Vincere la sofferenza dei lavoratori nella congiuntura corrente richiede un intervento dello Stato preordinato a questo fine. Ciò a sua volta richiede non solo che lo stato sia sensibile alle difficoltà della classe lavoratrice, ma che debba altresì avere autonomia dalla schiavitù verso i capricci della finanza internazionale per seguire un'agenda che porti vantaggio alla classe lavoratrice. Questa autonomia può essere conquistata in una delle due seguenti maniere.
L'una è quella di riunire i maggiori stati-nazione insieme (creando, per così dire, un surrogato stato mondiale) che possa superare l'opposizione del capitale finanziario internazionale, al fine di implementare un'agenda in favore della classe lavoratrice; l'altra è che le nazioni, singolarmente o a gruppi, si stacchino dal vortice della finanza globalizzata, ponendo in essere controlli sul capitale che possano conferire loro l'autonomia necessaria a perseguire un'agenda alternativa.
Mi si lasci approfondire. Un'aumento del livello di domanda aggregata è essenziale per ridurre la disoccupazione nell'economia mondiale; in assenza di un siffatto aumento, ogni singola nazione che tenti di aumentare l'occupazione attraverso il solo protezionismo, come sta facendo Trump, serve solo alla politica del "manda in rovina il tuo vicino", vale a dire l'esportazione della disoccupazione, che richiamerebbe necessariamente la rappresaglia da parte delle altre nazioni, minando ulteriormente la fiducia dei capitalisti e quindi accentuerebbe nel complesso la disoccupazione e la crisi.
Ma in una situazione dove, non sorprendentemente, la politica monetaria si è rivelata incapace di aumentare la domanda, un incremento nella domanda aggregata mondiale può essere raggiunto solo attraverso mezzi fiscali. All'interno dei quali ci sono solo due possibilità (13). Una è attraverso uno stimolo fiscale coordinato da parte dei diversi maggiori stati nazione in spregio ai desiderata del capitale finanziario internazionale. Ma una simile mossa (che per inciso fu messa in discussione da un gruppo di tradunionisti tedeschi nel 1930 ed anche da Keynes) può solo arrivare come risultato della pressione esercitata dalle lotte coordinate dei lavoratori di questi paesi, della quale oggi non vi è traccia (14).
Il secondo modo è quello di aumentare la domanda aggregata (diverso dalle politiche del "rovina il tuo vicino") e per i singoli stati quello di svincolarsi dal vortice della finanza globalizzata attraverso l'imposizione di controlli sul capitale e provvedendo ad uno stimolo fiscale espansivo per le proprie rispettive economie, attraverso una più grande spesa pubblica finanziata da un deficit fiscale o dalle tasse sui capitalisti. Dal momento che la possibilità di forgiare un'alleanza tra contadini e lavoratori che possa sostenere un simile Stato è più grande all'interno dei singoli stati che invece tra gli stati, il superare la congiuntura presente richiede lo svincolo dal regime della globalizzazione esistente (l'esatta estensione di un simile svincolo dovrà essere determinato dalle circostanze).
Naturalmente, superare la congiuntura presente attraverso la costruzione di un'alleanza tra operai e contadini all'interno di un singolo stato (che dovrebbe essere un grande paese del Terzo Mondo con una discreta piccola produzione) non può essere la fine della storia. Proprio come, nelle analisi di Lenin, il portare avanti la rivoluzione democratica fino al suo completamento attraverso un'alleanza tra operai e contadini non era la fine della storia, ed era invece una parte del processo di transizione al socialismo, allo stesso modo lo svincolarsi dalla globalizzazione, per invertire le sue nocive conseguenze sui lavoratori e sui piccoli produttori, attraverso uno stato fondato sull'alleanza tra contadini e operai, sarà parte di una transizione, attraverso stadi, verso il socialismo.
