da
http://www.deboutcongolais.info/actualite4/art_210.html
No alla
depredazione delle ricchezze del Congo
di A.R
Lokongo, 24.09.2004
Se l'Ituri, il Nord Kivu, il Sud Kivu
ed il Nord del Katanga sono in fermento, non è solamente a causa delle
ambizioni egemoniche ed annessioniste del Ruanda, dell'Uganda e del Burundi con
la complicità dei sedicenti movimenti ribelli congolesi, che fungono da cavalli
di Troia per queste ambizioni. Ma anche perché l'est del Congo ha delle
gigantesche riserve di pietre preziose non ancora sfruttate sulle quali le
multinazionali anglo-americane avevano messo le mani durante il regno predatore
di Mobutu e che ora vogliono riprendere. Lo stesso destino delle concessioni
aurifere di Kilo-Moto e di Mongwalu, letteralmente svendute da Mobutu all'ex
presidente americano George Bush padre, suo collega ed amico quando erano
agenti della CIA che ha concesso lo sfruttamento dell'oro ad Ashanti Goldfields
e Mbusa Nyamwisi, uno dei direttori locali.
Altrettanto è accaduto nel Sud Kivu: Mobutu ha venduto le concessioni aurifere
di Twangiza, Kamituga, Lugushwa e Namoya alla Banro, una compagnia mineraria
Canadese che appartiene all'ex Primo Ministro Canadese Jean Chrétien. La Banro
non poteva cominciare le esplorazioni e gli sfruttamenti dell'oro in quei
territori fintanto che fossero occupati dai campi profughi ruandesi in seguito
al genocidio del 1994.
Ecco perché, nel 1996, l'FPR di Kagame ha aiutato l'AFDL diretto da Laurent
Désiré Kabila a cacciare Mobutu: la prima cosa fu evacuare - o per meglio dire
massacrare - i profughi che occupavano quei territori perché potessero iniziare
i lavori.
Kabila si oppose categoricamente ai massacri dei profughi Hutu (semplici civili
disarmati con bambini, donne ed anziani). Dichiarò: "Gli Hutu non sono
tutti assassini. E tuttavia tutti gli Hutu, donne, bambini,
vecchi, vengono chiamati assassini. E' possibile che l'85% della popolazione
ruandese Hutu sia costituita da assassini massacratori? Eppure abbiamo visto
quando li hanno trucidati a casa nostra. Quando è stato detto a Kagame di porre
fine al genocidio, lui ha risposto di NO….! Ed ha creduto che avessimo cambiato
le alleanze. Gli ho detto che non bisogna uccidere delle persone inermi!"
Una volta al potere Kabila, nazionalista com'era, non ha riconosciuto i
sedicenti "diritti privati" di Bush e di Jean Chrétien in Congo.
Queste persone, così ricche, non potevano più vantarsi di essere in possesso di
una parte del territorio congolese consegnato loro da Mobutu. Kabila volendo
applicare i principi del libero mercato, che Bush e Chrètien stessipropagandano, impose di rinegoziare gli
accordi firmati col loro amico Mobutu, costringendoli a fare offerte in
concorrenza ad altre società vicine allo stato congolese. Così lo stato
congolese avrebbe avuto la possibilità di scegliere l'offerta migliore e le
condizioni sarebbero state più favorevoli per il popolo congolese.
E' così che si è guadagnato l'ostilità
delle multinazionali anglo-americane e dei loro possessori. Essi gli chiesero
di continuare come faceva prima Mobutu. Kabila rispose loro: "Mi
piacerebbe, ma cosa ci guadagna il popolo congolese in tutto questo?"
E dall'estate 98, una guerra di
aggressione, di logoramento e rapina ci è stata imposta trasversalmente dagli
eserciti ruandesi, ugandesi e burundesi con la complicità dei loro lacchè
locali congolesi. Una guerra che è costato la vita a più di 5 milioni di
congolesi ed il saccheggio immondo delle nostre ricchezze naturali e minerali.
