da Montly
Review, Maggio 2005
http://www.monthlyreview.org/0505scipes.htm
Ritorna
l’imperialismo del lavoro?: la politica estera dell'AFL-CIO dal 1995
di Kim Scipes
Maggio 2005
In gran parte della sua storia
l'AFL-CIO, ha portato avanti nel mondo un programma reazionario del lavoro. È
stato provato inequivocabilmente che l'AFL-CIO ha lavorato al rovesciamento di
governi democraticamente eletti, collaborato con dittatori contro i movimenti
progressisti e sostenuto movimenti del lavoro reazionari contro i governi
progressisti. (1) In breve, l'AFL-CIO ha praticato quello
che noi possiamo precisamente chiamare "imperialismo del lavoro" e
l'appellativo "AFL-CIA" ha rappresentato precisamente la realtà, e
non è stato una paranoia della sinistra.
"L’imperialismo del lavoro" non iniziò con la fusione dell'AFL-CIO
nel 1955. In realtà cominciò con la Federazione americana di Lavoro (AFL)
all’inizio del XX sec., prima della I Guerra mondiale, sotto il presidente di
federazione Samuel Gompers. L'AFL prese parte nel contrattaccare le forze
rivoluzionarie in Messico durante la rivoluzione in quel paese, lavorò
attivamente a sostenere e difendere la partecipazione del governo US nella I
Guerra mondiale e poi guidò la carica nei circoli di politica estera US contro
la Rivoluzione Bolscevica in Russia. Dopo la I Guerra mondiale, l'AFL condusse
un tentativo di costituire una Federazione Panamericana del Lavoro (PAFL) per
controllare i movimenti del lavoro in tutto l'emisfero Occidentale, e
principalmente in Messico. Come Sinclair Snow ha mostrato nel suo studio del
1964 del PAFL, il tentativo di stabilire il PAFL fu sottoscritto con la
concessione di $50,000 all’AFL dall’amministrazione Wilson.(2)
Anche se con la morte di Gompers nel
1924, la maggior parte delle manovre estere finirono, vennero rinvigorite
durante la II Guerra mondiale. L'AFL era particolarmente attiva in Europa,
inizialmente contro il Nazisti ma poi contro i Comunisti, che hanno guidato le
forze dei vari movimenti di resistenza contro i fascisti. Dopo la II Guerra
mondiale, durante la Guerra Fredda operatori dell’AFL presero parte ad estesi
tentativi di minare gli sforzi dei Comunisti in Italia e in Francia nei tardi
anni ‘40, e poi in tentativi a lungo termine di far avanzare nel continente gli
interessi US contro l'URSS. Questi tentativi vennero fatti attraverso la
Central Intelligence Agency del governo U.S. (CIA) e contemplavano il
coinvolgimento nel commercio della droga- inclusa la famigerata "French
Connection," quando la CIA tagliò la strada dei finanziamenti. (3)
Le operazioni del’AFL in America Latina
furono anche riprese dopo la II Guerra mondiale. Inizialmente, lavorarono
attraverso l’ORIT- organizzazione regionale latino americana, anticomunista,
della Confederazione Internazionale dei sindacati del ‘libero commercio’
(ICFTU)- e aiutò al rovesciamento del governo del Guatemala nel 1954. Nel 1962,
dopo la riuscita Rivoluzione Cubana, comunque, il successore AFL-CIO costituì
la sua agenzia latino americana, l'istituto americano per lo sviluppo del
libero lavoro (AIFLD ), per rispondere meglio alle "sfide"
all'interno della regione. Fra le altre attività, l’AIFLD aiutò a preparare
colpi di stato militari contro governi democraticamente eletti, in Brasile nel
1964 ed in Cile nel 1973, interferendo anche nella Repubblica Dominicana e
nella Guinea Britannica.
Tentativi paralleli a questi in America Latina furono riprodotti in Africa e
Asia. Il Centro del Lavoro Afro-americano (AALC), che fu costituito nel 1964,
più tardi fu coinvolto in azioni contro le forze anti-segregazione razziale in
Sud Africa. Nel 1982 l'AFL-CIO conferì il suo "premio per i diritti umani
George Meany" al collaboratore segregazionista Gatsha Buthelezi che aveva
creato un centro di lavoro, (Unione Lavoratori del Sud Africa) specificamente
per dividere il Congresso dei sindacati sudafricani (COSATU) ed il resto del
movimento di liberazione.
