www.resistenze.org - popoli resistenti - iraq - 08-06-04

Storia di tre Porcellini!


Ahmed Chalabi & John Negroponte & Lino Cardarelli
(traduzioni ed elaborazione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)


Chi è Ahmed Chalabi?

by Michel Chossudovsky
http://www.globalresearch.ca/ 21  maggio  2004

L’URL di questo articolo a:
http://globalresearch.ca/articles/CHO405D.html

Il 19 maggio, le forze degli Stati Uniti hanno fatto irruzione nella abitazione di Baghdad del capo del Congresso Nazionale Iracheno (INC), Ahmed Chalabi. I media, tutti in coro, senza ulteriori approfondimenti, hanno descritto la perquisizione come un tentativo per ridurre al silenzio la riprovazione di Chalabi per l’occupazione guidata dagli USA:

"La mia casa è stata attaccata…noi abbiamo evitato per un millimetro uno scontro con le mie guardie del corpo. In Iraq, io sono il miglior amico dell’America. Se la CPA (Coalition Provisional Authority) trova che sia necessario dirigere un attacco armato contro la mia casa, io posso rivedere lo stato delle relazioni tra la CPA e il popolo Iracheno."
(Conferenza Stampa a Baghdad riportata dall’Independent, 20 maggio 2004)

Gli articoli di stampa sottolineano le "relazioni mutate" tra Chalabi e la Coalizione. "Si tratta di un assordante capovolgimento!" Washington ha deciso "di far decadere il suo appoggio a Mr Chalabi e di prendere le distanze da lui ".

Chalabi è sembrato aver ordito un intrigo contro gli USA, avendo messo insieme "una fazione Sciita settaria", apparentemente per destabilizzare il governo provvisorio "sponsorizzato dall’ONU" che è destinato ad entrare in carica il primo di luglio.

Secondo alcuni articoli di stampa, Chalabi è divenuto l’obiettivo di un’indagine governativa USA "per accertare se ha tradito l’America con delazioni di segreti di intelligence in favore di governi stranieri, compreso l’Iran. "

Inoltre egli è accusato di aver nascosto le registrazioni del programma “petrolio in cambio di cibo” e di avere "esagerato" la minaccia delle armi di distruzione di massa nei suoi rapporti di intelligence trasmessi alla Coalizione nei mesi in cui stava maturando la guerra. In altre parole, gli si imputa di aver ingannato l’intelligence USA nella valutazione sui siti delle armi di distruzione di massa. Non si fa menzione dove e come egli avrebbe potuto acquisire queste informazioni. Infatti Chalabi è ritornato nel Nord Iraq controllato dai Curdi solo nel febbraio 2003, dopo 45 anni di esilio, e l’INC non aveva una rete di spionaggio attiva all’interno dell’Iraq che potesse essere in grado di raccogliere informazioni sulle armi di distruzione di massa.

Un burattino senza fili

Da un giorno all’altro, il fantoccio viene presentato come se stesse " strappandosi i fili" e manovrasse autonomamente nel retroscena contro la coalizione guidata dagli USA.

La spiegazione ufficiale, così come viene trasmessa dagli articoli di stampa, semplicemente è priva di senso.
Fino al 18 maggio, Chalabi era sicuramente sul libro paga del Pentagono, ricevendo il …modesto compenso mensile di $355,000 (più di 4 milioni di dollari l’anno). Il suo incarico veniva descritto come "raccolta di informazioni."
Due giorni dopo, la sua abitazione veniva sottoposta a perquisizione. Secondo il Ministro deputato alla Difesa Paul Wolfowitz, il taglio della sua…paghetta per le piccole spese faceva parte della "naturale evoluzione" verso la democrazia in Iraq:

"Questa decisione è stata assunta alla luce del processo di trasferimento di sovranità al popolo Iracheno…Vi sono state alcune operazioni di intelligence veramente preziose che sono state realizzate attraverso un procedimento che è risultato assolutamente importante per le nostre forze, ma in futuro cercheremo di ottenere il servizio di intelligence attraverso normali canali." (dichiarazione riportata nel Financial Times del 21 maggio 2004)

Il 18 maggio gli tagliano lo stipendio e il giorno successivo gli fanno irruzione in ufficio?
Un burattino non si rivolta contro il suo padrone, particolarmente quando membri importanti del suo staff, inclusi molti dei suoi consiglieri e portavoce, sono funzionari USA che fanno rapporto direttamente al Pentagono.

Chi è Ahmed Chalabi?

Ahmed Chalabi e l’INC, Iraqi National Council, sono una creatura della CIA.

