www.resistenze.org
- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 04-06-12 - n. 412
da www.icsbrussels.org/ICS/2012/Contributions_to_the_Seminar/ICS2012_Belgium_PTB_ES.pdf
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
21° Seminario Comunista Internazionale
Bruxelles, 18-20 maggio 2012
www.icsbrussels.org - ics@icsbrussels.org
Il rapporto tra i compiti immediati dei comunisti e la loro lotta per il socialismo
Contributo del Partito del Lavoro del Belgio (PTB)
L'esperienza del PTB
La lotta per il socialismo e la tattica per giungervi sono al centro degli sforzi del Partito del Lavoro del Belgio (PTB). Nel 2008, l'8° Congresso ha ribadito il nostro carattere rivoluzionario, distinguendoci chiaramente dal riformismo: "I riformisti mirano a dividere il movimento per mezzo di concessioni ed elemosine, per ingannare il popolo, demoralizzarlo e cercare di allontanarlo dalla lotta di classe. Il nostro partito, al contrario, cerca per il movimento parole d'ordine che affinino la coscienza. Propone forme di organizzazione che ampliano la portata del movimento e lancia proposte di azione che attraggano il maggior numero possibile di persone, poiché il mondo di domani, il socialismo, non comparirà dal nulla. Non ci verrà regalato. Sarà il risultato di un lungo periodo di conflitto tra i due grandi campi nemici che sono diametralmente opposti l'uno all'altro: la classe possidente (il capitale) e la classe operaia. Ed infine, la classe operaia avrà il potere nelle sue mani a scapito della classe possidente. Si tratta di un'inversione della società, di una rivoluzione socialista ". (1)
L'8° Congresso del Partito: occupare il posto a sinistra della socialdemocrazia
In Belgio non siamo ancora in un periodo rivoluzionario. Ma la crisi porta strati importanti del popolo ad allontanarsi dalla socialdemocrazia. L'8° Congresso ha anche formulato l'ambizione per il PTB di occupare il posto alla sinistra della socialdemocrazia. Come partito rivoluzionario e come un partito che parte dalla bassa coscienza attuale delle masse, al fine di farla avanzare con un approccio e un linguaggio a loro accessibile. E' un'operazione strategica, che richiede tattiche appropriate che riassumiamo così: essere un partito dei princìpi, flessibile nella tattica.
"E' la loro crisi, cerchiamo di fargliela pagare: miliardari, grandi banchieri e speculatori"
Dopo la nostra Conferenza Nazionale di marzo 2011 dedicata alla crisi, abbiamo deciso nel giugno 2011, di adottare come orientamento generale per la nostra azione politica negli anni a venire, l'ottica seguente:"È la loro crisi, cerchiamo di fargliela pagare: miliardari, grandi banchieri e speculatori ". Questo orientamento ci permette, in ogni fase della lotta, di individuare i responsabili della crisi e di orientare la rabbia delle masse contro la borghesia. Esso ci permette anche di porre la questione della scelta della società, così come il carattere inconciliabile della contraddizione capitale-lavoro. Su questa impostazione avanziamo anche le nostre richieste immediate di lotta (contro i piani di austerità e le ristrutturazioni), ma anche le rivendicazioni intermedie, come la tassa sui milionari e l'aumento della tassazione sui profitti delle imprese.
Sull'importanza delle rivendicazioni
Allo stato attuale di coscienza della popolazione, è importante svelare nuovamente la natura della contraddizione capitale-lavoro. Da due anni e mezzo abbiamo smascherato diversi aspetti, col nostro dipartimento studi, sulla debolezza delle imposte sui profitti delle imprese (quasi nulle per multinazionali come la Exxon, Inbev, Solvay ...). Questo ha provocato un vivace dibattito in tutti i media, con una reazione delle organizzazioni padronali e una simpatia crescente nei sindacati. Abbiamo spiegato che se un sistema di tassazione "legale" (senza detrazioni fiscali) fosse stato applicato, il governo avrebbe ottenuto esattamente la stessa cifra che impone ora ai lavoratori con il suo piano di austerità.
La rivendicazione della tassa sui milionari (2) (una tassa dell'1% sui patrimoni superiori al milione di euro) va nella stessa ottica. Perché avanzare una simile richiesta?
