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Guerra, propaganda mediatica e polizia di Stato

James F. Tracy | globalresearch.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
29/09/2014

Le moderne tecniche di propaganda utilizzate dallo Stato dei monopoli per rafforzare distruttive politiche antidemocratiche, comportano abitualmente la produzione e la manipolazione di eventi di cronaca per plasmare l'opinione pubblica, in quella che Edward Bernays chiamava "ingegneria del consenso", realizzata per ottenere determinati fini.
Gli eventi a cui ci riferiamo non sono solo gli appelli politici, ma anche i fenomeni apparentemente spontanei di terrorismo e militarismo che traumatizzando i soggetti politici, inducendoli in definitiva ad accettare dei falsi come realtà storiche e politiche.
Lo sviluppo e l'utilizzo della propaganda negli stati occidentali corre in parallelo al costante affrancamento dal senso della politica e il disimpegno verificatosi nel ventesimo secolo. Nel 1916, per garantirsi un secondo mandato, l'amministrazione democratica di Woodrow Wilson gettò gli Stati Uniti nella più violenta e omicida guerra nella storia umana. Wilson, un ex accademico dell'Università di Princeton, formato per una carica pubblica dai banchieri di Wall Street, riunì un gruppo di giornalisti e pubblicisti progressisti di sinistra per "vendere la guerra" al popolo americano.
- Prof. James F. Tracy su GRTV presso il Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione (CRG), Montreal, agosto 2014
 
George Creel, Walter Lippmann, Edward Bernays e Harold Lasswell giocarono tutti ruoli influenti in seno al Comitato - di nuova costituzione - per l'Informazione Pubblica, e avrebbero continuato a essere le figure di spicco del pensiero politico, delle pubbliche relazioni, delle ricerche sulla guerra psicologica.
 
Lo sforzo compiuto per propagandare la guerra fu inedito per dimensioni e raffinatezza. Il CIP (Comitato per l'Informazione Pubblica) non solo era in grado di censurare ufficialmente notizie e informazioni, ma anche ed essenzialmente di produrle. Agendo nel ruolo di una poliedrica agenzia di pubblicità, Creel "esaminò i diversi modi in cui le informazioni giungevano alla popolazione e inondavano i canali di materiale a favore della guerra".
 
L'organismo interno del CIP era composto da 19 sezioni, ognuna dedicata ad uno specifico tipo di propaganda. Una era la Sezione Notizie che ha distribuito oltre 6.000 comunicati stampa e ha agito come la fonte principale di informazione circa la guerra. In una settimana in media, più di 20.000 colonne di giornale venivano scritte a partire dai dati forniti dalla propaganda del CIP. La Sezione sulle funzioni sindacali arruolava in suo aiuto, romanzieri popolari, scrittori di racconti e saggisti. Questi autori americani classici presentavano la linea ufficiale del governo in una forma prontamente accessibile, raggiungendo dodici milioni di persone ogni mese. Sforzi simili esistevano per il cinema, i comizi e la pubblicità in patria e all'estero. (1)
 
Le esperienze e le osservazioni di questi venditori di guerra variamente raccontate e sviluppate nel corso degli anni 1920 (Lippmann, Public Opinion, The Phantom Public, Bernays, Propaganda, Crystallizing Public Opinion, Creel, How We Advertised America, Lasswell, Propaganda and the World War), corroborate dall'influenza di colleghi e associati, indussero i giovani pubblicisti a smaltire la sbornia sull'esercizio della democrazia popolare guidata dall'opinione informata, con la consapevolezza che il sentimento pubblico era in realtà molto più sensibile alla persuasione di quanto non si credesse precedentemente. Le soluzioni proposte per garantire qualcosa di simile alla democrazia in un mondo sempre più confuso, stavano nel giornalismo "obiettivo" guidato dall'intelligenza organizzata (Lippmann) e dalla propaganda, quello che Edward Bernays definiva "pubbliche relazioni".
 
L'argomentazione illustrata nel Public Opinion di Lippmann traeva parte delle sue motivazioni dal rifiuto del Senato degli Stati Uniti ad aderire alla Società delle Nazioni. Consulente dell'amministrazione Wilson, figura centrale dei servizi di intelligence che informava sulle dinamiche geopolitiche del primo dopoguerra delineate alla Conferenza di Pace di Parigi, e uno dei primi membri del Consiglio delle Relazione estere, Lippmann considerò la democrazia popolare afflitta irrimediabilmente da un'opinione pubblica male informata, incapace di comprendere la crescente complessità della società moderna. Solo gli esperti sono fidati nel valutare, capire e agire in base alle conoscenze derivanti dalle rispettive professioni.
 
