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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 07-07-10 - n. 326
Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
19° Seminario Comunista Internazionale:
Le conseguenze della crisi economica e l'intervento dei partiti comunisti
Contributo del Partito del Lavoro del Belgio (PTB)
L'anno scorso vi abbiamo informato che avremmo partecipato alle elezioni europee del giugno 2009 con lo slogan "Stop al circo della politica". Oggi, il governo belga è caduto, ancora una volta, sulla questione nazionale. Non cerchiamo di capire, nemmeno i nostri vicini francesi o olandesi possono comprenderlo, né lo può la maggioranza dello stesso popolo belga. Quindi oggi vi annunciamo che parteciperemo alle elezioni nazionali del 13 giugno con lo slogan "Votate CONTRO, votate PTB".
Questo perché le larghe masse sono stufe dell’opzione nazionalista che porta alla divisione del paese. Il PTB è l'unico partito di portata nazionale rimasto, poiché tutte le altre correnti politiche si sono divise in partiti di lingua olandese e francese. Per il PTB, l’offerta nazionalista divide la classe operaia proprio nel momento in cui è necessaria la più grande unità tra lavoratori fiamminghi, valloni, brussellesi e immigrati CONTRO le oscure misure che ci aspettano. Votare CONTRO significa anche contro i drastici provvedimenti già annunciati. Come tutti i paesi europei, anche lo Stato belga si è pesantemente indebitato per salvare le banche e il deficit di bilancio ammonta al 6% del PIL. Il defunto governo stava preparando una riforma radicale del sistema previdenziale per arrivare all’estensione dell’età lavorativa. Come in tutti i paesi capitalistici, la disoccupazione è alle stelle, mentre la lista delle ristrutturazioni e dei licenziamenti si allunga di giorno in giorno. Il nostro slogan "Votate CONTRO" significa che il PTB vuole organizzare la resistenza contro la distruzione sociale che ci attende.
Avremmo preferito ignorare queste elezioni, in quanto dall'esplosione della crisi il nostro Partito cerca di concentrare tutte le forze sulla mobilitazione delle masse contro la politica della crisi. Vogliamo concentrare la nostra attività nell’intervento all’interno della lotta di classe, nelle fabbriche e nei servizi pubblici. La crisi ci costringe a combattere la routine offrendoci un'eccellente opportunità per rivoluzionare il nostro Partito. Abbiamo lavorato con questo spirito sin dallo scoppio della crisi alla fine del 2008.
Prima di tutto, abbiamo dovuto fare in modo che tutti i nostri iscritti prendessero piena coscienza della gravità e della profondità della crisi sistemica. Abbiamo dedicato sessioni speciali del Comitato Centrale a questo tema, in modo che l'intero Partito, a partire dal vertice, fosse sul piede di guerra. Avete potuto leggere la nostra analisi nel primo numero del Bollettino comunista internazionale. Abbiamo poi reso popolare questa analisi attraverso gli articoli sul nostro organo settimanale Solidaire, attraverso le interviste ai quadri dirigenti e, più recentemente, con una risoluzione attualizzata del Comitato Centrale (marzo 2010). Avevamo programmato una sessione speciale di studio su questo documento di circa 300 quadri intermedi, ma a causa delle elezioni abbiamo dovuto rimandare.
Se prendiamo seriamente il fatto che l’attuale crisi sistemica sia generale e profonda come quella del 1930, ogni soldato deve diventare un comandante e tutta l'energia potenziale del Partito deve essere impegnata. Ciò implica una mobilitazione ideologica, in particolare per la nuova generazione di potenziali quadri. La lotta di classe a venire ci permetterà di creare una coscienza di classe attraverso la partecipazione alle lotte. Questi sono anche i momenti in cui lo studio del marxismo-leninismo è fatto con maggiore interesse. Il Partito ha avviato un corso di studi per il Comitato Centrale, una scuola per i giovani quadri e un corso di formazione per i nuovi dirigenti delle sezioni di Partito.
Sul piano politico, il periodo attuale è il banco di prova per l'attuazione degli orientamenti politici dell'8° Congresso del Partito (2007). Essi possono essere riassunti in un solo precetto: fermezza sui principi, flessibilità nelle tattiche. Da un lato, la crisi mostra più che mai il capitalismo come un sistema barbaro e disumano e il socialismo come una necessità oggettiva. Dall'altro, le condizioni soggettive delle masse appaiono ancora molto arretrate rispetto a questo livello di coscienza. In passato, abbiamo spesso trascurato quest'ultimo aspetto limitandoci ad affermare le nostre "verità". Ma la cosa importante non è avere ragione, ma convincere gli altri della bontà di questa idea. E perché questo avvenga, è necessario cogliere i germi di resistenza, per scoprire su quali questioni le masse sono pronte a mobilitarsi e contro cosa la loro rabbia è diretta.
La coscienza delle grandi masse si sviluppa attraverso la lotta. In questi tempi di profonda crisi, la difesa degli interessi immediati delle masse è un compito fondamentale per ogni Partito comunista. Abbiamo presentato tre richieste su cui intendiamo concentrare la resistenza, istanze che abbiamo avanzato anche nella nostra campagna elettorale:
1. Difesa del potere d'acquisto; vogliamo che l'IVA sui prodotti energetici sia abbassata dal 21% al 6%. Gas ed elettricità non sono beni di lusso come il caviale, ma di prima necessità. Abbiamo raccolto 200.000 firme in favore di questa richiesta e costruito una rete di 120.000 indirizzi e-mail attraverso questa campagna, che ricevono aggiornamenti regolari tramite newsletter.
