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Parti du Travail de Belgique -PTB - www.ptb.be
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Ruanda dieci anni dopo il genocidio
Non
sarebbe mai accaduto senza l'ingerenza del Belgio, Francia e Stati Uniti
Dieci anni fa, nel 1994, in appena cento giorni sono stati assassinati un
milione di Tutsi e di Hutu democratici. Un settimo della popolazione ruandese.
Come è potuto accadere questo genocidio? Sarebbe accaduto ugualmente senza
l'ingerenza dei grandi poteri?
Tony Busselen
07-04-2004
I fascisti ruandesi hanno obbligato un gran numero di persone normali ad
assassinare i loro vicini, e talvolta anche i membri della propria famiglia. La
maggior parte sono stati finiti col macete, massacrati sul posto. Come hanno
potuto i fascisti a spingere migliaia di persone a partecipare a tali massacri?
Si è sentito spesso che ciò veniva dall'"odio secolare tra gli Hutus ed i
Tutsis e che questo risaliva a prima della colonizzazione". Ma questo non
corrisponde ai fatti
Il Belgio ha gettato le basi dell'ideologia
genocida
Il colonizzatore belga ha condotto una politica di divisione e di
dominio e ha seminato quelle ideologie che hanno poi suscitato i due più grandi
genocidi dell'Africa Centrale di questi dieci ultimi anni: la teoria della superiorità
della razza Tutsi e la teoria degli Hutu che, in quanto abitanti originari,
devono difendere il loro paese di fronte Tutsi.
Negli anni trenta, il governo coloniale ha ripartito la popolazione ruandese
sulla base di criteri etnici totalmente arbitrari e ha reso obbligatoria la
menzione della provenienza etnica sulla carta di identità. Nelle loro scuole, i
missionari hanno inculcato ai bambini dell'aristocrazia Tutsi l'ideologia che
appartengono ad una razza superiore, chiamata a dirigere il paese. Hanno creato
così una classe obbediente e docile.
Ma negli anni 50, un vento anticoloniale ha soffiato in Africa dovunque. Anche
i giovani intellettuali Tutsi sono diventati nazionalisti. Ecco perché i
padroni belgi hanno cambiato velocemente spalla al loro fucile. In alcuni anni,
hanno formato un piccolo borghesia Hutu che hanno armato di un'ideologia
razzista anti-Tutsi il cui messaggio
"Non è il colonizzatore belga che è il nemico della nazione ruandese, ma
la minoranza Tutsi". I Tutsis rappresentavano in quel momento il 14% della
popolazione.
Sono degli ufficiali belgi, sotto la direzione del colonnello Logiest che hanno
agevolato i primi massacri di Tutsis nel 1959. È il governatore belga Harroy
che ha manovrato in quel momento "la rivoluzione anti-Tutsi". Il
governo belga ha gettato così le basi della dittatura neo-coloniale basata su
un razzismo anti-Tutsi.
I socialisti francesi hanno agevolato i
génocidi ruandesi
Durante trent' anni, la dittatura neocoloniale del Ruanda è stata la migliore e
la più fedele alleata della borghesia belga in Africa. Ma dopo la perdita della
sua colonia congolese, la borghesia belga è rimasta molto indebolita. In
Ruanda, la sua posizione di potere neocoloniale è stata presa sempre più
dall'imperialismo francese.
Nell'ottobre 1990, poco dopo la caduta del socialismo in Europa dell'est, gli
americani hanno lanciato un'offensiva per ridurre il ruolo delle vecchie
potenze coloniali europee in Africa e sostituirle come potere neocoloniale.
Sotto la protezione del presidente ugandese Museveni e col sostegno discreto
degli USA, il fronte patriottico ruandese (FPR) ha lanciato una guerra da
l'Uganda contro il regime ruandese di Habyarimana. Il programma del FPR esigeva
il diritto al ritorno per le migliaia di profughi Tutsi cacciati dal Ruanda
durante gli ultimi trenta anni.
L'imperialismo francese ha reagito immediatamente aumentando gli aiuti militare
e finanziari alla reazionaria borghesia Hutu. Che questa borghesia, intorno al
vecchio presidente Habyarimana, veicolasse un'ideologia fascista che preparava
massacri su grande scala non preoccupava l'imperialismo francese. L'esercito e
le milizie che hanno perpetrato il genocidio nel 1994 sono state addestrate e
armate per 4 anni dalla Francia. E, alla fine dei massacri, le truppe francesi,
con pretesti "umanitari", hanno condotto una "operazione
turchese" allo scopo di salvare il maggior numero di alleati possibili, le
truppe genocide ruandesi.
Il ruolo decisivo degli USA
Ma è l'imperialismo americano che ha giocato un ruolo decisivo nei due genocidi
che hanno decimato la popolazione durante gli ultimi dieci anni. Un recente
rapporto del "Nazional Security Archive"(1) mostra chiaramente che
l'imperialismo americano era totalmente informato dell'ampiezza del genocidio
ruandese. Ma il governo Clinton ha lasciato fare e non è intervenuto. Il FPR
nel 1990, dopo l'inizio della guerra, era diviso. Da una parte, c'erano i veri
patrioti che non erano d'accordo con la separazione razzista tra Hutu e Tutsi e
che volevano battersi per un Ruanda unificato ed indipendente, in favore delle
masse popolari. Ma in questo stesso FPR, c'era anche un importante nocciolo
della borghesia Tutsi, intorno a Kagame, convinto della vecchia ideologia
razzista a proposito della loro "superiorità" e legati totalmente
agli USA. Questa borghesia voleva prendere innanzitutto il potere in Ruanda per
regnare a suo turno.
Kagame è riuscito ad avere il potere in seno al FPR e ha iniziato a condurre
una politica militarista. Conosceva i piani per il genocidio e la intenzioni
della cricca che attorniava Habyarimana. Il FPR non era radicato tra la
popolazione ruandese e Kagame sapeva che non era in grado di proteggere la
popolazione Tutsi non armata ed gli Hutu democratici della Ruanda. Ha condotto
tuttavia la sua offensiva, sapendo che rischiava un genocidio. Per lui era più
importante prendere il potere.
L'imperialismo americano faceva nulla e lasciava volontariamente che il
genocidio si perpetrasse. Washington contava con l'FPR di cacciare
l'imperialismo francese dalla regione. Dopo la presa del potere di Kagame, gli
USA hanno investito in Ruanda e ne hanno fatto una base per la loro politica
imperialistica in Africa Centrale. Negli anni che hanno seguito la presa del
potere, molti democratici, delusi, hanno lasciato l'FPR e, spesso, il paese.
Kagame ha fatto assassinare o incarcerare gli oppositori e ha descritto ogni
oppositore come un genocida o un Hutu razzista.
Alcuni anni più tardi, nel 1998, l'imperialismo americano ha voluto finirla col
governo nazionalista di Laurent Kabila in Congo. L'imperialismo americano ha
dato quindi il semaforo verde al vicino Ruanda di Kagame per una guerra di
aggressione fascista durata sei anni e che può esplodere di nuovo ad ogni
momento. Milioni di vite congolesi sono stati e sono sacrificate ancora alla
politica di egemonia americana.
Note:
1) http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB117 /
Nel capitolo 3 del libro " Kabila
et la révolution congolaise ", Ludo Martens analizza in dettaglio
l'ideologia genocida, la sua nascita, il suo funzionamento ed il pericolo che
rappresenta anche in Congo. EPO, 2002, 719 pagg. Prezzo: 40 euro. Per
richiederlo 0032-02/5040112.