www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società - 20-11-11 - n. 386

Uno sguardo disincantato sul governo Monti
 
di Tiziano Tussi
 
20/11/2011
 
Un secolo non può impegnarsi e giurare di porre la generazione successiva in una condizione che la metta nella impossibilità di estendere le sue conoscenze, di liberarsi dagli errori e soprattutto di progredire nell'illuminismo. (Immanuel Kant, Risposta alla domanda: che cos'è l'illuminismo?, 1784)
 
Dobbiamo sostenere tutto ciò che il nostro nemico combatte e combattere tutto ciò che il nostro nemico sostiene (Mao Zedong, 16 settembre 1939)
 
Penso sia inutile cercare di scoprire l'acqua calda e cioè gridare che Mario Monti è l'espressione di un mondo istituzionale incistato nei gangli dei poteri forti, così come comunemente si dice, anche se lui smentisce ironico e ridendoci sopra. Che altro potrebbe essere? Basti questa piccola scheda presa direttamente da Wikipedia:
 
È stato il primo presidente del "Bruegel", un think-tank, nato a Bruxelles nel 2005, composto e finanziato da 16 Stati membri dell'UE e 28 multinazionali.
Dal 2010 è inoltre presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg.
Dal 2005 è international advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute, presieduto dalla economista statunitense Abby Joseph Cohen. È advisor della Coca Cola Company.
Nel 2010, su incarico del Presidente della Commissione Europea Barroso, ha redatto un libro bianco (Rapporto sul futuro del mercato unico) contenente misure per il completamento del mercato unico europeo.
Advisor vuole dire consigliere, consulente, tanto per capirci.
 
La situazione della politica italiana era così sgarruppata da impedire che almeno uno dei 945 - novecentoquarantacinque, fa più impressione scritto in lettere - membri del Parlamento, senatori e deputati, eletti da noi, uno solo almeno avesse capacità politiche sufficienti a recuperare ciò che (non) aveva fatto Berlusconi dimissionario? Evidentemente per Napolitano era così. Tanto poco si fidava del Parlamento che lo ha eletto, e dal quale gli sono arrivate leggi di tutti i tipi, che ha sempre controfirmato subito. Non pareva al Presidente della Repubblica possibile un'altra scelta e cioè che se il Parlamento in carica era proprio così inadatto, incapace a fare politica - un nome per tutti: Scilipoti - si poteva andare ad elezioni anticipate? La Spagna, stessa situazione di emergenza, lo ha fatto e non è accaduto nulla di irreparabile. E se invece aveva in mente anche un solo eletto dal popolo capace di raziocinio politico avrebbe dovuto incaricare lui per formare un nuovo governo.
 
Nulla di tutto questo. Il custode della Costituzione, quale Napolitano ritiene di essere, ha forzato un poco il momento ed ha investito per l'occasione Monti della carica di senatore a vita - ce n'era bisogno? - e poi subito dopo a lui, uomo del Parlamento dell'ultima ora, l'incarico. Ora abbiamo cinque senatori a vita e due aventi diritto al posto in quanto ex Presidenti della Repubblica. Logico che qualcuno vede nel governo attuale il governo del Presidente (della Repubblica). Il piccolo dettaglio che l'Italia non è una Repubblica presidenziale, ma parlamentare. Insomma Napolitano si comporta come non ci si aspetterebbe e non si capisce bene a cosa voglia mirare, dove voglia portare le nostre massime istituzioni. Difficile pensare ad un futuro per lui, classe 1925, non si vede chiaro nel passo che ha intrapreso, cosa stia preparando per coloro che verranno. Questo governo è un'eccezione che ha avuto un solo precedente e non certo illustre: il governo Dini dal gennaio 1995 al maggio 1996. A parte l'uomo in questione non pare che quell'arresto tecnico abbia prodotto nel tempo grandi effetti. Siamo ancora qui in una situazione ora ben più tragica. Infatti non è tanto e solo la figura del nuovo incaricato tecnico al governo in sé quanto la filosofia dello stesso che non pare dare molte garanzie di risanamento culturale, intendendo il termine in senso totale, a grandi linee e comprendendo anche il piano economico.
 
Dopo aver ascoltato il suo discorso di presentazione alle Camere, abbiamo capito che :
- Monti ha descritto l'arco delle cose da fare, sempre le stesse, solo in linea di massima, ma molto di massima;
- Non sono state presentate precise linee d' intervento, aggiungendo, curiosamente, che poi ogni ministro sarebbe andato di fronte alle commissioni parlamentari che lo interessano per illustrare le riforme che si accingeva a fare;
- Ha chiesto insomma la fiducia al buio, presentando solo la sua persona e quella dei ministri da lui indicati;
- Tutti i gruppi politici, tranne la Lega Lombarda, hanno dichiarato di votare a favore, lietamente, più di tutti il Partito Democratico, ammettendo così - ma se ne sono accorti? - la propria inutilità e suicidandosi politicamente.
 