2. Difesa dei posti di lavoro; chiediamo il divieto dei licenziamenti nelle aziende che registrano profitti. Concretamente, sosteniamo una "legge InBev". Nel gennaio 2010, la dirigenza InBev - il primo gruppo produttore di birra al mondo, che è belga-brasiliano - ha annunciato 263 licenziamenti in Belgio, mentre la società aveva pagato ai suoi azionisti quasi 785 milioni di euro di dividendi per l'anno 2009 e ne prevedeva circa 946 milioni per l’anno 2010. Uno sciopero dei lavoratori InBev è riuscito a fare fallire questo piano, grazie anche all'ampio sostegno della popolazione.
3. Difesa del diritto a una pensione dignitosa; diciamo "no all'estensione di 3 anni dell'età pensionabile" e "giù le mani dal sistema di pensionamento anticipato (pre-pensionamento). Questo è un tema estremamente sensibile per i lavoratori che affrontano ovunque in Europa, le più varie manovre dei governi .
Oggi, più che mai, è possibile mobilitare la classe operaia d'Europa dietro un unico slogan: "Noi non pagheremo la loro crisi". Questa parola d'ordine è avanzata dai sindacati in Portogallo, Paesi Bassi, Spagna, Italia, Gran Bretagna, Irlanda, Grecia, Francia... Ma c'è anche una seconda parte: chi pagherà la crisi? O noi o loro, non c'è una terza via. Ecco perché il nostro Partito ha lanciato, da un anno, una campagna fondamentale per tassare i milionari. Si tratta di una tassazione progressiva sulle fortune del 2% più ricco della popolazione, che potrebbe generare un gettito di 8 miliardi di euro. Si tratta di una campagna offensiva che può essere fatta propria dalle organizzazioni sindacali per mobilitazioni nazionali.
Al fine di rendere questa campagna molto visibile, il nostro ufficio per la comunicazione ha utilizzato la parodia di una campagna pubblicitaria per un detersivo. Attraverso Internet e mediante l'agitazione militante intendiamo raccogliere 88.000 sostenitori, pari al numero del 2% più ricco delle famiglie nel nostro paese. Stiamo preparando una carovana in tutto il paese e organizzando la visita dei castelli delle 25 famiglie tra le 50 più ricche. Questo è un modo di personalizzare la ricchezza in Belgio e per rendere le persone consapevoli che si tratta di quelle famiglie che possiedono le imprese e le società finanziarie e commerciali. In breve, che appartengono alla classe che vive sullo sfruttamento della classe operaia. È un mezzo semplice ed efficace per affrontare nuovamente la questione delle classi sociali, degli sfruttatori e sfruttati. E' anche un mezzo semplice ed efficace per combattere il pessimismo e la rassegnazione. Perché una volta che i lavoratori in lotta divengono coscienti che i super ricchi rappresentano una fonte inesauribile cui attingere, tanto maggiore sarà la loro determinazione. Insistiamo sul fatto che con gli 8 miliardi di euro ricavati dall'imposta sui milionari si possono creare posti di lavoro nei servizi pubblici, aumentare le prestazioni pensionistiche e gli assegni sociali e utilizzare maggiori risorse per un sistema educativo democratico.
Naturalmente, tutta questa impostazione - che parte dai bisogni immediati della classe operaia - ci permette di diffondere l'unica e fondamentale alternativa: una società socialista, basata sulla proprietà collettiva dei mezzi di produzione, distribuzione e informazione, e con una economia pianificata nelle mani del potere popolare. Più vicini sono i legami con le masse e più è semplice per i comunisti conquistare cuori e menti al socialismo. Questa è una lezione che scaturisce da tutte le rivoluzioni del passato. Naturalmente, il presupposto sta nel perseverare sulla strada del marxismo-leninismo. Questa è la ragione per cui il PTB incentrerà sul socialismo il dibattito del suo 9° Congresso nel 2013. Abbiamo anche preso l'iniziativa di avviare un dibattito pubblico per mettere il socialismo di nuovo al centro della scena. Quando il partito socialdemocratico fiammingo voleva farla finita con il termine "socialismo" nel nome del partito, il nostro presidente scrisse un articolo sui giornali per invocare una "tavola rotonda dei socialisti". Questo appello ha unito molti sindacalisti e progressisti, sino a poter animare, dopo un anno di preparativi, una "Giornata per il socialismo" nel marzo scorso, con circa 750 partecipanti. Questa iniziativa sarà ripetuta il prossimo anno.
Che piaccia o no, oggi siamo palesemente in campagna elettorale. Applicheremo tutto quanto menzionato a questa campagna. Ma il parametro più importante del successo resta il grado di irrobustimento del nostro Partito. E questo è riflesso parzialmente nei risultati delle elezioni. Il nostro Partito vuole diventare sempre più un partito dei lavoratori. Per questo motivo, abbiamo reso l'ingresso al nostro Partito più semplice. All'8° Congresso abbiamo fissato il nostro obiettivo a 5.000 iscritti entro il giugno 2010. Non otterremo questo traguardo, ma è solo un obiettivo posticipato. Siamo sulla buona strada per arrivare a 4.500 iscritti entro il 25 settembre, data in cui lanceremo la prima edizione di una festa popolare del nostro settimanale Solidaire, una festa che, come speriamo, simboleggi il nuovo corso del nostro Partito.
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