www.resistenze.org - popoli resistenti - messico - 31-08-15 - n. 555

Per questioni di principio, ci separiamo dal Forum di San Paolo

Partito Comunista del Messico (PCM) | comunistas-mexicanos.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

03/08/2015

Dal 29 luglio al 2 agosto si è svolto a Città del Messico il XXII Incontro del Forum di San Paolo. Il Partito Comunista del Messico (PCM), che ne faceva parte dal 2001, ha deciso di uscirne in considerazione del fatto che ora è uno spazio egemonizzato dalla socialdemocrazia.

Qualche mese fa, il PCM si era rivolto al Gruppo di lavoro del Forum di San Paolo per esprimere una forte critica verso una risoluzione in solidarietà con Ayotzinapa, per una ragione fondamentale: essa era stata redatta dal Partito della Rivoluzione Democratica (PRD), partito che è corresponsabile della repressione e della scomparsa degli studenti. Oggi, è capitato lo stesso. Il PRD ha nuovamente espresso la solidarietà con gli studenti normalisti, ossia il cinismo dell'assassino che ora si lamenta per la sua vittima.

Ma oltre a ciò, ci sono le ragioni sostanziali. Il Forum di San Paolo è oggi uno strumento della socialdemocrazia e un muro di contenimento della lotta di classe, incompatibile con la politica e l'attività dei comunisti, con la strategia e gli obiettivi politico-ideologici di qualsiasi partito comunista.

Compiamo poi un dovere di principio, nel momento in cui lavoreremo per rinforzare i legami basati sull'internazionalismo proletario con i partiti comunisti e operai nel mondo.


***

Al Gruppo di lavoro del Forum di San Paolo,

Ai partiti e alle organizzazioni del Forum di San Paolo,

Nel dicembre del 2001, al X Incontro effettuato a L'Avana, Cuba, si è concretizzato il nostro ingresso nel Forum di San Paolo (FSP), su proposta del Partito Comunista di Cuba e con l'avallo di tutti i partiti che a esso appartengono per il Messico.

Pensavamo allora che il Forum di San Paolo fosse uno spazio d'incontro, di coordinamento e di lotta delle forze antimperialiste e anticapitaliste. Però, nel corso di questi anni, uno dopo l'altro si sono presentati fatti che ci hanno dimostrato che così non era. Così oggi possiamo affermare che questo spazio ha una natura di classe socialdemocratica, in antagonismo alle bandiere del movimento operaio e popolare, incompatibile quindi con la nostra presenza.

Nell'XI Incontro, realizzato ad Antigua, Guatemala, venne presentata nel Gruppo di lavoro una condanna alla diversità delle forme di lotta esercitate dai popoli, e che inoltre sono di validità universale. Con la marcata aggressività verbale del discorso antiterrorista che proclamava Bush nella sua crociata ideologica per invadere l'Iraq, il Gruppo di lavoro del FSP, nella pratica, ha escluso le FARC-EP, importante organizzazione della sinistra colombiana – proprio quando essa chiedeva una maggiore solidarietà con la sua lotta contro il Plan Colombia e il Plan Patriota e contro il governo del genocida Alvaro Uribe – condannando così la lotta rivoluzionaria dei popoli.

I partiti che egemonizzano il FSP hanno impresso un contenuto molto definito al concetto di sinistra: quello del progressismo, che non cerca di trasformare il mondo, ma di gestire il capitalismo. Ed i governi a cui hanno partecipato, in paesi importanti o in grandi città, dimostrano,da più di un decennio, il loro carattere antioperaio e antipopolare, che non può essere nascosto da misure populiste, assistenzialiste, per lucrare elettoralmente con la povertà e l'indigenza di massa che colpisce tutto il continente.