Nel 1967 venne costituito l’Istituto del libero lavoro asiatico-americano
(AAFLI). L’AAFLI fu particolarmente attivo nella Corea del Sud, e poi provvide
massicci finanziamenti alle Filippine per aiutare il governo di Ferdinando
Marcos nella sua battaglia contro le forze che sfidavano la sua dittatura. Tra
il 1983 ed il 1989, l'AFL-CIO offrì ancora più soldi al Congresso del sindacato
delle Filippine (TUCP) creato da Marcos per usarlo contro l'organizzazione del
lavoro progressiva Kilusang Mayo Uno (KMU) di quanti ne avesse mai dati ad
alcun altro movimento del lavoro nel mondo, incluso Solidarnosc in Polonia.
Questi sforzi contro il lavoro progressista nelle Filippine inclusero il
sostegno al più grande affiliato del TUCP nei suoi sforzi contro il KMU per
affiliare le Miniere Atlante, con l’attiva collaborazione di una squadra della
morte. (4) Queste operazioni continuarono almeno per tutti
gli anni ottanta. L’AAFLI offrì anche soldi ad un leader di TUCP che serviva
nel Senato filippino perché votasse per il mantenimento delle basi US- scadendo
quella questione prima del loro Congresso. L’AAFLI fu anche attivo in
Indonesia.
In breve, l’AFL-CIO eseguì, con i presidenti George Meany e Lane Kirkland,
operazioni del lavoro reazionarie durante tutta la Guerra Fredda. (5)
Dalla metà degli anni ’80, all'interno del movimento del lavoro si sviluppò
un’opposizione considerevole a queste operazioni, e questa opposizione fu
almeno uno dei fattori degli sviluppi che portarono all'elezione di John
Sweeney alla presidenza dell'AFL-CIO, nel 1995.
Quando nell’Ottobre del 1995 John Sweeney fu eletto alla presidenza
dell'AFL-CIO, fra gli attivisti del lavoro c'era la speranza che avrebbe
riformato radicalmente la politica estera dell'AFL-CIO. Gli sforzi iniziali di
Sweeney furono incoraggianti. Entro il 1997 sciolse gli istituti regionali
semi-autonomi del lavoro- AAFLI, AALC, AIFLD, e l’Istituto del libero sindacato
(FTUI) che operava in Europa- e li sostituì con un'organizzazione centralizzata,
capeggiata da un progressista di lunga data, con un nome incoraggiante: centro
americano per la solidarietà internazionale per il lavoro (ACILS), oggi meglio
noto come " Solidarity Center." Sweeney rimosse anche molti dei
‘guerrieri freddi’ di lungo corso dal Reparto Affari Internazionali. E questi
cambiamenti, insieme agli sforzi positivi di sostenere la lotta dei lavoratori
in molti paesi in via di sviluppo, fu un miglioramento qualitativo rispetto
alle gestioni precedenti di George Meany e Lane Kirkland.
Comunque, alcuni eventi negli ultimi anni hanno messo in questione la
profondità della riforme della politica estera dell'AFL-CIO. Tre di tali eventi
sono rilevanti: il rifiuto dell'AFL-CIO di aprire i libri e rinnovare l'aria
riguardo alle sue operazioni passate; il coinvolgimento dell’ACILS in Venezuela
nei tentativi di rovesciamento del governo del radicale Hugo Chávez; l'appoggio
della federazione alla partecipazione ad una nuova Guerra Fredda come agenzia
del lavoro del governo federale. Guardiamo ad ognuno di questi, sapendo che è
importante capire le loro multiple interconnessioni.
Dall'inizio gli attivisti del lavoro hanno lottato contro il politica estera
reazionaria degli AFL-CIO e dei membri del sindacato (che facevano le proprie operazioni
di politica estera). Queste sfide sono diminuite e rifluite con il tempo. Di
particolare importanza furono la pubblicazione delle analisi di politica estera
del lavoro negli anni sessanta e poi come gli attivisti del lavoro, all'interno
dello stesso movimento del lavoro negli anni ottanta, trattennero energicamente
e con successo i lavoratori dall'appoggiare una possibile invasione del
Nicaragua iniziata da Reagan.
