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- cultura e memoria resistenti - urss e rivoluzione di ottobre - 20-02-17 - n. 621
La casa in Unione Sovietica
Presentazione fatta da Katt Cremer alla Stalin Society | stalinsociety.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Tali miglioramenti, come spiega Winterton, interessarono anche le ex colonie della Russia zarista.
Vennero fatti grandi progressi nell'edilizia residenziale nel corso del Primo e del Secondo piano quinquennale nelle repubbliche nazionali economicamente arretrate, dove negli anni dopo la rivoluzione lo sviluppo industriale era stato particolarmente rapido. In Kazakistan, per esempio, gli alloggi di proprietà dello Stato erano aumentati di 5,5 volte tra il 1926 e il 1940, di 3 volte in Georgia, in Kirghizia (moderno Kirghizstan) 6,5 volte. A Frunze, capitale del Kirghizistan, le case di proprietà statale erano aumentate di 110 volte e ad Alma Ata, capitale del Kazakistan, di 160.
Così di anno in anno, di mese in mese, il tasso di costruzione di alloggi in tutto il paese continuò a crescere e le esigenze abitative vennero gradualmente soddisfatte.
"Nel 1939, - ricordava l'architetto sovietico Yuri Yaralov – ebbi occasione di realizzare uno studio su di un antico monumento architettonico in Armenia. Immaginavo si trovasse in montagna, lontano da ogni luogo abitato. Immaginate la mia sorpresa quando una sera, avvicinandomi all'oggetto della mia ricerca, vidi in una piccola valle un insediamento inondato di luce elettrica.
"Attraversando l'insediamento vi trovai un paio di strade fiancheggiate da case in pietra. Mi avvicinai alla casa più vicina e chiesi ad un uomo seduto sopra una panchina dove mi trovassi. Si scoprì che si trattava di un insediamento messo su dalla vicina fabbrica di materiali edili che era stata costruita non molto tempo prima. L'uomo mi invitò in casa sua.
"Come architetto mi interessava la struttura di questa casa. Tre camere, una cucina, un bagno, un gabinetto, una veranda a vetri e un balcone aperto erano stati disposti in modo opportuno e compatto. La casa aveva il riscaldamento centralizzato. In questa casa viveva una famiglia di quattro persone.
"La volta seguente che ebbi l'occasione di far visita a quell'insediamento era il 1953. Le case erano diventate 117, a due piani, nelle quali vivevano i lavoratori e le loro famiglie. L'insediamento aveva anche una scuola, un club, una biblioteca, un ospedale, un dispensario e una farmacia, un asilo nido e una scuola materna, due ristoranti, negozi, un ufficio postale e un hotel.
"Tali insediamenti vengono creati vicino a tutte le fabbriche e gli stabilimenti costruiti in gran numero in URSS" (op.cit.).
Ma forse, invece di ascoltare tutti gli Yuri Yaralov di questo mondo, che potrebbero essere accusati di parzialità, dovremmo riferirci alle parole di socialdemocratici come Sydney e Beatrice Webb, due fabiani che visitarono la Russia sovietica negli anni 1930 e riferirono dello sviluppo edilizio abitativo pianificato.
"Senza dubbio ci sono errori e circostanze impreviste in tutta questa elaborata previsione di azioni future. Ma è difficile credere che la pianificazione intenzionale non sia meglio che affidare tutto al caso delle decisioni individuali, a quando arriva il momento.
"Gli architetti provenienti dai paesi occidentali trovano questa parte del problema abitativo abilmente affrontato in URSS. Per citare un riassunto entusiasta di un esperto britannico: 'la pianificazione cittadina, la pianificazione urbanistica, la pianificazione regionale, è tutto buono. Hanno considerato tutto, energia per le fabbriche, convenienza di ottenere non lontano materie prime e i prodotti finiti. Le nuove città sono piazzate e collegate nel modo più idoneo e moderno. Hanno ampiamente fornito tali città in modo da soddisfare tutti i bisogni estetici, sanitari e ricreativi, piantando alberi dappertutto, costruendo cinema e teatri raffinati, ampi ospedali e scuole. Tutto è stato bene e saggiamente programmato.'