I programmi assistenzialisti applicati dai governi progressisti del FSP non hanno portato giustizia, né una vita migliore per la classe operaia, i settori popolari, i ceti medi. Fra scandali e corruzione, si sono mostrati soprattutto vettori di una politica di contenimento della lotta di classe e di controllo sociale, di argine per istituzionalizzare le lotte, sottometterle, subordinarle, piegarle, liquidarle. Hanno proseguito le privatizzazioni, le riforme del lavoro per svalorizzare il lavoro e aumentare i profitti del capitale. Questi governi progressisti, senza eccezione, hanno favorito la redditività dei monopoli, la spoliazione selvaggia delle terre a beneficio dei monopoli minerari, dell'agroindustria, dell'edilizia, dell'industria di armi. Si favoriscono l'esportazione di capitali, l'intensificazione dello sfruttamento dei lavoratori e il saccheggio dei popoli. Il PT del Brasile, il PRD del Messico, ecc., sono oggi strumento di importanti monopoli e questo discorso va esteso alla socialdemocrazia che egemonizza il FSP.

Nel 2005, durante il XII Incontro, abbiamo assistito alla vergognosa argomentazione per giustificare l'intervento militare ad Haiti da parte delle truppe brasiliane, e nonostante vari partiti membri del FSP avessero condannato tale azione, la linea generale che egemonizza questo spazio ha semplicemente mantenuto il totale silenzio sulla questione. Con ciò, praticamente si è sposata una linea che giustifica l'interventismo cosiddetto umanitario, l'antimperialismo selettivo e la solidarietà selettiva con i popoli che subiscono l'occupazione militare, a seconda se questo va o no a beneficio dei monopoli che concorrono al sostegno di alcuni governi dei partiti emanazione del FSP.

Altro fattore che ci porta ad uscire dal FSP è il suo gemellaggio con il Partito della Sinistra Europea (PSE), promotore dell'anticomunismo, dell'equiparazione della costruzione socialista nell'URSS con il fascismo, argomento che oggi serve per rendere illegali i partiti comunisti e operai. Il Partito della Sinistra Europea avalla l'Unione europea, moderna prigione dei popoli, dove la dittatura del capitale si applica rigorosamente. Il FSP e il PSE hanno promosso accordi commerciali tra Ue ed America Latina, tutti contrari all'interesse popolare. Allo stesso modo, il FSP si è schierato in Grecia al fianco di Syriza, membro del PSE, partito che ha recentemente dimostrato di essere promotore di politiche antipopolari, che molto poco si differenziano da quelle proposte dalla Troika. Così, si rileva che, per il FSP, il cammino da seguire non è quello della rottura con il capitalismo, ma della riforma che lo prolunga, lo perpetua.

Il FSP è guidato da partiti di natura compatibile con quella del PRD in Messico, che in complicità con Enrique Pena Nieto, attraverso il Patto per il Messico, hanno portato avanti riforme legislative profondamente antioperaie e antipopolari, come la riforma del lavoro, dell'istruzione, quelle energetica e fiscale, che oggi impoveriscono milioni di lavoratori messicani, e che rappresentano il quadro giuridico per la repressione della classe operaia di questo paese.

Il PRD genera governi a carattere repressivo e antipopolare, come quello di Mancera a Città del Messico, di Graco Ramirez a Morelos, responsabile della tortura e dell'assassinio per decapitazione di militanti sociali, quello di Gabino Cué a Oaxaca, che ha tradito e cooperato pienamente alla militarizzazione della regione, quello del genocida Angel Aguirre, responsabile dell'assassinio di cinque militanti del Partito Comunista del Messico, ecc. Ma se ancora non bastasse, il governo del PRD di Angel Aguirre è corresponsabile del genocidio di Iguala, dove 43 studenti della Normale di Ayotzinapa risultano ancora desaparecidos.

E' evidente che il FSP concepisce le unioni inter-statali come un obiettivo prioritario. Si dice e si insiste apertamente nel presentare l'unione inter-statale latinoamericana come la panacea ai nostri mali. Noi ugualmente desideriamo la pace e la cooperazione tra i popoli per la prosperità dei lavoratori e lo sviluppo di tutte le loro capacità latenti. Il problema è che nelle condizioni attuali, tale unione si farà su una base incompatibile con la pace, che alla fine non avrà altro risultato che l'impoverimento dei lavoratori. Parliamo cioè di una unione inter-statale che ha come base il mercato, il capitalismo nell'epoca dei monopoli, e di un accordo di cooperazione tra stati che difendono in generale gli interessi di tali entità economiche egemoniche. Si veda il triste caso dello stato peruviano che decreta il coprifuoco, l'assassinio di attivisti e lo schiacciamento dello sciopero generale, in difesa dei progetti del monopolio del Grupo Industrial Minera Mexico. Abbiamo per caso dei dubbi su cosa significherà per i minatori in sciopero e per le comunità resistenti l'esistenza di una ipoteticamente migliore cooperazione economica, politica e militare tra Messico e Perù dentro una unione inter-statale? La somma di paesi con economie capitaliste, in questo momento alcuni dei quali con governi "progressisti", non da per risultato un polo rivoluzionario di opposizione all'imperialismo, ma un progetto di concentrazione e centralizzazione del capitale con chiari lineamenti imperialistici.

