da "La Voce del GAMADI" di
settembre 2003
Questioni della scienza a cura di A. Martocchia
Donne nello
spazio
Sono passati quarant'anni da quando Valentina Vladimirovna Tereshkova effettuo' il suo storico volo a bordo della
navicella Vostok-6, lanciata dalla base
di Baikonur. Era il 16 giugno 1963, e la missione in orbita, che duro' tre giorni, era la prima in assoluto per una
donna.
Inizialmente programmata per una durata di sole 24 ore, la missione fu prolungata di due giorni su richiesta della
cosmonauta, che si sentiva
perfettamente a suo agio... Al punto che trascorse delle ore in collegamento video ed audio con un suo
collega, Valery Bykovsky, anch'egli a
spasso nello spazio quei giorni a bordo di una navetta "sorella", la Vostok-5: la Tereshkova ricorda ancora che
ebbero occasione di ridere, scherzare,
e persino di cantare assieme via radio.
Valentina Vladimirovna Tereshkova nasce il 6 marzo 1937 da una famiglia dedita all'agricoltura collettiva nel paese
di Maslennikovo, nel distretto di
Tutayevsky, regione di Yaroslavl, Unione Sovietica. Il suo primo lavoro e' in un reparto di montaggio
di una fabbrica di gomme; nel 1955 si
trasferisce in una industria tessile, e diventa segretaria della Lega dei Giovani Comunisti della
fabbrica. In quel periodo riesce anche
a frequentare un istituto tecnico ed a diventare membro del locale Club Aereonautico, effettuando 163
lanci col paracadute. Entra nel novero
dei cosmonauti sovietici nel 1962: di qui a pochi mesi la sua impresa. Nel 1964 Valentina Vladimirovna
ha una figlia, Yelena. Si laurea nel
1969, come ingegnere-pilota spaziale, e consegue anche un dottorato.
Con quella missione, nel 1963 l'URSS aggiungeva un altro primato alla lista delle imprese astronautiche: dopo il
primo essere vivente nello spazio - il
povero cagnolino dello Sputnik - e dopo il primo uomo nello spazio - il sorridente Yurij Gagarin - ecco
anche la prima donna nello spazio. Ma a
parte l'aspetto simbolico, la missione della Tereshkova ebbe grande rilevanza scientifica
trattandosi della prima sperimentazione
delle reazioni del corpo femminile, sottoposto alle forti accelerazioni del lancio e del rientro in atmosfera, ed
alla totale assenza di gravita' per
molte ore.
L'entusiasmo nell'URSS di quell'epoca e le speranze per il futuro erano tali che si progettarono missioni spaziali
ancora piu' impegnative, verso la Luna
e forse verso Marte. Queste avrebbero comportato permanenze molto lunghe nello spazio, sopportabili solamente se a
bordo delle navicelle si fosse
imbarcata un piccola comunita' di esseri umani
di ambo i sessi. Per questo, su di una rosa di centinaia di
candidate, fu selezionato un gruppo di
cinque cosmonaute veramente in gamba: oltre
alla Tereshkova, Irina Solovyova, Valentina Ponomareva, Zhanna
Yerkina and Tatyana Kuznetsova. Si
penso' anche di lanciare una missione con
solamente donne a bordo. Purtroppo, una serie di tragici incidenti, nei quali persero la vita alcuni colleghi uomini
nella fase di sperimentazione delle
navicelle di nuova generazione - le Soyuz -
comportarono l'abbandono di molti dei progetti.
Cionondimeno, una nuova missione femminile vide protagonista Svetlana Savitskaya nel 1982; e fu lei, spedita
nuovamente in missione insieme con due
compagni a bordo del Soyuz T12, ad effettuare anche la prima "passeggiata fuoribordo" di una
donna nello spazio, il 17 luglio 1984.
La medesima astronauta fu anche la prima donna a compiere due voli spaziali. Infine, un vero record di
resistenza fisica e psichica fu quello
di Yelena Kondakova, che trascorse ben 169 giorni a bordo di una Soxuz TM-17.
La prima cosmonauta statunitense, Sally Ride, viaggio' invece sullo Shuttle nel 1983. Le statunitensi, da
allora, furono un discreto numero;
qualcuna fu purtroppo tra le vittime dei noti incidenti in fase di lancio o di rientro in atmosfera - i
momenti piu' delicati in ogni missione
spaziale. Per inciso, negli USA gia' nel 1960 ben tredici donne avevano superato gli stessi test dei
colleghi uomini della missione Mercury
7, eguagliandone i risultati nelle prove fisiche e superandoli in quelle psicologiche. Ma le americane del gruppo
"Mercury 13" non avrebbero
mai volato nello spazio: sconfitti per la terza volta nella corsa per lo spazio, gli USA interruppero i test e chiusero
il programma "Mercury 13",
per dirottare tutte le energie su un'altra
sfida: la conquista della Luna. Sono stati recentemente svelati alcuni retroscena di questo fallimento del
"Mercury 13", che non fu solo
conseguenza della tempestività dell'URSS, ma anche di pregiudizi e giochi di potere all'interno della comunità
scientifica e della stessa NASA. A
differenza dei loro colleghi maschi, piloti militari che potevano contare sull'appoggio
dell'esercito, le astronaute
statunitensi erano normali cittadini, e dovevano chiedere permessi
ai loro datori di lavoro, senza però
poterne spiegare il motivo data la
segretezza del progetto. Una di loro, Mary Sloane, arrivò a perdere
il marito, geloso della sua passione
per lo spazio. Una situazione, quella del
progetto Mercury 13, che non resse alla notizia dell'impresa di Yuri Gagarin, in seguito alla quale il
presidente John Kennedy annunciò
ufficialmente che il prossimo obiettivo sarebbe stato la Luna.
A quarant'anni dalla sua storica impresa, Valentina Vladimirovna Tereshkova continua a svolgere la sua
professione incontrando, in giro per
congressi e meeting, le sue omologhe americane, britanniche e francesi. Attualmente Direttrice del Centro
Russo per la Cooperazione
Internazionale Scientifica e Culturale, la Tereshkova ha sostenuto negli anni un crescendo di impegni ed
incarichi ufficiali, ed ha ottenuto
ovviamente altissimi riconoscimenti, che non stiamo qui ad elencare. Tra le altre cose, c'e' un cratere
delle Luna porta oggi il suo nome. Valentina
Vladimirovna ha anche un nipotino, che frequenta la scuola elementare.
(Fonti:
- intervista Novosti 12/6/2003 - http://en.rian.ru/rian
- Ulisse 7 luglio 2003 -
http://ulisse.sissa.it/site/public/ScienzaSette/s7_11lug03_3.htm)
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