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- popoli resistenti - nicaragua - 14-07-08 - n. 236
Le chiavi per capire il conflitto sandinista
02/07/2008
A fatti conclusi, si vede meglio il dramma ordito dai partiti politici minoritari nicaraguensi insieme ai loro appoggi stranieri e appaiono tutti i segni di un nuovo caso di intervento statunitense e dei suoi alleati col fine di abbattere un governo insubordinato. La marcia nazionale organizzata dal Movimento Rinnovatore Sandinista, partito di centro-destra, e i suoi alleati conservatori il 27 giugno, finanziata in gran parte dal governo statunitense e organizzazioni amiche,ha visto una partecipazione di 6,000 persone, secondo la Polizia Nazionale, e 15,000, secondo il MRS. La marcia era la risposta alla cancellazione da parte del Consiglio Supremo Elettorale della personalità giuridica del MRS e del Partito Conservatore. Il MRS e i suoi alleati dei partiti di destra considerano la cancellazione come qualcosa di caratteristico di una dittatura istituzionale. Il Consiglio Supremo Elettorale, un potere indipendente dall'esecutivo, dal legislativo e dal potere giudiziale, ha deciso che i due partiti non avevano i requisiti richiesti dalla Legge Elettorale. Il Consiglio aveva affermato che era stato concesso al MRS un periodo di quasi 15 mesi per mettere la documentazione corrispondente in ordine. Tuttavia questo non è stato fatto.
L'Articolo 173 della Costituzione Politica del Nicaragua autorizza il Consiglio Supremo Elettorale a cancellare la personalità giuridica di un partito politico che non compie la legge elettorale. Il Consiglio argomentò che per avere unicamente e debitamente costituito le sue autorità dipartimentali solo in 10 dei 16 dipartimenti e due regioni autonome del paese, il MRS non rispetta la Legge Elettorale e neanche i suoi stessi statuti.
L'opposizione in Nicaragua: dipendente dell'appoggio esterno
L'opposizione e i suoi sostenitori hanno accusato il Consiglio Supremo Elettorale di avere agito in base a ordini dei due partiti politici principali in Nicaragua, il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale e il Partito Costituzionalista Liberale. Tra coloro che appoggiano l'opposizione in Nicaragua ci sono il Gruppo di Appoggio Preventivo che include i rappresentanti dei diversi programmi di cooperazione dei governi stranieri ed organizzazioni multilaterali, il governo degli Stati Uniti ed alcuni distaccati intellettuali stranieri. Il giorno dopo la risoluzione del Consiglio Supremo Elettorale, il Gruppo di Appoggio Preventivo ha pubblicato un annuncio a pagamento sui due principali quotidiani del paese nel quale ha espresso dubbi sulla legittimità della decisione dell'ente elettorale.
L'annuncio a pagamento affermava che la decisione ha sollevato dubbi perché si è basata su una Legge Elettorale che lascia troppo margine di discrezionalità ai magistrati del consiglio elettorale. Il Gruppo di Appoggio Preventivo sosteneva che questo ha messo in pericolo lo sviluppo adeguato di una governabilità democratica in Nicaragua e suggerisce una mancanza di volontà da parte del governo del Nicaragua di compiere i termini degli accordi di cooperazione presi con importanti strumenti internazionali di diritti umani.
Il pronunciamento dice: "È nella cornice di questi accordi firmati dal Nicaragua che la cooperazione esprime la sua preoccupazione, dato che il compimento dei principi basilari è cruciale per il successo e il futuro della nostra cooperazione." Finisce con questo avviso: "La comunità cooperante spera di potere continuare il dialogo stretto e costruttivo col governo su questo tema e starà a osservare da vicino lo sviluppo della situazione." Il messaggio neo-colonialista implicito non potrebbe essere più chiaro: "se non fate quello che vogliamo ne sopporterete le conseguenze."
La risoluzione del Consiglio Supremo Elettorale è stata presa alla fine di uno sciopero della fame di 11 giorni portato avanti da uno dei leader del MRS, Dora María Téllez e che ha ottenuto molta pubblicità. A causa di questo, l'opposizione ha avuto appoggio internazionale quando un gruppo di intellettuali che includeva Eduardo Galeano, Noam Chomsky e Mario Benedetti tra altri, pubblicò una lettera in cui appoggiavano quello che essi qualificarono come chiamata di Dora María Téllez per un dialogo nazionale. È possibile che non sapessero che quello che Téllez considera dialogo consiste in esigere in termini eccessivamente grossolani la rinuncia del Presidente del Nicaragua, Daniel Ortega.
