http://www.fondsk.ru/article.php?id=1290
18.03.2008
Aleksandr Salickij
Vladimir Fisjukov
(Parte I)
La Cina nel 2007-2008: bilanci,problemi, prospettive (Parte II)
Dopo aver stilato un breve bilancio dello sviluppo socioeconomico della Cina nel 2007, esaminiamo ora i problemi connessi a tale sviluppo. I più rilevanti fra loro sono la diseguaglianza sociale, l’ancora insoddisfacente efficienza produttiva, l’approvvigionamento delle risorse necessarie alla produzione e il problema ecologico.
Nella suo rapporto di lavoro del governo Wen Jiabao, presidente del Consiglio di Stato della RPC, all’attuale sessione (marzo 2008) dell’ANP delinea nove obbiettivi fondamentali per l’azione dell’esecutivo[1]. Tutti sono legati più o meno strettamente ai bisogni della popolazione: fra i campi di azione di queste direttrici riportiamo le infrastrutture agricole, la regolamentazione e il controllo macroeconomico (ricordiamo che al XVII Congresso del PCC[2] è stato posto l’obbiettivo di incrementare al quota di domanda interna – in particolare dei consumi – sul PIL), così come la regolazione della struttura economica, il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni, la difesa dell’ambiente, la costruzione di una legislazione democratica, il tenore di vita delle masse e l’armonia sociale. Il contenimento dell’inflazione sui beni al consumo è definito nel rapporto «una questione importante, dalla quale dipendono gli interessi reali del popolo, nonché gli obbiettivi prioritari di regolamentazione economica per il 2008»[3].
Notiamo come l’inflazione insolitamente alta (4,8%) per la Cina contemporanea non sia legata unicamente a fattori esterni. Un ruolo rilevante è ricoperto dall’impennata della domanda interna e dalla contrazione del tasso di risparmio della popolazione, sceso al 7% contro il 15% del 2006 e il 18% del 2005. Nel 2007 il commercio al dettaglio ha accresciuto le proprie vendite di quasi il 17%, contro il 14% del 2006 e il 13% del 2005.
Un evento importante degli ultimi anni è stato inoltre l’aumento dell’importazione di alcuni beni di consumo, in particolare «di lusso», legati alla domanda dello strato più abbiente della popolazione[4]. Inoltre, i cinesi che hanno viaggiato all’estero per turismo sono aumentati del 21% (oltre 40 milioni di persone).
Al fine di incrementare il risparmio ed eliminare gli squilibri nella domanda, nell’attuale sessione dell’ANP sono state intraprese misure per frenare l’inflazione in crescita. Inoltre, le misure per il 2008 mostrano come i problemi più gravi per il popolo siano affrontati con la massima attenzione da parte della dirigenza politica cinese. La prima preoccupazione del governo è, come accennato, prevenire un ulteriore incremento dell’inflazione, nonché implementare il sistema di stato sociale, proseguire nella riforma del sistema sanitario e attuare le quattro misure per creare un sistema di politiche per la casa (essenzialmente aiuti alle famiglie di reddito medio e basso)[5]. Aumenteranno gli investimenti per il risparmio energetico e la difesa dell’ambiente, nonché l’ampliamento ulteriore delle infrastrutture agricole con l’obbiettivo di incrementare i redditi dei contadini. Sarà attentamente regolamentata l’assegnazione di nuovi lotti in edilizia e saranno intraprese ulteriori misure per prevenire il sorgere di «bolle speculative», in particolare in borsa.
Sarà incrementato in modo significativo l’importo delle spese di bilancio per i problemi «delle campagne, dell’agricoltura e dei contadini»[6]. Queste misure interesseranno lo stato sociale, le forniture di servizi medico-sanitari, l’educazione, la cultura, il risparmio energetico e sulle voci d’uscita, nonché la costruzione di case popolari con canoni d’affitto accessibili.
Secondo la relazione di Wen Jiabao, lo Stato stanzierà 85,9 miliardi di yuan per l’educazione, con un aumento del 41,7% rispetto l’anno precedente. Questi soldi andranno principalmente a perfezionare il sistema di sussidi per gli studenti provenienti da famiglie indigenti e altri aiuti finanziari. La dotazione del governo centrale per il sistema medico-sanitario ammonterà a 31,3 miliardi di yuan (con un aumento del 86,8%).
Paesi |
Coefficiente di Gini[7] |
Paesi |
Coefficiente di Gini |
Giappone |
0,25 |
India |
0,33 |
Germania |
0,28 |
Tailandia |
0,43 |
Francia |
0,33 |
Cina |
0,44 |
Italia |
0,36 |
Nigeria |
0,51 |
Gran Bretagna |
0,36 |
Messico |
0,55 |
USA |
0,41 |
Brasile |
0,59 |
Fonte: Human Development Report 2005. Wash.: UNDP, 2005.
Il livello di diseguaglianza socio-economica in Cina resta alto, rispetto a quello dei Paesi sviluppati, il che non deve destare sorpresa per un Paese dalle differenze economiche e geografiche enormi. Esistono comunque segnali positivi. Nel triennio 2005-2007 il tasso annuale di crescita del reddito pro capite dei contadini (in termini reali) è aumentato costantemente, passando dal 6,2% al 7,4% e, infine al 9,5% del 2007. Tuttavia la questione fondamentale per la Cina come per molti altri Paesi della disparità di reddito fra campagna e città non è stata ancora risolta: nel 2007 il reddito netto degli abitanti delle città superava di 3,3 volte quello dei contadini.
