www.resistenze.org - popoli resistenti - cina - 31-03-08 - n. 221

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I comunisti portoghesi respingono le strumentalizzazioni sul Tibet
 
27/03/2008
 
La dichiarazione di voto di Bernardino Soares, a nome del Partito Comunista Portoghese, contro la mozione di condanna della Cina in merito agli avvenimenti del Tibet, presentata all’Assemblea della Repubblica (il parlamento portoghese)
 
Signor Presidente,
 
Signori Deputati,
 
La mozione presentata sugli avvenimenti nel Tibet, esprime giudizi su cui siamo discordi, e che si basano su presupposti che, riprendendo messaggi diffusi internazionalmente (comprese le immagini di fatti avvenuti fuori dalla Cina), non corrispondono rigorosamente alla realtà.
 
Non è in discussione l’espressione del dolore del PCP per le vittime, o il suo auspicio che i conflitti vengano risolti rapidamente e pacificamente, e neppure i suoi principi di difesa della democrazia e dei diritti umani.
 
Qui è in causa in modo sempre più chiaro il fatto che ci troviamo di fronte ad una grande operazione contro i Giochi Olimpici di Pechino, reale molla che sta dietro la scalata di provocazioni e di molte delle false indignazioni a cui stiamo assistendo nella scena politica internazionale.
 
E’ inoltre curioso che si continui a parlare del Tibet come di territorio occupato dalla Cina, quando nemmeno le potenze che istigano e appoggiano i movimenti di orientamento separatista che sono all’origine delle azioni violente, e da cui persino il Dalai Lama si è smarcato, mettono in discussione l’integrità del territorio della Repubblica Popolare di Cina, compreso il Tibet quale Regione Autonoma.
 
Ciò viene inoltre accompagnato in generale da una sistematica falsificazione degli avvenimenti storici. Sarebbe corretto ricordare per reintrodurre elementi di rigore, che dal XII secolo il Tibet è unito alla Cina, con diversi gradi di autonomia, e che all’inizio del XX secolo la regione fu invasa dalla Gran Bretagna a partire dall’India. Sarebbe pure corretto ricordare che, all’epoca della rivoluzione popolare cinese, nel 1949, era in vigore in Tibet un regime feudale in cui la maggioranza della popolazione era costituita da servi e schiavi, con una forte concentrazione della terra e dei mezzi di sussistenza, oppure che il Dalai Lama, prima di proclamarsi dirigente del cosiddetto governo in esilio, aveva fatto parte egli stesso della 1° Assemblea Nazionale Popolare della Cina che aveva elaborato la Costituzione Cinese.
 
In questo processo si invocano e si inventano argomenti per giustificare le attuali e future linee di scontro e di mancanza di rispetto nei confronti del diritto internazionale che sono originate dagli stessi di sempre, da coloro che cinque anni fa non esitarono persino ad inventare l’esistenza di armi di distruzione di massa, a supporto di una guerra che ha distrutto l’Iraq e ha imposto incalcolabili sacrifici al suo popolo.
 
E’ per tali ragioni che, in questo caso, assume speciale importanza il rispetto del diritto internazionale, tante volte violato per dare luogo ad azioni di ingerenza diretta o indiretta, nel tentativo di imporre interessi strategici ed economici.
 
E’ per tutto questo che non voteremo la mozione presentata.
 
Traduzione dal portoghese per www.resistenze.org  a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare