www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - urss e rivoluzione di ottobre - 15-06-17 - n. 636

L'assedio di Leningrado, Shostakovich, e il revisionismo storico

Jenny Farrell - Socialist Voice | communistpartyofireland.ie
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

giugno 2017

La guerra fredda contro la Russia - e in precedenza contro l'Unione Sovietica - continua. Ciò include la rimozione dalla memoria pubblica delle numerose atrocità commesse dalla Germania nazista sulla popolazione sovietica e il ruolo eroico di quest'ultima nella sconfitta del fascismo.

Il 22 giugno 1941 la Germania invase l'Unione Sovietica. Ciò portò a un massacro delle proporzioni dell'Olocausto: 25 milioni di russi morirono, si tratta di oltre la metà dei morti della Seconda Guerra Mondiale.

Uno degli atti più orripilanti per barbarie fu l'assedio tedesco di Leningrado. Per quasi 900 giorni, dall'8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944, tutte le forniture vennero tagliate e la popolazione di Leningrado venne affamata. Trovarono la morte più di un milione di persone.

Con un balzo in avanti, arriviamo all'aprile 2017 e al ferale attacco terroristico (di gruppi piuttosto che di stati) a San Pietroburgo (Leningrado). Dopo attacchi simili nelle altre città dell'Europa occidentale, Berlino ha issato la bandiera nazionale del paese vittima sulla Porta di Brandeburgo come espressione di solidarietà ma non questa volta, perché San Pietroburgo non ha alcun "rapporto speciale" con Berlino, secondo il sindaco, nativo di Berlino Ovest. Forse nel revisionismo storico imperante non ha mai neanche sentito parlare di Leningrado.

L'assedio di Leningrado è stato registrato non solo nei libri, ma nella musica. Un residente di Leningrado di quel periodo tremendo era il compositore Dimitri Shostakovich. Iniziò a lavorare su una sinfonia subito dopo l'inizio dell'attacco, esprimendo i suoi pensieri sulla vita sovietica e sulla capacità del suo popolo di sconfiggere i fascisti. Questa, la sua Settima sinfonia, è conosciuta come Leningrado.

Ha quattro movimenti. Il primo è intitolato "Guerra" e inizia con la musica lirica che descrive una vita pacifica nell'URSS prima dell'invasione fascista. Un violino solista viene interrotto da un tamburo lontano e dal "tema dell'invasione", ripetuto dodici volte, con un numero crescente di strumenti che suonano sempre più forte e strillando creano un profondo senso di disagio. I tamburi militari punteggiano questa sezione, che si conclude con un'espressione di dolore e di orrore. Segue un passaggio più tranquillo: un flauto solista e poi un fagotto compiangono i morti. L'accompagnamento è frammentato: il lamento per i caduti. Domina la dissonanza.

Nel secondo movimento, "Memorie", lo stato d'animo cambia ricordando tempi più felici, sono presenti alcune melodie da ballo, sebbene sia presente una nota triste.

La musica del terzo movimento, "Ampie distese della nostra terra", afferma l'eroismo del popolo, il suo umanesimo e la grande bellezza naturale della Russia. Il movimento è un dialogo tra il coro, il sollievo dato dallo splendore della patria, e la voce solista, i violini, l'individuo in tormento. Sia il secondo che il terzo movimento esprimono la convinzione di Shostakovich che "la guerra non necessariamente distrugge i valori culturali".

Riguardo il movimento finale, "Vittoria", Shostakovich ha commentato: "La mia idea di vittoria non è qualcosa di brutale; è piuttosto la vittoria della luce sull'oscurità, dell'umanità sulla barbarie, della ragione sulla reazione". Il movimento inizia descrivendo musicalmente il popolo in attività in tempo di pace, pieno di speranza e felicità, poi i tamburi e le armi di guerra sovrastano il quadro. La musica marcia, combatte e resiste.

La vittoria non è facile. Shostakovich inizia con il rullo dei timpani che han concluso il lento l'adagio del terzo movimento raggiunto gradualmente da altre voci. Lentamente la musica si muove verso la sua conclusione, con gli ottoni e il cembalo. Forza la strada un luminoso Do maggiore: la chiave ottimale della vittoria. Eppure, gli accordi finali in questa magnifica chiave contengono un suono doloroso. Nel pieno riconoscimento della realtà, della sofferenza inimmaginabile della guerra, la sinfonia non può finire con un semplice trionfo.

Shostakovich compose la maggior parte della sinfonia mentre era sotto assedio a Leningrado. Dopo diversi mesi di assedio, e nonostante le sue obiezioni, il governo sovietico evacuò la famiglia Shostakovich, insieme ad altri artisti.

La Sinfonia di Leningrado è stata eseguita il 9 agosto 1942 nella sua città natale assediata. La partitura venne trasportata in aereo attraverso linee naziste. L'orchestra contava solo quindici musicisti, ma altri vennero richiamati dal fronte.

Una clarinettista di questa storica performance, Galina Lelyukhina, ricorda delle prove: "Avevano annunciato alla radio che tutti i musicisti viventi erano invitati. Era difficile muoversi. Ero stata ammalata di scorbuto e le mie gambe erano doloranti. All'inizio eravamo in nove, ma arrivarono altri. Il direttore, Eliasberg, fu trasportato in slitta, perché la fame lo aveva reso molto debole".

Il 9 agosto 1942 la sala era pronta, con porte e finestre aperte in modo che chi era all'esterno potessero sentire. La musica venne trasmessa per le strade e al fronte per ispirare tutta la nazione. L'armata Rossa prevenne i piani tedeschi di interrompere il concerto, bombardando il nemico in anticipo per assicurare il silenzio per le due ore necessarie al concerto.

Una sopravvissuta dell'assedio, Irina Skripacheva, ricorda: "Questa sinfonia ha avuto un enorme impatto su di noi. Il ritmo incitava una sensazione di elevazione, di volo... Al tempo stesso potevamo sentire il timore spaventoso delle orde tedesche. Fu indimenticabile e travolgente".

Settantacinque anni più tardi, lungo il confine occidentale della Russia, i carriarmati e le truppe NATO (compresi i tedeschi) si preparano alla guerra.

La Settima Sinfonia di Shostakovich, Leningrado, è disponibile su Youtube.


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