Jaen Toschi Marazzani Visconti: Il corridoio, viaggio nella Jugoslavia in guerra
Segnaliamo l’uscita di questo importante e prezioso testo di una rara figura di
giornalista qual è l’autrice, una attenta osservatrice delle tragiche vicende
jugoslave e delle distruzioni collaterali.
Un lavoro di documentazione che, soprattutto nella parte relativa alle vicende
della regione Krajina e della Bosnia Erzegovina, va finalmente a colmare un
vuoto di informazione e documentazione, con precisione, dettagli e particolarità
conoscitive, non fondate sugli assiomi culturali e politici, con cui, in questi
anni la propaganda di guerra targata NATO, aveva sapientemente drogato e
permeato “ penne e cervelli”, sia di giornalisti che di osservatori, oltrechè
della stragrande maggioranza del movimento per la pace in generale, che, sulle
vicende jugoslave si è più spesso trovato a fianco di “letture” e
“proposizioni” geopolitiche funzionali ai piani egemonici dell’imperialismo,
invece che degli interessi reali dei popoli. Questo molto spesso per
“ignoranza” storica o di conoscenza diretta degli avvenimenti.
Il valore di questo libro sta proprio in questo punto fondamentale: a
differenza di molti esperti, conoscitori, studiosi o analisti che studiano,
analizzano, discernono a mille o più chilometri di distanza, seduti davanti a
Internet o con documentazioni di “riporto”, l’autrice affronta le vicende con
cognizione di causa, abbinando documentazioni ufficiali, interviste,
riferimenti pubblici, con sue testimonianze dirette fatte sul campo, con i
protagonisti diretti.
E come sempre tutto questo è il miglior servizio che si possa fare, per far
emergere la verità e stimolare riflessioni e conoscenza.
Un lavorio serio, dettagliato, intelligente, anche discutibile in certe
letture, perché coraggioso nell’affrontare contraddizioni, tragicità,
complessità, insite in tutte le conflittualità, mai riconducibili a schemini o
formule meccaniche di analisi e interpretazione. Quasi mai JTMV si lascia a
andare a interpretazioni soggettive, personali; in ogni passaggio cerca di
“fornire” chiavi di lettura e comprensione, mantenendole sempre in quadri
generali, in dinamiche internazionali, sia storicamente che geopoliticamente. E
questo è il vero lavoro di INFORMAZIONE ( l’autrice non è una militante
politica), questo è il più grosso servizio che si può fare alla causa della
verità e della giustizia; altrimenti si finisce nel campo dei “tifosi”, pro o
contro ma senza alcuna possibilità di incidere, di relazionarsi fuori da coloro
che già sono schierati..
In questo testo JTMV fornisce strumenti di riflessione, di conoscenza, di
sapere documentato, stimola il lettore all’approfondimento, non alza bandierine
o tesi precostituite, non ricerca consensi, fornisce materiale storico, spesso
inedito, a ciascuno poi raggiungere una propria conclusione.
Le vicende relative alla pulizia etnica della popolazione serba, avvenuta nella
Krajina e nella Slavonia ad opera delle milizie croate ustascia, è da sempre
documentata e provata, ma è stata scientificamente censurata in tutti questi
anni, qui trova la possibilità di conoscerla.
Anche nel processo di secessione della Bosnia Erzegovina, ci sono state
dinamiche e passaggi “pianificati e pilotati” in luoghi molto lontani da
Sarajevo e dalle genti jugoslave; questo libro rompe il letale e complice
silenzio e fornisce molti elementi, per chi non è “pre schierato” a priori o in
malafede, per avvicinarsi a “scomode” verità, anche per l’opinione pubblica
occidentale.
Per più di 40 anni in Bosnia hanno vissuto i Bosniaci, non erano divisi
etnicamente in croati, musulmani o serbi, nel senso che l’appartenenza etnica
non aveva nessuna incidenza nel campo della società civile, dei rapporti
sociali, in quello giuridico o dei diritti sanciti.
