da http://www.contropiano.org
Italiani brava gente? Un
mito da rivedere radicalmente
Alcuni siti per una
documentazione storica che demolisce un inganno bipartizan :
La destra utilizza a man bassa la vicenda delle Foibe
per occultare i crimini commessi dall'occupazione italiana in Jugoslavia. Sui
testi scolastici tutto tace sui crimini dell'occupazione italiana in Libia e
Corno D'Africa. La sinistra le va dietro adeguandosi alle tesi revisioniste. La
verità, la giustizia e il senso della storia vengono così manipolati.
Leggete, documentatevi prima che i "Grandi
Fratelli" facciano sparire tutto. Un grazie a Lucignolo per aver
assemblato e segnalato il tutto.
La mancata estradizione e l'impunità dei presunti criminali di guerra italiani
accusati per stragi in Africa e in Europa
http://www.criminidiguerra.it/EstradizBBC.htm
(Central register of war criminals and security sospects)
Registro dei criminali di guerra e dei sospetti accertati.
Lista dei ricercati confermati da Nazioni Unite - Commissione per i crimini di
guerra (1945?) rintracciata dalla storica Caterina Abbati presso Wiener Library
a Londra
Fondo Luigi Gasparotto (materiali della Commissione d'inchiesta per i presunti
criminali di guerra italiani)
http://www.criminidiguerra.it/DocumentiE.htm
Il mito degli italiani "brava gente" e' fondato sulla rimozione
storica dei crimini di guerra commessi dall' esercito italiano nelle ex colonie
africane e nei territori occupati della II guerra mondiale. La nostra storia
ufficiale e' una storia di rimozioni profonde. Come sempre, nascondere i
crimini, le atrocita' di ieri serve a legitimmare quelli di oggi.
La costruzione di una memoria pubblica ufficiale, istituzionalizzata, serve le
esigenze di legittimazione del potere, quale che esso sia, nessuno si senta
escluso; serve a costruire la giustificazione del presente stato di cose.
"Il revisionismo e il negazionismo si occupano di storia e di eventi
storici esclusivamente per legittimare gli assetti politici egemoni.Il
revisionismo, nel dibattito attuale, rappresenta una posizione politica, che
poco ha in comune con la ricerca storiografica.La storia viene sostanzialmente
usata come strumento di lotta politica immediata attraverso i media.
Senza una potente proiezione sui media non sarebbe possibile il fenomeno del
revisionismo storico.La normalizzazione ideologica funzionale ai progetti
politici del blocco sociale oggi dominante passa attraverso la Tv, i giornali,
le reti telematiche..."
Le "identita' collettive", le forme culturali dominanti ormai vengono
generate dall' indottrinamento mediatico e dalle fiction.
Lo storico Peppino Ortoleva in proposito scrive: "Le vicende collettive
sono risucchiate in storie individuali, i documenti vengono drammatizzati al
fine di sollecitare le emozioni del pubblico; le testimonianze individuali, di
diverso valore e significato, vengono messe sullo stesso piano, confondendo il
giudizio storico con la solidarietà umana con i testimoni privilegiando le
fonti sonore e visive e sollecitando molto l’immaginario. Viene dato, infatti,
molto spazio al racconto vissuto, alla memoria attualizzata, all’equiparazione
morale di esperienze politiche diverse, rapportate al singolo soggetto e non al
giudizio storico sull’evento ricordato. A volte, viene legittimato l’invenzione
della tradizione e la rifunzionalizzazione della memoria al presente, con
aggiustamenti, oblii, accorpamenti, manipolazioni.
