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- osservatorio - italia - politica e società - 09-11-09 - n. 294
Nolte a Trieste e il muro di Berlino
di Claudia Cernigoi
Davvero curiosa la vita politica e culturale nella città di Trieste! Dopo che per una settimana ha tenuto banco uno scandalo sollevato dall’Unione degli istriani in merito ad un film (in realtà un cortometraggio di ben 27 minuti!) considerato “provocatorio” per il solo fatto che il suo titolo "Trst je naš" sarebbe “evocatore dello slogan che guidava le truppe titine nell’occupazione di Trieste”, quasi nulla abbiamo sentito dire sul fatto lo storico tedesco Ernst Nolte sia stato invitato a parlare nell’ambito di una rassegna organizzata da Comune di Trieste, la facoltà di Scienze politiche dell’Università, le associazioni culturali di destra In-oltre e Hobbit in occasione del ventennale della “caduta” del muro di Berlino.
Lunedì 9 novembre alle 18, nella prestigiosa sede del Museo Revoltella di Trieste, Nolte dovrebbe parlare sul tema “Le premesse storiche della costruzione e caduta del muro di Berlino: il declino del comunismo sovietico negli anni ’80 e del XX secolo”.
Ma perché, fra tutti gli storici che si potevano invitare a parlare dell’argomento, l’assessore Massimo Greco ha scelto proprio Nolte? Nolte è, lo ricordiamo il fondatore del “revisionismo storico”; dove la sua teoria che la “revisione” deve essere il “pane quotidiano” per gli storici può anche essere condivisibile, mentre a parer nostro è invece inaccettabile la sua interpretazione della nascita del nazismo, che egli spiega come reazione al comunismo; ed il fatto che secondo lui i crimini perpetrati dai nazisti sarebbero stati semplicemente una risposta a quelli commessi dall’Unione sovietica staliniana.
In termini (ovviamente semplicistici) Wikipedia così descrive le teorie di Nolte:
“Nolte presenta i crimini nazisti come la semplice copia della ‘barbarie asiatica’ introdotta dal bolscevismo, ovvero, la visione del genocidio degli ebrei come copia del genocidio di classe attuato dai bolscevichi. Hitler avrebbe preso esempio da Stalin e dai gulag, attuando una ‘lotta di razza’ anziché una ‘lotta di classe’. Minacciata di annientamento e dalla possibile estensione della Rivoluzione cominterniana ai territori tedeschi, la Germania avrebbe reagito sterminando gli ebrei, considerati all'epoca i fondatori del regime comunista”.
A prescindere dal fatto che la Germania non fu mai minacciata di “annientamento” da una possibile “estensione” di una qualsivoglia rivoluzione, ma fu il regime nazista a dichiarare guerra al mondo intero, causando milioni di morti, ci piacerebbe sapere come Nolte inserisce in questa “lotta contro il comunismo” tutti gli anziani, gli invalidi ed i bambini ebrei deportati e fatti morire nei lager. Come si inseriscono in questa lotta al comunismo le persecuzioni contro le altre etnie, contro gli omosessuali; la soppressione dei malati di mente, degli invalidi; gli esperimenti nei quali venivano usate come cavie i bambini, i gemelli, le donne in procinto di partorire.
Che Nolte esprima le sue tesi non sarebbe di per sé scandaloso (tutti hanno il diritto di parlare, esponendosi alla possibilità di venire criticati per quanto si dice), se non fosse che egli parlerà invitato dal Comune di Trieste e dall’Università nell’ambito di un contesto istituzionale.
Perché non c’è stata nessuna levata di scudi contro questa iniziativa? Al momento in cui scriviamo abbiamo contezza solo di due iniziative: la prima è una protesta dei consiglieri regionali di Rifondazione Roberto Antonaz e Igor Kocijančič che hanno chiesto alla giunta del Friuli-Venezia Giulia di levare il patrocinio alla manifestazione. Dobbiamo qui rilevare che i due consiglieri sono stati definiti “nipotini di Marx” sul “Giornale” del 7 novembre dall’ineffabile Fausto Biloslavo (che ricordiamo come colui che lamentava che non è mai riuscita a svilupparsi un’organizzazione per la liberazione dell’Istria sul modello dell’organizzazione per la liberazione della Palestina).
La seconda iniziativa è un presidio di protesta indetto dagli Spazi sociali del Friuli Venezia Giulia in concomitanza con la conferenza davanti al Museo Revoltella.
Non convince infine la posizione del giornalista Paolo Rumiz che sostiene che non si può far parlare solo Nolte senza un interlocutore: il problema secondo noi è invece perché far parlare a proposito di “comunismo sovietico” proprio uno storico che ha dimostrato così esplicitamente il proprio anticomunismo arrivando al punto da giustificare l’esistenza del nazismo (e di tutte le sue politiche criminali) con la necessità di opporsi al comunismo, perché se non per dimostrare (dopo avere dato per assodato che è fondamentale essere anticomunisti) la legittimità del nazifascismo?
In effetti tutte le “cerimonie” a proposito del ventennale della “caduta del muro” si riducono a questo: ad una riabilitazione del fascismo e del nazismo, visti come gli unici che in realtà si opponevano seriamente al comunismo. Abbiamo infatti visto persone del calibro del ministro Gasparri e del sottosegretario Menia (che in passato militavano nel Fronte della gioventù, con tutto ciò che questo può significare) farsi un vanto di avere lottato da sempre contro il comunismo (e pazienza, diciamo noi, se alcuni dei “comunisti” contro i quali il Fronte della gioventù guidato dell’allora giovane Fini combatteva, finivano all’ospedale con la testa rotta da qualche sprangata dei “camerati”).
Così lunedì prossimo lo storico Nolte avrà modo di parlare, grazie al Comune di Trieste, di spiegare la sua interpretazione della storia e, si suppone, di spiegare i “meriti” che nella lotta al comunismo hanno avuto Hitler e Himmler, Goering e Goebbels, il dottor Mengele e Josef Kramer (detto “la belva di Belsen”); parlerà nell’assoluta indifferenza degli storici, delle associazioni culturali e partigiane, della comunità ebraica, della maggior parte degli antifascisti e della “società civile”.
Ma che importa: ciò che conta è che il muro sia caduto e le ideologie crollate, e che alla sera la TV trasmetta i reality e le partite di calcio.