Chalabi è un fuoriuscito Iracheno, selezionato con cura dai servizi di spionaggio USA. Aveva abbandonato l’Iraq ed era entrato negli USA con la sua famiglia all’età di 13 anni. Possiede un passaporto Statunitense.
Chalabi è ritornato in Iraq presumibilmente un mese prima della guerra. Non aveva messo piede in Iraq dal momento della sua fanciullezza. 
Il 6 aprile 2003, le truppe USA lo hanno scortato a Nasiriya, dove ha insediato, con il supporto dell’esercito Statunitense, le cosiddette Forze di Liberazione dell’Iraq, una formazione armata paramilitare di circa 600 combattenti.
Fin dal suo ritorno in Iraq, è sempre stato una figura di spicco del Consiglio di Governo dell’Iraq, appoggiato dagli USA. Chalabi poteva agire con un qualche grado di "autonomia", però sotto controllo, ma rimaneva "una risorsa di intelligence" alle dipendenze USA. Comunque, membri chiave del suo staff hanno relazionato direttamente al Sottosegretario alla Difesa Paul Wolfowitz.  

Gli articoli di stampa sembrano suggerire “una pugnalata alle spalle”. Il nostro più fedele alleato si è messo contro di noi: un alleato di Washington da tanto tempo, che per questo veniva favorito dai tromboni del Pentagono a diventare il leader dell’Iraq post-guerra. 

“La Polizia Nazionale Irachena e la Polizia Militare Americana hanno sottratto computers, documenti, e un "prezioso Corano" dall’ufficio appartenente a Chalabi, un membro autorevole del Consiglio di Governo dell’Iraq e capo dell’INC, il Congresso Nazionale Iracheno.”

In una lettera burrascosa diretta al Direttore dell’FBI Robert Mueller e al Direttore della CIA George Tenet, lo studio legale di Boston che rappresenta Chalabi, Markham & Read, denuncia che un grosso contingente di polizia e di Americani armati in abiti borghesi avevano saccheggiato gli uffici dell’INC e l’attigua abitazione di Chalabi, asportando i computers dalle loro postazioni e fracassando porte. 

"Hanno saccheggiato il suo ufficio e non hanno avuto rispetto per i suoi familiari,"
ha riferito telefonicamente al Globe il procuratore John J. E. Markham II. Questo avvocato ha affermato che Chalabi si è formato l’idea che la coalizione guidata dagli USA ha innescato una vendetta contro di lui, il leader dell’INC, per " aver preso le distanze dalle sciocchezze folli di [Paul] Bremer," l’amministratore capo USA in Iraq.

“L’incursione di ieri è sembrata essere il culmine di una relazione nata male, nella quale da entrambe le parti si sono fatti sentire motivi di malcontento fra le tante difficoltà in Iraq dell’ultimo anno.  Funzionari del Pentagono si erano fidati totalmente di Chalabi e dell’INC, prima della guerra, nella valutazione sia delle risorse in armamenti di Saddam Hussein che delle possibilità di successo di una guerra a conduzione USA.”
(Boston Globe, 21 maggio 2004)

Manovra propagandistica

In seguito alla Guerra del Golfo, la CIA aveva dato incarico ad un ufficio di pubbliche relazioni, il Rendon Group: "di aiutare ad organizzare, consigliare, e a dirigere dietro alle quinte l’opposizione Irachena…" Di fatti, il Rendon Group aveva creato da zero l’INC, il Congresso Nazionale Iracheno, e gli aveva messo a capo Ahmed Chalabi,  --cioè si è passati da un’entità effettivamente inesistente ad un delegato politicamente sponsorizzato dagli USA, che servisse fedelmente agli interessi degli Stati Uniti. "Non fosse stato per il Rendon," sottolineava un funzionario del Dipartimento di Stato, "il gruppo di Chalabi non sarebbe mai esistito.".

Inoltre il Rendon Group aveva anche scelto il nome per l’INC. (vedi Michel Chossudovsky, War Propaganda and the Capture of Saddam Hussein, Propaganda di guerra e la cattura di Saddam Hussein, a  http://www.globalresearch.ca/articles/CHO312B.html, dicembre 2003)

"Alla guida dell’INC viene posto Ahmed Chalabi, un economista fuggito dalla Giordania nel 1989, nascosto nel portabagagli di una macchina, dopo il fallimento di una banca di sua proprietà. Proprio per questo era stato imputato e condannato in contumacia a 22 anni di carcere per appropriazione indebita e bancarotta fraudolenta. Ritornato in Iraq, Chalabi ha fatto riferimento a quello che è stato chiamato “il movimento di insorti della limousine” e per questo effettivamente sembra non aver conseguito nell’opinione pubblica Irachena una reputazione troppo alta.

Facendo la spola fra Londra e Washington DC, Chalabi non è stato in Iraq per molto tempo, e ha ricevuto "più favori sul Potomac che sull’Eufrate," così ha dichiarato lo specialista di affari Iracheni Andrew Parasiliti dell’Istituto per il Medio Oriente di  Washington DC.

“Con i finanziamenti ricevuti prima dalla CIA per tutti gli anni Novanta, e più di recente dal Pentagono, il Rendon manovrava qualsiasi movimento dell’INC,” così afferma un portavoce dell’INC, “ne aveva perfino scelto il nome, coordinava i suoi convegni annuali sulle strategie, e orchestrava i suoi incontri con soggetti diplomatici che avevano un peso veramente importante, come James Baker e Brent Scowcroft.