"Purtroppo, in linea alla caratteristica dell'attuale fase del comunismo sovietico, l'elaborata pianificazione non è accompagnata da un altrettanto elevato standard di esecuzione. Il notevole sforzo di dotare di abitazioni aggiuntive le città e le altre aree industriali, nel corso degli ultimi sette anni, è stato fatto in gran fretta, in gran parte ad opera di giovani contadini scarsamente formati come artigiani edili. La fretta faceva parte del 'tempo bolscevico' [in italiano nel testo, ndt], volutamente adottato dall'industria pesante e spiegato come risultante dal forte desiderio di rendere l'URSS autosufficiente prima dell'inizio del costantemente atteso attacco (o blocco o embargo) da parte delle potenze capitaliste. Che questo timore sia giustificato o meno, l'accelerazione richiesta ha avuto comunque un risultato negativo sulle incessanti operazioni di costruzione del 1928-1934".
Così scrivevano i Webb appena due o tre anni prima che la Germania nazista attaccasse l'URSS a tradimento! Fortunato dunque il popolo sovietico ad aver adottato il tempo bolscevico!
La Grande Guerra Patriottica
Nel 1941 iniziò la Grande Guerra Patriottica. Nessuno Stato ha subito tante perdite nella guerra contro il fascismo come l'Unione Sovietica. Non solo ha sacrificato 27 milioni di persone per sconfiggere la Germania nazista, ma ha anche subito la distruzione totale o parziale di decine di migliaia di città e villaggi, con le forze hitleriane che hanno bruciato o distrutto più di 6 milioni di edifici. Circa 25 milioni di sovietici rimasero senza un tetto sopra le loro teste.
Tutto lasciava pensare che sarebbero occorsi decenni per ricostruire quanto era andato distrutto, per fornire un riparo a milioni di persone e per riattivare l'industria e l'agricoltura.
Eppure il popolo sovietico ha dimostrato il contrario. Con il nemico ancora in territorio sovietico, mentre bombardava Leningrado e controllava Smolensk, la ricostruzione era in pieno svolgimento nelle zone liberate.
Il 22 agosto 1943 venne pubblicata una disposizione del Consiglio dei Commissari del Popolo e del Comitato Centrale del Partito Comunista riguardante le "Misure urgenti per la ripresa dell'economia nelle zone liberate dall'occupazione tedesca".
In tale provvedimento è sottolineato che il governo sovietico considera compito urgente "ristrutturare le vecchie case e costruirne di nuove utilizzando i materiali edili dei villaggi, delle città e degli insediamenti industriali liberati dall'occupazione tedesca, per fare in modo che i contadini collettivi e gli operai che attualmente vivono nei rifugi e nelle case demolite possano avere a disposizione dei locali adatti a viverci".
Nel solo 1944, 839.000 case furono ristrutturate o costruite da capo nelle zone rurali, e più di 12,5 milioni di metri quadrati di spazio abitabile nelle città delle zone liberate dell'URSS. In quell'anno, circa 5,5 milioni di persone, che la guerra aveva privato di un riparo, ricevettero una abitazione confortevole. E questi non sono che dettagli se paragonati alle folgoranti conquiste del popolo sovietico di questo periodo!
La crescita edilizia non fu limitata alle zone liberate: si continuò a costruire a ritmo sostenuto in zone dell'Unione Sovietica lontane dal fronte. A Gorky, furono edificati più di 137.960 mq di spazio abitabile e nella città siberiana di Irkutsk ne vennero costruiti circa 19.200 mq.
Nello stesso anno in cui le orde di Hitler si dirigevano verso il Volga, un Teatro di Stato per l'opera e il balletto, con una capienza di 1000 posti, era completato a Stalinabad, la capitale del Tagikistan. A Mosca, sette nuove stazioni della metropolitana furono costruite nel corso della guerra.
"Il fatto stesso che queste splendide opere di architettura sovietica fossero state costruite, dimostrava che il popolo sovietico era fermamente convinto della vittoria" (Yuri Yaralov, op.cit).
Dopo la Seconda guerra mondiale, la crescita della popolazione urbana continuò. Nel 1954, quasi 185 milioni di mq di spazio abitabile furono costruiti nelle città e negli insediamenti industriali, e più di 4 milioni di case nelle zone rurali.
Le direttive del 19° Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica del 1952 prevedevano la costruzione di circa 105 milioni di metri quadrati di spazio abitabile per la fine del 1955, l'ultimo anno del Quinto piano quinquennale. In realtà il Quinto piano quinquennale superò questa disposizione di un ulteriore 30%, giungendo a 151.7 milioni di metri quadrati.
