www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - urss e rivoluzione di ottobre - 19-01-04

ISTITUTO DI STUDI COMUNISTI
KARL MARX – FRIEDRICH ENGELS
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Gli Ebrei in U.R.S.S.

La trasmissione televisione di Rai 3, Enigma, di Venerdì 16. gennaio. 2004 dedicata alla questione ebraica, in un passaggio attribuisce al popolo ebraico in U.R.S.S. negli anni Trenta una condizione di ferocia e persecuzione e di massacro. Si parla infatti di massacro di milioni di ebrei ed esplicitamente di richiama alle persecuzioni ed ai massacri dello stalinismo.

I dati sperimentali non confermano affatto questa affermazione.
Riteniamo quindi doveroso riportare la testimonianza personale e diretta di Sidney e Beatrice Webb, scienziati di grande fama mondiale, che in un loro voluminoso lavoro sull’U.R.S.S. in due volumi, trattano anche della comunità ebraica in U.R.S.S. a partire dal novembre 1917.

Il lavoro di Sidney e Beatrice Webb viene pubblicato in Londra, New York, Toronto negli anni 1935, 1937 e 1942 ed edito in Italia nel 1950.
Il lavoro di Sidney e Beatrice Webb, come essi dichiarano, si basa su studi e indagini, inchieste e ricerche condotte in U.R.S.S. negli anni Trenta e poi redatto nella loro abitazione di Londra.
Da quel lavoro ricaviamo dal Capitolo secondo del volume primo, il paragrafo sugli Ebrei in U.R.S.S. nell’epoca, cosiddetta, staliniana.

Sidney e Beatrice Webb - Il Comunismo sovietico: una nuova civiltà Ed. Einaudi, 1950

volume primo - capitolo secondo: L’uomo quale cittadino

Gli Ebrei in U.R.S.S. -
Pagg. 254 – 259

Non possiamo far a meno di menzionare una importante e speciale minoranza razziale, religiosa piuttosto che nazionale, della quale l’Unione Sovietica ha dovuto pure occuparsi: quella degli Ebrei. Sotto gli zar la loro oppressione era stata dura ed ininterrotta. “ Quando cadde il regime zarista, il crollo echeggiò nelle orecchie ebraiche come il suono di tutte le campane della libertà. Con un tratto di penna il Governo Provvisorio soppresse la rete complicata di leggi dirette contro gli Ebrei. Improvvisamente le loro catene caddero. Divieti e discriminazioni volarono nel mucchio dei rifiuti… Gli Ebrei poterono rialzare la schiena e guardare al futuro senza paura.”[1]

Sfortunatamente essi dovevano ancora sopportare i tre o quattro anni di guerra civile e di carestie, durante i quali, per mano delle armate belligeranti, la massa della popolazione ebraica soffrì le peggiori angherie. Tutto quello che si può dire è che, in generale, le Armate Bianche furono le più brutali, mentre l’Armata Rossa fece del suo meglio per proteggere queste disgraziate vittime, nonostante che, per una ragione o per l’altra, la maggioranza degli Ebrei, per qualche tempo non fosse simpatica al governo sovietico. La sua condanna del commercio a scopo di profitto ed usura, ricadeva duramente sugli Ebrei della Russia Bianca e dell’Ucraina, le cui famiglie erano state escluse per secoli dall’agricoltura e dalle professioni, e confinate nei ghetti. Nel 1921 la Nuova Politica Economica abilitò temporaneamente molti di essi a riprendere i loro affari, ma già nel 1928 le imprese collettiviste dei trust e le società cooperative[2], che invadevano tutti i campi, aiutate dalle tassazioni penali e dalle drastiche misure di polizia, avevano praticamente ucciso tutte le speculazioni a scopo di profitto, a cui le famiglie ebree si dedicavano in maniera particolare. Gli artigiani ne uscirono un po’ meglio ed i più giovani almeno, poterono ottenere un impiego nelle fabbriche governative.