Sempre maggiore importanza sta assumendo il crescente volume di denaro mosso dalla ripartizione del bilancio statale (e ciò nonostante il fatto che le aziende del settore statale trattengano per sé parte del carico fiscale per fini «sociali»). La velocità con cui crescono i gettiti d’imposta in Cina è di gran lunga maggiore di quella con cui si sviluppa l’economia. Nel 2004 il gettito fiscale è aumentato del 25,7%, nel 2005 del 20%, l’anno seguente del 22% e l’anno scorso del 31,4% (!). Insieme all’ampliamento della base fiscale sta crescendo anche la quota di PIL data dal bilancio statale. Attualmente ha raggiunto il 23%, superando di gran lunga l’indicatore analogo della Russia[8].
E’ un concetto che va ribadito: nel 2006-2007 l’accelerazione della crescita economica sia in Cina che in Russia è avvenuta grazie all’incremento del saggio di accumulazione da un lato e dalla crescita della quota del bilancio statale sul PIL. In altre parole, la teoria liberale dello “Stato minimo” in ultima analisi ha mostrato tutta la sua inconsistenza, laddove invece ritorna in auge la vecchia regola: per incrementare il volume del mercato interno occorre una più equa ripartizione delle risorse.
Il miglioramento delle condizioni di vita dei contadini cinesi merita estrema attenzione anche alla luce della situazione dei lavoratori rurali[9] immigrati in città.
La disoccupazione sta diminuendo, e il suo livello registrato nelle città si è mantenuto entro il 4,5%. Dal bilancio statale sono stati destinati nel 2007 complessivamente 66,6 miliardi di yuan come sussidi per l’occupazione. In media negli ultimi 5 anni sono stati creati ogni anno 10 milioni di posti di lavoro nelle città e 8 milioni di contadini hanno cambiato tipo di occupazione. E’ stato inoltre fondamentalmente risolto il problema occupazionale degli esuberi nelle aziende statali. Nei centri urbani è stato costantemente migliorato il sistema di previdenza sociale per operai e impiegati, e nel 2007 il numero di iscritti superava i 200 milioni, 54 milioni in più del 2002.
Il bilancio statale ha stanziato nel 2008 562,5 miliardi di yuan per l’agricoltura, le campagne e i contadini, con un incremento di 130,7 yuan rispetto l’anno precedente.
Per creare il più velocemente possibile un sistema di stato sociale il bilancio statale ha destinato nel 2008 276,2 miliardi di yuan, con un incremento rispetto al 2007 di 45,8 miliardi. Dal 1 gennaio 2008 per tre anni consecutivi si finanzierà l’ampliamento della base contributiva per le pensioni di anzianità.
Economia, ecologia, energia: queste «tre e» sono uno slogan popolare dell’attuale politica di Pechino. L’armonizzazione di tali componenti è la chiave per risolvere i problemi della modernizzazione, come ritengono gli economisti cinesi[10].
I problemi legati all’ambiente occupano le prime pagine dei memorandum dei dirigenti e delle circolari ministeriali. Il presidente ha espresso soddisfazione perché in Cina nel 2007, per la prima volta dopo diversi anni, è diminuita complessivamente del 3,1% la domanda chimica di ossigeno[11] rispetto al 2006, così come sono calate del 4,7% le emissioni di anidride solforosa.
Wen Jiabao ho poi evidenziato come sia estremamente importante il risparmio energetico e la difesa dell’ambiente. Fra gli obbiettivi fondamentali dell’undicesimo piano quinquennale (2006-2010) il raggiungimento dei parametri di risparmio energetico e di diminuzione di emissioni nell’ambiente sono considerati obbligatori. Secondo legge è stata dismessa una parte considerevole del potenziale produttivo cinese ormai obsoleto. In particolare, questo provvedimento ha interessato piccole centrali termoelettriche per una potenza complessiva di 21,6 milioni di Kw; sono state inoltre chiuse 11.000 piccole miniere di carbone e fermate in quanto obsolete ferriere per una produzione pari a 46,6 milioni di tonnellate, acciaierie per una produzione di 37,5 milioni di tonnellate e persino cementifici per una produzione di 87 milioni di tonnellate (cifra che supera l’intera produzione annuale di cemento in Russia). Sono stati avviati i 10 programmi di risparmio energetico[12]. Passi in avanti decisivi sono stati compiuti per desolforizzare le centrali elettriche a carbone. Sempre dal bilancio centrale sono stati stanziati fondi per la costruzione di 691 sistemi di depurazione per i bacini idrici. Sono proseguiti gli sforzi per difendere le foreste naturali e continua la lotta contro le tempeste di sabbia nelle zone di Pechino e Tianjin[13], insieme ad altre campagne ambientali.
La tutela necessaria dell’ambiente ha reso necessaria la riconversione di importanti superfici precedentemente destinate a uso agricolo. Pur nonostante i buoni raccolti degli ultimi anni, se si analizzano i mutamenti strutturali di lungo periodo nella bilancia commerciale, emerge chiaramente la possibilità che la Cina divenga un importatore netto di generi alimentari (nel 2007 il bilancio del commercio con l’estero per questa categoria di merci è risultato in pareggio, mentre gli anni precedenti in attivo).