Non che il Rendon Group sia stato il primo a proporre tattiche operative e psicologiche per promuovere la politica estera USA nella regione. Di fatto, molti dei più efficaci manovratori di agitazioni e di campagne di disinformazione si sono messi in azione durante la Guerra del Golfo nel 1991, e le lezioni di costoro erano particolarmente pertinenti all’ulteriore potenziamento degli USA.”
(vedi Ian Urbina, This War Brought to You by Rendon Group, Asia Times Online, 12 novembre 2002,
http://www.gvnews.net/html/Shadow/alert3553.html).

Dalla Guerra del Golfo, il Rendon Group è stato coinvolto in diverse operazioni centrali di disinformazione. Ha operato a stretto contatto con i suoi partner Inglesi Hill e Knowlton, che nel 1990 erano stati i responsabili dell’impostura mediatica sulle incubatrici del Kuwait, per cui si presumeva che i bimbi Kuwaitiani erano stati rimossi dalle incubatrici, in una storia giornalistica totalmente fabbricata, che era stata usata poi per indurre il Congresso ad approvare la Guerra del Golfo del 1991. Un documento costruito a tavolino veniva presentato al Congresso USA, dove una "infermiera Kuwaitiana " testimoniava di aver visto soldati Iracheni mettere fuori dalle incubatrici i neonati, saccheggiare il reparto maternità e uccidere i bambini.

In seguito risultò che la "nurse" era la figlia dell’ambasciatore del Kuwait a  Washington. Le sue dichiarazioni erano state confezionate dal Rendon Group. (vedi Financial Times, 15 luglio 2003)

L’Ufficio di Influenza Strategica, Office of Strategic Influence (OSI)

Quando Donald Rumsfeld ha creato la sua struttura di propaganda denominata  Office of Strategic Influence (OSI), nella scia dell’11 settembre 2001, il Rendon Group (TRG), veniva preso in carico dall’OSI come un ufficio centrale di consultazione, che doveva curare le pubbliche relazioni e l’impatto operativo psicologico in appoggio alla "guerra al terrorismo" dell’amministrazione Bush. Gli veniva anche affidata la campagna sui mezzi di informazione e di pubbliche relazioni per gettare discredito sul regime Baathista in Medio Oriente, per demonizzare Saddam Hussein e per costruire un’opposizione Irachena. 

Quando l’OSI  venne ufficialmente sciolto, in seguito alle pressioni del Congresso USA, molte delle sue attività vennero trasferite all’Ufficio delle Pianificazioni Speciali (OSP) creato dal Sottosegretario Paul Wolfowitz. (In seguito, anche l’OSP veniva dismesso).

Molte delle operazioni specifiche di propaganda OSP venivano esternalizzate a settori privati. Il Rendon Group, che aveva creato Ahmed Chalabi, restava uno degli uffici chiave di pubbliche relazioni sotto contratto del Pentagono.  

Il tourbillon mediatico sulla "Liberazione di Baghdad" e la messa in scena dell’abbattimento della statua di Saddam sulla piazza Fardhus, l’8 aprile, erano con tutta probabilità frutto del lavoro di un ufficio privato di pubbliche relazioni sotto contratto del Pentagono.  Si suppone che membri dell’INC con tutta probabilità siano stati fatti partecipi della messa in scena di questo avvenimento mediatico.
(per maggiori dettagli, consultare The pulling down of the Statue was a staged media event- L’abbattimento della statua era un avvenimento messo in scena mediaticamente, 11 aprile 2003, a http://www.globalresearch.ca/articles/NYI304A.html,
Vedi anche Michel Chossudovsky, Killing the "Unembedded Truth"- Uccidendo la “Verità non Condizionata” di Michel Chossudovsky, 11 aprile 2003, http://www.globalresearch.ca/articles/CHO304B.html).

Sulla scia della guerra, il Rendon ha favorito la fondazione di un quotidiano dell’INC  “Al Mu'tamar”, che ha giocato un ruolo chiave nella diffusione della notizia della cattura di Saddam. Un ex membro del gruppo dirigenziale del Rendon Group, Francis Brooke, che ora è un consigliere indispensabile di  Chalabi, stava nel retroscena dei “mezzi di informazione dell’opposizione” a  Baghdad dall’inizio dell’occupazione guidata dagli USA, comprese le TV e la stampa ( incluso il progetto del giornale Al Mutamar).

L’incursione nella casa di Chalabi è stato un avvenimento messo in scena?

L’incursione nell’abitazione di Chalabi è stata parte di una messa in scena, che ha cercato di presentare un fantoccio appoggiato dagli USA come una figura ora legittimata a rappresentare l’opposizione Irachena?

Benché non vi siano prove, però esistono diversi segnali di informazioni che contraddicono, che generano seri dubbi sulla versione ufficiale degli eventi.

