www.resistenze.org - popoli resistenti - ucraina - 20-05-14 - n. 499

Cambiamento socialista per l'Ucraina sud-orientale

Victor Shapinov, Unione Borotba (Lotta) | borotba.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

13/05/2014

Vyacheslav Ponomarev, il sindaco popolare di Slavyansk, ha dichiarato che l'industria della città verrà nazionalizzata. "Affinché nessuno si illuda, voglio dire che l'intera industria cittadina sarà nazionalizzata. Non possiamo lasciare il potenziale industriale della città nelle mani di uomini d'affari senza scrupoli", ha affermato.

Lo spontaneo e diffuso orientamento anticapitalista degli attivisti AntiMaidan, che hanno creato le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, non sorprende. I più grandi proprietari-oligarchi erano clienti, finanziatori e principali "beneficiari" di EuroMaidan. Oligarchi capitalisti come Igor Kolomoysky, Dmytro Firtash, Sergei Taruta e, in misura minore, Rinat Akhmetov, hanno finanziato EuroMaidan pubblicizzandolo sui loro media. Quando EuroMaidan ha vinto, chi in precedenza aveva indirettamente governato il paese attraverso l'amministrazione Yanukovych, ne ha assunto il controllo diretto, compresi gli incarichi di governatore nelle aree chiave.

Inoltre, a quanto pare, gli aiuti degli oligarchi hanno portato non solo alla vittoria degli ultra-nazionalisti di EuroMaidan, ma hanno cercato di influenzare il movimento di resistenza al nuovo governo - il cosiddetto AntiMaidan.

Come ha recentemente dichiarato Pavel Gubarev, il governatore popolare della regione di Donetsk, Rinat Akhmetov ha pagato un certo numero di attivisti AntiMaidan perché stessero "seduti in silenzio" e si "unissero" alle proteste. "Tutte le attività di Akhmetov erano finalizzate a drenare la rabbia della gente e tutto è filato liscio a Dnepropetrovsk. L'oligarca Kolomoysky è riuscito a farlo perché c'è un sentimento filo-ucraino un po' più forte che nel Donbass", ha raccontato Gubarev in un'intervista a "Rossiyskaya Gazeta".

L'oligarchia ha finanziato la crescita dei vari gruppi neo-nazisti e la loro unione sotto la sigla "Settore destro". Gli oligarchi li finanziano indirettamente e il leader riconosciuto di Settore destro, Dmitry Jaros, ha detto ai media: "Non ci interessa se loro (gli oligarchi) finanziano il nostro esercito". Il miliardario Igor Kolomoysky ha mostrato in ciò uno zelo speciale, incontrando pubblicamente Jaros e i miliziani "cacciatori di taglie" del sud-est, cui ha promesso 10.000 dollari per la cattura di un "sabotatore".

Pertanto, la logica della lotta sta spingendo gli attivisti del sud-est nel campo anticapitalista. Partecipando al movimento AntiMaidan a Kharkov e a Odessa, ho potuto vedere come le masse popolari inveissero contro l'oligarchia. Sergei Kirichuk, uno dei leader di AntiMaidan a Kharkov e coordinatore del movimento socialista Borotba, richiama l'attenzione sull'agenda sociale del movimento del sud-est: "La gente qui nel sud-est rivendica i propri diritti socio-economici. C'è una componente anti-oligarchica, anti-capitalista molto seria in queste proteste" dice Kirichuk, che ora si trova in esilio.

Parlando del finanziamento all'AntiMaidan, Kirichuk aggiunge: "Il movimento nel sud-est, in quanto ad attrezzature tecniche e sostegno finanziario non può essere paragonato con il Maidan. Secondo le dichiarazioni di Victoria Nuland, gli Stati Uniti hanno speso 5 miliardi di dollari per 'promuovere la democrazia' in Ucraina. E nell'Ucraina orientale il movimento di protesta non mostra un forte sostegno finanziario. Almeno nelle città dove siamo attivi - Kharkov e Odessa - non sono testimone di alcun finanziamento proveniente dai russi o dal governo Putin. Mentre sul piano politico, non si è visto nessuno aiutare e finanziare questo movimento".

Posso confermare le parole di Sergei: a Kharkov, abbiamo prodotto i volantini con i nostri soldi, con una tiratura complessiva di circa 100.000 copie. Abbiamo raccolto piccole donazioni private. Diecimila manifesti sono stati affissi per boicottare le elezioni programmate dalla giunta di Kiev. Al monumento di Lenin, c'era una scatola per raccogliere le donazioni a favore dei Difensori di Kharkov e i feriti. Gli organizzatori AntiMaidan hanno utilizzato il piccolo ufficio di Borotba, in un seminterrato. Ecco il "finanziamento" all'AntiMaidan. Non posso escludere che alcuni truffatori abbiano raccolto grandi quantità di denaro utilizzando il nome del movimento, ma gli attivisti non hanno visto niente di tutto ciò.

Gubarev traccia lo stesso quadro per l'AntiMaidan di Donetsk: "Fra i militanti ci sono ovviamente persone diverse. Minatori ed ex funzionari, inserzionisti, miei compagni... Ma in comune hanno l'onestà rispetto ai soldi. Hanno ipotecato le loro proprietà, hanno preso i soldi e investito nel movimento quando avevamo difficoltà finanziarie. Hanno speso il loro denaro."