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2000 |
2002 |
2004 |
2006 |
2007 |
Petrolio greggio (milioni di ton.) |
|||||
- produzione |
163 |
167 |
176 |
184 |
186 |
- esportazione |
22 |
21 |
5 |
6 |
4 |
- importazione |
97 |
103 |
123 |
145 |
163 |
Carbone (milioni di ton.) |
|||||
- produzione |
998 |
1455 |
1992 |
2382 |
(*) 2548 |
- esportazione |
55 |
84 |
87 |
63 |
53 |
- importazione |
2 |
11 |
19 |
38 |
(*) 55 |
Gas naturale (miliardi di mc.) |
|||||
- produzione |
27 |
33 |
41 |
59 |
68 |
(*) dati stimati. Fonte: Ministero del Commercio della RPC (http://www.mofcom.gov.cn)
Il complesso energetico cinese dei combustibili si è essenzialmente basato, nel periodo dal 2000 al 2007, sulla forte crescita della produzione carbonifera; l’importazione di risorse energetiche, in primo luogo di petrolio (tab. 2) è aumentata ma non così velocemente come il PIL. I maggiori fornitori di petrolio alla RPC sono stati nel 2007: Arabia Saudita, Angola, Iran e Russia. Nel medio e lungo periodo ci si aspetta l’incremento sostanziale delle commesse cinesi all’estero per la fornitura di carbon fossile, l’accelerazione del processo di gassificazione in tutto il Paese e la costruzione secondo piano entro il 2020 di 30 centrali atomiche. La produzione su vasta scala di bioetanolo non è ritenuta nella RPC rispondente alle esigenze del Paese nell’attuale situazione[14].
La Russia e gli altri Paesi componenti l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai[15] possono offrire un contributo determinante alla soluzione dei problemi energetici della RPC. Il commercio della RPC con la Russia ha registrato nel 2007 per la prima volta un deficit da parte russa (cfr. Tab. 3). In gran parte esso si spiega con una diminuzione delle forniture russe di petrolio: nei primi 11 mesi esse sono ammontate a 13,4 milioni di tonnellate (di cui 8,5 milioni via rotaia), il 10% in meno dello stesso periodo nel 2006. Sono calate (del 7,9%) anche le forniture di prodotti dell’industria petrolifera, al di sotto dei 4 milioni di tonnellate.
|
2000 |
2001 |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
Esportazioni (miliardi di USD) |
2,2 |
2,7 |
3,5 |
6,0 |
9,1 |
13,2 |
15,4 |
28,5 |
Importazioni (miliardi di USD) |
5,8 |
8,0 |
8,4 |
9,7 |
12,1 |
15,9 |
17,9 |
19,7 |
Volume degli scambi (miliardi di USD) |
8 |
10,7 |
11,9 |
15,7 |
21,2 |
29,1 |
33,3 |
48,2 |
Percentuale di crescita del volume degli scambi |
40,0 |
33,0 |
11,8 |
32,1 |
34,7 |
37,1 |
17,1 |
44,3 |
Fonte: Ministero del Commercio della RPC (http://www.mofcom.gov.cn)
Le forniture di legname sono cresciute velocemente da gennaio a novembre 2007, con un aumento del 36% rispetto allo stesso periodo del 2006, e hanno ormai raggiunto la cifra di 2,7 miliardi di dollari (circa 27 milioni di m3).
Degne di nota sono stati inoltre gli aumenti di forniture russe di prodotti chimici, oltre che di nichel (+ 64,4%) di rame (+ 140%) e di minerali ferrosi (+ 200%).
Nell’autunno 2007 l’azienda russa «Atomstrojeksport»[16] ha ottenuto la commessa per costruire altri due reattori nella centrale atomica di Tianwan[17] situata nel Jiangsu. E’ stato inoltre firmato un accordo per la costruzione ad opera di specialisti russi di un centro cinese per l’arricchimento dell’uranio mediante centrifughe a gas[18].
Ora, in questo periodo le importazioni cinesi dal Kazakistan sono cresciute del 77% (5,7 miliardi di dollari), essenzialmente grazie alla vendita del petrolio pompato nel nuovo oleodotto Atasu-Alashankou[19]. In altre parole, la RPC ha sostituito la Russia col Kazakistan come maggior fornitore di petrolio.
Il volume di scambi complessivo della RPC con i Paesi centroasiatici ha raggiunto nei primi undici mesi del 2007 i 17,5 miliardi di dollari, fra cui 12,4 con il Kazakistan e 3,4 con il Kirghizistan.
Nel 2007 il consumo energetico della RPC è stato di 2,654 miliardi di TEC[20]. Persino nonostante l’accelerazione della terziarizzazione economica, la diminuzione della velocità di crescita economica e industriale, nonché il rallentamento delle esportazioni di prodotti industriali, l’economia cinese mantiene una costante domanda di energia: soltanto nel 2007 i suoi consumi sono incrementati del 7,8%. Parte di essi è dovuta alla specificità strutturale dell’economia e della società cinesi contemporanee: un fenomeno di urbanizzazione che continua ormai da parecchio (con il passaggio dalla campagna alla città il consumo energetico per persona aumenta di più del doppio), il forte aumento dell’automobilizzazione di massa e diversi problemi ecologici comportano inevitabilmente per la Cina la permanenza nella lista dei primi consumatori mondiali di risorse energetiche sia nell’immediato che nel lungo periodo. La sola importazione di greggio, secondo le previsioni, raggiungerà i 200 milioni di tonnellate nel 2010 e i 250-300 milioni nel 2015[21].