Chalabi viene accusato di "avere passato segreti di intelligence Americani a governi stranieri, compreso l’Iran". In altre parole, gli USA lo stanno accusando di avere intrattenuto negoziati segreti con l’Iran: 

"Il Dipartimento di Stato e la CIA hanno espresso una profonda preoccupazione relativamente ad una fonte che affermava in un recente rapporto spionistico che l’INC e Chalabi avevano trasmesso informazioni potenzialmente pericolose a funzionari del governo Iraniano. Sebbene Chalabi non abbia mai fatto segreto delle sue cordiali relazioni con funzionari Iraniani di alto livello - uno dei suoi assistenti ha dichiarato che  Chalabi ha avuto colloqui al massimo livello con funzionari Iraniani negli ultimi sei mesi – ufficiali dell’amministrazione Bush affermano che gli ultimi rapporti di intelligence indicano che lui ha fornito agli Iraniani informazioni sulle operazioni di sicurezza degli USA in Iraq, che potevano “causare la morte di persone.” (MNSBC, 20 maggio 2004)

Evidentemente queste accuse erano state fabbricate a tavolino, visto che la gente che prendeva decisioni per Chalabi rispetto all’Iran, sono incaricati del Pentagono. Chalabi non può muoversi senza i suoi consiglieri USA accreditati.  

Francis Brooke, che è il braccio destro di Chalabi, ha stretti legami con la Presidentessa del Consiglio Nazionale di Sicurezza Condoleezza Rice e con il Sottosegretario alla Difesa Paul Wolfowitz, ed ha giocato un ruolo centrale nelle attività di intelligence di   Chalabi, considerando anche i legami di questo con l’Iran.

In precedenza alle dipendenze del Rendon Group, Brooke è ora sotto contratto a Baghdad con il gruppo BKSH e Associati, che è controllato da Charles R. "Charlie"
Black, Jr., un importante dirigente Repubblicano di strategia politica e lobbista, che ha avuto stretti legami con Reagan, Bush Senior e Bush Junior.

BKSH sta utilizzando Chalabi e l’INC per "aprire porte" in Iraq a vantaggio delle  corporations degli Stati Uniti.

In seguito all’irruzione in casa di Chalabi, Francis Brooke dichiara che "Mr. Chalabi non ha mai condiviso alcuna informazione segreta con gli Iraniani." Il fatto in questione è che Chalabi era stato utilizzato dallo spionaggio USA per condurre una missione segreta per conto degli Stati Uniti a Tehran e l’uomo che stava nel retroscena di questa missione era "il nostro uomo a Baghdad" Francis Brooke:

Brooke, che stava operando con Chalabi, ... era stato così calorosamente accolto quando era arrivato a Tehran che i giornalisti che lo avevano incontrato con Chalabi trovavano la cosa interessantissima. Infatti avevano notato che i funzionari Iraniani dei Dipartimenti della Sicurezza e degli Affari Esteri, i Guardiani della Rivoluzione e la Presidenza mostravano sicuramente più attenzioni verso Brooke che nei riguardi dello stesso leader dell’INC, Chalabi. 

Un giovane giornalista Iraniano, che aveva interrogato un funzionario del Ministero degli Esteri, proprio al ritorno da un incontro tra Brooke e un ufficiale superiore del Servizio di Sicurezza Iraniano, se davvero un consulente di pubbliche relazioni di Chalabi avesse recapitato una lettera dell’amministrazione USA alla dirigenza Iraniana, ha affermato che l’uomo del Ministero degli Esteri gli ha replicato: “Io so per certo che lui (Brooke) è un personaggio importante che è a conoscenza di molti segreti. Noi reputiamo che sia in contatto con i circoli di Washington, che prendono le decisioni.  Quindi noi approfittiamo dell’opportunità della sua presenza a Tehran per far pervenire direttamente il nostro punto di vista all’amministrazione Bush sulla guerra in Iraq, in special modo perché il governo USA ha chiuso tutti gli altri canali di relazioni con noi.” (Ali Nourizadeh, Frances Brooke, the man behind the new Iran-US entente on Iraq – l’uomo che sta dietro alla nuova intesa Iran-USA sull’Iraq. Daily Star, 22 marzo 2003)

In altri termini, non era stato Chalabi a condurre in porto un’intesa con gli Iraniani, ma l’incaricato di affari del Pentagono, Francis Brooke.

Nuova immagine

L’incursione in casa di Chalabi ha generato l’impressione che Chalabi non sia più una figura di spicco sotto controllo degli USA, ma una persona politicamente moderata che esprime il suo proprio pensiero. 

