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- popoli resistenti - germania - 10-10-10 - n. 335
Assalto all'Est
di Rui Paz
ottobre 2010
Il capitale monopolista ed i suoi servi hanno celebrato lo scorso 3 ottobre il 20° anniversario della liquidazione del primo Stato socialista tedesco e la restaurazione del capitalismo nella ex DDR. La distruzione della struttura economica socialista e il saccheggio della ricchezza appartenente a tutto il popolo della Repubblica Democratica Tedesca, vengono solitamente presentati, da parte di una oligarchia finanziaria sfruttatrice e parassitaria, in possesso di fortune colossali, proprietaria di banche e grandi imprese e gruppi economici, come una "rivoluzione".
Ma le celebrazioni del 2010 sono state turbate dalla rivelazione dei documenti della "Corte dei Conti Federale", inaccessibili fino ad ora, i quali dimostrano che il declino dell'economia tedesco-orientale, a partire dal 1990, non è da imputare al socialismo, come il capitale ha costantemente propagandato per due decenni, ma all'assalto al settore bancario dello Stato da parte delle banche occidentali. Deutsche Bank e Dresdner Bank sono stati le principali beneficiarie di tale atto di rapina.
Questi 20 anni di '"unificazione" che i banchieri, i multi-milionari e la classe politica servitrice del capitalismo celebrano, si sono trasformati per una parte importante dei lavoratori e del popolo tedesco in un calvario di disoccupazione e povertà, di liquidazione dei diritti sociali e lavorativi, di regressione antidemocratica e assenza di speranza per una vita migliore. La fine del socialismo nella RDT e la restaurazione capitalista hanno trascinato tutta la Germania in una situazione per cui il potere non eletto e incontrollabile del grande capitale prevale sulla volontà politica generale. Le banche e i monopoli privati, come Siemens, Allianz o Mercedes, senza alcuna legittimazione democratica decidono il destino di milioni di famiglie.
Nel 2003, la percentuale della popolazione che viveva al di sotto della soglia di povertà, nella parte occidentale era del 13%, in quella orientale era salita al 17,7%. Mentre nelle fabbriche occidentali solo il 70% dei lavoratori ha ancora un contratto di lavoro a tempo indeterminato (impensabile fino al 1990), ad oriente la situazione è ancora più drammatica con il 45,5% diviso tra lavoro precario e lavoro nero. È giunto il tempo di rivelare che dietro la cosiddetta "unificazione" della Germania si nasconde un attacco reale ai beni e alla ricchezza della ex DDR e un processo di regresso sociale senza precedenti nella storia d'Europa dal 1945.
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
I vent'anni della distruzione del primo Stato tedesco di operai e contadini
07/10/10
Il 3 ottobre 1990 l'imperialismo tedesco proclamò euforicamente la "riunificazione" tedesca. In realtà essa fu la criminale distruzione controrivoluzionaria della gloriosa Repubblica Democratica Tedesca (DDR) e la sua annessione forzata da parte dei monopoli tedeschi. Dopo la capitolazione e la sconfitta della direzione del Partito di Unità Socialista (SED), della STASI antifascista e dell'Esercito Popolare Nazionale (NVA), 30 mila voraci burocrati tedesco-orientali si scatenarono per assicurarsi il controllo di tutte le leve di economia, amministrazione, educazione, giustizia e società della DDR.
Dall'ottobre 1990 al dicembre 1994, il 75% dell'economia dello Stato socialista più avanzato ed industrializzato fu distrutto. Il 90% dell'impiego industriale liquidato. L'85% delle imprese della DDR furono prese dal capitale imperialista tedesco, il 9% dal capitale di Francia, Svizzera, Austria, Regno Unito ed Olanda e solo un 6% rimase in mani tedesco-orientali.
Diritti sociali elementari come la piena occupazione, la previdenza sociale completa, lo sport e cultura gratuiti, l'accesso alla casa, l'istruzione universale gratuita e di alto livello, ed altri ancora, furono eliminati per sempre.
Viva la gloriosa Repubblica Democratica Tedesca!!!
Viva il suo immortale contributo alla Pace e al Socialismo!!!
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