1. Uno degli obiettivi chiari è quello di dare alla classe avversaria un volto, contro l'idea borghese del "mercato anonimo ed invisibile che impone la sua volontà". Dando un nome ai milionari, puntiamo il dito su 88.000 famiglie belghe. Per esempio la famiglia De Spoelberch, la più ricca del Belgio, principale azionista del gigante della birra Inbev. Quando l'azienda ha licenziato 300 lavoratori, ne abbiamo denunciato i profitti, i dividendi e i bonus. Abbiamo organizzato presidi presso il loro castello di famiglia, nell'ambito del "Tour dei milionari ". La tassa sui milionari è oggi ampiamente riconosciuta come "un marchio di fabbrica del PTB, che lo definisce come un partito che si oppone ai super-ricchi.
2. Con questa rivendicazione, possiamo riunire l'avanguardia e una parte delle masse attorno al partito, in opposizione alla socialdemocrazia, in particolare nel fronte sindacale. Questa precisa e ben quantificata richiesta (che renderebbe 8 miliardi di euro), ci permette di smascherare la socialdemocrazia che fa pagare la crisi ai pensionati, ai disoccupati e alla "classe media" (intendendo per questa, famiglie di lavoratori con due redditi) proponendo solo misure simboliche e non significative contro i ricchi.
3. Ci permette anche di smontare le argomentazioni della borghesia del tipo "le casse dello Stato sono vuote, è necessario fare sacrifici" e dimostrare che i mezzi si possono trovare per rispondere ai bisogni delle masse, per esempio per il finanziamento e l'aumento delle pensioni, per la creazione di posti di lavoro nel settore pubblico ...
Sappiamo che una tale riforma, come ogni riforma, può essere recuperata dal capitalismo (a proposito, questa riforma esiste in una forma attenuata in diversi paesi capitalisti). Ma la questione è sapere se, diffusa in modo corretto e rivoluzionario in questo momento particolare in Belgio, possa contribuire a rafforzare la coscienza delle masse, organizzarle e mobilitarle. Sulla base dell'esperienza negli ultimi tre anni, la nostra risposta è sì. Allo stesso tempo, sappiamo che non andremo avanti all'infinito con questa rivendicazione. In una fase più avanzata della lotta infatti, essa potrebbe rivelarsi superata oppure essere sostenuta da forze che vogliono ostacolare richieste più radicali.
Immergersi nelle lotte delle masse contro la crisi
Noi lavoriamo con questa prospettiva "E' la loro crisi, cerchiamo di fargliela pagare" e con le nostre lotte immediate ed intermedie nei movimenti spontanei. Ma abbiamo anche l'ambizione di influire sul corso degli avvenimenti. Dal luglio 2011 ci stiamo preparando per il prossimo movimento di protesta contro i piani di austerità, contro le riforme in materia di estensione della carriera lavorativa prima di avere accesso alla pensione e contro le riforme del mercato del lavoro che attaccano il sistema dei sussidi di disoccupazione. Perché è nella lotta che si apprende più rapidamente e questo vale sia per le masse, che per l'avanguardia.
Nel nostro lavoro di preparazione a questo movimento abbiamo concentrato i nostri sforzi sulle grandi aziende e sulle organizzazioni sindacali, con i nostri compagni attivi in quegli ambiti. Abbiamo ampiamente fatto conoscere la nostra analisi e le nostre rivendicazione come partito. Abbiamo combattuto l'idea insita nei sindacati che afferma che "nulla deve essere fatto finché non saranno conosciute le misure concrete del governo". Abbiamo sostenuto le forze che invocavano la rottura con il piano Di Rupo, che ha rifiutato di negoziare l'applicazione delle misure governative.
Possiamo dire che il partito ha ampiamente contribuito al fatto che i sindacati abbiano promosso e gestito una manifestazione nazionale il 2 dicembre, uno sciopero dei servizi pubblici il 22 dicembre e uno sciopero generale il 30 gennaio contro il piano Di Rupo. Questo sciopero è stato il primo nel suo genere dal 2005 e il più grande dal 1993. Una nuova generazione di lavoratori ha conosciuto il suo battesimo col fuoco.