Al contempo la domanda di risorse energetiche in Cina non è infinita. Anche stanti le attuali, «sovraccariche», strutture di produzione e di consumi, in Cina per ogni unità di PIL (calcolato a parità di potere d’acquisto) si consumano meno risorse energetiche rispetto alla media mondiale[22]. I successi nel risparmio di carburante sono del tutto credibili, così come la forte crescita dell’industria estrattiva autoctona. L’anno scorso l’aumento di produzione di gas cinese è stato intorno al 20%.
Nella prima seduta dell’undicesima sessione dell’ANP è stato deciso il rafforzamento del ruolo del governo sulla gestione del settore energetico e degli altri settori chiave. A tal fine sarà costituita una Commissione statale per l’energia e sarà creata il Dipartimento statale dell’energia, subordinato alla Commissione statale della RPC per lo sviluppo e le riforme[23].
Sarà anche costituito un Ministero per la difesa dell’Ambiente, al posto del Dipartimento generale della RPC per la difesa dell’Ambiente.
L’apparato centrale sarà molto meno ingombrante. l’attuale riforma del Consiglio di Stato interessa ben 15 fra ministeri e dipartimenti: alla fine gli organismi di tipo ministeriale si ridurranno a 4[24].
Come conseguenza della trasformazione delle aziende statali in società per azioni, negli ultimi anni è incrementato il potenziale di crescita di diverse grandi corporazioni e gruppi di aziende: in virtù di questo la loro posizione nel mercato mondiale si è rafforzata. E’ stata portata a compimento con successo la riforma del sistema postale, passi in avanti positivi sono stati compiuti nella riorganizzazione dell’industria energetica, delle telecomunicazioni, dell’aviazione civile, del trasporto ferroviario e altri settori ancora. E’ migliorata la trasparenza degli uffici amministrativi, è stato migliorato il sistema di riunioni operative all’interno e fra i diversi reparti, nonché è stata potenziata l’informatizzazione degli uffici e del lavoro documentale in generale. E’ stato riorganizzato dalle fondamenta il sistema cinese di gestione dei casi di emergenza.
Va notato inoltre che non occorrono dieci anni per completare singole riforme in Cina. Per la presentazione di un grande problema nazionale, la sua attenta analisi, la prova sul campo di soluzioni innovative (di solito entro un’area limitata a 2-3 regioni), la correzione conseguente delle politiche e, infine, la realizzazione della riforma stessa raramente occorrono più di 3-5 anni. Questo differenzia favorevolmente la Cina dalla vicina Russia, Paese dalle riforme tanto permanenti quanto poco messe in pratica.
Non c’è in Cina neppure una qualche forma di «febbre legislativa». In tutti i 5 ultimi anni il Consiglio di Stato ha presentato al Comitato permanente dell’ANP in tutto 39 progetti di legge, nonché realizzato e ratificato 137 decreti legge e attuativi. Allo stesso tempo sono state effettuate ricerche per la creazione di meccanismi e sedi istituzionali al fine di coinvolgere la collettività anche nel processo di creazione legislativa. Per questo, l’opinione pubblica è stata ampiamente interpellata sulla stesura di 15 progetti di legge e di decreto legislativo.
traduzione di Paolo Selmi per www.resistenze.org
[1] L’Autore rimanda alla pagina russa del Quotidiano del Popolo (http://russian.people.com.cn/31521/6366598.html) sull’argomento, ma il testo integrale della relazione è disponibile anche in inglese, sempre sul sito del Renmin Ribao, all’indirizzo http://english.people.com.cn/90001/90776/90785/6377399.html; una breve sintesi è disponibile sulle pagine italiane di Radio Cina Internazionale (http://italian.cri.cn/241/2008/03/05/122@99789.htm “Wen Jiabao, il rapporto di lavoro del governo”). I nove punti programmatici enunciati dal presidente Wen sono di seguito riassunti per sommi capi, mentre per un loro sviluppo si rimanda al testo integrale del discorso:
1. Migliorare la regolazione macroeconomica per mantenere uno sviluppo economico veloce ma costante.
2. Rafforzare il ruolo dell’agricoltura in quanto fondamento dell’economia, promuoverne lo sviluppo e incrementare i redditi contadini.
3. Promuovere l’aggiustamento economico fra domanda e consumo interni; cambiare la struttura dello sviluppo da un’economia essenzialmente fondata su investimenti ed esportazioni a un’economia bilanciata su un’equa ripartizione di consumi, investimenti (su cui esercitare maggior controllo) ed esportazioni.
4. Aumentare gli sforzi per risparmiare energia, ridurre le emissioni nocive e proteggere l’ambiente; assicurare qualità e sicurezza della produzione.
5. Proseguire ulteriormente nel cammino di riforma economica e aprirsi ancor più verso il mondo esterno.
6. Prestare maggior attenzione allo sviluppo sociale per assicurare il benessere del popolo e migliorarne la vita.
7. Proseguire nella riforma del sistema dei quadri della cultura e promuovere un vigoroso sviluppo e arricchimento culturali.