Lungo queste linee, il giornalismo avrebbe dovuto imitare le allora nascenti scienze sociali perseguendo obiettività e rimandando a specialisti e figure autorevoli riconosciute. Le notizie e le informazioni dovevano essere analizzate, modificate e coordinate per garantire la precisione dei giornalisti che esercitano metodi tecnocratici simili ai colleghi delle scienze sociali. Anche se Lippmann non specifica esattamente quale organismo avrebbe dovuto supervisionare il processo di "intelligenza organizzata", le sue attività e legami del dopoguerra forniscono un indizio.
 
Il sostegno di Edward Bernays alla gestione dell'opinione pubblica è molto più pratico e palese. Mentre Lippmann suggerisce una democrazia irreggimentata tramite un processo tecnocratico di notizie e informazioni, Bernays caldeggia l'aperta manipolazione da parte di una élite privilegiata di quanto la popolazione debba interpretare come realtà. Tale manipolazione richiede associazioni artificiose, figure e eventi che sembrino autentici e spontanei. "Qualsiasi persona o organizzazione dipende in ultima analisi dall'approvazione pubblica", osserva Bernays, "e affronta quindi un problema di ingegneria del consenso del pubblico per un programma o un obiettivo... Se rifiutiamo l'autoritarismo del governo o l'irreggimentazione, siamo disposti a essere persuasi dalla parola scritta o parlata. L'ingegneria del consenso è l'essenza stessa del processo democratico, la libertà di persuadere e suggerire". (2)
 
Bernays dimostra una certa affinità con Lippmann riguardo il concetto che siano le elite a praticare prerogative e assumere il processo decisionale che non può essere affidato al grande pubblico. In tali casi, i leader democratici devono fare la loro parte e condurre il pubblico attraverso l'ingegneria del consenso verso obiettivi e valori socialmente costruttivi. Questo ruolo impone naturalmente l'obbligo di utilizzare processi educativi, così come altre tecniche disponibili, per ottenere la più completa comprensione possibile. (3)
 
Scritte nei primi anni '50 del 900, queste osservazioni diventano particolarmente adatte nella seconda metà del ventesimo secolo, quando gli Stati Uniti diventano il maggior aggressore negli affari esteri (e all'occorrenza nazionali). Ma cosa vuol dire Bernays, per esempio, con "processi educativi"? Un'indicazione si può rinvenire osservando il suo ruolo centrale nella promozione del consumo di tabacco, nella fluorizzazione dell'acqua pubblica e nel rovesciamento del governo di Arbenz democraticamente eletto in Guatemala. (4)
 
Con l'avvento dello Stato di sicurezza nazionale nel 1947, emergono programmi segreti in cui il popolo viene intenzionalmente lasciato allo scuro delle vere motivazioni e obiettivi dello Stato.
 
Una messe di esempi storici contemporanei suggeriscono come l'"ingegneria del consenso" sia interamente antidemocratica e frutto di calcolo e come quelle crisi - a cui il governo risponde rapidamente e drasticamente con quel sistema di relazioni pubbliche e misure militari - siano esse stesse il risultato di queste politiche e azioni da parte della leadership. Lo strangolamento economico degli Stati Uniti che ha provocato l'attacco giapponese su Pearl Harbor e l'incidente del Golfo del Tonchino che ha motivato l'occupazione militare da parte degli Stati Uniti del Vietnam sono ovvi esempi.
 
Tecniche simili sono evidenti nei principali assassini politici del 1960, rispetto ai quali per esempio ancora oggi il pubblico è spinto a credere la falsa verità che Lee Harvey Oswald fosse l'unico colpevole dell'omicidio del presidente John F. Kennedy e Sirhan Sirhan il solo responsabile della morte del senatore Robert F. Kennedy. Infatti, in ogni istanza emergono prove schiaccianti che puntano al coinvolgimento della Central Intelligence Agency nell'orchestrare gli omicidi e nella formazione di Oswald e Sirhan come aspiranti assassini.
 