I nostri princìpi ci portano a prendere le distanze da tale progetto e dobbiamo avvertire i partiti che vi partecipano che tali fantasie sull'unione inter-statale di paesi capitalisti come un progresso, si sono già udite in precedenza nel caso dell'Unione europea. Si è presentata l'Ue come la possibilità di ottenere una Europa dei popoli, come uno strumento che avrebbe garantito la pace, che avrebbe difeso i diritti umani nei paesi che la compongono, ecc. Nessuno oggi può affermare che l'Ue non sia una distruttrice delle condizioni di vita dei lavoratori, un centro imperialista che interviene aggressivamente in Africa e Medio Oriente, un incubo reazionario dal quale i popoli cercano di scappare, anche se ci sono forze che parlano di trasformare la natura dell'Ue, accettando anche oltre il 90% delle condizioni imposte dalla Troika.

La nostra opinione rispetto al Forum di San Paolo è che oggi sia uno spazio politico di chiara natura socialdemocratica, che corrisponde agli interessi di determinati monopoli per la gestione del capitalismo e dello sfruttamento. Un muro che impedisce la lotta rivoluzionaria, antagonista rispetto la natura dei partiti comunisti come partiti della classe operaia.

E' un ostacolo che decidiamo di superare in un momento in cui l'antagonismo capitale/lavoro si acutizza e diviene una necessità storica lo scontro con coloro che cercano la perpetuazione del capitalismo, come nel caso dei partiti e degli spazi internazionali della socialdemocrazia.

Oggi, i compiti dei partiti comunisti acquistano una maggiore rilevanza, in quanto forze insostituibili per il cambiamento rivoluzionario, che nell'approfondirsi della lotta di classe dirigeranno la classe operaia con una politica di alleanze con gli strati medi e i settori popolari, in una prospettiva anticapitalista e antimonopolista, per la rivoluzione e il socialismo-comunismo.

L'orientamento socialdemocratico frena l'intervento politico-ideologico dei comunisti, si converte in una camicia di forza per l'organizzazione della lotta e per il programma di una trasformazione radicale necessaria di fronte al fallimento storico del capitalismo.

Contrariamente a quanto si può pensare, dobbiamo chiarire che non cerchiamo l'isolamento. Ci allontaniamo di fronte all'incompatibilità e ai costi politici che comporta il coesistere in uno spazio con un partito che si reso responsabile della repressione contro di noi. E' un periodo di paura e fallimento del sistema politico in Messico e non pensiamo minimamente di favorire il suo salvataggio. Al contrario, forgiamo alleanze con strati, settori e organizzazioni che ambiscono alla sua distruzione e superamento. Continueremo ad avere relazioni con i partiti e le organizzazioni che dentro il FSP mantengono con noi un'identità di obiettivi, una compatibilità con le lotte di classe in America Latina, in primo luogo con i partiti comunisti. Le relazioni tra partiti non hanno come unico punto di riferimento il FSP, al contrario. Consideriamo di grande importanza e cercheremo attivamente l'interazione con i partiti comunisti, i partiti operai e le organizzazioni rivoluzionarie e antimperialiste di tutta l'America. Dopo aver partecipato per anni ad un campo dominato dal progressismo, abbiamo molto chiaro cosa significhi essere l'ultima ruota del carro della socialdemocrazia che rappresenta il FSP.

Messico, 1 agosto 2015

Proletari di tutti paesi, unitevi!

Il Comitato Centrale del Partito Comunista del Messico



Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.