L’amministrazione Bush è profondamente consapevole che, perché Chalabi possa sostenere ancora il ruolo di "efficace marionetta", lui ha bisogno di una nuova immagine, che lo configuri all’opinione pubblica in Iraq e nel Medio Oriente non solo come "indipendente", ma anche come anti-Americano.
Tranquillamente che Chalabi è ancora una marionetta. Non gli è consentito muoversi senza il parere favorevole del Pentagono!
Mentre la resistenza sta accentuandosi, gli USA ragionevolmente non possono insediare un procuratore politico ed aspettarsi che gli Iracheni gli corrano tutti dietro!

Che questa strategia possa avere successo è cosa poco probabile, e questa è una delle principali ragioni che stanno dietro alla decisione USA di liberarsi del Consiglio di Governo Iracheno. 

In Iraq, Chalabi è visto tuttora per quello che è, una creatura della CIA.
Che egli possa giocare ancora un ruolo diretto nella transizione politica Irachena, rimane tutto da vedere.
Che egli possa essere parte integrante di un governo di transizione o no, o che il primo di luglio possa essere formato realmente un governo di transizione, comunque Ahmed
Chalabi continuerà a svolgere un importante ruolo a vantaggio dei suoi sponsors Statunitensi.
Chalabi costituisce un intermediario nei loschi traffici che incanalano gli investimenti esteri in Iraq, che significa l’appropriazione indebita a mani piene delle ricchezze della regione da parte delle corporations.

In questo contesto, egli è usato come tramite, come un ponte per gli affari fra i collaborazionisti Iracheni e le compagnie USA. Il suo consigliere  Francis Brooke agisce per conto di BKSH e Associati, sotto controllo di Charles R."Charlie" Black, Jr. e BKSH agisce per conto dei grandi investitori USA in Iraq.

Per di più, il nipote di Chalabi, Salem Chalabi, dirige un ufficio legale, il Gruppo di Diritto Internazionale per l’Iraq (IILG). (The Guardian 24 settembre 2003).
Il Gruppo IILG si era organizzato nel luglio 2003 “per procurare informazioni e strumenti alle imprese estere necessari all’inserimento in un Iraq emergente e per avere successo”. Questo viene così illustrato nel suo sito web: “Annoveriamo fra i nostri clienti le più importanti corporations ed istituzioni del pianeta,” (riportato da Brian
Whitaker, Zionist Settler Joins Iraqi to Promote Trade – Un centro decisionale sionista si insedia in Iraq per promuovere affari, a 
http://www.world-crisis.com/more/30_0_1_0_M13/)

Quindi accade che l’IILG con sede a Baghdad è di fatto un mandatario dell’ufficio legale con sede a Washington, lo Zell, Goldberg & Co, "che afferma di essere uno degli studi legali di Israele specializzati nel seguire l’andamento degli affari, sempre più in espansione".

Inoltre, Zell, Goldberg & Co risulta essere l’affiliato Israeliano del Gruppo di Diritto Internazionale FANDZ. (http://www.fandz.com/). Ora, guarda il caso che FANDZ è una società che cointeressa Marc Zell e il Sottosegretario al Dipartimento alla Difesa Douglas Feith, che, con pieno consenso della Compagnia, è in diretto collegamento con  Paul Wolfowitz e Don Rumsfeld.

"Il Gruppo di Diritto Internazionale FANDZ venne costituito nel 1999 con la formazione di Zell, Goldberg & Co. e la sua alleanza con  Feith & Zell, P.C" http://www.fandz.com/html/fandz.html

In altre parole, nella rete complessa dei fantocci della politica, degli studi legali e di pubbliche relazioni che forniscono consulenze alle imprese, tutte le strade conducono ai vertici costituiti dai ranghi più alti del Pentagono. 

Chalabi non è stato affossato. Anzi, sta avvenendo l’opposto. Ora, sta emergendo con il marchio di una nuova immagine anti-Americana, che contribuisce a creare confusione nella pubblica opinione. Invece rimane la “struttura spionistica” Numero Uno Americana a Baghdad, contribuendo con un ruolo centrale alla colonizzazione economica dell’Iraq. 

L’obiettivo assoluto dell’occupazione guidata dagli USA è di rapinare le risorse Irachene, le fonti di petrolio e conseguire l’intero controllo sull’economia nazionale dell’Iraq.

A fronte della sempre più crescente resistenza popolare, solo un processo disperato può stendere una cortina fumogena su una illusoria sovranità nazionale. 


© Copyright M CHOSSUDOVSKY 2004.

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Chi è John Negroponte


nuovo ambasciatore USA in Iraq


Il diplomatico di carriera John Negroponte è stato nominato Ambasciatore degli Stati Uniti in Iraq. La Commissione per le Relazioni Estere del Senato, martedì 27 aprile 2004, ha messo in programma una improvvisa seduta per questa nomina e la dirigenza del Senato ha previsto il voto a sezione completa per martedì 29 aprile.  Sarà a capo dell’Ambasciata Statunitense, ammesso che la "sovranità limitata" termini il 30 giugno.

