Il Partito Comunista Portoghese non aderisce al Partito della sinstra Europea
Intervento del Partito Comunista Portoghese alla riunione di Berlino per la
costituzione del “Partito della Sinistra Europea”
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Di seguito l’intervento, con cui il Partito Comunista Portoghese (PCP), nella
sua veste di osservatore, ha motivato la scelta di non aderire al “Partito
della Sinistra Europea”, la cui costituzione è stata decisa nel corso della
riunione svoltasi il 10-11 gennaio 2004 a Berlino. L’intervento, pubblicato il
22 gennaio dall’organo centrale del PCP, “Avante”, è stato ripreso dal sito
“solidnet.org”.
Compagni e amici,
Ringraziamo il Partito del Socialismo Democratico (PDS) per l’invito ricevuto.
Sebbene tale evento si svolga in coincidenza con una data per noi sfavorevole,
e nonostante ci si trovi di fronte ad alcuni elementi che suscitino le nostre
riserve, non potevamo comunque mancare dal momento che era in programma
l’omaggio a due grandi marxisti rivoluzionari, quali Rosa Luxemburg e Karl
Liebknecht, nell’ 85° anniversario del loro assassinio.
Non potevamo essere assenti, prima di tutto, perché desideriamo rafforzare le
relazioni che esistono tra PCP e PDS, e confermare a tutti i compagni e gli amici
qui presenti la nostra salda volontà di contribuire ad una più forte
cooperazione tra tutte le forze di sinistra che sono legate agli interessi del
popolo lavoratore e che prendono le distanze con chiarezza dalla
socialdemocrazia.
Siamo certamente d’accordo sul fatto che la situazione in Europa e nel mondo –
di fronte alla più rilevante offensiva da parte del grande capitale e
dell’imperialismo, ma anche in presenza dell’intensificazione della lotta di
liberazione dei lavoratori e dei popoli – richieda da parte dei comunisti e di
tutte le forze di sinistra anticapitalista una cooperazione più stretta e
un’azione convergente, la loro solidarietà internazionale e internazionalista.
Il problema quindi non consiste nella necessità, ma piuttosto nella ricerca
degli strumenti più adeguati e dei contenuti di tale cooperazione, tenendo
conto delle esperienze positive e negative del movimento dei lavoratori - di
classe e della grande diversità di situazioni e di punti di vista che esistono
a tal riguardo.
Da parte nostra, abbiamo sempre espresso l’opinione che, nelle attuali
circostanze, la risposta realistica all’esigenza della necessaria unità e
cooperazione nell’ affrontare le sfide che ci si presentano, non consista nella
creazione di un tradizionale “Partito politico europeo”, con un profilo
federalista e un’inclinazione sopranazionale.
Noi abbiamo invece dato un valore prioritario alla cooperazione, attraverso la
ricerca dell’unità nell’azione su problemi specifici che riguardano più
seriamente i lavoratori e le masse popolari, quali le questioni sociali, la
lotta contro il militarismo e la guerra, la difesa della democrazia; nella
convocazione di riunioni che permettano di esaminare i problemi comuni; in
eventi di massa che affermino i nostri propositi comuni.
Sottolineiamo, in particolare, l’importanza di assicurare la continuità e il
miglioramento dell’esperienza del Gruppo Confederale della Sinistra Unita
Europea/Gruppo Verde Nordico, di adottare un Appello e di garantire altre
azioni comuni in vista delle elezioni per il Parlamento Europeo, che
rappresentano un momento particolarmente importante della lotta contro la
“costruzione europea”, che è determinata dagli interessi dei grandi affari e
dei poteri forti, e per una diversa Europa, di progresso, di pace e di
cooperazione.
Allo stesso tempo, il PCP ha sempre cercato di fare in modo che tale
cooperazione evolva verso forme più stabili e articolate, che l’esperienza ha
dimostrato essere possibili e necessarie. Con questo spirito abbiamo
partecipato alla discussione, a cui siamo stati invitati, che concerne la
creazione di una nuova entità politica. Abbiamo difeso una soluzione più ampia,
ben meditata, che tenesse nel debito conto la grande diversità esistente tra i
partiti riguardo alla situazione nazionale e le differenze delle storie
passate, l’influenza di questi partiti, la loro linea politica, i loro
programmi e il loro orientamento ideologico.
Le trasformazioni avvenute nel mondo sono così grandi e i problemi che la lotta
di liberazione deve affrontare così complessi e diversificati, che sarebbe
paradossale se non esistessero differenze di opinione sulle questioni più
importanti tra i partiti di sinistra. Per questa ragione, abbiamo sempre
difeso, nelle riunioni a cui abbiamo partecipato, una soluzione di unità,
insistendo sempre sulla necessità di mettere in evidenza ciò che ci unisce,
lasciando da parte argomenti polemici relativi all’analisi globale della
situazione mondiale e del capitalismo contemporaneo, le valutazioni in merito a
questioni storiche oppure di natura ideologica.
Abbiamo espresso la nostra posizione – che è stata confermata dal nostro
Comitato Centrale nella seduta del 20 ottobre -, difendendo “una soluzione di
unità, basata sui Partiti; che tenga conto dell’esperienza del GUE/NGL; che
rispetti la sovranità di ciascuno e l’uguaglianza di tutti; con un minimo di
struttura flessibile; che lavori in modo collegiale, sulla base del consenso e
del principio di rotazione delle responsabilità, con una breve piattaforma
politica, molto legata alle questioni più importanti che costituiscono il
nocciolo delle lotte”.
Sfortunatamente, la diversità di posizioni tra i Partiti non è stata
debitamente considerata e ci sono state interferenze negative nel corso del
processo, che hanno impedito quella convergenza di posizioni che sarebbe stata
auspicabile. Persino i problemi relativi al “Regolamento sullo statuto e sul
finanziamento dei partiti politici a livello europeo” (contro cui abbiamo
votato al Parlamento Europeo) non sono stati presi in considerazione.
Per tali ragioni il PCP non ritiene di aderire alla sorta di “partito” che ci è
stata proposta.
Ovviamente, le nostre tradizionali relazioni bilaterali non sono in
discussione, come pure non è in discussione la necessità della più larga cooperazione
tra le forze comuniste e di sinistra.
Nel breve termine, continueremo ad impegnarci per ricercare una dinamica di
azioni comuni in vista delle elezioni per il Parlamento Europeo e la
conseguente formazione di un Gruppo, di cui tutti possano fare parte.
A nostro modo di vedere, questa è la questione più importante e urgente con cui
dobbiamo confrontarci, e l’ambito in cui la cooperazione tra i partiti di
sinistra può risultare più vasta e consistente. Nonostante il fatto che le
campagne per le elezioni del Parlamento Europeo avranno necessariamente
caratteristiche diverse in ogni paese, pensiamo che sia molto importante
prendere in considerazione azioni comuni di vario genere e cercare di
programmarle in un tempo di preparazione sufficiente.
La nostra esperienza nel Gruppo e in numerose riunioni che abbiamo tenuto, in
particolare quella di Parigi del 9 novembre e la Dichiarazione che in
quell’occasione è stata approvata, in occasione del Forum Sociale Europeo,
dimostra che c’è ampio spazio per la nostra azione comune.
Traduzione di Mauro Gemma