Il volume degli alloggi di Stato costruiti per il periodo 1956-1960 fu fissato a 214,9 milioni di metri quadrati di superficie totale, quasi il doppio del Quinto piano quinquennale.
E' questo aumento del tasso di costruzione, a fronte di tutti gli ostacoli frapposti sulla strada, che è stupefacente.
Conclusione
Compagni, potremmo andare avanti. Pagine di materiale potrebbero essere ulteriormente scritte elencando le conquiste dei lavoratori sovietici in questo periodo. Il meglio che posso fare oggi, in questo breve lasso di tempo, è di esporvi i fatti, le cifre e i raffronti citati sopra in modo da riuscire a comprendere gli spettacolari successi del lavoro socialista rispetto al lavoro sfruttato sotto le condizioni capitalistiche. Il nostro compito oggi deve essere quello di imparare le lezioni dell'esperienza sovietica, lezioni ben riassunte da J. V. Stalin nel 1930, nella sua relazione sui lavori del Comitato Centrale per il 16 Congresso del PCUS (b):
"Qual è la causa del fatto che l'URSS, nonostante la sua arretratezza culturale, nonostante la scarsità di capitali, nonostante la scarsità di quadri economici tecnicamente esperti, sia in uno stato di crescente ripresa economica e abbia raggiunto successi decisivi sul fronte economico, mentre i paesi capitalisti avanzati, nonostante la loro abbondanza di capitali, la loro abbondanza di quadri tecnici e il loro più alto livello culturale, sono in uno stato di crescente crisi economica e nella sfera dello sviluppo economico passano di sconfitta in sconfitta?
"La causa sta nella differenza tra i sistemi economici, qui e nei paesi capitalisti. La causa sta nel fallimento del sistema di economia capitalista. La causa risiede nei vantaggi del sistema di economia sovietico sul sistema capitalistico.
"Qual è il sistema di economia sovietico?
"Il sistema di economia sovietico significa che:
"(1) il potere della classe dei capitalisti e dei proprietari terrieri è stato rovesciato e sostituito dal potere della classe operaia e dei contadini lavoratori;
"(2) gli strumenti e i mezzi di produzione, la terra, le fabbriche, gli stabilimenti, ecc, sono stati presi ai capitalisti e trasferiti di proprietà alla classe operaia e alle masse lavoratrici dei contadini;
"(3) lo sviluppo della produzione è subordinato non al principio della concorrenza e dell'assicurare la redditività capitalistica, ma al principio di una guida pianificata e del sistematico innalzamento del livello culturale del popolo lavoratore;
"(4) la distribuzione del reddito nazionale avviene non allo scopo di arricchire le classi sfruttatrici e i loro numerosi accoliti parassiti, ma al fine di assicurare il miglioramento sistematico delle condizioni materiali dei lavoratori e dei contadini e l'espansione della produzione socialista in città e campagna;
"(5) il miglioramento sistematico delle condizioni materiali dei lavoratori e il continuo aumento dei loro bisogni (potere d'acquisto), essendo una fonte di costante aumento della espansione della produzione, preserva i lavoratori dalle crisi di sovrapproduzione, dalla crescita della disoccupazione e dalla povertà;
"(6) la classe operaia e i contadini lavoratori sono i padroni del paese, lavorano non a beneficio dei capitalisti, ma a proprio vantaggio, a beneficio del popolo lavoratore.
"Tali sono i vantaggi del sistema di economia sovietico sul sistema capitalistico.
"Tali sono i vantaggi della organizzazione socialista dell'economia sull'organizzazione capitalistica ...".
Nel suo discorso alla conferenza del PCR (B) del maggio 1921, Lenin disse:. "In questo momento stiamo esercitando la nostra maggiore influenza sulla rivoluzione internazionale dalla nostra politica economica. Tutti gli occhi sono rivolti alla Repubblica Sovietica Russa, gli occhi di tutti i lavoratori di tutti i paesi del mondo, senza eccezioni e senza esagerazione. Questo abbiamo ottenuto. I capitalisti non possono tacere, nascondere, fare finta di nulla, è per questo che loro, prima di tutto, colgono al volo i nostri errori economici e la nostra debolezza. Questo è il campo su cui la lotta è stata trasferita su scala mondiale. Se risolviamo questo problema, avremo vinto su scala internazionale sicuramente e finalmente" (Vol. XXVI, pp. 410-11).
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