Le note personali di Negroponte lo rendono singolarmente inadatto ad un incarico così delicato.
Negroponte è stato funzionario politico all'ambasciata americana in Vietnam dal 1964 al 1968, al culmine della guerra, nel momento in cui si verificarono esecuzioni extragiudiziali e gravissime violazioni dei diritti umani, tra cui i massacri perpetrati dalla tristemente famosa Tiger Force della 101° Divisione Aviotrasportata dell'Esercito.

Negroponte è stato ambasciatore in Honduras dal 1981 al 1985, periodo in cui decuplicò il personale, ospitando uno dei più massicci dispiegamenti di forza della CIA in America Latina.
All'epoca, mentì al Congresso sulle informazioni in suo possesso riguardo alla famigerata squadra della morte del 316° Battaglione e gestì aiuti illegali ai Contras che combattevano il governo del Nicaragua, in aperta violazione delle direttive del Congresso.

Negroponte è stato ambasciatore in Messico dal 1989 al 1993, conducendo il North America Free Trade Agreement (NAFTA) alla sua approvazione.
Il NAFTA ha provocato la perdita della terra e dei mezzi di sussistenza per un milione di messicani ed ha minato i diritti sindacali ed ambientali in Messico, Canada e Stati Uniti.

Negroponte ha prestato servizio come ambasciatore presso le Nazioni Unite dal settembre 2001, durante la preparazione dell'invasione dell'Iraq, ha mentito alle Nazioni Unite sulle giustificazioni della guerra ed ha esercitato pressioni decisive sul Messico e sul Cile che si erano inizialmente opposti alla guerra.

L'assenza di credenziali democratiche di Negroponte e il suo curriculum di approvazione - o, quanto meno, di una sua solida capacità di 'non vedere' gravissime violazioni dei diritti umani -, hanno favorito la sua nomina all'ONU del 2001. All'epoca, la Commissione per le Relazioni Estere del Senato aveva approvato la nomina in una seduta rapidissima il 12 settembre, in fretta e furia durante il caos che era seguito alla tragedia del giorno precedente.

A illuminare meglio il quadro della personalità di Negroponte, viene riportato un personale contributo, scritto nel luglio 2001, da Suor Laetitia Bordes, s.h.:

Nuovi dettagli in una storia di malvagità

“John D. Negroponte, nominato dal Presidente Bush come prossimo Ambasciatore alle Nazioni Unite”?! Mi si drizzano le orecchie. Alzo il volume della radio e mi metto ad ascoltare con maggior attenzione. Sì, avevo ascoltato proprio giusto.
Bush stava nominando Negroponte, l’uomo che aveva portato la CIA ad appoggiare l’apertura della campagna delle azioni degli squadroni della morte Honduregni, mentre era ambasciatore in Honduras dal 1981 al 1985.

I miei ricordi tornano al maggio 1982, quando mi trovai faccia a faccia con Negroponte nel suo ufficio all’Ambasciata USA a Tegucigalpa. Io mi ero recata in Honduras al seguito di una commissione di inchiesta. Volevamo avere delle risposte. Trentadue donne erano fuggite dalle squadre della morte di El Salvador per cercare rifugio in Honduras, dopo l’assassinio dell’Arcivescovo Oscar Romero nel 1980. Una di queste era stata la segretaria di Romero. Qualche mese dopo il loro arrivo, queste donne erano state prelevate a forza dai loro appartamenti a Tegucigalpa, caricate in un furgone e erano scomparse. La nostra delegazione si trovava in Honduras per trovare la verità su quello che era successo a queste donne. 

John Negroponte aveva ascoltato la nostra esposizione dei fatti. Vi erano stati testimoni oculari alle catture e questo l’avevamo ben letto nella documentazione che le precedenti delegazioni avevano raccolto. Negroponte aveva negato assolutamente di essere a conoscenza dei luoghi dove potevano essere state portate queste donne. Aveva insistito sul fatto che l’Ambasciata USA non interferiva negli affari del governo Honduregno e che per noi sarebbe stato più vantaggioso discutere di questa questione con i governanti dell’Honduras. Però i fatti sicuramente dimostravano il contrario. Durante l’amministrazione Negroponte, gli aiuti militari USA all’Honduras erano passati da $4 milioni di dollari a $77.4 milioni; gli USA avevano promosso una guerra segreta contro il Nicaragua, ne avevano minato i porti e avevano addestrato l’esercito dell’Honduras per appoggiare i Contras.  

John Negroponte aveva lavorato a stretto contatto con il Generale Alvarez, Comandante in Capo delle Forze Armate in Honduras, per realizzare l’addestramento dei militari Honduregni nella guerra psicologica, nelle azioni di sabotaggio, e in ogni tipo di violazioni dei diritti umani, inclusa la tortura e il rapimento. Militari dell’Honduras e del Salvador venivano inviati alla Scuola delle Americhe per ricevere l’addestramento per movimenti anti-sommossa diretti contro la gente della loro stessa nazione. La CIA aveva creato lo scellerato Battaglione di Intelligence Honduregno 3-16, che si era reso responsabile dell’assassinio di molti Sandinisti. Il Generale Luis Alonso Discua Elvir, un insegnante della Scuola delle Americhe, era stato uno dei fondatori e dei comandanti del Battaglione 3-16.