Il problema ebraico, come si presentava al governo sovietico, aveva due aspetti. Era importante sollevare dalla miseria e trovare un’occupazione alle famiglie dei commercianti e dei negozianti rovinati, delle piccole città della Russia Bianca e dell’Ucraina. Per di più, era naturalmente desiderabile assicurarsi la leale adesione al regime bolscevico degli interi tre milioni di Ebrei dell’U.R.S.S. Per la riabilitazione economica – a parte quelli che per istruzione e abilità erano in grado di avere nomine ufficiali o ingresso nelle professioni intellettuali – la massima risorsa consisteva nella fondazione di  colonie agricole ebraiche, prima nell’Ucraina meridionale e nella Crimea, e successivamente nei vasti territori destinati a questo scopo a Biro Bidjan sul fiume Amur, nella Siberia orientale. Largamente aiutati dal governo con terre e credito, assistite da una serie di associazioni filantropiche promosse dagli Ebrei degli Stati Uniti ( principalmente il Comitato Ebraico di Soccorso ) come da quelli dell’U.R.S.S. nella grande Società Volontarie di Colonizzazione Ebraica, circa 40.000 famiglie ebree russe, comprendenti 150.000 persone sono entrate a far parte della popolazione agricola dell’Unione Sovietica nei quindici anni passati; un quarto di esse in Biro Bidjan, che è stata creata adesso “ regione autonoma” con il grado di oblast[3] e diventerà una “ repubblica autonoma ebraica” appena avrà raggiunto una popolazione sufficiente[4].

A tutti gli aggregati di Ebrei, anche se non riconosciuti come nazioni, il governo sovietico concede autonomia culturale di tipo ed ampiezza eguale a quella che esso accorda alle minoranze nazionali propriamente dette. “ Il soviet ebraico esiste dovunque vi sia un gruppo ebraico considerevole. Esso è stato formato in Crimea come nella Russia Bianca, vi sono là 18 piccoli sovieti, quattro dei quali rurali. Nell’Ucraina … un minimo di mille Ucraini o cinquecento non Ucraini è autorizzato a formare un soviet. U numero non inferiore a 25.000 Ucraini o a 10.000 non Ucraini può eleggere un soviet regionale. Il 1° Aprile 1927 vi erano 115 sovieti ebraici della categoria inferiore, rurali e semiurbani, ed un soviet regionale ebraico nel distretto di Cherson. La sede di quest’ultimo è nella vecchia colonia di Seidemenukka, adesso ribattezza Kolinivsjk, dal nome del Presidente dell’Unione. Esso fu convocato per la prima volta il 22. marzo. 1927, e la seduta fu accolta con molta soddisfazione… . La superficie del rayon è di 56.636 desiatine, 27mila delle quali occupate da coloni ebrei; e la popolazione di 18.000 abitanti comprende circa 16.000 ebre, tutti coltivatori. Convergono a questo soviet regionale delegati di sette sovieti rurali, sei dei quali sono ebrei.. . Vi è un Commissario di polizia ebreo, con una forza di tre uomini ai suoi ordini, senza contare una prigione di due stanze.. Ci si aspetta che altri sovieti come questo inizieranno la loro vita nel prossimo futuro nei distretti di Krivoi-Rog, Zaporoje e Mariupol… Nei sovieti ebraici praticamente tutte le transazioni orali e scritte, sono in yiddish, esso è il linguaggio delle riunioni, di tutti i documenti e della corrispondenza.. C’è anche un certo numero di tribunali di grado inferiore ( 36 nell’Ucraina e 5 nella Russia Bianca ) dove i dibattiti sono condotti interamente in yiddish. … L’yddish è naturalmente la lingua nella quale i ragazzi ebrei ricevono la loro istruzione, ed è impiegata anche in molte case ebraiche, dove vengono allevati ragazzi ebrei.. Della popolazione ebraica in Ucraina … un po’ più del 10% elegge i sovieti propri.”.[5]

