www.resistenze.org - pensiero resistente - transizione - analisi e prospettive - 02-06-15 - n. 546

Contributo del KKE alla Conferenza Internazionale del Partito Comunista di Boemia e Moravia

Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

25/05/2015

Una delegazione del KKE, guidata da Makis Papadopoulos, membro del CC del KKE e responsabile del Comitato ideologico del CC, ha partecipato alla Conferenza Internazionale organizzata dal Partito Comunista di Boemia e Moravia (CPBM) a Praga il 23-24 maggio. Di seguito pubblichiamo il contributo del rappresentante del KKE in relazione all'analisi delle esperienze della costruzione del socialismo del 20° secolo

A nostro avviso, l'elaborazione di una linea politica rivoluzionaria contemporanea impone ai partiti comunisti di esaminare il processo di costruzione del socialismo nel 20° secolo e di trarne le relative conclusioni. Il KKE prosegue lo sforzo sistematico di studiare le contraddizioni, le deviazioni commesse sotto la pressione della correlazione negativa dei rapporti di forza e le maggiori difficoltà oggettive in generale.

La storia conferma che durante questa transizione a lungo termine dalla società capitalista verso una società comunista sviluppata, le politiche del potere rivoluzionario dei lavoratori assegnano una priorità all'ampliamento, all'approfondimento - fino al completo dominio - delle nuove relazioni sociali basate sulle leggi del modo comunista di produzione. Tuttavia, come la storia ha dimostrato, la capacità del partito comunista di adempiere al suo ruolo rivoluzionario di guida, non è dato, ma cambia nel corso del tempo.

Fino alla seconda guerra mondiale, l'URSS ha compiuto uno sforzo sistematico per far prevalere la produzione e la distribuzione socialista, sulla base della pianificazione scientifica centrale e dell'abolizione dei rapporti di produzione capitalistici.

La lotta di classe che ha portato all'abolizione dello sfruttamento veniva, in generale, effettuata con successo. Sono stati ottenuti ottimi risultati per quanto riguarda la crescita del benessere sociale. L'immenso sviluppo economico e sociale realizzato nelle condizioni del primo tentativo storico di costruzione del socialismo ha dimostrato la superiorità dei rapporti di produzione comunista.

Dopo la seconda guerra mondiale, la lotta è entrata in una nuova fase. Il partito comunista ha dovuto affrontare nuove esigenze e sfide per quanto riguarda lo sviluppo del socialismo-comunismo. Alcune forme di proprietà privata e collettiva che sono servite come base per la perpetuazione delle relazioni di scambio in denaro hanno continuato a esistere in URSS. Inoltre, in diversi stati europei che hanno aderito al campo socialista dopo la guerra, erano sopravvissute forme di proprietà capitalista.

La lotta interna al partito, presente da diversi anni prima del 20° Congresso del PCUS e dovuta alle carenze teoriche della corrente più coerente dal punto di vista rivoluzionario, sfociò nella prevalenza delle posizioni opportuniste, di coloro che quindi sostenevano il mercato adducendo che la legge del valore fosse una legge socialista e potesse essere utilizzata al fine di affrontare i problemi dell'economia socialista.

L'attuazione delle riforme finanziarie negli anni 1950 e 1960 ha portato a un indebolimento della pianificazione centrale, al rafforzamento delle forme collettive di proprietà privata, all'intensificazione delle contraddizioni tra produzione cooperativa e socializzata, all'innalzamento delle differenze di reddito.

Ne conseguì che uscirono rafforzate le forze sociali che cercavano di ostacolare l'espansione dei rapporti di produzione comunista. Andava prendendo forma una forza sociale, composta dai dirigenti della produzione statale e delle cooperative e da una sezione degli agricoltori delle cooperative, che iniziarono a ostacolare la costruzione del socialismo. Come risultato dell'arricchimento e dell'appropriazione indebita del prodotto sociale, si è formato e ha cercato un suo funzionamento legale il mercato nero del capitale ombra. I suoi proprietari sono diventati la forza principale della controrivoluzione con un'influenza corrosiva sul partito. Le restanti forze comuniste coerenti non sono riuscite ad organizzare in tempo utile una risposta rivoluzionaria della classe operaia. La storia evidenzia quindi l'importanza della corretta percezione del funzionamento della pianificazione centralizzata da parte di ciascun partito comunista.

La pianificazione centrale è una legge scientifica della produzione comunista: è un rapporto sociale determinato dalla proprietà sociale dei mezzi di produzione. Nel periodo del comunismo immaturo non è possibile sradicare tutti i residui della precedente modalità di produzione. Le condizioni materiali non sono ancora sufficientemente formate per realizzare il principio "da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni".

Inizialmente permangono forme di proprietà privata e collettive, che costituiscono la base per l'esistenza di rapporti merce-denaro e il perpetuarsi delle disuguaglianze sociali. La classe operaia acquisisce gradualmente e non in maniera unitaria la capacità di giocare un ruolo essenziale nella organizzazione e nell'esecuzione della produzione.

In questa fase è necessario salvaguardare la socializzazione dei mezzi di produzione nel settore industriale e nel commercio, la socializzazione dei terreni e delle aziende agricole. Inoltre, la forza lavoro deve cessare di essere una merce.

Il completo dominio delle leggi del comunismo esigono che le caratteristiche immature che contraddistinguono la fase inferiore del comunismo, vengano superate.

Per questo motivo, l'intero periodo di edificazione socialista è un periodo di rivoluzione sociale, un percorso che si caratterizza per la necessità della lotta cosciente per sradicare gli elementi di immaturità.

Alcuni PC al potere nelle nuove condizioni del 21° secolo assegnano una priorità al rilassamento della pianificazione centrale e al rafforzamento delle relazioni merce-denaro, con l'obiettivo di affrontare i problemi economici contemporanei nei loro paesi. Il KKE ritiene che quella scelta spianò la strada al rovesciamento del socialismo in URSS.

Tuttavia, i rovesciamenti controrivoluzionari negli anni del 1990 non alterano il carattere della nostra epoca. Forniscono anzi lezioni su come realizzare in modo più deciso e consapevole il passaggio dal capitalismo al socialismo.


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