Mzee Kabila è stato assassinato in modo ignobile il 16 gennaio 2001, il giorno
del 40° anniversario dell'assassinio di Patrice Emery Lumumba.
Ed adesso, dopo la morte di Mzee Kabila, queste stesse multinazionali si
comportano applicano l'adagio che dice: "Via il gatto i topi
ballano." E se i congolesi dicono "No" al dictat come Mzee
Kabila ha coraggiosamente fatto, allora brandiscono la spada della spartizione,
della balcanizzazione del Congo, sapendo bene che ruandesi, ugandesi, burundesi ed i loro lacchè congolesi sono
pronti in qualsiasi momento per fare il lavoro sporco. Da qui la necessità in
Congo di un esercito forte e veramente nazionalista.
Per questo che Ashanti Goldfields è ritornato con la forza nell'Ituri, teatro
delle agitazioni etniche fomentate dall'Uganda e la stabilizzazione di questa
parte del Congo da parte della MONUC è dettata dagli interessi della grande
compagnia e non per salvaguardare l'integrità territoriale del Congo.
Allo stesso modo nel sud Kivu, secondo un dispaccio di Stockwatch del 20
settembre, la Banro ha appena avviato un'esplorazione aggressiva nelle sue
"concessioni private" di Twangiza, Kamituga, Lugushwa e Namoya nel
Sud Kivu dove ci sono le più grandi riserve d'oro al mondo.
La Banro ha un programma di esplorazione satellitare, aerea e geologica da $10
milioni che comincerà nell'ottobre 2004. La Banro dispone di macchine moderne
in grado di estrarre l'oro fino a 28.000 metri di profondità.
La Banro dispone del 100% del prodotto delle sue proprietà private non ancora
sfruttate di Twangiza (930 kmq) Kamituga, Lugushwa e Namoya. Questo vuole dire che lo stato congolese
detiene lo 0% del prodotto. Mugabe esige almeno il 50% per lo stato dello
Zimbawe!
Il Presidente della Banro, Peter Cowley, ha appena inaugurato il
quartiere generale della sua compagnia a Bukavu ed il reclutamento del
personale sta andando avanti. Il gruppo di esplorazione è diretto da Mike
Skead, ex Presidente di Ashanti Goldfields. Il dispaccio di Stockwatch parla di
"proprietà private di Twangiza, Kamituga, Lugushwa e Namoya" che
appartengono alla Banro. Quando, come e per quale via la Banro ha acquistato
queste proprietà private e la convenzione mineraria di 25 anni, rinnovabile
fino a 2027?
Secondo l'Avenir, un quotidiano di Kinshasa, un contratto simile da 40 anni è
stato firmato l'anno scorso a favore dell'American Mineral Fields per sfruttare
il cobalto di Kolwezi. I diamanti congolesi una volta estratti a Mbuji Mayi
sono caricati negli aerei e direttamente venduti a Tel-Aviv, in Israele.
Dopo 75 anni di colonialismo, 37 anni di dittatura neo-coloniale e 5 anni di
guerra di aggressione, il popolo congolese vive come uno dei popoli più poveri
del mondo in un paese tra i più ricchi del mondo! Questo popolo ha sofferto e
si è battuto per l'unità e la sovranità e l'indipendenza del suo paese. Abbiamo
bisogno di infrastrutture, dello sviluppo dell'agricoltura, di un'istruzione
fruibile per tutti i bambini congolesi, ecc.
Il popolo congolese ha bisogno e ha il diritto di gestire le ricchezze del
Congo affinché queste ricchezze servano per ricostruzione del paese ed al
benessere dei congolesi. È ciò che voleva dire Lumumba quando diceva che
l'indipendenza politica non basta, che bisogna avere anche l'indipendenza
economica. In questo momento i lavoratori dell'OCPT sono in sciopero a Kinshasa
perché non accettano la privatizzazione sfrenata della loro impresa. Dobbiamo
appoggiarli nella loro lotta. Dobbiamo prendere esempio da questi lavoratori e
dobbiamo rifiutare la privatizzazione delle ricchezze minerarie del nostro
paese.
traduzione dal francese a cura del Ccdp