8. Sviluppare ulteriormente la democrazia socialista e il sistema legale socialista, promuovendo equità e giustizia sociale.
9. Accelerare la riforma del sistema amministrativo e intensificare l’autoriforma del governo.
[2] “Incrementare la domanda interna” (kuoda guonei xiuqu扩大国内需求). La nota originale rimanda a un saggio sempre di Aleksandr Salickij “Il XVII Congresso del PCC: aggiustamento del tiro” (http://www.fondsk.ru/article.php?id=1056) che commenta quanto appunto deliberato all’ultimo Congresso del PCC. Per un’analoga sintesi in italiano, cfr. Fausto Sorini, “Note sul 17° congresso del Partito comunista cinese” (http://www.resistenze.org/sito/te/po/ci/poci7l26-002148.htm). Per un approfondimento in inglese cfr. la traduzione (http://www.chinadaily.com.cn/china/2007-10/25/content_6204663.htm) del testo integrale della relazione del segretario Hu Jintao e la pagina ufficiale del Congressocon tutti i documenti rilevanti tradotti (http://www.chinadaily.com.cn/china/china_17thcongress_page.html)
[3] “Gli interessi vitali del popolo” (Renmin qunzhong qieshen liyi 人民群众切身利益) è un termine ricorrente nel lessico politico di Wen Jiabao: cita direttamente un poeta della dinastia Qing, Lin Zexu, il quale scriveva: “Azioni e parole in base agli interessi vitali del paese e del popolo, nessuna considerazione per i pericoli o le felicità personali, tutto per il paese e il popolo!” A questo proposito cfr. Feng Rufeng, “Wen Jiabao e la poesia classica cinese”, http://italian.cri.cn/1/2004/05/03/43@9826.htm. Tralasciando il tono celebrativo dell’articolo, lasciando da parte per un attimo il nostro eurocentrismo (ricordiamo sempre che stiamo parlando di una delle più antiche civiltà del mondo, con una storia politica lunga 25 dinastie e oltre 400 regnanti prima della repubblica), quanto è esposto è di estremo interesse: basti ricordare il rapporto fra politica e poesia (Mao Zedong docet) che accompagna la storia cinese. Un altro elemento di interesse è dato inoltre dal ricorso ai “classici”: più che un espediente retorico tale pratica si è storicamente rivelata come una vera e propria necessità, un dato costante del pensiero politico in Cina dai tempi di Confucio fino ai giorni nostri. Agganciare la propria azione politica ai valori impressi nella memoria collettiva da una storia plurimillenaria è storicamente stato (ed è tuttora) la miglior fonte di legittimazione politica in Cina: in rete è disponibile uno studio approfondito sull’argomento “Political Legitimacy and China’s Transition”, di Guo Baogang (http://www.springerlink.com/content/2602507uj4l5348h/fulltext.pdf ) che, seppur fermo alla teoria dei “Tre Rappresentanti” di Jiang Zemin, spiega in modo chiaro in cosa consistano i valori su cui si impernia storicamente il pensiero politico cinese e individua per ogni periodo storico delle vere e proprie “mappe cognitive” in cui essi si ritrovano, sia pur con nomi diversi, a ricoprire la stessa funzione. La parte finale è invece ampiamente coperta dal lavoro di Heike Holbig, “Ideological Reform and Political Legitimacy in China: Challenges in the Post-Jiang Era” (http://www.giga-hamburg.de/content/publikationen/pdf/wp18_holbig.pdf), in cui si spiega in modo estremamente dettagliato l’enorme lavoro ideologico svolto per contenere gli effetti negativi della teoria dei “Tre rappresentanti” e, pur non negandola (pena la delegittimazione politica di un partito che da questo punto di vista non può sbagliare, mutarne radicalmente l’interpretazione (da “elitaria” a “popolare”) e aggiungere a essa una nuova teoria, quella della “concezione dello sviluppo scientifico” di “un’armoniosa società socialista” (gli ultimi cambiamenti allo Statuto del Partito, che riflettono questa inversione di tendenza, sono stati resi pubblici dall’agenzia Nuova Cina il 25/10/07 “CPC publishes key policy changes in party constitution” http://news.xinhuanet.com/english/2007-10/26/content_6947897.htm ). Riassumendo quindi i cardini guida che sovrapponendosi l’uno sull’altro formano il bagaglio teorico del PCC oggi sono:
1. Marxismo-leninismo (Makese Lieningzhuyi, 马克思列宁主义)
2. Pensiero di Mao Zedong (Mao Zedong Sixiang, 毛泽东思想)
3. Teoria di Deng Xiaoping (Deng Xiaoping Lilun, 邓小平理论)
4. Tre rappresentanti (San ge daibiao, 三个代表)
5. Concezione dello sviluppo scientifico (Kexue fazhan guan, 科学发展观)