Superare la congiuntura diviene allora parte di un processo per il superamento del sistema stesso. Anche se per caso le forze rivoluzionarie che costituiscono l'alleanza tra operai e contadini divengono inconsapevoli di questa necessità, l'opposizione del capitale finanziario internazionale al loro (in apparenza modesto) sforzo di superare la stessa congiuntura (nelle parole di Marx) fa "risuonare la dialettica" dentro di loro, ricordando loro la necessità di andare oltre il sistema anche per andare oltre alla congiuntura.
La congiuntura presente in breve fa rivivere ancora una volta la rilevanza dell'agenda leninista che ha informato la Rivoluzione d'Ottobre, sebbene per ragioni che non sono identiche a quelle precedenti. Al desiderio della libertà dal giogo feudale dei contadini si aggiunge oggi il desiderio dei contadini (e anche quello degli altri piccoli produttori del Terzo Mondo) di libertà dall'oppressione del regime neoliberista imposto dal capitale finanziario internazionale sotto la globalizzazione. La rivoluzione democratica oggi deve includere lo svincolo dal regime della globalizzazione in modo che gli stati acquisiscano autonomia faccia a faccia col capitale finanziario internazionale, la quale a sua volta è una condizione per qualsivoglia intervento politico per rendere efficiente un'alleanza tra operai e contadini. La globalizzazione ha creato sia la necessità che la possibilità di un'alleanza tra operai e contadini, ed ha portato il mondo a un passo tale per cui la scelta è tra l'avanzare verso la creazione di una simile alleanza o il rimanere bersaglio delle crisi nelle quali il capitale finanziario sempre più si affiderà alla stampella del fascismo per sostenere la sua egemonia.
Comunque, si affaccia qui una questione importante. Mentre il capitalismo ha ancora una volta assunto una forma che merita solo di essere disprezzata, l'attenuazione delle rivalità interimperialiste rende molto più difficile che nei tempi di Lenin sostenere ogni sforzo per sfuggire dall'egemonia della finanza internazionale. Superare la stessa congiuntura diventa difficile in assenza di divisioni tra le maggiori potenze capitaliste. o, messa in modo diverso, l'attenuazione delle rivalità interimperialiste sembra creare una situazione senza via di uscita, dove a dispetto dell'oppressione derivante dalla presente congiuntura, ogni fuga da essa appare impossibile.
Mentre la risposta a questa domanda si troverà solo nella prassi, ciò che suggerisce è che la salvaguardia di una forte alleanza tra contadini e operai diventa sempre più importante per il superamento della congiuntura presente, anche se può rallentare di molto la transizione al socialismo.
Una delle principali cause della caduta dell'Unione Sovietica, che la Rivoluzione d'Ottobre aveva creato, fu la difficoltà di mantenere l'alleanza tra operai e contadini; nei fatti la sua rottura attraverso la collettivizzazione forzata ha lasciato una cicatrice permanente sul nuovo sistema. Questo punto debole deve essere evitato (15).
La necessità di svincolarsi dal presente regime di globalizzazione non è spesso apprezzata all'interno della sinistra, che porta significativi segmenti della sinistra, senza dubbio inconsapevolmente, ad essere soggetti all'egemonia del neoliberismo. Farla finita con questa egemonia è la priorità principale per superare la congiuntura presente.
Note:
(13) Michal Kalecki aveva evidenziato l'inadeguatezza della politica monetaria per stimolare la domanda in un suo articolo classico: Aspetti politici della piena occupazione" ristampato in Saggi scelti sulla dinamica dell'economia capitalista 1933-1970 (Cambridge University Press, 1971).
(14) C.P. Kindleberger, The World in Depression, 1929-1939 (Berkeley CA, University of California Press, 1986).
(15) Una visione, largamente presente nella sinistra, che contribuisce a questa debolezza, è che la piccola produzione per il mercato sia la progenie del ritorno al capitalismo. Questo non è vero né teoricamente né storicamente. Vedi Prabhat Patnaik Defining the Concept of Commodity Production, Studies in People's History, 2, no.1 (2015) 117-125.
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