Queste prime analisi tendevano a dimostrare che le attività dell’AFL-CIO erano
state formulate al di fuori del movimento del lavoro, dalla CIA, dalla Casa
Bianca, e/o dal Dipartimento di Stato. In altre parole spiegavano le tensioni
di politica estera del lavoro come una conseguenza di fattori esterni al
movimento del lavoro.
Comunque, cominciando con un articolo pubblicato nel 1989 da questo autore nel Newsler
of International Labour Studies , alcuni ricercatori- lavorando in modo
indipendente e sostenuti dalle prove dei fatti- iniziarono a sostenere che la
politica estera venne sviluppata all'interno del movimento del lavoro, sulla
base di fattori interni. Non argomentando sul fatto che nelle operazioni estere
l’AFL-CIO aveva collaborato con tutta evidenza, mano nella mano, con la CIA, o
che le operazioni estere dell’AFL-CIO avevano favorito del tutto la politica
estera US o avevano sostenuto iniziative della Casa Bianca o del Dipartimento
di Stato, fu stabilito questo nuovo approccio che la politica estera del lavoro
e le sue conseguenti operazioni estere, finanziate in modo schiacciante dal
governo, si svilupparono all’interno e furono controllate da funzionari di
primo livello dell’AFL-CIO. (6)
Queste operazioni estere non sono state
sottoposte ai membri di base per la ratifica ma, invece, sono state consapevolmente
nascoste- sia non riferendo di queste operazioni o, quando ciò veniva fatto,
riportandole in modo distorto. Così i leader del lavoro operavano
internazionalmente in nome dei lavoratori americani, mentre tenevano
consapevolmente questi loro membri al buio. La maggior parte dei membri del
sindacato AFL-CIO al giorno d’oggi non ha alcuna idea di quello che l'AFL-CIO
ha fatto e ha continuato a fare all’estero, né che le sue azioni sono state
pesantemente finanziate dal governo americano.
Gli sforzi degli attivisti del lavoro poi, sono stati sia per propagare le
scoperte accademiche sulle operazioni dell’AFL-CIO ai membri di base del
sindacato mentre eseguivano la loro propria ricerca ed investigazione, sia di
divulgare le loro scoperte ai membri di base. Ultimamente, sono stati fatti
sforzi per rendere consapevoli i soci ed incoraggiarli al ricupero del loro
buon nome nel lavoro internazionale, impedendo o fermando i tentativi dei
leader dell’AFL-CIO di continuare i loro intenti antilaburisti.
Questo sforzo di opposizione all'interno del movimento del lavoro si è
intensificato dal 1998. Fred Hirsch, uno dei primi a svelare le operazioni
estere del lavoro, con alcuni colleghi, tentò di far passare la mozione
"Aria pulita" attraverso il Consiglio del Lavoro di South Bay (San
José, California) ricordando i venticinque anni dall’appoggio dell’AIFLD nel
colpo di stato US in Cile dell’11 Settembre 1973 e di celebrare il passaggio
formale di una decisione del Consiglio del Lavoro nel 1974 (in opposizione di
William Doherty, poi a capo dell’AIFLD), basata sul lavoro di Hirsch che
esponeva e condannava le attività dell’AIFLD in Cile. Comunque, eventi locali
misero a lato il tentativo di cambiare aria e la mozione non fu formalmente
presentata.
Nel 2000, l'arresto del governo britannico e la deportazione dell’ex dittatore
cileno Augusto Pinochet in Cile diede un'opportunità ai sindacalisti US di
riflettere sulla futura direzione di politica estera dell’AFL-CIO. (7) L'AFL-CIO non colse questa opportunità ma gli attivisti,
ancora una volta, criticarono il ruolo della federazione nel colpo di stato
cileno. Fred Hirsch ed i suoi colleghi rinnovarono il loro tentativo di
avanzare la mozione "Aria pulita". Recuperarono la risoluzione
passata dal Consiglio del Lavoro a South Bay e la spedirono alla Federazione
del Lavoro della California- l'organizzazione dell’AFL-CIO per l’intero stato-
per sottoporla alla sua convenzione biennale del 2002.
