Dall’Ambasciata
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Il testo della lettera dell'Ambasciatore della Bielorussia Aleksei Skripko
al Direttore del quotidiano La Stampa Marcello Sorgi
29/04/2005
Gentile signor Direttore,
Sono costretto a rivolgermi al Suo quotidiano a causa dell’avvenuta pubblicazione sulle pagine de “La Stampa” in data 24 aprile 2005 di un materiale, firmato da Francesca Sforza, in cui veniva esplicitamente travisata ed oscurata la situazione in Bielorussia.
Per alimentare, dunque, una sana polemica sul tema in oggetto ed essere possibilmente obbiettivi, vorrei ribadire quanto segue.
Facendo riferimento a Condoleezza Rice ed ignorando i fatti ben evidenti,
l’autore dell’articolo citato sta reiterando i cliché sulla Bielorussia e il
suo Presidente, del quali se ne ha già fin sopra i capelli, in quanto essi
stanno continuamente migrando tra un giornale e l’altro. Si trascura di ricordare,
allo stesso tempo, che secondo i dati dell’ONU, la Bielorussia rimane tra i
primi nella CSI per l’indice di sviluppo umano, che la crescita economica nel
paese nel 2004 ha superato il 10 %, mentre i guadagni della popolazione – il
12,5 %. Forse alla giornalista valeva la pena analizzare anche le ragioni
dell’ampia popolarità del Presidente presso la popolazione del paese?
Per ciò che riguarda i dubbi dell’autore sulla legittimità delle scorse
elezioni politiche e del referendum in Bielorussia, vorrei sottolineare che a
monitorare il loro svolgimento sono stati accreditati circa 700 osservatori
internazionali di 53 paesi del mondo, nonché una missione dell’OSCE, la quale,
malgrado la loro valutazione generalmente negativa, non è riuscita comunque ad
evidenziare nemmeno un singolo caso di manipolazioni.
Con riferimento alla libertà della stampa vorrei ricordare che su 1300 testate
della stampa bielorussa più di 900 sono private. I rappresentanti
dell’opposizione hanno, quindi, tutte le possibilità per esprimere il loro
punto di vista.
Senza dubbi, in un paese che abbia un’ancor breve esperienza di indipendenza si
possono verificare anche le carenze di libertà e democrazia. Non intendiamo
occultarli. Bisogna, però, tenere conto del fatto che in Bielorussia non ci
sono dei problemi politici, militari, sociali ed umanitari che sono tipici per
alcuni paesi europei ed altri stati della CSI.
Purtroppo, l’articolo è privo di un’analisi obbiettiva della situazione nel
nostro paese, mentre sta calcando la mano sull’accentuare dei fatti negativi,
alcuni dei quali non hanno niente a che fare con la realtà. Riferisco agli
spettabili lettori che secondo i dati della CIA a cui fa cenno l’autore, la
mortalità infantile in Bielorussia è pari al 1,3 %, e non invece al 13 % come
si sostiene nell’articolo. È triste che ai fini di rinforzare con degli
“argomenti” una tonalità già precondizionata si lasciano apparire nella
pubblicazione tali “errori”.
Le sarò riconoscente, signor Direttore, se volesse pubblicare questa mia
lettera in uno dei prossimi numeri del Suo quotidiano.
Con stima,
Aleksei Skripko
Roma, 27 aprile 2005