www.resistenze.org - segnalazioni resistenti - appuntamenti - 02-02-11 - n. 349

Un Golfo per molte guerre?
 
Negli ultimi trent’anni, le vicende politiche nell’area del Golfo Persico hanno ripetutamente attirato l’attenzione internazionale – che si è concentrata talora sull’Iran, talaltra sull’Iraq, a volte ancora su entrambi. Così la Rivoluzione contro lo shah del 1979 fu salutata come un imprevisto e salutare risveglio delle masse, l’attacco all’Iraq del 1991 – in un clima politico-culturale pressoché rovesciato – come la prima operazione di «polizia internazionale» volta all’«interventismo umanitario», secondo un repertorio poi riproposto in altri luoghi o in altri tempi.
 
Il crescente peso di piccole e grandi potenze asiatiche annuncia probabilmente una nuova concentrazione di opposti interessi attorno al Golfo Persico, verso una nuova stagione di conflittualità dall’esito ancora incerto.
 
Da martedì 8 a venerdì 25 febbraio presso l’Unione Culturale sarà allestita la mostra fotografica e documentaria C’era una volta l’Iraq. Dall’indipendenza alla sottomissione (1919-2003), a cura di Enrica Mendo e Cesare Allara.
 
Primo appuntamento
 
Martedì 8 febbraio, ore 21
 
1991. L’ATTACCO ALL’IRAQ
 
NEL PROGETTO DI NUOVO ORDINE MONDIALE
 
Nel disinteresse del circuito mediatico italiano, troppo occupato dalla cronaca scandalistica, il 17 gennaio è caduto il ventennale della guerra del Golfo Persico. Un’area geopolitica già instabile, se è vero che la prima guerra del Golfo fu quella combattuta, per interposta persona, dall’Iraq ‘laico’ contro l’Iran khomeinista e durata dal settembre 1980 all’agosto 1988. Poi arrivò l’implosione del blocco ‘socialista’ del triennio 1989/91 e gli USA, unica superpotenza rimasta sulla scena internazionale, lanciarono il progetto di un Nuovo Ordine Mondiale iniziando a fare i conti con l’ex alleato iracheno e mostrando di saper radunare la più ampia coalizione militare della storia recente.
 
Dopo gli attentati alle Torri Gemelle del settembre 2001, a ruota dell’Afghanistan, fu ancora l’Iraq a venire attaccato, sempre in nome dell’esportazione della democrazia e della difesa dal terrorismo internazionale - benché le accuse di collusione con al-Qa’ida fossero palesemente inconsistenti. Dopo la caduta di Saddam Hussein, e a dispetto degli annunci su fine delle ostilità e transizione alla democrazia, l’Iraq è un paese tutt’ora non pacificato, brulicante di nuovi conflitti su base etnico-religiosa e assai poco conosciuto al di fuori delle fonti ufficiali.
 
Intervengono:
 
Cesare Allara, autore del volume Accadde in Iraq. Dall’invasione del Kuwait alla resistenza anticoloniale 1990-2005 (Colibrì, 2005);
 
Leonardo Mazzei, sezione italiana del Campo Antimperialista;
 
Maria Aurora Sottimano, politologa, ricercatrice in Relazioni internazionali.
 
Presenta:
 
Oliviero Calcagno, segreteria dell’Unione Culturale.
 
Secondo appuntamento
 
Giovedì 17 febbraio, ore 21
 
Il nuovo bersaglio? L’Iran di oggi
 
L’Iran è un paese con molte facce. Per il pubblico occidentale medio, l’Iran è soprattutto il paese della teocrazia islamica, dei diritti negati, dello chador e delle lapidazioni. Per altri, è il paese delle rivolte mancate (la cosiddetta «onda verde» del 2009) o pervertite (la sollevazione contro lo shah del 1979). Ma l’Iran è anche un paese dalla cultura antichissima, di origine persiana anziché araba; un paese islamico sciita in una comunità religiosa sovranazionale a grande maggioranza sunnita; un paese che ha avuto negli ultimi decenni un tale incremento demografico da rinnovare per metà la propria popolazione; un paese dove la lotta per l’emancipazione femminile sta percorrendo strade proprie. Ancora, un paese che da oltre vent’anni è sotto l’attenzione interessata di governi occidentali, loro alleati e relativa propaganda in quanto portatore di una supposta minaccia nucleare. Ma, soprattutto, un paese di collocazione strategica sul piano geopolitico, la cui sorte sarà decisiva per i futuri rapporti di forza su scala mondiale.
 
Intervengono:
 
Giorgio Frankel, saggista, autore del volume L’Iran e la bomba. I futuri assetti del Medio Oriente e la competizione globale (DeriveApprodi, 2010);
 
Anna Vanzan, iranista e islamologa, docente di Cultura araba e Cultura islamica, autrice del volume Le donne di Allah. Viaggio nei femminismi islamici (Bruno Mondadori, 2010);
 
Paola Rivetti, iranista, ricercatrice in Storia.
 
Presenta:
 
Francesco Pallante, giurista.
 
INGRESSO LIBERO
 
Con il contributo di:
 
Unione Culturale Franco Antonicelli
 
Via Cesare Battisti 4b – 10123 Torino
Martedì-Venerdì, ore 15.30-18.30
 
+39 011 5621776
 
info@unioneculturale.org

 

http://www.unioneculturale.org

 

 

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