Quando (?) il governo Monti finirà il suo lavoro, sporco o pulito che sia, le stesse persone che hanno calato braghe e mutande come potranno tornare a parlare agli elettori chiedendo voti? dicendo e vantandosi di che cosa? Di essersi fatti da parte? Veramente incomprensibile. Ed ora da Napolitano a quasi tutti i politici sono nelle mani di Monti che ha detto che farà…già non l'ha ancora detto. Ma forse ce lo farà sapere presto, dopo avere visto la Merkel e Sarkozy, dopo esser stato a Bruxelles, dopo cosa? Non si è sbottonato neppure nella prima conferenza stampa tenutasi successivamente alla fiducia, stesso giorno ma ha trovato il tempo per andare ad accompagnare il Papa che tra un elicottero ed un volo di linea andava in Benin. Del resto la composizione del suo governo poteri forti, burocrati, docenti universitari, militari e tanti cattolici dichiarati.
 
La sinistra cosa può fare ora? Certo non sto parlando del PD di cui ho già detto. Parliamo di sinistra diffusa, di movimenti, di giovani e lavoratori. Stando ai discorsi parlamentari gli unici che hanno difeso i lavoratori, certo del Nord, certo per motivi di orticello politico ristretto, è stata la Lega. Quindi dovremmo lasciare a loro l'egemonia della difesa delle condizioni di vita dei lavoratori e di quella parte della società che si immiserisce sempre più? Curioso che i mezzi d'informazione nazionale continuino a chiedere a Vendola cosa ne pensi e solo a lui. Il suo gruppo, o partito che dir si voglia, non ha un solo rappresentante in Parlamento. Cosa conta istituzionalmente la sua posizione? Evidentemente nulla. Altri gruppi e partiti si barcamenano tra gradimento e distinguo, ed a volte, parole d'ordine truculente. Ma se la situazione è quella che è, se abbiamo un Monti che ci sovrasta la colpa politica è anche dei nostri leader - naturalmente da leggere ironicamente - di sinistra, colpa della loro inanità e miopia. Avere delle idee è d'obbligo per ogni politico che sia tale. È ora che escano alla luce del sole, se ci sono. Altrimenti tanto inutile gridare al lupo. Meglio lasciarli fare senza la nostra presenza. Almeno un po' di lucidità.
 
Il Saggio sulla lucidità, di José Saramago inizia proprio con una situazione in cui le elezioni nel paese che il racconto descrive - un immaginario Portogallo? - sono disertate. Nessuno, dico nessuno, va a votare. Dovremmo arriva re a quello e solo a quello? Forse qualcosa di più si può fare.
 
"Dopo la rivoluzione di luglio il banchiere liberale Lafitte accompagnando il suo compare, il duca d'Orleans, in trionfo all'Hotel de Ville, lasciava cadere queste parole: "D'ora innanzi regneranno i banchieri". Laffitte aveva tradito il segreto della rivoluzione." (Karl Marx, Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850) La citazione si riferisce all'inizio della monarchia di luglio di Luigi Filippo d'Orleans.
 
Inutile ora lanciare proclami, inutile strillare slogan ultra rivoluzionari. Il segreto di questi giorni è al solito, quello di Pulcinella. Il disastro della sinistra è tremendo, e non tanto curiosamente, il disastro della società segue allo stesso modo. Non è solo una coincidenza che da quando il campo comunista è scomparso anche nelle società capitalistiche la cultura borghese ha sofferto , e lo si vede ora molto bene, dell'assenza di quella dialettica radicale tra due diverse e contrastanti visioni delle cose del mondo. Che anche i guai finanziari siano stati lasciati liberi di galoppare senza alcuna briglia rossa sul collo? Nessun Monti potrà fare quello che la sua natura gli impedisce di fare. Anche se lui ci scherza sopra. Ed anche se i suoi ministri hanno facce meno antipatiche e sopportabili visivamente rispetto ai vari La Russa, Brunetta ecc. ecc. E' la natura dell'uomo e dei suoi ministri che impedisce di sperare da loro alcunché. Organizziamoci!
 
Uno scorpione doveva attraversare un fiume, ma non sapendo nuotare, chiese aiuto ad una rana che si trovava lì accanto. Così, con voce dolce e suadente, le disse: "Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull'altra sponda." La rana gli rispose "Fossi matta! Così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi!" "E per quale motivo dovrei farlo?" incalzò lo scorpione "Se ti pungessi, tu moriresti ed io, non sapendo nuotare, annegherei!" La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell'obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione. Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all'insano ospite il perché del folle gesto. "Perché sono uno scorpione..." rispose lui "E' la mia natura" (favoletta attribuita ad Esopo)
 

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