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- osservatorio - italia - politica e società - 18-01-12 - n. 392
Dopo il decreto Monti di fine anno, le liberalizzazioni!
Lo scopo del governo e' dividere i lavoratori contrapponendo una categoria all'altra per garantire i privilegi di banchieri ed industriali e scaricare sul mondo del lavoro i pesanti costi della crisi!
volantino CSP - Comunisti-Sinistra Popolare
18/01/2012
Con il nuovo anno il tema dominante della vita politica italiana è diventato quello delle "liberalizzazioni". Dopo il pesante attacco alle condizioni di vita di lavoratori dipendenti, pensionati, giovani, donne e disoccupati rappresentato dalle misure contenute nel "Decreto Monti" della fine dell'anno, con prelievi fiscali ed attacchi micidiali al diritto alla pensione, è giunto, ora, secondo il Goverrno dei banchieri e dell'Unione Europea, il momento di sferrare un micidiale attacco contro vasti settori del lavoro autonomo (circa 5 milioni di persone nel nostro Paese) che assieme ai lavoratori dipendenti (circa 17 milioni di persone) producono, ogni anno, la ricchezza del nostro Paese, cioè, il valore reale di beni e servizi .
Dietro il termine "liberalizzazioni", al di la delle differenze delle singole misure, vi è la dura volontà di introdurre in ogni settore le spietate leggi del mercato per giocare l'uno contro l'altro ogni singolo lavoratore di ciascun settore, al fine di ridurre il rendimento della propria attività, senza che ciò si traduca in un abbassamento delle tariffe e dei prezzi per i consumatori, favorendo così la penetrazione, in tali settori, delle grandi imprese monopolistiche legate al sistema bancario.
Ciò vale per il settore del commercio, con la liberalizzazione assoluta degli orari, che costringerà i lavoratori a rinunciare al riposo domenicale e favorirà la concorrenza dei grandi gruppi commerciali, per le edicole in cui sono state tolte le distanze minime per l'apertura di nuovi esercizi, per i taxisti la cui svalorizzazione delle licenze costituirà il cavallo di troia per l'ingresso di gruppi legati alla produzione di auto nel settore e l'ulteriore immiserimento delle condizioni di lavoro e per i benzinai che tutto sono fuorché i responsabili dei continui aumenti dei prezzi dei carburanti dovuti al carattere oligopolistico di tale mercato, dominato, mondialmente, dalle cosidette "sette sorelle".
Ecco perché è giunta l'ora di dire basta anche a questa parte del programma del governo Monti, che, complessivamente, tende a scaricare su tutti i settori del mondo del lavoro i costi della crisi favorendo l'ulteriore estensione del potere economico e finanziario dei grandi gruppi bancari ed industriali, sulla base delle indicazioni dell'Unione Europea che è la vera cabina di regia delle politiche padronali ed antipopolari in ogni stato.
In questo senso, vanno salutate positivamente e sostenute le lotte di questi giorni delle varie categorie del lavoro autonomo che, unendosi alla mobilitazione di vasti settori di lavoratori dipendenti in difesa del posto di lavoro (Fiat, Fincantieri ecc.), possono costituire la base per la creazione di un ampio ed unitario fronte di lotta dei lavoratori contro le politiche padronali e governative.
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