www.resistenze.org - popoli resistenti - cuba - 11-09-05

Cuba capitale della cultura dello sport


Marzio Castagnedi

Bastano i semplici numeri e le nude cifre del medagliere dei recentissimi  mondiali di atletica di Helsinki, per aprire un ventaglio di considerazioni  e di conclusioni molto chiare.

Vediamo. Primi gli Usa, il ricco colosso da  300 milioni di abitanti, poi a distanza la Russia da 160 milioni di anime ma  orfana delle medaglie di nazioni un tempo nell'Unione Sovietica, come per  esempio Bielorussia e Ucraina. Al terzo posto la sorprendente squadra  dell'Etiopia con notevoli vittorie di squadra sia femminile che maschile ma,  che fa medaglie nelle sole gare di fondo dei 5 e 10 mila metri. Chi spunta  poi al quarto posto assoluto nel medagliere mondiale? Ma Cuba, la  sensazionale e formidabile squadra cubana espressione di una piccola isola  del Terzo mondo di 11 milioni di abitanti. Cuba quarta, con due ori, tra cui  il nuovo primato mondiale del lancio del giavellotto femminile di Osleidys  Menendez, e con quattro secondi posti d'argento uno dei quali, quello del  nuovo talento Moya nell'alto, aveva l'oro fino all'ultimissimo salto del  russo Krymarenko. Il tutto sotto gli occhi del mito cubano Javier Sotomayor  a cui appartiene da dieci anni il non avvicinato record mondiale del salto  in alto con 2 meri e 45. Cuba quarta, dunque, su oltre 160 nazioni  partecipanti e 40 andate a medaglie. Cuba che lascia dietro grandi nazioni  come Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Giappone, Polonia e il colosso  Cina ( una sola medaglia d'argento ) per non parlare di squadre titolate  come Australia, Canada, la padrona di casa Finlandia e la "piccola Italia",  tutte a fondo classifica con una sola striminzita medalglietta di bronzo.

Cuba quarta, Italia trentaseiesima, un risultato che si commenta da solo. Se  usciamo dai mondiali di atletica e pensiamo alle Olimpiadi che contengono  tutti gli sport, le conclusioni non sono poi molto diverse. Basterebbe  prendere le ultime quattro edizioni dei Giochi Olimpici da Barcellona 92 ad  Atlanta 96, a Sidney 2000 e Atene 2004. Se si fanno le somme e le medie dei  risultati si trova Cuba nelle prime dieci potenze sportive al mondo e con in  più un record fantastico come l0incredibile quinto posto assoluto ai Giochi  di Barcellona. Tutto ciò, ripetiamo, opera di un piccolo paese povero dei  poveri Caraibi, di una piccola nazione sottoposta per motivi di  discriminazione e persecuzione politica, a una quantità di blocchi ed  embarghi. Da quello economico e commerciale a quelli diplomatici e  culturali. Ma ancora una volta Cuba risponde coi risultati e coi fatti di un  popolo vivo, intelligente e colto.

Ecco la parola chiave è proprio  "cultura". Cuba ottiene i risultati perchè ha cultura. Sport come servizio  sociale, completamente gratuito, sport aperto a tutti e praticato  collettivamente, e poi la guida di vere e proprie scuole. E' da questa base  che poi emergono le individualità eccellenti. Scriveva il "Corriere della  Sera" di lunedi 15 agosto, che" la Menendez e la Calatayud portano a Cuba  premi per 260 mila dollari; un pò resteranno giustamente a loro, ma buona  parte di quelle vincite andranno a finanziare la scuola superiore di sport  cubana". Ecco, appunto, senso sociale, scuole, istituzioni pubbliche,  maestri istruttori e allenatori esperti, atleti generosi e impegnati in  allenamenti costanti e seri. Lo sport, dunque, come servizio sociale di  massa e come uno degli aspetti della cultura complessiva di un Paese. Tra i  commentatori televisivi delle ultime Olimpiadi di un anno fa ad Atene,  l'ultimo giorno il professor Dal Monte se ne uscì con una sua speciale  classifica commisurando la quantità di medaglie vinte dalle squadre alla  popolazione complessiva di ciascuna nazione. Il ballotaggio si restrinse  alla fine tra Australia ( 25 milioni di abitanti ) e Cuba. Ma alla fine  prevalse Cuba con il miglior rapporto tra l'alto numero di medaglie vinte e  la sua bassa quantità di popolazione. In pratica il professor Dal Monte  dimostrò che Cuba non solo esprime una delle migliori formazioni olimpiche  in assoluto, ma che è anche in proporzione la "maggior potenza sportiva
mondiale".

