ più grandi, che pagherebbero 1500-2000
euro, nella terza categoria i partititi ancora più grandi, che pagherebbero
5000 euro, mentre i partiti più ricchi verserebbero 20 mila euro l’anno. Se il
KSCM fosse partito membro, dovrebbe, secondo questa proposta, versare 600 mila corone
l'anno, essendo inserito nella quarta categoria. Rifondazione preferirebbe
contributi in base al numero degli iscritti, per il valore di un euro per
iscritto ogni anno. Secondo questa proposta, il KSCM dovrebbe versare 3 milioni
di corone l'anno.
Per l'ottenimento della suddetta somma di 500 mila euro da parte del Parlamento
europeo, la SE dovrebbe però dimostrare di avere propri introiti nella misura
del 25% di questa somma, cioè 125 mila euro. Tutti questi introiti tuttavia non
basterebbero per la copertura delle necessità del partito.
Perchè non basterebbero?
Uno dei motivi è la decisione di stabilire la sede centrale con i funzionari
della SE a Bruxelles, che è una delle città più care d'Europa.
In che modo la SE valuta l’esperienza storica del movimento comunista?
Purtroppo assai negativamente. Nel preambolo dello statuto della SE l'utilizzo
della nozione di "stalinismo" dà origine a una quantità di diverse
possibili interpretazioni e reminiscenze riguardanti il passato. La nozione di
“stalinismo” non è affatto comunemente e univocamente accettata. Si tratta di
una nozione di cui tra l’altro si è abusato per attaccare tutta la storia del
socialismo in Europa. Peraltro la nozione di “stalinismo” non è neppure
comprensiva di tutte le pratiche non democratiche e di tutti i delitti, che lo
stesso movimento comunista ha già per parte sua condannato, distanziandosene, e
che considera anche per il futuro inaccettabili.
Oggi sono soprattutto gli avversari politici che definiscono alcuni partiti
come “stalinisti”.
Abbiamo proposto di sostituire l'espressione di “pratiche e crimini
stalinisti”, con termini più estensivi, come ad esempio "tutte le pratiche
e i crimini antidemocratici". Nell'incontro del luglio scorso con i
rappresentanti della Pds tedesca abbiamo, come possibile compromesso, proposto
un eventuale aggiunta: "compresi quelli a cui ha preso parte Stalin",
oppure la cancellazione del testo oggetto della controversia. Per questo non
capisco coloro i quali nei media usano demagogicamente questa questione contro
il KSCM.
Come definirebbe l'attuale rapporto del KSCM col Partito della sinistra
europea?
Il KSCM si è sempre sforzato per la cooperazione e il coordinamento della
sinistra europea. Il raggiungimento dell'unità d'azione della sinistra europea
non si può però ottenere con l'esclusione di una parte importante del movimento
di sinistra radicale europeo. Le esperienze derivanti dalla partecipazione alle
riunioni del Comitato esecutivo della SE, dalle discussioni e dalla
corrispondenza con altri partiti, dimostrano che le nostre obiezioni sono
giustificate ed hanno il sostegno diretto o indiretto di altri partiti. La
prassi dimostra la loro giustezza, ma non c'è la volontà politica da parte
della direzione della SE di metterle in pratica.
Il Comitato centrale del KSCM nel giugno dello scorso anno decise che saremmo
stati un partito attivo all'interno della SE con lo status di osservatori. A
mio parere, dalle esperienze fin qui compiute ne deriva che non è necessario
cambiare quella decisione, dato che non è avvenuto nulla di nuovo che richieda
un eventuale cambiamento. D'altra parte, essere presenti come osservatori non
significa, come alcuni ingenuamente credono, solo “osservare” e non prendere
parte attiva alle trattative e discussioni. Al contrario. L'unica sostanziale
differenza tra il partito membro e quello osservatore, come è dimostrato dalla
prassi, consiste nel fatto che il partito membro deve pagare i contributi.
(intervista pubblicata nella prima pagina di Halò noviny, quotidiano del KSCM,
il 19 agosto 2005)
traduzione a cura "L'Ernesto"