13/05/2013
"I motori di ricerca memorizzano i vostri termini di ricerca (parole chiave), l'ora della ricerca, i collegamenti selezionati, il tuo indirizzo IP e cookie di ID utente. Il profilo di un utente può essere così ricostituito. E questo vale oro, tanto per i professionisti del marketing, che per i funzionari, gli investigatori, gli hackers ed i criminali.
(…) Le parole chiave utilizzate permettono di ricostruire ciò che si è e ciò che si sa o ciò che volete sapere. Cercate informazioni relative alla depressione o al suicidio? Prevedete di fare un viaggio a Cuba? I vostri interessi sono piuttosto ancorati a destra o a sinistra? I clic del vostro mouse disegnano il vostro profilo: chi sei e che fai.
Google, Facebook, praticamente tutti i siti lasciano cookies sul nostro computer. Ovunque ci troviamo in Rete, siamo sorvegliati. Usano tracking cookie per memorizzare le nostre preferenze e conservare traccia dei siti visitati. Si tratta dunque di software spie che permetteranno loro di inviarci pubblicità personalizzate o anche creare banche dati e profili estremamente dettagliati, in cui sono anche registrate le nostre tendenze politiche, come è il caso della società americana Rapleaf che associa cookies ai profili Facebook. Già nel 2009, l'UE ha adottato la direttiva e-Privacy per fermare l'uso di cookie, per rallentarne l'impiego. Gli stati membri avevano tempo fino maggio 2011 per recepire questa direttiva nella loro legislazione nazionale. In futuro, le aziende potranno seguirci in Rete soltanto se ne abbiamo dato l'autorizzazione in anticipo (opzione opt-in) mentre il ramo marketing cerca di trasformare questa norma europea in opzione opt-out, in altre parole spetta all'utente stesso disattivare i cookie di tracciamento. (...)
Centralizzazione
Dal 1° marzo 2012, Google applica una nuova politica semplificata in materia di privacy. Il gigante della ricerca si vanta di dare una protezione ottimale dei nostri dati personali. Ma quando si sa che questa azienda si è sviluppata e si è arricchita proprio grazie alla vendita dei dati personali, è difficile credere che lasci prevalere alla protezione della privacy, il profitto.
Una certa prudenza si impone dunque. Infatti, chi ha tempo di leggere queste nuove regole in materia di privacy , sarà presto disilluso constatando che Google mantiene la sua influenza sul vostro computer, i vostri archivi, file e dati di geolocalizzazione. Ormai, tutti i servizi di Google - Google+, GoogleDocs, Google Street View, Gmail, YouTube… per citarne solo alcuni - ricadono nell'ambito dell'applicazione di una normativa uniforme in materia di privacy. Il gigante della ricerca avrà in questo modo bisogno soltanto di un'autorizzazione unica per collegare i dati da parte dei vari servizi in un profilo utente completo. E non è improbabile che Google saprà presto su voi, più di quello che sapete voi (…)
L'onniscienza di Google
Siva Vaidhyanathan, professore di comunicazione all'Università della Virginia, mette in guardia contro la sottomissione a Google e la visione del mondo semplicistico che ci impone*. "Google determina la nostra visione del mondo", ha dichiarato Vaidhyanathan. Basta dattilografare due o tre lettere nella sbarra di ricerca e Google si prende cura di completare la parola. Ma Google non si accontenta di completare la parola, determina anche ciò che pensiamo, come pensiamo e quello che vogliamo sapere.
La fiducia che abbiamo in questo motore di ricerca è terribile. Ci basta chiedere e Google risponde. Riteniamo, tuttavia, Google non è onnisciente. I nostri pensieri e le nostre conoscenze non saranno presto più che il riflesso di ciò che Google pensa di sapere? E tutto il resto sarà "falso" per definizione o semplicemente sconosciuto? (…)
Con il suo browser Google Chrome e il suo social network Google+ , Google è entrato in conflitto diretto con il suo concorrente Facebook. Una lotta aspra, come si può vedere nel modo in cui Google favorisca le sue pagine Google+ a scapito di siti concorrenti. Fino ad oggi, la classificazione dei siti web da parte di Google era realizzata secondo un sistema di rimandi, secondo il quale un sito ha precedenza su un altro in base al numero di siti che rimanadano a questo sito. Google ha abbandonato questo sistema per potere meglio eliminare il suo avversario Facebook. Conseguenza, i risultati delle ricerche forniti da Google sono meno buoni e meno degni di un motore di ricerca. La lotta per ottenere la nostra attenzione - ed i nostri dati personali - è in pieno svolgimento. Se Google è il gatto, Facebook è il topo. Quale dei due vincerà? "
*. Siva Vaidhyanathan, The Googlization of everything, university of California Press, Berkeley and los Angeles, 2011