Rompere il silenzio mediatico
In Belgio, la nostra influenza è significativa, ma ancora limitata. Il nostro partito rimane ancora troppo poco conosciuto dalle masse. Nell'8° Congresso, abbiamo deciso di adottare tattiche appropriate per rompere il silenzio dei media attorno al partito. Così abbiamo deciso di usare il partito e i suoi portavoce come opinion leader, utilizzando diversi canali. Nel 2011, il Consiglio Nazionale del PTB ha deciso la pubblicazione di un libro (scritto dal presidente Peter Mertens, con il titolo "Come osano? La crisi, l'euro e i grandi rapinatori"), che prova a fare una analisi attualizzata della crisi del capitalismo, in particolare della crisi europea, delle rivendicazioni del partito, ma anche dell'alternativa di società.
Si tratta di un libro dai toni radicali, di rigorosa analisi e con un approccio popolare. Il libro è stato un successo immediato e ha permesso di riaprire il dibattito su quale società (contro il TINA - There Is No Alternative, Non c'è Alternativa). Sono state vendute 16.000 copie in olandese - rendendolo il libro politico più venduto degli ultimi 20 anni - e 4.000 in francese. Più di 6.500 persone hanno partecipato a conferenze del presidente del partito in tutto il Belgio. Più di 40 interviste fatte in televisione, in radio e sulla stampa, ogni volta che si parlava di società, raggiungendo un pubblico di centinaia di migliaia di persone. Nel nord del paese, in un'arena politica dominata dalla destra nazionalista, il libro ha contribuito all'inizio della riconquista alle idee marxiste dell'opinione pubblica. Fino ad ora, questo costituisce la nostra migliore esperienza nel diffondere la questione della scelta della società e del socialismo, in modo diretto e vivace.
Far crescere il partito
Per ottimizzare l'esperienza delle persone più attive e continuare a procedere in avanti, è necessario rafforzare il partito stesso. Dobbiamo valorizzare i momenti cruciali che lo permettono, come quest'anno gli scioperi e la promozione del libro di Peter Mertens .
1. Abbiamo combattuto le idee nel partito che relegano il reclutamento di nuove forze alla fase del "dopo movimento", affermando che ora "non c'è tempo". Sappiamo che è nel cuore delle lotte che l'avanguardia dei lavoratori può rompere con la socialdemocrazia e volgersi verso il comunismo. Dobbiamo battere il ferro finché è caldo. In passato, abbiamo avuto a più riprese la dolorosa esperienza di aver compiuto un ottimo lavoro, ma di non aver reclutato abbastanza ed avere così perso la possibilità di ampliare il partito dopo la lotta, nel momento in cui il pessimismo e il disfattismo si manifestano. Questa volta, abbiamo reclutato centinaia di militanti durante i picchetti degli scioperi cui abbiamo partecipato e nei giorni successivi. In questo modo da dicembre 2011 a febbraio 2012, 500 persone, per una gran parte militanti sindacali e delegati di fabbrica, si è unita alle fila del PTB.
2. Il libro "Come osano? La crisi, l'euro e i grandi rapinatori" è diventato un centro di attrazione verso il partito. Progressisti, intellettuali, sindacalisti, membri di altri partiti si sono avvicinati alle nostre analisi. Non vogliamo accontentarci della simpatia, vogliamo trasformarla in un impegno per il partito. Il che implica reclutare queste persone ma anche educarle al marxismo. Si tratta di una sfida importante per il partito.
3. Dopo l'8° Congresso, abbiamo cercato di rendere il partito più accessibile, il che ci ha permesso di ingrandirci tanto da superare oggi i 5.000 iscritti. Dobbiamo riuscire ad offrire a ciascuno di loro una formazione adeguata, in modo che possano progredire ed essere presenti in modo costante nel partito ed affinché siano educati nella prospettiva del socialismo.
Un congresso sul socialismo nel 2013
Tutta l'esperienza di quest'anno ha accentuato l'importanza del 9° Congresso del Partito che si terrà alla fine del 2013 e che affronterà la questione del socialismo. Per riaffermare il nostro obiettivo di società, per aggiornare la nostra visione sulla base dell'esperienza del 20° secolo e per rafforzare il partito ideologicamente.
David Pestieau, Membro dell'Ufficio politico, responsabile del Dipartimento studi e redattore capo del settimanale del PTB, Solidaire.
Note
1. "Un partito di principi, un partito flessibile, un partito dei lavoratori" documento dell'8° Congresso del PTB, pp60-63
2. Lanciata nel 2009, le linee di questa campagna furono spiegate nell'intervento del PTB al 19° Seminario Comunista Internazionale del 2010. Consultare anche www.taxedesmillionnaires.be
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