www.resistenze.org - popoli resistenti - cina - 01-04-08 - n. 221

da PCdoB - www.vermelho.org.br/base.asp?texto=34527
 
I comunisti brasiliani a sostegno dell’unità politica e territoriale della Cina
 
“Nel tentativo di confondere l’opinione pubblica internazionale, le azioni del gruppo del “dalai lama” sono notoriamente sostenute dall’imperialismo nordamericano, che da decenni finanzia, per mezzo dei suoi servizi segreti, il cosiddetto “Governo tibetano in esilio”. E’ quanto è scritto in una nota firmata dal presidente del PCdoB (Partito Comunista del Brasile), Renato Rabelo, indirizzata a nome del partito al Comitato Centrale del PC di Cina in solidarietà al paese in merito all’episodio dei disordini di Lhasa, in Tibet. Di seguito il testo.
 
Al Comitato Centrale del Partito Comunista di Cina
 
Stimati compagni,
 
A nome del Partito Comunista del Brasile, inviamo la nostra solidarietà al popolo e al Partito Comunista di Cina per i violenti disordini del 14 marzo scorso, a Lhasa, capitale della Regione Autonoma del Tibet, pianificati ed eseguiti da elementi legati al gruppo del “dalai lama”.
 
Le provocazioni, realizzate pochi mesi dopo la positiva conclusione del 17° Congresso del Partito Comunista di Cina, nel periodo della sessione annuale dell’Assemblea Popolare Nazionale e a pochi mesi dall’inizio dei Giochi Olimpici del 2008, hanno l’evidente scopo di gettare un’ombra sulle importanti conquiste del popolo cinese di tutte le etnie che avanza nella costruzione del socialismo con caratteristiche cinesi.
 
Nel tentativo di confondere l’opinione pubblica internazionale, le azioni del gruppo del “dalai lama” sono notoriamente sostenute dall’imperialismo nordamericano, che da decenni finanzia, per mezzo dei suoi servizi segreti, il cosiddetto “Governo tibetano in esilio”, come pure dai grandi monopoli dell’informazione internazionale, che da anni promuovono le azioni del signor Tenzin Gyatso. Pochi anni fa, nel 2002, il governo nordamericano ha anche approvato una “legge”, chiamata in inglese “Tibetan Policy Act”, che ha istituzionalizzato le interferenze imperialiste nella Regione Autonoma del Tibet, operando una flagrante ingerenza negli affari interni della Repubblica Popolare di Cina, atto riprovevole sotto tutti i punti di vista per i popoli del mondo.
 
La liberazione del Tibet, poco dopo la Rivoluzione Cinese del 1949, ha aperto nuove prospettive per il popolo tibetano, in precedenza sottomesso attraverso la schiavitù e la servitù feudale, con il pretesto religioso e “culturale”. Da allora, e specialmente dall’inizio della politica di riforma e apertura nel 1978, il popolo cinese, sotto la guida del Partito Comunista di Cina, ha preso importanti iniziative che vanno nel senso dello sviluppo economico e sociale della Regione Autonoma del Tibet, storicamente la regione più arretrata della Cina. La recente inaugurazione della Ferrovia Qinghai-Tibet, una moderna opera di ingegneria, è un esempio dello sforzo del popolo cinese per promuovere lo “sviluppo nell’Ovest”, come dicono i compagni cinesi.
 
Nel momento in cui il popolo cinese, sotto la direzione del Partito Comunista di Cina e sotto la bandiera del Socialismo con peculiarità cinesi, ottiene incontestabili successi, il Partito Comunista del Brasile riafferma il suo appoggio all’unità politica e territoriale della Cina, respingendo energicamente le provocazioni secessioniste della Regione Autonoma del Tibet, parte storica e inseparabile della Repubblica Popolare di Cina.
 
Saluti fraterni
 
Renato Rabelo 
Presidente del PCdoB
 
Traduzione dal portoghese di Mauro Gemma per L’Ernesto e www.resistenze.org