www.resistenze.org - popoli resistenti - spagna - 27-05-14 - n. 500

Un primo commento del Comitato Esecutivo del PCPE al risultato delle elezioni europee 

Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) | pcpe.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27/05/2014

Il Comitato Esecutivo del PCPE, dinanzi al risultato delle elezioni al Parlamento europeo del 25 maggio 2014 esprime le seguenti considerazioni: 

- I risultati di queste elezioni europee manifestano una tendenza preoccupante, che indica come la crisi capitalistica stia favorendo la crescita di organizzazioni politiche di estrema destra, razziste e xenofobe. Il ruolo giocato dall'UE negli ultimi avvenimenti in Ucraina è coerente con questa tendenza. Vincono le elezioni in maggioranza le espressioni più conservatrici degli interessi dell'imperialismo europeo, allontanando la socialdemocrazia dalla gestione politica di questa situazione. Ciò è in diretta relazione col disarmo ideologico della classe operaia, l'influenza dell'opportunismo tra le sue file e la mancanza di un'espressione chiara e forte del Movimento comunista internazionale. 

- Nello stato spagnolo, in questo processo di elezione della rappresentanza politica, i risultati esprimono le ripercussioni della crisi istituzionale che colpisce i diversi apparati statali: il sistema dei partiti, la corruzione, l'unità territoriale, il sistema delle autonomie, ecc. Perciò, per la prima volta negli ultimi trentacinque anni, il blocco PP-PSOE (Partito Popolare - Partito Socialista) perde rappresentanza elettorale in maniera evidente (oltre cinque milioni di voti). 

- Con questi prevedibili cambiamenti nei risultati elettorali, il sistema continua a confermarsi attraverso una diversità di forze politiche - alcune di recente formazione -, delle quali nessuna mette in discussione il sistema di dominio capitalistico, né affronta la questione dell'UE in una chiave di lotta contro l'imperialismo. Così, con una diversità di stratagemmi, le classi dominanti fanno andare avanti il sistema democratico-borghese, deviando su un binario morto il voto che tenta di esprimere lo scontento popolare nell'attuale situazione di crisi capitalistica, che punisce violentemente la classe operaia e gli altri settori popolari. Né Izquierda Unida (IU), né Podemos, né nessuna delle altre forze hanno la capacità - e neanche la volontà - di far perdere l'egemonia alle attuali classi dominanti in favore della classe operaia. Il sistema, in ultima istanza, si considera legittimato dall'attuale processo elettorale. 

- La crisi istituzionale si esprime in forma particolarmente chiara nei risultati dei settori nazionalisti-sovranisti che, in questa situazione di debolezza dell'apparato centrale dello stato, riescono a ottenere un sostegno elettorale molto alto in Euskadi (Paesi Baschi), Navarra e Catalonia, consegnando ai loro assiomi politici una posizione più favorevole. 

- Il Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE), nonostante abbia quasi raddoppiato i propri voti, ottiene risultati ancora limitati, che indicano però un avanzamento ottenuto con la costanza rivoluzionaria e il lavoro militante. I voti ottenuti sono una nuova base per proseguire nell'obiettivo strategico di far crescere la lotta operaia per il potere operaio e per il socialismo e contraddistinguono la nostra linea di lavoro orientato alla lotta di massa. 

- La crisi capitalista continuerà inesorabile dopo queste elezioni. La classe operaia deve organizzare la sua lotta per il Fronte Operaio e Popolare per il Socialismo, per creare le condizioni politiche e la correlazione di forze necessarie che consentano di raggiungere una fase superiore nello sviluppo della lotta di classe in Spagna, di progredire nel suo programma politico, nell'unità interna della classe e nella sua articolazione rivoluzionaria per il Potere Operaio e il Socialismo, con il suo Partito Comunista.


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