Si potrebbe parlare di "narrazione in diretta" della storia, che
segue regole di semplificazione e di efficacia comunicativa, che sono
obiettivamente diverse dalle corrette procedure dello storico, ma che produce
effetti di conoscenza molto più estesi e penetranti nella formazione della
memoria pubblica del passato nel presente."
http://www.novecento.org/ricerche/memlau_4.htm
Nel Terzo Reich (scrive Enzo Collotti) "l'uso pubblico della storia
rappresenta il cuore della cultura politica del nazionalsocialismo". Nel
corso del Terzo Reich la storia diventa propaganda tout court così perdendo
ogni autonomia epistemologica. E' propaganda per la rinascita della nazione,
per la potenza tedesca, per la preparazione alla guerra.
In altre parole siamo di fronte a un caso nel quale «l'uso pubblico della
storia corrisponde ad una ricostruzione del passato in relazione alle esigenze
poste dai nuovi quadri sociali. Come durante il nazionalsocialismo la
discriminate fra ricerca storiografica e la sua strumentalizzazione ideologica
viene meno.Il revisionismo ha un carattere eminentemente pratico-politico,
tipico di ogni ideologia:e' dunque strumento di legittimazione politica e non
di conoscenza storiografiza. pressante bisogno di riannodare gli studi storici
alla realtà quotidiana degli interessi politici del momento
Quando si perde la facoltà della memoria, sia personale che collettiva, si è
inevitabilmente esposti al decisionismo, perché la scelte non nascono sul
terreno della responsabilità, che esige legami stabili, fondati storicamente,
ma sulla capacità persuasiva di parole e immagini che fanno presa sulla sfera
emotiva legata all'istante, sulla ipnosi degli spot
(Bonhoeffer)
Memoria
http://www.novecento.org/ricerche/memlau_2.htm
L’impunità per il passato deve essere garantita: quel passato è presente.
http://www.societacivile.it/focus/articoli_focus/Sogno_7.html
I negazionisti italiani
http://www.olokaustos.org/saggi/saggi/negaz-ita/index.htm
smontare un’immagine politica e popolare della resistenza
http://www.geocities.com/Athens/Olympus/1997/memhis3.htm
la più o meno presunta buona fede di quei protagonisti non permette che si
accetti di considerare la loro posizione come equiparata a chi lottò e morì per
la libertà e la pace contro il partito unico, la persecuzione razziale, una
cultura di morte e distruzione.
http://www.geocities.com/Athens/Olympus/1997/opin1.htm
Riscrivere la storia dell'Italia risorgimentale: è questo, non da ora, uno
degli obiettivi di una parte - la più integralista - del mondo cattolico
italiano.
http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/000920f.htm
Revisionismo
Lo sterminio della memoria
http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2003/un05/art2559.html
Umanità Nova n.28: 8 settembre 1943 - Revisionismo all'italiana
http://www.ainfos.ca/03/sep/ainfos00338.html
Nell'idea secondo cui la storia sarebbe riducibile ad una semplice sommatoria
di singoli casi personali, ciascuno dei quali deve essere considerato per se
stesso -nella sua irripetibile individualità esistenziale- e dunque come tale
sempre giustificabile, si fonda l'impossibile parificazione revisionistica tra
i combattenti partigiani e i "ragazzi di Salò". Si è
"buoni" o "cattivi", si è salvati o dannati dalla storia,
non tanto per i motivi e per le idee di cui si è stati portatori ma -tutti
indifferentemente, partigiani o brigatisti neri, vittime o carnefici- per la
parte che singolarmente si è saputo recitare nel teatrino del passato.
http://www.partigiani.de/nachkrieg/pisiit.htm
Nel corso della Seconda guerra mondiale circa 40.000 italiani furono strappati
dalle loro case dai militi della Repubblica Sociale o dalle truppe tedesche di
occupazione e deportati nei Lager che i nazisti avevano allestito in tutta
Europa per l'eliminazione fisica di milioni di uomini, di donne e di bambini:
oppositori politici, ebrei, zingari, omosessuali, Testimoni di Geova.
http://www.deportati.it/fmenu.htm
dizionario sui lager
http://www.deportati.it/dizion/dizion.htm
risiera di san sabba
http://www.windcloak.it/cultura/risiera/risom.htm