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- popoli resistenti - portogallo - 26-05-14 - n. 500
I comunisti portoghesi ai massimi, quasi al 13 %, terza forza del paese davanti a un Blocco di Sinistra in fallimento
AC | solidarite-internationale-pcf.over-blog.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
26/05/2014
I sondaggi lo lasciavano intendere, ma l'annuncio dei risultati offre un punto di vista saliente in Portogallo: mentre i comunisti del PCP (nella coalizione della CDU) continuano a vedere i loro risultati progredire, il Blocco di Sinistra si rivela in piena decadenza.
Il caso del Portogallo è forse il più interessante e più chiaro per esaminare ciò che differenzia i comunisti portatori di una linea di rottura con il capitalismo e l'UE del Capitale e la "sinistra europea" a sostegno.
L'analisi dei risultati globali mostra prima di tutto una sconfitta storica per la destra portoghese. Lontano dai discorsi ottimisti della stampa portoghese sulla cosiddetta ripresa economica in Portogallo, il popolo portoghese ha sanzionato gli artefici dell'austerità dal 2011.
Il Partito popolare (PP)/Centro democratico e sociale (CDS) così come il Partito Social-democratico - le tre formazioni di destra tradizionali - ottengono solo il 27,8 % dei voti nel 2014, contro il 40 % nel 2009.
Una parte parzialmente compensata dall'emergente Partito ecologista di destra, il liberale "Movimento per la nostra terra", con il 7 % dei voti, ottenendo un eurodeputato.
Il Partito Socialista, approfitta della impopolarità della destra: con il 31,5 % dei voti, guadagna 5 punti rispetto al 2009 e diventa la prima forza politica del paese.
Sorprendente inoltre l'assenza dell'estrema destra organizzata in Portogallo, che va legata alla "sinistra della sinistra", con il vigore della forza organizzata dei comunisti del PCP, riuniti nella coalizione della CDU, con Verdi e candidati indipendenti.
Fortemente radicato nel mondo operaio, beneficiando dei suoi legami con la CGTP, nei quartieri popolari, nelle "terre rosse" de L'Alentejo, il Partito Comunista continua la sua irresistibile ascesa.
Nel 2009, il Partito Comunista e il Blocco di sinistra erano testa a testa, sfiorando ciascuno l'11%. Allora fu il Blocco di sinistra che vinse questo duello di poco, con il 10,73% contro il 10,66% per il PCP... conquistando il terzo seggio togliendolo ai comunisti.
Nel 2014, è avvenuta questa grande divergenza. In primo luogo per il crollo del Blocco di sinistra che passa da un punteggio a due cifre al 4,5 %. Dei suoi tre membri, il Blocco di sinistra ne salva uno solo.
Ironia della sorte, il Blocco di sinistra ha subito gli effetti drammatici dell'uscita in pieno mandato di un deputato eletto nelle sue liste, Rui Tavares, passato con Daniel Cohn -Bendit e i Verdi Europei.
Il partito "Libero" fondato da Tavares rivendica una "sinistra libera", libertaria, ecologista e profondamente europeista. Senza fare miracoli, questo partito ha ottenuto il 2% dei voti, attingendo dall'elettorato tradizionale del Blocco.
Per i comunisti del PCP, il passaggio dal 10,6 al 12,7 % rappresenta un traguardo storico: è semplicemente il miglior risultato del partito dopo 20 anni, superando quello del 1994 quando la coalizione della CDU ottenne l'11.2%.
La conquista di un terzo deputato è ancora incerta, ma dovrebbe arrivare. Una vittoria che non può essere minimizzata quando si sa che il Portogallo ha perso un altro deputato con l'entrata della Croazia nell'UE.
La CDU è decisamente ancorata come terza forza del paese, il cui successo è il frutto di una campagna ancorata sul rifiuto della politica della "troika" sia europea (FMI, BCE, UE) che nazionale (i tre partiti dominanti: PSD, CDS-PP, PS)
Una campagna che ha posto la questione dell'uscita dall'euro, senza rimuovere la complessità delle modalità pratiche, il tutto collegandolo alla costruzione di una alternativa patriottica e di sinistra.
Di fronte a questa linea coerente, guidata dai comunisti dopo l'adesione del Portogallo alla CEE, il Trattato di Maastricht, l'adesione alla moneta unica, il Blocco di sinistra si è impigliato nelle sue contraddizioni, rivelando un europeismo di fondo, meno compatibile con lo spirito del popolo portoghese.
Il capolista per le europee, Joao Ferreira, ha accolto questa sera "uno dei migliori risultati nella storia del partito alle elezioni europee", sottolineando "la pesante sconfitta dei partiti governativi di destra, che raggiungono un minimo storico" e mettendo nello stesso sacco il PS che come "i partiti della destra registra un calo delle sue prestazioni elettorali".
Il Segretario Generale del PCP, Jerónimo de Sousa ha sottolineato l'importanza di questa votazione per le lotte a venire in Portogallo:
"Usciamo più forti da queste elezioni, questa forza crescente, tutti possono contare su di essa per essere al suo fianco per difendere i loro interessi, per aprire una finestra di fiducia, in modo che possiamo sconfiggere questa politica.
Sì, andiamo avanti sempre più forti e più forte è la fiducia che è possibile avanzare verso la rottura con le politiche di destra e costruire una politica alternativa patriottica e di sinistra.
Ne usciamo determinati affinché la voce rafforzata della CDU al Parlamento europeo dia più forza alla difesa degli interessi del popolo e del paese, contro i dettami del grande capitale, dell'euro e dell'Unione europea.
Faremo di questo risultato, l'espressione più autentica delle molteplici ragioni di lotta e di protesta dei lavoratori e del popolo e l'espressione conseguente di tutti coloro che hanno voluto aggiungere la loro voce a questa attuale azione, di militantismo, un forte impulso affinché i lavoratori, il popolo, il paese recuperino i loro salari, i loro redditi, i loro diritti e la loro sovranità confiscati."
Quando regna la più grande confusione tra gli eredi della famiglia comunista, dove il PSE (Partito della Sinistra Europea) cerca di far passare i suoi puledri europeisti e riformisti - con un successo parecchio disuguale - come una alternativa, il caso del Portogallo è sicuramente da meditare e salutare da parte dei comunisti decisi a portare avanti la linea di rottura con questa Unione Europea del capitale e con questo Euro, meccanismo destinato a schiacciare i popoli
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