La risoluzione presentata stava quasi per passare quando fu proposto quella che
sembrò un "trattativa" al Comitato Esecutivo della federazione della
California: sarebbe stata indetta una riunione di attivisti del lavoro della
California con i leader della politica estera dell’AFL-CIO per discutere questi
problemi in maniera più ponderata se la risoluzione in considerazione fosse
stata attenuata. Il compromesso venne accettato e la decisione ‘attenuata’ fu
approvata dalla convenzione. Comunque, si capì subito che se l’incontro si
fosse dimostrato insoddisfacente, gli attivisti avrebbero reiterato i loro
tentativi.
Ci vollero più di quindici mesi prima che la riunione promessa avesse luogo,
nell’Ottobre 2003. Quando avvenne, i leader della politica estera del’AFL-CIO
invece di occuparsi delle questioni sostanziali, fondamentalmente fecero uno
show da circo, con grande delusione dei partecipanti di base. Mancarono di
onorare la richiesta degli attivisti della California di raccogliere le
informazioni e riferire su ognuna e tutte le operazioni attualmente in corso
nel mondo, paese per paese (8)
Nell’opera di riappropriarsi del suo
passato, l'AFL-CIO continuò ad incontrare resistenza, mentre cominciarono a
circolare dicerie di disturbo riguardo i tentativi dell'AFL-CIO di
rovesciamento del governo di sinistra di Hugo Chávez in Venezuela. (9) Uno degli antagonisti di Chávez era la Confederazione dei
lavoratori venezuelani (CTV), conservatrice e spesso a favore dei padroni. La
CTV ebbe un ruolo chiave nel tentativo del colpo di stato contro Chávez
dell’Aprile 2002. Come indicai in un articolo dell’Aprile 2004 sulla situazione
in Venezuela:
Secondo un rapporto di Robert Collier del Newspaper Guild/ Communications
Worker of America (CWA) , Maggio 2004, la CTV ha lavorato con
l'associazione d’affari nazionale FEDECAMERAS, per indire serrate generali nel
Dicembre 2001, Marzo-Aprile 2002, e Dicembre 2002-Febbraio 2003. Collier
riferisce che, secondo molti rapporti pubblicati ed interviste da lui stesso
condotte nel paese,"... la CTV fu direttamente implicata nella
progettazione e organizzazione del colpo di stato (Aprile 2002) "
Il professor Hector Lucena, un altro osservatore del lavoro, riferisce che le
azioni di Aprile furono condotte dalla CTV unitamente a FEDECAMERAS.
Christopher Marquis del New York Time, il 25 Aprile 2002,
scrisse".. la Confederazione dei Lavoratori venezuelani portò alla fermata
del lavoro che ha galvanizzato l'opposizione di Chávez. Il leader sindacale,
Carlos Ortega, lavorò strettamente con Pedro Carmona Estanga- l'uomo d'affari
che brevemente succedette a Chávez, nella disfida del governo. Mesi prima,
Carlos Ortega Segretario generale della CTV, aveva creato una stretta alleanza
politica e con Pedro Carmona, leader FEDECAMARAS, e avevano chiesto
ripetutamente il rovesciamento di Chávez. In breve... in Venezuela, l'AFL-CIO
ha sostenuto l’instaurarsi di un sindacato reazionario, che ha tentato
ripetutamente il rovesciamento del presidente Hugo Chávez e, nel processo, ha
rovinato l'economia del paese". (10)
Nell’analisi, gli attivisti del lavoro e solidarietà trovarono numerosi legami
dell'AFL-CIO particolarmente con la federazione del Solidarity Center (ACILS)
ed la CTV. I leader dell’AFL-CIO avevano portato funzionari della CTV presso
Washington, D.C. poco prima del colpo di stato. Gli attivisti associati al
Solidarity Center venezuelano, usando la Carta della libertà di informazioni,
documenti riservati e rapporti alla Fondazione Nazionale per la Democrazia
(NED)- un’operazione finanziata dal Dipartimento di Stato US che è
apparentemente indipendente anche se in realtà è capeggiata da una quantità di
persone da tempo coinvolte nelle manovre della politica estera US-
specificarono i tentativi dell’ACILS in Venezuela negli anni 1997–2002.
