www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società - 19-12-07 - n. 207

Oltre una sessantina di dirigenti del Partito dei Comunisti Italiani hanno sottoscritto un appello di operai comunisti in cui si chiede al segretario Diliberto di ritirare la delegazione del Comunisti Italiani dal governo Prodi e di ripensare la partecipazione alla Cosa Rossa perché non è alternativa al Partito democratico e perché è stata eliminata la falce ed il martello.

Noi, operaie e operai comunisti, diciamo: lasciamo Prodi e teniamo Falce e Martello

 
Caro Segretario Diliberto, noi operaie e operai comunisti, membri del comitato centrale del Partito dei Comunisti Italiani, ti chiediamo di ascoltarci. Il governo Prodi, con l’approvazione del pessimo accordo su pensioni e welfare, ha deluso molto tutti coloro che si aspettavano grandi cambiamenti dopo la sconfitta di Berlusconi.

 
Giustamente tu hai richiamato la vocazione a farci "contare" dentro al governo. Ma questa vocazione non può essere data "a prescindere" dai risultati che, purtroppo, sono quasi tutti contraddittori: la finanziaria "lacrime e sangue" dell'anno scorso, gli aumenti delle spese militari del 13% nel 2007 e dell'11% il prossimo anno rispetto al governo precedente, nessuna correzione delle cosiddette "leggi ad personam" di Berlusconi, il conflitto di interessi, l’intangibilità della legge Bossi Fini sull’immigrazione e della controriforma Moratti sull’istruzione e poi ancora la prosecuzione della guerra in Afghanistan ed ora probabilmente in Kosovo, la TAV, la base di Vicenza, la controriforma sul TFR, nessuna nuova legge sui diritti civili (Dico, unioni di fatto) ed ora l'attacco alle pensioni ed il "nulla di fatto" contro il lavoro precario.

 
Siamo stufi di vedere i lavoratori morire come alla ThyssenKrupp di Torino (dove si facevano turni di 13/14 ore proprio mentre nel protocollo sul welfare si introduceva la decontribuzione del lavoro straordinario). Ma siamo anche indignati nel pensare ad una politica in cui "si dicono certe cose in campagna elettorale" e "se ne fanno altre, decisamente diverse" quando si governa. Siamo inoltre delusi da come i partiti della sinistra (compreso il nostro) hanno operato dentro il governo: 142 deputati e senatori dei Comunisti Italiani, di Rifondazione, dei Verdi e di Sinistra Democratica, non hanno contato nulla rispetto a Dini e ai suoi 2 amici. Una condotta per nulla efficace, originata anche dal dire ogni volta: "siamo responsabili, non faremo mai cadere il governo". Così non ti danno neanche "l'osso per il cane".

 
Siamo unitari, ma vorremmo una sinistra vera, anticapitalista, antiliberista che, ad esempio, sappia essere realmente alternativa al Partito Democratico di Veltroni (lui si che ha sdoganato Berlusconi, almeno quanto fece D'Alema con la "bicamerale").

 
Siamo contrari al fatto che nel nuovo simbolo della "cosa rossa" sia stata cancellata la falce e il martello, proprio quando i comunisti dovrebbero costituirne il 70-80% del possibile elettorato.

 
Per questi motivi ti chiediamo di riconsiderare il giudizio su Prodi e di ritirare quindi la nostra delegazione dal governo, nonché di discutere la nostra presenza in un soggetto che, per ora non ha alcun profilo politico di classe, né tanto meno un "cuore" e sta assumendo invece le sembianze di una "dépendance di sinistra" del PD.

 
Sappiamo che c'è il rischio di una nuova possibile legge elettorale che, con una soglia di sbarramento più alta, potrebbe cancellare le forze critiche, ma non si può costruire una linea politica sul "salvare la pelle", perchè la tua base sociale lo capisce e, con ragione, poi non ti vota più.

 
Caro Diliberto,care compagne e cari compagni, riprendiamo la costruzione di un grande Partito Comunista in Italia, unica condizione per avere una vera sinistra. In sintesi, ti chiediamo: lasciamo Prodi e teniamo la falce e martello.

 
Gerardo Giannone, operaio Fiat Pomigliano - Franco Bosisio, operaio Siac - Ilaria Reggiani, lavoratrice precaria - Valeria Scotti, operaia servizi - Giovanni Zungrone, operaio Magnetto Wheels

 
Per comunicazioni e adesioni: Gerardo Giannone 349.6019140-338.7368998 pdci.alfa@libero.it

 
Prime adesioni:
 
Lucia Accardi, comitato centrale

Antonietta Acerenza, comitato centrale
Franco Adamo, resp. org. Calabria
Silvia Achilli, segretaria Lecco          
Tonino Aversa, comitato centrale
Giovanni Bacciardi, comitato centrale
Alberto Basso, comitato centrale
Laura Bennati, dir. naz. FGCI
Donatella Berti, comitato centrale
Antonio Bertuccelli, segretario Messina
Ketty Bertuccelli, dir. naz. FGCI
Michelangelo Bonomolo, cons. reg.Molise
Roberta Bozzi. comitato centrale
Alessandro Caliandro, dir. naz. FGCI
Peppe Campanile con. prov. Salerno
Marco Cannella, segr. FGCI Palermo
Edoardo Castellucci, segretario Latina
Anna Chiara Cavallari, dir. naz. FGCI
Massimo Ciusani, comitato centrale
Mario Corticelli, comitato centrale
Bernardo Croci, dir. naz. FGCI
Alessandro D’Alessandro, dir. naz. FGCI
Antonello Di Cello, segretario Catanzaro
Catullo Foresta, comitato centrale
Paolo Formelli, segretario Pavia
Maria Grazia Fortino, comitato centrale
Daniela Fricano, comitato centrale
Luciano Ghelli, capogruppo reg. Toscana
Michele Giambarba, comitato centrale
Stefano Grondona segretario Bologna
Luca Guerra cons. prov. Milano
Noemi Guzzo, comitato centrale
Costantino Levote, comitato centrale
Alessandro Lombardo, dir. naz. FGCI
Laura Meneghini, comitato centrale
Carmela Merenda, comitato centrale
Massimo Mergoni, segretario Mantova
Antonella Montesi, comitato centrale
Alessandro Mustillo, dir. naz. FGCI
Roberto Pavani cons. prov. Mantova
Luigi Perna, comitato centrale
Monica Perugini, comitato centrale
Giacinta Previti comitato centrale
Matteo Riva, comitato centrale
Nicola Rotondaro, cap. cos. com. Firenze
Rolando Sorri, pres. com. fed. Firenze
Roberto Spaziani, ass. com. Frosinone
Raffaele Timperi, dir. naz. FGCI
Laura Triumbari, comitato centrale
Walter Tucci, comitato centrale
Denis Valenti, segretario Forlì
Bruno Valentini cons. prov. Roma
Canzio Visentin, ass. prov. Ravenna
Peppino Vitale pres. com. fed. Palermo