[4] A testimonianza di quanto sopra, dal 10 al 12 ottobre 2008 il centro esposizioni di Shanghai ospiterà per il terzo anno di fila la “Millionaire Fair” (http://www.millionairefair.cn/), fiera del lusso che non a caso espone anche a Cannes, Amsterdam e Mosca. E il nostro padronato, nella figura del sig. Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia Cina, non ha perso tempo, organizzando a Shanghai presso la China Europe International Business School il primo “Annual Luxury Brands Forum” (18-19/04/08). D’altronde, “la Cina è ormai diventata il terzo mercato dei beni di lusso a livello mondiale. I consumi cinesi rappresentano il 12% delle vendite mondiali di questo tipo di prodotti dopo Giappone e Stati Uniti. Secondo gli analisti, stando ai tassi di crescita attuali, la Cina sorpasserà il Giappone entro il 2015, arrivando ad una percentuale del 29% del mercato.” (“Made in Italy, in Cina vola il settore del lusso”, http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Made-in-Italy-in-Cina-vola-il-settore-del-lusso.html )
[5] L’Autore riprende in queste righe parte della lunga relazione di Wen Jiabao. In particolare riassume alcuni punti del paragrafo “6. Prestare maggiore attenzione allo sviluppo sociale al fine di assicurare il benessere del popolo e migliorarne il tenore di vita” (http://english.peopledaily.com.cn/90001/90776/90785/6376471.html)
[6] Le “Tre questioni rurali”, in cinese dei “Tre Nong” (San nong wenti, 三农问题, dal fatto che il primo carattere che forma le tre parole è identico, ovvero campagna (nongcun 农村), agricoltura (nongye 农业), contadini (nongmin农民). Questo slogan è stato coniato per la prima volta da Wen Jiabao nel corso dell’Assemblea Nazionale del 2002. Anche qui, come nel caso della teoria dei “tre rappresentanti”, il governo sta correndo ai ripari per una situazione, quella delle campagne cinesi, che durante gli anni ’90 non ha fatto che aggravarsi. I risultati stanno arrivando ma le difficoltà restano enormi, visto che il problema interessa qualcosa come 900 milioni di persone. Per una ricerca in italiano, cfr. di Ylenia Rosati, “Inchiesta sui contadini cinesi: riflessioni sulla situazione economico-sociale della Cina rurale negli ultimi dieci anni” (http://www.tuttocina.it/mondo_cinese/126/126_rosa.htm). Per un’analisi più approfondita, ma in inglese, cfr. di Gregory C. Chow “Rural Poverty in China: Problem and Solution” (www.princeton.edu/~gchow/rural%20poverty%20in%20china.doc). Per un saggio aggiornato al 2007 cfr. di M. Meidan, “Les droits des paysans, la clé de voûte du développement des campagnes” (http://www.centreasia.org/fr/annonce/307/les-droits-des-paysans-la-cle-de-voute-du-developpement-des-campagnes/ , traduzione inglese http://www.centreasia.org/en/annonce/312/peasants-rights-the-key-to-developing-the-countryside/)
[7] Il coefficiente di Gini è una misura della diseguaglianza di una distribuzione, in questo caso del reddito: in sostanza è un numero compreso tra 0 ed 1, dove 0 corrisponde a una uguaglianza perfetta (cioè il caso in cui tutti abbiano lo stesso reddito) e 1 corrisponde alla completa disuguaglianza (cioè dove una persona abbia tutto il reddito, mentre tutti gli altri hanno un reddito nullo). Qualora espresso in percentuale, il valore sarà ovviamente compreso fra 0 e 100. Cfr. http://it.wikipedia.org/wiki/Coefficiente_di_Gini. Per una lista aggiornata dalla stessa fonte dell’Autore, cfr. Human Development Report 2007/2008 in http://hdrstats.undp.org/indicators/147.html laddove la RPC è all’ottantunesimo posto con il 46,9%.
[8] Cfr. il rapporto completo presentato dal Ministero delle Finanze sempre all’undicesima sessione dell’ANP (“Report on China's central, local budgets” http://news.xinhuanet.com/english/2008-03/20/content_7826586.htm).
[9] Parliamo di 200 milioni di persone, di lavoratori rurali (mingong, 民工) che affollano le città in cerca di un lavoro e di un futuro migliore. Per una breve presentazione della questione cfr. il seg. articolo apparso nel 2006 sul Quotidiano del Popolo (http://english.peopledaily.com.cn/200605/01/eng20060501_262543.html). Per un approfondimento del fenomeno in italiano, cfr. Giorgio Cortassa, “La popolazione cinese tra campagne e città: 1950-2050” (http://www.tuttocina.it/mondo_cinese/120/120_cort.htm). Esiste inoltre una vasta letteratura sull’argomento da parte di studiosi cinesi, a partire dai saggi pubblicati dal Dipartimento di Sociologia dell’Accademia cinese di scienze sociali (http://www.sociology.cass.cn/english/papers/). Segnalo fra questi (http://www.sociology.cass.cn/english/papers/P020070306306524375309.pdf) “The Changing in Agriculture, the Countryside and Farmers in China” e “Internal migration in China: linking it to development” (http://www.sociology.cass.cn/pws/huangping/grwj_huangping_e/P020050701354125464974.pdf). E’ soprattutto per loro che dal 01/01/08 è entrata in vigore la nuova Legge della RPC sui contratti di lavoro (traduzione integrale e commento in http://www.rivista.ssef.it/site.php?page=20080115131826446&edition=2007-07-01).