La politica dell’Unione Sovietica nei confronti della sua popolazione ebraica non è stata universalmente approvata dai capi della comunità sparsi in tutto il mondo. La condizione di migliaia di famiglie ebree nella Russia Bianca e nell’Ucraina è ancora misera, alleviata solo dalle elemosine dei loro correligionari. Il vecchio popolo non può crearsi una nuova vita; essi soffrono tuttavia, non in quanto ebrei, ma in quanto bottegai ed usurai, il cui mestiere è diventato illegale. Sono protetti contro la violenza come mai prima d’ora; mantengono le loro sinagoghe e la loro lingua nazionale, ed i loro figli trovano aperte tutte le strade dell’istruzione e tutte le carriere. Molte migliaia di famiglie sono state aiutate a sistemarsi sulla terra, dove vi è un gruppo di famiglie ebraiche, esso ha il proprio governo locale e la propria autonomia culturale. Non hanno ostacoli al mantenimento delle loro abitudini razziali e delle loro cerimonie; ma tutto ciò è ancora molto lontano dagli ideali accarezzati da tanti ebrei, nell’U.R.S.S. come altrove. “La Repubblica Sovietica Ebraica – si è detto – auspicata dai comunisti ortodossi, differisce in modo fondamentale dalla politica di Herzl in Sion, come da Focolare Domestico dei Territorialisti. Non si pensa di concedere alla razza ebraica in tutto il mondo la vita politica di cui essa ha mancato per tanto tempo; né si intende diventare la sede della supposta civiltà della razza… Per il momento, lo Stato estende alle masse ebraiche quello che esso concede alle altre minoranze: istituzioni governative che usano la loro lingua , i istruzione interamente nella loro lingua. In contrasto con il fatto che ogni cosa che abbia attinenza con la religione è esclusa dalle scuole, i ragazzi che passano attraverso di esse sono imbevuti di spirito ebraico. L’esperienza razziale è trasmessa loro attraverso gli scritti yddish , sulle cui opere essi vengono istruiti, e la cui lingua essi adoperano, non solo in caso, ma anche nell’aula scolastica.”[6]

Nondimeno non si può negare che i vantaggi della sicurezza dai pogrom e della libertà di accedere alle professioni, che l’U.R.S.S. accorda agli ebrei, comportano in pratica l’accettazione da parte loro del regime sovietico; e indirizzano la massa verso l’assimilazione. La politica dell’Unione Sovietica si scontra di conseguenza con una continua opposizione ed anche con la denigrazione, da parte dell’organizzazione mondiale dei Sionisti, per i quali la costruzione del “ focolare nazionale” in Palestina non ammette rivali.


Note:
[1] Yarmolinskky, The Jews and the order National Minorities under the Soviets, New York 1928,  pag. 194
[2] Per una disamina attenta dell’U.R.S.S. si rimanda al lavoro dell’Istituto “ Tutto il potere ai Soviet”, presentato nella Conferenza di Teramo del 7. novembre 2003. – nota dell’Istituto -
[3] L’oblast sostituiva l’antica provincia dell’epoca zarista. La popolazione che costituiva un oblast oscillava tra 1 a 10milioni di abitanti. – nota dell’Istituto.
[4] “ Per incoraggiare i coloni, il Governo sovietico ha offerto trasporti gratuiti, alloggi gratuiti e terra gratuita alle famiglie ebraiche  in buona salute ed esperte nell’agricoltura, o in una delle professioni o industrie disponibili nella nuova repubblica, che sono desiderose di dedicarsi alla colonizzazione di Biro Bidjan e che sarebbero disposte a partecipare alla normale vita in comune di quella zona. “ ( Lord Marley, in ‘ Soviet Culture’). Vi sono già circa 100 scuole primarie, circa 50 fattorie collettive, 17 infermerie, e circa 50 medici pratici o assistenti, per una popolazione totale di quasi 50mila persone, in maggior parte ebrei, dove non sono indigeni.
[5] A. Yarmolinsky, op. cit.
[6] A. Yarmolinsky, op. cit