Ecco un altro stridente contrasto: da un lato, i militanti ultra-nazionalisti generosamente finanziati ed equipaggiati e, dall'altro, lavoratori, studenti, disoccupati e attivisti. Quando alcuni compagni di Borotba hanno sequestrato dei documenti di Settore destro all'Amministrazione regionale di Kharkov, hanno trovato carte di credito e assegni che testimoniavano l'importo di 10.000 dollari versato ad un ragazzo del villaggio, uno studente dell'Istituto di educazione fisica.

Sottolineo ancora una volta che non c'erano slogan anti-oligarchici o anche di rivendicazione sociale tra gli EuroMaidan. Alcuni di sinistra, che volevano "stare con la gente" e stupidamente sono andati tra gli EuroMaidan, sono stati picchiati e cacciati dagli ultras che laggiù comandano.Questi neo-nazisti, una volta ottenuti i finanziamenti oligarchici, hanno subito dimenticato il loro "anti-capitalismo" demagogico.

Questa unione di oligarchi e nazisti pare discendere direttamente dalle pagine dei libri di storia, così come l'unione degli slogan anti-fascisti e anti-capitalisti di chi si oppone alla giunta di Kiev.

"Il fascismo al potere (…) è la dittatura terroristica aperta degli elementi più reazionari, più sciovinisti e più imperialisti del capitale finanziario. (…) Il fascismo non è né un potere al di sopra delle classi, né il potere della piccola borghesia o del sottoproletariato sul capitale finanziario. Il fascismo è il potere dello stesso capitale finanziario. È la organizzazione della repressione terroristica contro la classe operaia e contro la parte rivoluzionaria dei contadini e degli intellettuali. Il fascismo, in politica estera, è lo sciovinismo nella sua forma più rozza, lo sciovinismo che coltiva l'odio bestiale contro gli altri popoli", secondo la classica definizione di fascismo formulata da Georgi Dimitrov. Ciò che accade in Ucraina oggi rientra pienamente in questa definizione.

Il proprietario di Privat Kolomoysky è un simbolo vivente del capitale finanziario. La violenza terroristica degli eserciti privati di Kolomoysky, insieme a quella dei militanti di estrema destra, è stata ripresa da tutti i media.

Non è un caso che i sostenitori di Maidan abbiano demolito i monumenti di Lenin, mentre i loro oppositori li proteggevano. In questo senso c'è un profondo divario di classe. E se siete alla ricerca dei semi del socialismo da qualche parte in Ucraina, è ai movimenti del sud-est che dovete guardare.

Naturalmente, la Repubblica popolare di Donetsk e Lugansk non sarà socialista. E' probabile che una parte delle grandi e medie imprese manterranno le loro posizioni. Nel tentativo di prenderle le corporation russe saranno etichettate come cattive. Ma in fondo, la creazione di repubbliche popolari, l'esperienza della lotta di massa anti-fascista, antimperialista e anti-oligarchica, ha indubbiamente spostato a sinistra non solo l'Ucraina sud-orientale, ma l'intero spazio post-sovietico.

Per chi non è riuscito a scorgere il contenuto progressista e persino rivoluzionario degli eventi nel sud-est, Lenin ha rivolto queste parole:

[...] credere che la rivoluzione sociale sia immaginabile senza le insurrezioni delle piccole nazioni nelle colonie e in Europa, senza le esplosioni rivoluzionarie di una parte della piccola borghesia, con tutti i suoi pregiudizi, senza il movimento delle masse proletarie e semipro­letarie arretrate contro il giogo dei grandi proprietari fondiari, della Chiesa, contro il giogo monarchico, nazionale, ecc., significa rinnegare la rivoluzione sociale. Ecco: da un lato si schiera un esercito e dice: «Siamo per il socialismo», da un altro lato si schiera un altro esercito e dice: «Siamo per l'imperialismo», e questa sarà la rivoluzione so­ciale! Soltanto da un punto di vista così pedantesco e ridicolo sarebbe possibile affermare che l'insurrezione irlandese è un «putsch».

Colui che attende una rivoluzione sociale «pura», non la vedrà mai. Egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivo­luzione.

La rivoluzione russa del 1905 è stata una rivoluzione democratica borghese. Essa è consistita in una serie di lotte di tutte le classi, i gruppi e gli elementi malcontenti della popolazione. V'erano tra di essi masse con i pregiudizi più strani, con i più oscuri e fantastici scopi di lotta, v'erano gruppi che prendevano denaro dai giapponesi, speculatori e avventurieri, ecc. Obiettivamente, il movimento delle masse colpiva lo zarismo e apriva la strada alla democrazia, e per questo gli operai co­scienti lo hanno diretto.

La rivoluzione socialista in Europa non può essere nient'altro che l'esplosione della lotta di massa di tutti gli oppressi e di tutti i malcon­tenti. Una parte della piccola borghesia e degli operai arretrati vi par­teciperanno inevitabilmente - senza una tale partecipazione non è pos­sibile una lotta di massa, non è possibile nessuna rivoluzione - e por­teranno nel movimento, non meno inevitabilmente, i loro pregiudizi, le loro fantasie reazionarie, le loro debolezze e i loro errori.[...]
Lenin, Risultati della discussione sull'autodecisione [1916], in Opere complete, vol. XXII, pag. 353


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