[10]Le “3 E” Energia (nengyuan 能源), “Ecologia” (ambiente nell’originale, huanjing 环境) Economia (jingji 经济) non sono solo uno slogan, ma un progetto concreto da almeno 10 anni. Nel settembre 1999, in concomitanza con la storica visita di Zhu Rongji in Giappone, furono creati ad hoc Istituti di ricerca nelle università di entrambi i Paesi (http://www.mofa.go.jp/region/asia-paci/china/pv0010/joint.html). In Cina il centro maggiore è l’Istituto di ricerca per l’energia, l’ambiente e l’economia dell’Università Tsinghua (清华大学能源环境经济研究院), una delle più prestigiose università cinesi (http://en.wikipedia.org/wiki/Tsinghua_University), e fa capo all’Istituto di tecnologia nucleare e delle nuove energie (http://www.inet.tsinghua.edu.cn/).
[11]Il COD (Chemical Oxygen Demand, http://it.wikipedia.org/wiki/Chemical_oxygen_demand) rappresenta la quantità di ossigeno necessaria per la completa ossidazione dei composti organici ed inorganici presenti in un campione di acqua. Rappresenta quindi un indice che misura il grado di inquinamento dell'acqua da parte di sostanze ossidabili, principalmente organiche.
[12]1) rimodernare i forni per la bruciatura del carbone;
2) passare a sistemi a calore ed energia combinati (Combined Heat and Power (CHP));
3) riutilizzare il calore e la pressione dispersi negli impianti industriali;
4) risparmiare petrolio e rimpiazzarlo con fonti alternative;
5) diminuire i consumi dei motori elettrici;
6) ottimizzare il sistema energetico;
7) migliorare l’isolamento termico degli edifici;
8) illuminare con lampade a risparmio energetico;
9) ristrutturare edifici e mezzi pubblici in funzione del risparmio energetico;
10) costruire sistemi di monitoraggio e assistenza tecnica.
(Fonte: Quotidiano del popolo; “China outlines ten programs for energy efficiency”; http://english.people.com.cn/200412/09/eng20041209_166706.html )
[13]La continua erosione, dovuta alle tempeste di sabbia che hanno origine in Asia centrale (deserto di Gobi) e in zone della Cina interna, è un annoso problema: per questo dal 1978 è partita una campagna per la forestazione di intere zone (551 contee in 13 province) per un area complessiva di 35,08 milioni di ettari. (Cfr. http://www.bjreview.com.cn/quotes/txt/2008-03/11/content_103785.htm Beijing Review, “Planting Trees Reduces Wind and Sand”)
[14]N.d.A.: «Secondo i calcoli degli economisti cinesi, per produrre l’equivalente di una tonnellata di benzina occorrono cinque tonnellate di grano (Ni Weidou (倪维斗), “La situazione energetica attuale del nostro Paese e strategie per il suo sviluppo (Woguo nengyuan xianzhuang yu zhanlüe duice, 我国的能源现状与战略对策), Xinhua Wenzhai, 2007, № 7, p.142 (originale cinese disponibile (http://www.zhongkepeixun.cn/www/redianhuaping7.html) sul sito del centro di addestramento scientifico-tecnologico dell’Accademia delle Scienze della RPC (Zhongke keji peixun zhongxin 中科科技培训中心)). Wen Jiabao nella sua relazione ha espresso la necessità di “limitare con forza l’impiego industriale del grano nonché la sua esportazione”. Oltre a ciò è indispensabile “stroncare con decisione l’ampliamento indiscriminato delle capacità di lavorazione del mais e, conseguentemente, fermare la costruzione di impianti progettati in violazione all’attuale normativa vigente” (cfr. l’obbiettivo numero 1 per l’anno in corso: “1. Migliorare la regolazione macroeconomica per mantenere uno sviluppo economico e stabile allo stesso tempo” http://english.people.com.cn/90001/90776/90785/6376466.html )». Per un approfondimento sul rapporto fra biocombustibili e aumento dei prezzi degli alimenti, impoverimento delle riserve naturali, peggioramento delle condizioni degli agricoltori, e impatto negativo sulle riserve idriche cfr. il Rapporto A/62/289 presentato da Jean Ziegler, relatore speciale sul Diritto all’Alimentazione all’ONU e disponibile in tre diverse lingue sul sito dell’Alto Commissariato dell’ONU per i diritti umani (http://www2.ohchr.org/english/issues/food/annual.htm).
[15]Per informazioni e un approfondimento sull’OCS, cfr. di Francesco Maringiò, “Crescono ruolo e dimensioni dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai. Russia e Cina: la grande sfida all’imperialismo del 21º secolo” (http://www.resistenze.org/sito/os/mo/osmo7n07-002361.htm). Il sito ufficiale dell’organizzazione è http://www.sectsco.org/ .
[16]Ditta russa fra le maggiori al mondo per fornitura di materiali e servizi a centrali nucleari. E’ posseduta dallo Stato tramite Gazprombank con una quota azionaria del 49,8% ed è attualmente impegnata nella costruzione e rammodernamento di centrali atomiche nella RPC, in India, in Iran e in altri Paesi, principalmente in Europa dell’Est. Sito ufficiale http://www.atomstroyexport.ru/ (russo; esiste anche una pagina in inglese http://www.atomstroyexport.com/ ma molto meno aggiornata e dettagliata, specialmente nell’esposizione dei progetti passati, in corso e futuri).