Nel 1982, gli USA avevano negoziato il libero accesso allo spazio aereo dell’Honduras e avevano insediato un centro di addestramento militare regionale per le forze dell’America Centrale, con lo scopo principale di fornire addestramento alle forze dell’esercito del Salvador. 
Nel 1994, la Commissione dell’Honduras sui Diritti Umani sottolineava la tortura e la scomparsa almeno di 184 oppositori politici. Inoltre la Commissione accusava John Negroponte di numerose violazioni di diritti umani.

Ora, ritorniamo nel suo studio in quel giorno del 1982; John Negroponte ci aveva assicurato di non avere idea di cosa fosse successo alle donne, di cui noi eravamo alla ricerca. 

Ho dovuto aspettare 13 anni per saperlo! In un’intervista al Baltimore Sun nel 1996, Jack Binns, il predecessore di Negroponte come ambasciatore in Honduras, dichiarava che un gruppo di Salvadoregni, molti dei quali erano donne, era stato ricercato, catturato il 22 aprile 1981, e selvaggiamente torturato dalla DNI, la Polizia Segreta dell’Honduras, prima di essere caricato su elicotteri dell’esercito del Salvador.

Dopo essere partite dall’aeroporto di Tegucigalpa, le vittime erano state scagliate fuori dagli elicotteri, nel vuoto.
Inoltre Binns affermava al Baltimore Sun che le autorità Nord Americane erano ben a conoscenza di quello che era accaduto e che questo costituiva una gravissima violazione dei diritti umani. Ma questo veniva considerato parte della politica di Ronald Reagan contro i movimenti insurrezionali.  

Ora nel 2001, appaiono nuovi elementi ad agitare le acque di questa vicenda.
Poiché il Presidente Bush ha reso pubblica la sua intenzione di nominare John Negroponte,  si parla di altre persone che improvvisamente sono state fatte “sparire”. 

In un articolo pubblicato nel Los Angeles Times il 25 marzo, Maggie Farley e Norman Kempster riferivano dell’improvvisa deportazione dagli Stati Uniti di parecchi ex membri delle squadre della morte. Questi uomini potevano produrre testimonianze distruttive contro Negroponte nelle prossime udienze del Senato. Uno di questi deportati di recente era proprio quel Generale Luis Alonso Discua, fondatore del Battaglione 3-16. In febbraio, Washington aveva revocato il visto al Discua, che era Ambasciatore Supplente all’ONU. Da allora, Discua aveva iniziato a rendere pubblici particolari relativi all’appoggio USA al Battaglione 3-16.

Considerando la storia di John Negroponte in America Centrale, è una cosa completamente orrenda pensare che lui possa essere scelto per rappresentare il nostro paese alle Nazioni Unite, un’organizzazione che si fonda sull’assicurazione dei diritti umani di tutti i popoli che dovrebbero ricevere il più alto rispetto. 
Quanti dei nostri Senatori, mi chiedo, lasciando da parte l’opinione pubblica USA, sanno veramente chi è  John Negroponte ?

da: "Action Center" <actioncenter@action-mail.org>
documento fatto circolare da:
A.N.S.W.E.R. Coalition
Act Now to Stop War & End Racism

Per maggiori informazioni:
www.InternationalANSWER.org
info@internationalanswer.org
New York 212-633-6646
Washington 202-544-3389
Los Angeles 213-487-2368
San Francisco 415-821-6545

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Chi è il prof.Lino Cardarelli


L’uomo del Ministro Lunardi che ricostruisce l’Iraq

Tutto comincia nel 1985, quando Confindustria rinnova i suoi organi dirigenti. Nella nuova giunta siedono, tra gli altri, nominati dall’allora presidente Luigi Lucchini, Pietro Barilla, Calisto Tanzi, Ugo Beretta, Silvio Berlusconi.

Il prof.Lino Cardarelli viene eletto, con Cesare Romiti, fra i «rappresentanti generali». Tanzi e Cardarelli, oltre che amici di infanzia, sono concittadini ed amici del futuro Ministro Lunardi. Un bel gruppo davvero, non c’è che dire.

Sempre nel 1985, Cardarelli entra anche nel Consiglio di Amministrazione della Fondiaria, assieme a Gardini, Schimberni, Garofano.
Schimberni, presidente della Montedison, (che venderà in quegli anni al gruppo Fininvest una impresa di costruzioni, la BICA) nomina suo amministratore delegato proprio Lino Cardarelli. Anzi, gli assegna incarichi su incarichi in Montedison: direttore del comparto “finanza e controllo” e amministratore delegato della Montedison Holding Zurigo.

Schimberni lo apprezza e protegge, ma, una volta che proprio Gardini soppianta Schimberni alla presidenza del colosso chimico italiano, Cardarelli deve mollare almeno un ufficio, quello delle politiche finanziarie, per lasciare il posto a… Sergio Cragnotti.