Alcuni dei documenti includevano specificamente i rapporti dei funzionari del
lavoro US che dettagliavano il loro specifico coinvolgimento nell'unire
l’associazione del business ( FEDECAMARAS) con la Chiesa cattolica ed la CTV, e
nell’aiuto a sviluppare il loro programma comune contro il regime del
presidente democraticamente eletto Hugo Chávez. Per esempio, nel rapporto ACILS
trimestrale, Gennaio-Marzo 2002, alla NED, troviamo:
"Il 5 Marzo, la CTV e Fedecamaras, con l'appoggio della Chiesa cattolica,
hanno tenuto una conferenza nazionale per discutere le loro preoccupazioni,
prospettive e priorità riguardo lo sviluppo nazionale, per identificare gli
obiettivi comuni così come le aree di cooperazione." La conferenza fu
l'evento culmine di due mesi di riunioni progettato tra queste due
organizzazioni per produrre un "Accordo Nazionale" per evitare una
(supposta) crisi politica ed economica più profonda", l'ulteriore azione
congiunta ha individuato la CTV e Fedecamaras come le organizzazioni ammiraglie
nel condurre l'opposizione crescente al governo Chávez".
"Gli aiuti al Solidarity Center sostennero l'evento negli scenari
pianificati, organizzando le prime riunioni col governatore di stato Miranda e
l'organizzazione del business, FEDECAMARAS, per discutere e stabilire un'agenda
per tale cooperazione a metà-Gennaio." Il rapporto continuava a
dettagliare maggiormente le loro attività, concludendo col commento che:
"La stessa conferenza nazionale del 5 Marzo è stata finanziata soprattutto
da fondi della controparte" . (11)
Meno di un mese dopo la conferenza del
5 Marzo, la CTV e FEDECAMARAS lanciarono una serrata generale e nazionale per
protestare, far saltare la gestione della società del petrolio e dar luogo al
colpo di stato- nel quale la CTV ed i leader del business giocarono il ruolo
centrale.
Concludere che l’ACILS non ebbe ruolo nel tumulto che ha bombardato il paese ci
costringerebbe ad ignorare il ruolo centrale giocato dalla CTV e dai leader di
FEDECAMARAS in quel tumulto- i leader erano in contatto costante con i
rappresentanti del Solidarity Center. Ci costringerebbe anche ad ignorare i
$587.926 che furono offerti dalla NED all’ACILS tra il 1997 ed il 200 ($154.377
nel solo 2001) per pagare il lavoro con la CTV. Insieme ad un altro
finanziamento dalla NED nel Settembre 2002, di $116.001, per lavorare con la
CTV per altri sei mesi- poi estesi ad un altro anno- troviamo, secondo gli
stessi dati NED che tra il 1997 ed il 2002, la NED provvide all’ACILS $700.000 per
il lavoro in Venezuela. (12)
La prova crescente del coinvolgimento dell’AFL-CIO nel colpo di stato
venezuelano incentivò gli attivisti ad unirsi e mobilitarsi per condannare le
operazioni all’estero dell’AFL-CIO. Un documento, intitolato" Costruire
unità e fiducia tra i lavoratori di tutto il mondo" è emerso nel 2004
dalla Convenzione AFL-CIO in California. "Costruire unità e fiducia"
combinata con l'originale "Aria pulita", la risoluzione del Consiglio
del lavoro di South Bay, insieme a decisioni che erano passate al Consiglio del
lavoro di San Francisco e Monterrey Bay, e decisioni proposte dalla Federazione
locale americana degli insegnanti (AFT) 1493 (San Mateo), lo Federazione dello
stato della California degli Insegnanti (CFT), e il Consiglio del lavoro di San
Francisco per la trasparenza dei finanziamenti erogati della Fondazione
Nazionale per la Democrazia (NED). "Costruire unità e fiducia" fu
passato all’unanimità dai delegati alla Convenzione statale della California, nel
Luglio 2004. Le azioni dei leader della politica estera dell’AFL-CIO di livello
nazionale sono state biasimate dal maggior stato affiliato AFL-CIO, i cui
membri rappresentano 1/6 di tutti i soci AFL-CIO. (13)
All’azione della Federazione dello
Stato della California seguì quella della Federazione dello stato di
Washington, il costituendo gruppo dell’AFL-CIO gay/lesbiche/transessuali
"Pride at Work"(orgoglio al lavoro) e il sindacato nazionale degli
scrittori, che avevano già condannato le operazioni estere dell’AFL-CIO. (14)
La mancata risposta dell'AFL-CIO alla
richiesta di purificare l’aria e le prove riguardo le sue operazioni
venezuelane non sono segnali di grande speranza per quelli che avevano sperato
che la federazione abbandonasse i suoi vecchi metodi. Ma questi eventi
segnalano un ritorno all’imperialismo del lavoro, o sono aberrazioni del nuovo
corso scelto da John Sweeney ed i suoi alleati? Per aiutare a rispondere a
questa domanda, sarà utile guardare ad un terzo evento: la partecipazione dei
lavoratori nel Comitato consultivo del Dipartimento di Stato US su lavoro e
diplomazia (ACLD).
