“Granma” Cubaweb 29/10/02 Ana
Ivis Galan Garcia – José A. de la Osa
(Estratto e traduzione a cura di F. Rossi)
Un principio di José Martì dice: “La capacità d’essere eroi si misura dal rispetto per coloro che lo sono stati”. Guidata
da questo principio, si è svolta ieri la celebrazione del 43° anniversario
dell’irrimediabile perdita di chi giustamente è stato definito “il Signore
dell’Avanguardia”. Circa 10.000 persone si sono riunite nella storica Plaza de
la Revolucion per dimostrare l’ammirazione per la leggendaria figura di Camilo
Cienfuegos, la cui intima presenza si è moltiplicata fra noi come esempio
d’integrità e valore, che seppe guadagnarsi la fiducia di un popolo che ha
saputo mantenere la sua fede nella vittoria.
Un’importante azione compiuta da Camilo
Cienfuegos, giorni prima dell’incidente aereo che lo avrebbe sepolto in mare,
l’ha compiuta nella provincia di Camaguey, dove giunge il 21 ottobre per
bloccare un tentativo di tradimento che si stava preparando nel reggimento
Agramonte dall’allora comandante Hubert Matos. Dopo aver preso il comando e
rimproverato il traditore, Camilo esce dalla caserma per incontrarsi con Fidel
che stava sopraggiungendo, dopodiché torna fra due ali di folla e insieme a
loro “prende d’assalto” la caserma saltandone i muri.
Nella seconda metà degli anni 60’, quando si stava costruendo il Partito,
diceva Fidel:
“Negli anni della lotta in montagna noi dedicavamo una cura particolare per la
nostra avanguardia, perché aveva compiti molto speciali ed importanti. Era la
prima unità ad affrontare il nemico se lo s’incrociava, guidava il cammino,
montava di guardia costantemente, e lì, nel plotone dell’avanguardia, stava
Camilo.”
Ed aggiungeva: ”Questo è il Partito,
l’Avanguardia”.