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da: www.nigrizia.it/doc.asp?id=9132&IDCategoria=127
 
Vicenza e le commesse a Finmeccanica
 
Luciano Bertozzi
 
02/02/2007
 
Governo Prodi in difficoltà sul raddoppio della base americana. Ma i possibili affari d’oro derivanti dalla fornitura di aerei C27 J agli Usa fanno correre questi rischi all’esecutivo.
 
Il raddoppio della base americana di Vicenza sta terremotando il governo Prodi. Il quale, secondo più fonti, avrebbe il raddoppio per non essere considerato “antiamericano”, dando dimostrazione di scarsa autonomia e di non tutelare esclusivamente l’interesse nazionale.
 
Prodi ha deciso in quella direzione, forse, anche per evitare di compromettere eventuali commesse militari che il Pentagono potrebbe, a breve, assegnare ad aziende italiane. Del resto, Finmeccanica è in lizza per la fornitura alle forze armate di Washington di un grande numero di aerei da trasporto militari, modello C27 J, fino a duecento velivoli. Si tratta di un affare che si aggira sui sette miliardi di dollari. Per avere più possibilità di vittoria l’azienda italiana sì è alleata con L-3 Comunications, un’importante società americana.
 
Soprattutto è in ballo la realizzazione dell’aereo più costoso della storia il JSF o F35, che sarà adottato, oltre che dagli Usa, anche da numerosi Paesi Nato, con un giro di affari di molti miliardi di dollari. Si tratta del più importante progetto aeronautico, con circa tremila velivoli da realizzare. Il valore per l’industria militare italiana è stimabile in dieci miliardi di dollari. Il Governo ha deciso ultimamente di partecipare alla seconda fase di sviluppo del velivolo. L’Italia si  è impegnata per circa un miliardo dollari, di cui 160 milioni fino al 2011 e gli altri nell’arco di un trentennio.
 
La legge 185 del 1990, che disciplina il commercio delle armi, vieta, però, le esportazioni ai Paesi belligeranti o i cui Governi sono responsabili di accertate gravi violazioni delle convenzioni sui diritti umani. Gli Stati Uniti con le guerre preventive in Iraq ed Afghanistan e i recenti bombardamenti della Somalia non hanno certo una politica pacifista. Né il carcere di Guantanamo, le extraordinary rendition, le torture di Abu Ghraib, il rapimento di Abu Omar (l’imam egiziano rapito - secondo i magistrati di Milano – da agenti Cia nella città lombarda e finito in Egitto dove sarebbe stato torturato) non sono un bel biglietto da visita per la tutela dei diritti umani nel mondo.
 
Anzi, proprio il comportamento dell’amministrazione Bush, che ha ripetutamente calpestato il diritto internazionale, ha spinto anche altri Governi a comportarsi allo stesso modo. Non solo, si pone anche un problema di coerenza con il programma elettorale, in cui l’Unione si è presa formalmente l’impegno di aumentare i vincoli sull’export militare. Inoltre, recentemente il nostro Paese ha aderito, all’Onu, al Trattato internazionale sulle armi, per rafforzare questi vincoli.
 
Il rispetto delle leggi, non è un optional ma un atto dovuto e quindi autorizzare vendite di armi italiane agli USA sarebbe un inaccettabile cedimento alla lobby armiere, che toglierebbe credibilità all’esecutivo. Esso, del resto, è in palese conflitto di interessi, in quanto il ministero dell’Economia è l’azionista di riferimento di Finmeccanica, che è fra le prime dieci industrie militari al mondo.
Il Governo Berlusconi autorizzando la vendita degli elicotteri AgustaWestland alle Forze Armate americane, calpestò la legge. La commessa miliardaria fu salutata, con poche eccezioni ed in perfetto stile bipartisan, come un grande successo del “made in Italy”, neanche fosse stato un trionfo della Ferrari.
 
È da aggiungere che l’ambasciatore italiano a Washington, Castellaneta è membro del consiglio di amministrazione di Finmeccanica, di cui è stato addirittura Vice Presidente quando era Consigliere diplomatico di Berlusconi, a Palazzo Chigi.Per evitare che sia sfiorato da ogni possibile conflitto di interesse, sarebbe auspicabile che lasciasse l’importante carica di Finmeccanica.
 
Infine, non possono essere i lavoratori ad essere puniti dal rischio politico di annullamento di commesse militari importanti. Si pone la necessità di attuare un principio di straordinaria importanza e non applicato, sancito dalla legge 185: la riconversione produttiva dal settore militare al civile.