ONG - parte delle manovre elettorali
L'ultimo capitolo sugli sforzi dell'opposizione nicaraguense per destabilizzare il governo del Nicaragua ripete cospirazioni simili tese ad abbattere governi democraticamente eletti e che si conclusero con i colpi di stato contro il Venezuela nel 2002 e contro Haiti nel 2004. Le ONG e la classe dirigente che vive molto bene sono sempre attori importanti in questi colpi di stato. Hanno proliferato in Nicaragua dopo le elezioni storiche del 1990 quando il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale perse il potere a favore della conservatrice Violeta Chamorro Barrios.
Quasi tutte questi organizzazioni dipendono per il loro finanziamento da donazioni dei governi e istituzioni e agenzie di cooperazione per lo sviluppo degli Stati Uniti e i suoi alleati.
Con quelle risorse le ONG nicaraguensi possono svolgere un ruolo significativo nella politica nazionale del paese perché costituiscono una gran parte della base elettorale del Movimento Rinnovatore Sandinista che ha ottenuto appena un 7 percento nelle elezioni presidenziali di 2006. Poiché il suo appoggio elettorale si trova principalmente a Managua e nei centri urbani della costa del Pacifico, il MRS ha avuto difficoltà ad adeguarsi ai requisiti della legge elettorale. Il MRS aveva votato a favore di quella legge nell'Assemblea Nazionale nel 1995 ma ha avuto difficoltà a consolidare le strutture nazionali che la legge richiede.
In quella votazione il MRS firmò, coscientemente o meno, la cancellazione della sua personalità giuridica. Sembra che i suoi leader e i suoi alleati conservatori, principalmente Eduardo Montealegre, il dirigente più importante dell'oligarchia tradizionale del paese, abbiano pianificato una strategia per trarre il massimo vantaggio da un risultato prevedibile. Hanno usato i loro appoggi tra le ONG, ricche in risorse, per mobilitare una potente protesta a livello nazionale e internazionale. Questa protesta si accorda bene con le accuse di dittatura e di crisi democratica che a loro volta ben si prestano al copione interventista del governo statunitense e dei suoi alleati.
In realtà, la risoluzione del Consiglio Supremo Elettorale potrebbe aiutare il MRS a ottenere due obiettivi: gli rende più facile seguire la logica della sua traiettoria politica e giustificare patti elettorali coi partiti di destra che sono suoi alleati naturali. Ora ha il pretesto che questa opzione è stata imposta dalla risoluzione del Consiglio Supremo Elettorale. Permette al partito anche di concentrare le sue risorse verso le zone urbane del paese dove risiede la maggioranza del suo appoggio elettorale. Tutto quello permette alle forze di centro-destra e di destra di consolidare le proprie future strategie elettorali in una maniera più efficace.
La democrazia - guarda chi parla
Mentre i rappresentanti europei del Gruppo di Appoggio Preventivo cercano di dare lezioni al governo del Nicaragua sui diritti umani, i loro governi sono complici tanto della punizione collettiva genocida nella striscia di Gaza, come degli abusi razzisti sistematici e della pulizia etnica in Cisgiordania. Non importa da che parte del mondo si osserva, dalla Guinea Equatoriale, dal Marocco o dall'Uzbekistan, perché in ogni caso è evidente che gli stessi paesi europei che ora minacciano il Nicaragua stanno appoggiando le tirannie più crudeli e vili. Il Canada fece la stessa cosa nel caso di Haiti durante la lunga agonia di quel paese sotto il regime illegittimo di Latortue.
Sono i rappresentanti di questi stessi paesi che ora fanno notare al governo del Nicaragua che deve rispettare la Dichiarazione Universale di Diritti umani, la Lettera Democratica Interamericana dell'OEA e il Patto Internazionale di Diritti Civili e Politici delle Nazioni Unite. Vicino a questa ipocrisia il quadro di democrazia e trasparenza in Europa appare molto peggiore che in Nicaragua.
