www.resistenze.org - osservatorio - mondo multipolare - 06-07-07
fonte www.solidnet.org
da Partito Comunista del Venezuela, 2 luglio 2007
www.pcv-venezuela.org , mailto:pcv_internacional@yahoo.com
e www.debateabierto.net
Con la visita di Chavez, più forti i legami del Venezuela con Russia, Bielorussia e Iran
Chris Carlson – Venezuelanalysis
30/06/2007
Merida. Il Presidente venezuelano Hugo Chavez si è recato a Mosca e a Minsk, capitale della Belarus, tappe di un viaggio che lo porterà oltre che in Russia e Bielorussia, anche in Iran. Gli incontri di Mosca e di Minsk hanno lo scopo di rafforzare la cooperazione economica e militare del Venezuela e di costruire alleanze politiche strategiche.
Iniziando le sue attività in Russia, dove ha discusso del rafforzamento degli investimenti russi in Venezuela e dell’acquisto di diversi sottomarini russi, il Presidente venezuelano ha prima di tutto voluto valorizzare il ruolo che, a suo parere, la Russia gioca come contrappeso al potere USA.
“L’Unione Sovietica, lo diciamo con grande rispetto, sfortunatamente non esiste più. Ma la Russia non è scomparsa e neppure il popolo che l’ha formata”, ha detto Chavez in un discorso all’inaugurazione del Centro Culturale Latinoamericano a Mosca. “Assistiamo ad una rinascita della Russia che si sta di nuovo proponendo come centro di potere. E noi, popoli del mondo, abbiamo bisogno che la Russia e la Cina siano sempre più forti”, ha puntualizzato.
Chavez ha avvertito che la più grande minaccia per il mondo è rappresentata dall’ “imperialismo nordamericano”, ed ha assicurato che gli accordi economici e militari con la Russia non sono l’unico obiettivo del viaggio. Il leader del Venezuela considera la Russia importante per limitare l’influenza USA e costruire un mondo multipolare.
“O fermiamo l’imperialismo nordamericano oppure l’imperialismo nordamericano distruggerà il mondo”, ha detto Chavez. “L’impero deve capire che non può dominare il mondo”, ha dichiarato, congratulandosi con gli sforzi di Putin per resistere agli USA nei loro piani per installare uno scudo missilistico in Europa Orientale.
Entrambi i presidenti si sono incontrati nella residenza presidenziale di Putin a Novo-Ogariovo nei pressi di Mosca per discutere di argomenti economici e militari. Chavez ha affermato di sperare in un incremento degli affari tra Russia e Venezuela, specialmente nel settore energetico, compresa la costruzione di raffinerie petrolifere e di un gasdotto.
I due leaders hanno discusso della creazione di un fondo bilaterale per finanziare nuovi progetti dell’alleanza economica. Per la creazione di detto fondo i due leaders hanno pianificato due futuri incontri, uno a Mosca in settembre e il secondo in ottobre a Caracas.
“Il fondo”, ha detto Chavez, “studierà la fattibilità di progetti concreti per la lavorazione di materie prime, la costruzione di raffinerie, di impianti petrolchimici, di industrie alimentari, per i trasporti, la pesca e l’edilizia”.
Chavez ha anche invitato le compagnie petrolifere russe a contribuire allo sviluppo del bacino del fiume Orinoco, dove, la settimana scorsa, le compagnie USA Exxon e Conoco si sono rifiutate di firmare nuovi contratti con il governo Venezuelano, interrompendo le loro attività. Le compagnie russe stanno già operando nel bacino considerato come la più grande riserva petrolifera conosciuta, capace di fornire 1,2 trilioni di barili di grezzo.
Chavez ha ricordato che Mosca il prossimo anno sarà sede di incontri per la creazione di un cartello del gas naturale simile a quello OPEC dei paesi produttori di petrolio. Gli Stati Uniti vedono in questa proposta una seria minaccia ai loro interessi ed hanno minacciato di sanzioni economiche i paesi produttori di gas naturale, se il progetto dovesse proseguire. Ma sia Chavez che Putin hanno mostrato interesse nei confronti del progetto fin dal momento in cui il leader dell’Iran, Ayatollah Ali Khamenei, lo ha proposto quest’anno. Il prossimo incontro per discutere il progetto avrà luogo a Mosca nel 2008.
Il Venezuela sta anche negoziando con la Russia l’acquisto di diversi sommergibili diesel russi per proteggere e difendere il suo territorio costiero che, secondo Chavez, misura “più di mezzo milione di chilometri quadrati”. L’acquisto è, al momento, solo un’ “idea allo studio”, ha detto Chavez, ricordando che durante il colpo di Stato in Venezuela del 2002, in cui Chavez venne per breve tempo trattenuto in prigionia, navi da guerra USA erano entrate in acque venezuelane ed elicotteri USA erano atterrati nell’aeroporto internazionale nei pressi di Caracas.
“Vedremo se oseranno ancora farlo, quando questo equipaggiamento sarà operativo”, ha detto Chavez.
Belarus
Nella sua breve visita in Belarus, Chavez ha siglato diversi accordi di cooperazione economica, militare e strategica. I due paesi hanno in progetto di creare diverse società miste, in particolare nell’estrazione del greggio in Venezuela, nell’assemblaggio di macchinari agricoli e nella produzione di laterizi, e di altri materiali per l’edilizia in Venezuela.
A partire dal 2008, il Venezuela permetterà a Belarus di estrarre annualmente almeno due milioni di tonnellate di greggio per compensare una riduzione delle forniture dovuta al suo contenzioso con Mosca. Caracas e Minsk stanno anche preparando diversi progetti per la fornitura di gas alle città venezuelane, ed accordi di cooperazione militare.