In tutti questi 40 anni nessuno aveva mai denunciato l’esistenza di campi di
prigionia, né violenze o stupri in bordelli adibiti ad uso delle bestialità
criminali. Le donne croate, musulmane o serbe non erano costrette a vagare con
i propri bambini in braccio, attraversando ponti costruiti per unire le genti,
per cercare scampo da guerre, morte e atrocità, con pochi fagotti, tanto
terrore e senza più alcuna speranza in un futuro vivibile e dignitoso; ercando
solo un qualsiasi tetto o riparo, una qualsiasi elemosina, una qualsiasi forma
di sopravvivenza. I ragazzi e gli uomini croati, musulmani o serbi, lavoravano,
studiavano, vivevano nella ricerca di costruire un proprio futuro migliore, non
dovevano uccidere per non essere uccisi; costruivano ponti e case, non le
distruggevano o bruciavano.
Eppure nelle capitali dell’occidente “democratico” teorizzavano che prima quei
popoli erano stati infelici, oppressi, soggiogati per 40 anni !? E ora come
stanno questi popoli, dopo questi “liberi”, “democratici”, ALLUCINANTI ( per
tutti, al di là delle etnie…) 13 anni ?! Dopo aver vissuto anni di violenze, di
lutti, di violenze dispiegate, di campi profughi, di sopravvivenza primordiale
e di disperazione, senza più le proprie case, le proprie famiglie distrutte o
devastate, senza più la propria terra e le proprie radici, con la propria
dignità violentata …ORA SONO FELICI ?!
Quando la guerra era in corso, (…in troppo pochi…) abbiamo cercato di arginare,
contrastare le loro menzogne, falsità, assurdità, perché ritenevamo che questo
impegno fosse il miglior servizio alla lotta per la pace contro la guerra…poi è
calato su queste genti e quelle terre il silenzio, l’oblio dell’indifferenza.
Questo lavoro di JTMV aiuta a capire chi ha diretto e voluto questa guerra e a
chi è servita: tra tante incertezze o dubbi, una cosa è certa NON certo ai
popoli jugoslavi.
Un libro che propone un pezzo di storia, dove si sono sperimentate e attuate
metodologie di disinformazione scientifica e pianificata, che sono riuscite a
fare sì che 40 anni di pace, sviluppo e libertà, si sono trasformati in un
tempo di buio, decadenza, regresso; mentre una guerra folle e insensata, che ha
causato orrori, morte, miseria, è stata “gestita mediaticamente” come passaggio
di progresso ed evoluzione; dove, ovviamente, da una parte vi erano i “buoni” e
dall’altra c’erano, geneticamente, i “cattivi”. E questo è stato il
tragico e orrido scenario che sta come sottofondo, come lettura ufficiale (
anche a sinistra), di quei terribili anni ed eventi.
Con questo libro l’autrice aiuta a mettere in guardia dai pericoli insiti in
dinamiche orchestrate dai poteri forti imperialisti ( Kosovo e Iraq sono stati
i passaggi successivi), per perseguire i loro interessi geopolitici o
geostrategici, un pericolo che da qualsiasi punto si può provocare e sviluppare
tragedie di proporzioni internazionali e di carattere storico, con ferite e
ripercussioni insanabili per generazioni.
L’invito è di leggere, far leggere e circolare il più possibile questo testo,
insomma di “usarlo” come strumento di informazione e documentazione sulle
questioni jugoslave.
Come SOS Yugoslavia e Forum Belgrado Italia, faremo in modo di contribuirne
alla diffusione più ampia, c’è anche la disponibilità dell’autrice a fare
presentazioni e serate ove sarà possibile e utile. Chiunque sia interessato ad
averne più copie per la diffusione ci contatti e gliele forniremo.
“ …Vincerete, ma non convincerete. Anche se vi rimane il potere di chiamare
bianco ciò che è nero e nero ciò che è bianco. Il potere di trasformare…un
ricercatore della verità in un impostore; un rifiuto di prendere posizione in
un partito preso; e chi dubita e diffida delle verità troppo semplici in un
credulone. Bella impresa non c’è che dire. Effimera, ma voi andrete fino in
fondo, ormai avete preso gusto alla velocità. Ma ricordatevi bene: anche se li assassinerete sul piano fisico e
morale, l’anima degli uomini che rifiutano di sottomettersi è immortale…” (
R. Debray)
Enrico Vigna – Portavoce del Forum Belgrado Italia e Presidente di SOS
Yugoslavia
La Città del Sole Via Giovanni Ninni 34, 80135 - Napoli 2005 Pagine 4003 Prezzo di copertina: 18.00 Euro Vendibile ai soci Ccdp |