I paesi europei hanno collaborato con i voli clandestini della Cia e posteriormente hanno ostacolato l'investigazione del Parlamento Europeo, hanno tradito le loro dichiarazioni poco impegnative in difesa dei diritti umani. Bisogna ricordare gli scandali dell'industria petrolifera ELF, il tema delle fregate di Taiwan in Francia, il caso di mega-subornazione della British Aerospace in Arabia Saudita ostacolato dal governo di Tony Blair, la rinuncia massiccia della Commissione Europea nel 1999, gli scandali su Jacques Chirac e Helmut Kohl. In Italia si ricorda la corruzione sistematica associata con Bettino Craxi e il gran scandalo Parmalat, per non parlare di Silvio Berlusconi.
La corruzione endemica in Irlanda del governo di Charles Haughey esiste anche in altri paesi piccoli come Portogallo o Grecia. Molti degli scandali di corruzione come quelli menzionati sono stati scoperti, ma la cultura della corruzione ha fatto si che fossero superati insieme a tutti gli altri scandali che non sono mai arrivati alla luce pubblica.
Tuttavia, questi sono i paesi che ora minacciano il governo del Nicaragua su una governabilità adeguata. La verità è che perdono tempo perché il governo del Nicaragua da tempo non balla più alla loro musica. Parlando di democrazia uno si domanda perché di tutti i paesi dell'Unione Europea solo l'Irlanda ha votato sul Trattato di Lisbona. Sappiamo già che il motivo è che l'élite che governa i paesi europei pensa che troppa democrazia potrebbe fare male e che i loro paesi potrebbero respingere il Trattato di Lisbona se gliene fosse data l'opportunità.
Questo è esattamente quello che è successo in Irlanda. D'altra parte, la dirigenza dell'Unione Europea non è scelta bensì designata anti-democraticamente. Rimane, dunque, evidente che i rappresentanti del Gruppo di Appoggio Preventivo adottano l'abituale doppio discorso del neocolonialismo.
Il governo del Nicaragua enfatizza la sovranità
Invece, la risposta del governo del Nicaragua è stata chiara e degna. Il Vice Ministro della Segreteria di Cooperazione Esterna ha commentato sul Gruppo di Appoggio Preventivo: "Questi attori cui ci riferiamo, i donatori, non hanno accettato che ci sono cambiamenti sostanziali, una trasformazione di fondo nella maniera di relazionarci e ci sono qui due parole chiave: sovranità e dignità (.) se ci dicono che non c'è cooperazione perché noi non facciamo alcune cose, noi non abbiamo altra possibilità che dire: 'bene, se non ti sta bene vai pure, questo è il progetto finale, il progetto di dignità, è il punto finale.
In fin dei conti il governo del Nicaragua è in una posizione più forte per resistere all'intervento esterno di come stava, ad esempio, il Presidente Jean Bertrand Arisitide ad Haiti. Ma la forza della posizione del governo del Nicaragua dipende molto dall'appoggio del Venezuela. È difficile sapere come il Nicaragua potrebbe difendersi contro il ricatto e la destabilizzazione costante dagli Stati Uniti ed i suoi alleati se non fosse beneficiaria dell'Alternativa Bolivariana per le Americhe, Alba, composta attualmente da Bolivia, Cuba, Repubblica Dominicana, Nicaragua e Venezuela.
Né il governo degli Stati Uniti né i suoi alleati europei vedono bene il modello di commercio e cooperazione inspirato dal socialismo che si sviluppa nei paesi dall'Alba. Appoggiano la campagna di destabilizzazione dell'opposizione nicaraguense come appoggiarono quelle che ebbero luogo in Venezuela e Bolivia. Tutte questi campagne fanno parte dello sforzo dei governi degli Stati Uniti e dei suoi alleati di ostacolare i tentativi dei paesi dell'America Latina di avanzare verso un'integrazione progressista e sovrana al di fuori della logica capitalista della globalizzazione corporativa.
Come ha segnalato Orlando Nuñez, direttore di Fame Zero, un programma impegnativo per ridurre l'estrema povertà rurale, la campagna di destabilizzazione contro il governo del Nicaragua è la tappa più recente di una continua guerra di bassa intensità per ristabilire il modello neocolonialista di "debito più aiuto" che è stato imposto per tanti anni al Nicaragua ed al resto dell'America Latina da parte degli Stati Uniti e i suoi alleati. Questi vogliono ostacolare il successo del programma progressista del governo del Nicaragua e assicurarsi che perda l'appoggio elettorale. Il prossimo campo di battaglia decisivo saranno le elezioni municipali del prossimo novembre.