L'assassinio di stato del Dr. Martin Luther King Jr., probabilmente il più influente personaggio pubblico afro-americano del XX secolo negli USA, non è ancora aperto al dibattito, essendo ampiamente provata la verità processuale (5). Tuttavia, come con i Kennedy, si tratta di una vera e propria conquista del sistema delle pubbliche relazioni, grazie al quale la maggior parte della popolazione americana è ignara delle dinamiche più profonde di questi omicidi politici che vengono regolarmente trascurati o raccontati in modo impreciso nel discorso pubblico.
 
Lungo queste linee, passando dall'Operazione Gladio all'attentato dinamitardo al Murrah Federal Building di Oklahoma City, dagli eventi dell'11 settembre 2001 ai bombardamenti di Londra del 7 luglio 2005 e altri episodi minori, l'ingegneria del consenso ha raggiunto nuove impressionanti vette in cui il terrorismo di stato orchestrato viene utilizzato per plasmare l'opinione pubblica verso l'accettazione di operazioni militari di polizia, la continua erosione delle libertà civili, la maggiore aggressività contro nazioni moderate del Medio Oriente per accaparrarsi risorse scarse e riconfigurare politicamente un'intera regione del mondo.
 
Ancora una volta, il pubblico è sostanzialmente costretto a credere che l'estremismo politico in una forma o nell'altra è la causa di ogni evento, anche alla luce dell'alto livello di forze al lavoro suggerito dalla falsificazione e dalla portata degli "attacchi" sulla città di Oklahoma e nell'11 settembre. Se si scava sotto la narrazione pubblica di ogni evento, si intuisce per esempio come il recente massacro di Newtown o l'attentato alla maratona di Boston sembrino avere agende più ampie dove il pubblico è nuovamente e volutamente tratto in inganno.
 
I giornalisti convenzionali e gli accademici sono riluttanti ad affrontare pubblicamente tali fenomeni per paura di essere etichettati come "teorici della cospirazione". Nella comunità accademica ciò ha severamente ridotto la possibilità di indagini potenzialmente serie su eventi e fenomeni profondi, limitandosi a scambi intellettuali, spesso innocui, separati dalla realtà politica e sociale realmente esistente.
 
I risultati delle moderne relazioni pubbliche sono maggiormente evidenti nelle Commissioni Warren e 9/11, che hanno orbitato, rispettivamente, attorno ai fantastici miti di Allan Dulles e Peter Zelikow, che oggi mantengono appigli nel discorso e nella coscienza pubblica.
 
Anche la stessa "teoria della cospirazione", una campagna propagandistica condotta dalla CIA a partire dalla metà degli anni 1960 per contrastare le critiche del rapporto della Commissione Warren, meno nota come Operazione Mockingbird, è un programma che ha arruolato centinaia di giornalisti ed editori i quali hanno attivamente dedicato i loro servizi per diffondere la disinformazione dell'Agenzia. L'effetto complessivo di queste operazioni combinate è stato un programma di grande successo che continua a modellare i contorni della vita politica americana e della realtà mediata. (6)
 
La condizione socio-politico attuale e la soppressione della democrazia popolare sono trionfi delle moderne tecniche di propaganda. Trionfi anche manifesti negli sforzi dello Stato dei monopoli di costruire un'acquiescenza pubblica verso truffe colossali come gli organismi geneticamente modificati mascherati da "cibo", molecole tossiche spacciate per "medicine" e la polizia di stato e la "guerra al terrore" volte a preservare la "sicurezza nazionale".
 
Note:
 
1) Aaron Delwiche, "Propaganda: Wartime Propaganda: World War I, The Committee on Public Information," accessed September 28, 2014 at http://www.propagandacritic.com/articles/ww1.cpi.html; George Creel, How We Advertised America, New York: Harper and Brothers, 1920. Available at http://archive.org/details/howweadvertameri00creerich

2) Edward Bernays, Public Relations, Norman OK: University of Oklahoma Press, 1952, 159-160.

3) Ibid. 160.

4) "You can get practically any ideas accepted," Bernays reflected on the campaign to fluoridate New York City's water supply. "If doctors are in favor, the public is willing to accept it, because a doctor is an authority to most people, regardless of how much he knows, or doesn't know … By the law of averages, you can usually find an individual in any field who will be willing to accept new ideas, and the new ideas then infiltrate the others who haven't accepted it. Christopher Bryson, The Fluoride Deception, New York: Seven Stories Press, 2004, 159.

5) William F. Pepper, An Act of State: The Execution of Martin Luther King, New York: Verso, 2003.

6) James F. Tracy, "Conspiracy Theory: Foundations of a Weaponized Term," Global Research, January 22, 2013.


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