[17]La centrale atomica di Tianwan (Tianwan hedianzhan; 田湾核电站) è la maggiore centrale della RPC. Una scheda su wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Tianwan_Nuclear_Power_Plant)
[18]Una spiegazione dei metodi di arricchimento dell’uranio in http://it.wikipedia.org/wiki/Uranio_arricchito e una scheda dettagliata sul funzionamento delle centrifughe a gas in http://en.wikipedia.org/wiki/Gas_centrifuge
[19]N.d.A.: “Entrato in funzione nel 2006. Dopo il completamento della seconda parte dell’oleodotto la sua capacità di pompaggio di greggio proveniente direttamente dal Mar Caspio fino ad Atasu consta di 20 milioni di tonnellate.” Quando si parla di Kazakistan, ai più viene in mente un’immagine deformata di posto dimenticato dal mondo o appena uscito dall’età della pietra, specialmente se ci si ferma alla visione qualche film la cui ironia è di discutibile gusto o a documentari che spesso offrono visioni parziali di un Paese non solo molto sviluppato sia culturalmente che socialmente, ma che oggi è il crocevia di interessi geopolitici notevolissimi. Andando oltre Borat, l’ISPI dedica all’argomento un intero numero della sua rivista (n.21, settembre 2007, Silvia Tosi, “Le risorse energetiche e le economie centroasiatiche” http://www.ispionline.it/it/documents/wp_21_2007.pdf ) e in particolare cfr. pp. 23-24 per l’oleodotto sino-kazako.
[20]Tonnellata Equivalente di Carbone, rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di carbone e vale circa 29,3 GJ.
[21]L’Autore rimanda al saggio di S. V. Zhukov, “Cina: crescita economica e dinamica della domanda di petrolio” (Китай: экономический рост и динамика спроса на нефть) all’interno del volume “Energia mondiale e globalizzazione: una sfida per la Russia” (Мировая энергетика в условиях глобализации: вызовы для России), Moskva, ed. IMEMO RAN, 2007 pp. 19-20. Non disponendo in rete di tale lavoro, si rimanda direttamente alla fonte, ovvero alle recenti previsioni espresse durante l’undicesima sessione dell’ANP dal vice-presidente Lu Yongxiang, con un consumo di combustibili fossili ridotto al 50% del totale entro il 2050 e un’altra metà composta da energia nucleare (25-30%) e energie rinnovabili (20-25%). Sempre secondo le previsioni, il consumo energetico raggiungerebbe i 3,1 miliardi di TEC nel 2010 e i 4,3 miliardi di TEC nel 2020 (“Improved energy efficiency forecast” http://www.china.org.cn/government/central_government/2008-03/24/content_13391321.htm ).
[22]N.d.A.: “Nel 2005 la Cina ha consumato il 12,5% su totale energetico del pianeta e ha prodotto il 16% del PIL mondiale. L’intensità energetica per prodotto reale in Cina è la stessa di Singapore, inferiore a quella della Corea del Sud e ben una volta e mezzo in meno di quella statunitense. Le emissioni di anidride carbonica per persona in Cina sono di ben 3,5 volte inferiori a quelle di Singapore. (Key Indicators of Developing Asian and Pacific Countries. Hong Kong: ADB. 2007. P. 125, 205).”
[23]Questa Commissione (Zhonghua renmin gongheguo guojia fazhan he gaige weiyuanhui中华人民共和国国家发展和改革委员会, abbr. Guojia Fagaiwei 国家发改委) prende nel 2003 il posto della Commissione statale per la pianificazione (attiva dal 1952, già a sua volta rinominata nel 1998 Commissione per la pianificazione dello sviluppo statale) e svolge essenzialmente un ruolo di regolazione macroeconomica. L’indirizzo ufficiale è http://www.ndrc.gov.cn/ ma ne esiste anche una ricca versione in inglese (http://en.ndrc.gov.cn/). Per una breve presentazione in italiano, cfr. il dossier “China ABC” a cura di Radio Cina Internazionale alla pagina corrispondente (“Il Consiglio di Stato Cinese ed i dipartimenti statali”, http://italian.cri.cn/chinaabc/chapter2/chapter20203.htm)
[24]Il progetto di riforma punta a dissolvere o accorpare diversi “ministeri” (bu 部, attualmente 27) e a creare 5 “superministeri” (Chaoji neige 超级内阁) che fungano da coordinamento entro diverse macro-sfere (in realtà è ancora solo un progetto, e quindi i cinesi nella stampa ufficiale continuano a chiamare queste strutture “bu” come quelle che in teoria andrebbero ad accorpare o eliminare):
1. Ministero dell’Industria e dell’Informazione (Gongye xinxi bu工业信息部),
2. Ministero delle risorse umane e della sicurezza sociale (Renli ziyuan shihui baozhang bu 人力资源社会保障部),
3. Ministero della protezione dell’Ambiente (Huanjing baohu bu环境保护部),
4. Ministero dell’edilizia abitativa di città e campagna (Chengxiang Fangchan Jianshi bu 城乡房产建设部),
5. Ministero dei Trasporti (Jiaotong yunshu bu 交通运输部)
Fonte: (http://www.china.org.cn/government/NPC_CPPCC_sessions2008/2008-03/16/content_12777266.htm) “Highlights of China's institutional restructuring plan” mentre per un elenco dei 27 ministeri attuali cfr. la pagina su wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/State_Council_of_the_People's_Republic_of_China)