Tutti i signori sunnominati vengono tutti coinvolti in scandali di tangenti. Gardini, come tutti sanno, si suicida il 23 luglio ’93 in timore (previsione?) di un arresto, arresto che arriva invece sia per Garofano (14 luglio; il 25 confesserà di aver versato 280 miliardi a Dc e Psi) sia per Schimberni (7 dicembre). Implicati nella vicenda Enimont che generò la Madre di Tutte le Tangenti. Dei nomi Cragnotti e Tanzi, le cronache sono piene in questo periodo, per i crack Cirio e Parmalat. Evviva la bella compagnia!!

Storia recente: guai giudiziari, presidenze, affari

Lasciato l’incarico di responsabile delle finanze della Montedison, il prof. Cardarelli, pur occupatissimo, viene nominato amministratore delegato della FIP, la merchant bank del gruppo BNL, Banca Nazionale del Lavoro. Presidente, in quel lontano 1989, della BNL, era Nerio Nesi, proprio il futuro Ministro per i Lavori Pubblici del Centrosinistra che, coincidenza, assumerà come addetto stampa la figlia di Cardarelli, Francesca.

Nel turbine giudiziario di Mani Pulite viene travolto anche Lino Cardarelli in persona; in fondo, sarebbe stato impensabile il contrario, visto che tutta Montedison e dintorni era in carcere o in procinto di andarci.

Il 9 dicembre 1993, con un volo da Londra, Cardarelli giunge a Milano e si consegna alla Guardia di Finanza, inseguito come era da mandato di cattura. Recitano le agenzie di quel giorno: «l'ipotesi di reato è quella prevista dall'art. 2621 del codice civile (false comunicazioni ed illegale ripartizione di utili) con l' aggravante prevista dall'art. 2640 (danno di rilevante gravità) in relazione a prelievi indebiti di somme di denaro, con occultamento di documenti contabili, per circa 500 miliardi di lire che sarebbero stati dirottati fra il 1984 e il 1986 verso società delle Antille Olandesi». (In poche parole, FALSO IN BILANCIO, quel reato che il suo amico e attuale datore di lavoro Lunardi, in quanto membro del Governo, ha contribuito ad eliminare.).

Deve essere stato un periodo amaro, per il supermanager di Parma: trasferimenti a S. Vittore, interrogatori, e, ulteriore delusione, sentirsi scaricato dal suo mentore di sempre, Mario Schimberni. Il quale, in una deposizione-fiume, addossava a Lino molte delle responsabilità: «Quando sono arrivato in Montedison - afferma Schimberni- esisteva una pratica abbastanza diffusa di finanziamento non palese ai partiti. Io ho cercato di ridimensionare il fenomeno e, da quando sono diventato presidente della società, i finanziamenti si sono limitati a cifre dell'ordine di 400-600 mila dollari l'anno a favore delle segreterie nazionali di DC e Psi. Questi finanziamenti avvenivano previ accordi con i segretari amministrativi nazionali dei partiti, ed erano effettuati estero su estero tramite le strutture della Montedison International Holding, curati praticamente dall'amministratore delegato Cardarelli».

Tutto sembra volgere al peggio: la prigione, la solitudine, l’oblio. Un oblio profondo, se si pensa che per circa 10 anni di Cardarelli non si sente più parlare, e che le sue tracce si perdono nei meandri delle sentenze passate sotto silenzio dopo il clamore delle indagini. E invece, ecco, i vecchi amici non spariscono mai!

Dopo aver incassato una sentenza di prescrizione, quindi essersela cavata per questioni di tempo, e non di sostanza, Cardarelli viene chiamato da Lunardi al Ministero delle Infrastrutture. E’ il maggio del 2002 quando lo nominano nel Consiglio di Amministrazione della Stretto di Messina. Un onore ed un onere non da poco, che, pare pensare Lunardi, è bene affidare ad un vecchio amico, anche se prescritto.

Il 16 gennaio 2004, Cardarelli raggiunge l’apice della sua carriera quando, come recita il comunicato ufficiale «Il Consiglio dei Ministri, previa relazione dei ministri Frattini e Lunardi, ha autorizzato il prof. Lino Cardarelli ad assumere l'incarico di vice responsabile del Program management office, la struttura guidata a Bagdad dall'ammiraglio Nash e competente nella gestione dei contratti per la ricostruzione dell'Iraq».

È questo che sorprende, in certi uomini: la capacità di non terminare mai la loro carriera, qualunque cosa accada. Siamo sicurissimi che la capacità nella gestione dei contratti sia una specialità del professore, e siamo sicurissimi anche che servirà con dedizione gli interessi del nostro Governo nella fertile situazione irakena.
Per la Patria, l’Eni e gli equilibri mondiali, chi meglio di Lino, chi?
da Marco Ottanelli – http://www.democrazialegalita.it/



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