Ma forse l’aspetto più importante della visita di Chavez è quello finalizzato ai piani di acquisto di un nuovo sistema difensivo dal paese ex sovietico. Il sistema, con la capacità di funzionare a una distanza di 200-300 chilometri, utilizza missili russi S-300 PMU 2 e Tor M-1 con radar a lungo raggio, per cui Belarus ha offerto la costruzione di un sistema di controllo automatico.
Il Venezuela ha inoltre firmato una Dichiarazione Congiunta con Belarus, in cui i due paesi esprimono punti di vista comuni di politica estera nella ricerca di un mondo multipolare.
“La garanzia della sicurezza e il valore della nostra civiltà risiedono nel pluralismo e nel riconoscimento del diritto dei nostri popoli a determinare liberamente il loro modello di sviluppo e il loro sistema socio-politico, sempre attraverso il rigoroso rispetto delle regole e dei principi del Diritto Internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, recita il testo della dichiarazione che enfatizza anche il rifiuto di qualsiasi “uso della forza” contro “l’autodeterminazione” e dell’ “intervento negli affari interni” di altre nazioni.
Belarus incrementerà anche la sua partecipazione nel bacino del fiume Orinoco dopo aver firmato due accordi per l’esplorazione e la produzione. Belarus ha concordato di fornire la tecnologia sismica necessaria alla Bielorussia per l’esplorazione petrolifera. L’attrezzatura aiuterà il Venezuela ad acquisire una maggiore indipendenza tecnologica nell’industria petrolifera.
Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Il Venezuela e l'Iran incrementano l’integrazione economica
Chris Carlson - Venezuelanalysis
03/07/2007
Mérida. Questo fine-settimana il presidente venezuelano Hugo Chavez ha incontrato la sua controparte iraniana, il presidente Mahmud Ahmadinejad, nella Repubblica islamica dell'Iran, dove ha firmato almeno 17 accordi e formalizzato la costruzione di un nuovo complesso petrolchimico congiunto sulla costa iraniana, che rafforza ulteriormente le relazioni tra le due nazioni, in crescita negli ultimi anni.
Ieri, mentre firmavano diversi accordi commerciali e industriali congiunti, i due presidenti hanno annunciato la loro intenzione di “battere l’ imperialismo”. Chavez ha assicurato che la cooperazione accresciuta tra l'Iran e il Venezuela “gioca un ruolo efficace nello sconfiggere le politiche imperialiste e per la salvezza delle nazioni." " L'elezione di governi nella regione [dell'America Latina] che sono contro gli Stati Uniti, dimostra che l’imperialismo americano è stato indebolito", ha assicurato Chavez.
Sabato, all'arrivo in Iran, Chavez ha sottolineato che l’Iran e il Venezuela sono due nazioni che si stanno avviando verso uno sviluppo nazionale libero dalle imposizioni di Washington. Chavez ha ricordato ai giornalisti che per decenni il Venezuela era stato un paese che esportava solamente petrolio ed importava tutto il resto. Ma, con l'aiuto di molti paesi tra cui l'Iran, ora il Venezuela sta muovendosi in avanti, con progetti strategici multipli. L’Iran ha collaborato con il Venezuela in vari progetti industriali, inclusa la produzione di automobili, trattori e prodotti di plastica.
Fra i nuovi accordi firmati tra i due leader vi sono piani congiunti per molte società. Nell'intento di rafforzare il settore industriale, le due nazioni hanno convenuto di studiare la possibilità di costruire una fabbrica per la produzione di piccoli pezzi per l'industria metallurgica. Pure in discussione è stata la creazione di una industria per produrre macchine utensili, una fabbrica per produrre macchine e forge per l’industria della plastica ed un'altra fabbrica per la produzione e l’assemblaggio di biciclette.
Un altro accordo stabilisce i piani per costruire dieci piccoli impianti con tecnologia iraniana per trattare il latte in Venezuela. Questi piccoli impianti potrebbero essere usati dai piccoli produttori nel paese. I due paesi hanno anche firmato un accordo per creare una società per la lavorazione alimentare e del latte in Venezuela.
Lunedì i due leader in carica hanno ufficialmente inaugurato la costruzione di un grande complesso petrolchimico con una capacità annuale di 1,65 milioni di tonnellate di metanolo. Situato a circa 800 miglia a sud di Tehran, il complesso sarà una società congiunta, con il 51% di proprietà dell’Iran e il 49% del Venezuela ed avrà un costo totale di $700 milioni.
I due governi hanno piani per costruire anche un secondo complesso identico in Venezuela, con lo scopo di aprire i mercati dell’America Latina all’Iran, così come il complesso in Iran aprirà nuovi mercati, come l'India, al Venezuela.
Ad una conferenza stampa congiunta, durante l'inaugurazione del nuovo complesso, ambo i presidenti hanno criticato gli Stati Uniti e "l’imperialismo nordamericano" nel loro classico stile. Il presidente venezuelano Chavez ha criticato con decisione l’atteggiamento degli Stati Uniti verso l'Iran, accusandoli di tentare di fare apparire gli iraniani come dei barbari che vogliono la bomba atomica: "I veri barbari sono quelli che hanno occupato e distrutto l’Iraq, i veri barbari sono quelli che attaccano la popolazione della Palestina", Chavez ha detto, proseguendo col criticare anche la colonizzazione europea dell'America Latina. "Quelli che distrussero la civiltà degli Inca sono barbari. Gli assassini e genocidi che distrussero le civiltà degli Aztechi e dei Maya sono barbari"
Chavez ha sottolineato che i paesi latinoamericani stanno tentando di creare un modello loro proprio di sviluppo," non basato sui valori nordamericani né quelli europei, ma sui nostri propri valori indigeni."
Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org di Bf