Piaccia o no, non si tratta di opinioni ma di fatti, dati  obiettivi, statistiche più volte confermate. D'altra parte, girando per  esempio per la citta dell'Avana, queste realtà si vedono ad occhio. Se  passate davanti al palazzo dello Sport, poi scoprite che percorrendo un buon  chilometro dell'avenida di Rancho Boyero e poi svoltando a sinistra per  un'altro chilometro dell'avenida de Santa Catalina esiste una vera e propria  distesa verde con decine di campi all'aperto per fare ginnastica, atletica,  base-ball, calcio, pallacanestro, pallavolo. In altre strade e vie centrali  della capitale cubana succede di imbattersi in campi sportivi più o meno  improvvisati. Lungo un'importante arteria come la calle 23, per esempio, si  incontrano diversi posti dove molte decine di ragazzi giocano a  pallacanestro e altri gruppi si allenano allo judo sotto la guida dei loro insegnanti.

Uguale spettacolo si vede all'incrocio tra la calle 12 e avenida  Linea nel del quartiere del Vedado in piena città: campi, tabelloni, reti.  Se non avete fretta potete assistere in ogni ora della giornata a lunghi  incontri informali e partite amichevoli. Ancora, più avanti lungo la Quinta  Avenida, il più bel viale dell'Avana dove stanno quasi tutte le ambasciate  straniere, all'incrocio con la calle 60 c'è un frequentato campo sportivo  con annessa pista da corsa. Dalla villa dell'ambasciatore italiano, posta  proprio davanti al campo, si possono vedere gruppi di giovani cubani  impegnati in vari sport. Sto parlando di impianti sparsi per la città,  impianti semplici non recintati e con attrezzature modeste aperti sempre a  tutti e a disposizione della popolazione sia per puro svago e divertimento  che per qualche allenamento specifico.

Gli impianti sportivi ufficiali della  città dell'Avana, quelli veri e professionali con stadio Olimpico,  velodromo, campi da tennis ecc. stanno tutti all'Avana del Este nella vera e  propria "ciudad deportiva" che fu sede dei Giochi Panamericani alla fine  degli anni 80. Ma ancora in città le soprese non mancano. Una volta notai,  stando in una spaghetteria-pizzeria all'aperto in Playa in calle tercera,  alcuni lavori in un'area adiacente vicino a una scuola. Tornai una settimana  dopo e vidi un un grande scavo in corso, e infine dopo un'altra settimana mi  trovai di fronte a una bella piscina di 33 metri a sette corsie nuova di  pacca e con palazzina-spogliatoio. Così, in due settimane, la scuola  elementare e media s'era fatta la piscina a disposizione di 400 scolari.  Ecco dunque le strutture che sono alla base dei risultati: sport di massa  come cultura popolare e scuole d'alto livello di specializzazione. E' così  poi che un piccolo paese di 11 milioni di abitanti arriva quarto ai mondiali  di atletica o ottavo alle Olimpiadi.

E ciò non avviene solo negli sport.  Avviene anche negli studi artistici, per esempio all'Isa (Istituto Superior  de Arte) o nel Conservatorio del Teatro Roldàn, alla scuola Internazionale  di Cinema e tv, alla scuola del Ballet Nacional de Cuba, o alla scuola di  Scienze Mediche dell'Avana che sforna ogni anno alcune migliaia di nuovi  giovani medici di molti Paesi dell'America Latina. Laurea in medicina  completamente gratis. Questa è Cuba. Eppure non c'è giornale o rivista o  radio o tv italiana che voglia fare un viaggetto nell'isola delle Antille  per documentare questi innegabili successi ( poi indiscutibilmente  rispecchiati e confermati in statistiche, risultati e classifiche).

Che Cuba  sia in proporzione la maggior potenza sportiva mondiale, lo ha dimostrato il  professor Dal Monte, non lo imponiamo noi. No, alla stampa italiana Cuba  interessa solo saltuariamente, soprattutto quando c'è qualche problema da  sfruttare con sciacallaggio giornalistico per fini politici. Noi insistiamo  nelle nostre tesi che sono dismostrate con precise e reali documentazioni. E  rilanciamo l'idea ai direttori dei giornali sportivi e non. Mandate a Cuba  qualche serio cronista a verificare come si fa a stare in cima alle  graduatorie dello sport e della cultura. Ci sono tanti paesi che ne hanno  tanto bisogno!

( Marzio Castagnedi )