L'ACLD è un'iniziativa del Dipartimento di Stato US.(15)
.Qualcosa di quello che fa, si può trovare sul suo sito Web, dove sono indicati
i dettagli delle riunioni e due rapporti formali. Un’accurata lettura di questo
materiale stabilisce molte cose:
- L'ACLD è un'iniziativa del Dipartimento di Stato US, costituito per gli scopi
di portare avanti la politica estera US. E’stato inaugurato sotto
l'amministrazione di Clinton, ma è continuato in quella di Bush.
- I leader di massimo livello della politica estera del lavoro, inclusi il
presidente e il segretario dell'AFL-CIO (John Sweeney e Linda Chávez Thompson),
il vertice dell'AFL-CIO del Comitato del Consiglio Esecutivo degli Affari
Internazionali (William Lucy), il vertice del Dipartimento Affari
Internazionali ed un assistente (Barbara Shailor e Phil Fishman), e il
direttore esecutivo del Solidarity Center (Harry Kamberis), ognuno ha
partecipato attivamente agli incontri e al lavoro dell'ACLD, come
persone che hanno operato precedentemente agli alti livelli del movimento del
lavoro US ma che ora stanno lavorando in altre mansioni (un ex funzionario è
Thomas R. Donahue, a lungo membro del consiglio NED ed ex segretario-tesoriere
e presidente dell'AFL-CIO che corse contro Sweeney nell'elezione del 1995).
- Questi leader del lavoro erano agenti indipendenti nel processo e difesero un
approccio diverso da quello dell'amministrazione, specialmente quella del
presidente Bush.
- Questo lavoro non è stato riportato in alcuna pubblicazione de lavoro, da
quando sono stato in grado di scoprire, né è stato messo sul sito Web
dell'AFL-CIO.
L'ACLD fu costituito il 20 Maggio 1999, quando il suo statuto fu approvato dal
vice ministro di Stato per la gestione, Bonnie R. Cohen. Lo scopo del comitato
è chiaro:
"Lo scopo del Comitato consultivo della diplomazia del lavoro... servirà
il Ministro di Stato... in una capacità consultiva riguardo ai programmi di
diplomazia del lavoro del Governo degli Stati Uniti amministrata dal
Dipartimento di Stato. Il Comitato offrirà consiglio al Segretario ed al
Presidente. Il Dipartimento di Stato lavorerà in stretta associazione con il
Dipartimento del lavoro per migliorare il Comitato del lavoro e le attività
diplomatiche del lavoro degli Stati Uniti. Specificamente, il Comitato
consiglierà il Segretario sulle risorse e le politiche necessarie per
perfezionare l’efficienza del programma diplomatico del lavoro, in modo da
assicurare il comando degli Stati Uniti di fronte alla comunità internazionale
nel promuovere gli obiettivi e gli ideali di politica del lavoro degli Stati
Uniti nel XXI secolo".
Mentre non è chiaro dove si sia sviluppata l'idea per dell'iniziativa che è poi
divenuta l’ACLD, una disputa forte fu fatta per la rivitalizzazione della
diplomazia del lavoro da Edmund McWilliams, direttore internazionale del lavoro
dell’ufficio ‘democrazia, diritti umani e lavoro’ nel Dipartimento di Stato (16) . McWilliams, riconoscendo il servizio chiave fornito dal
movimento del lavoro al governo US durante la Guerra Fredda, disse:
"La diplomazia del lavoro, quegli aspetti dei rapporti esteri US relativi
alla promozione dei diritti del lavoratore e, più ampiamente, alla società
democratica, è stata un elemento vitale della riuscita della politica estera US
durante la Guerra Fredda. Allo stesso tempo il lavoro ha offerto un
significativo appoggio politico al Governo US nei suoi sforzi di contenere e
sconfiggere il comunismo. Negli anni dopo la Guerra Fredda, la diplomazia del
lavoro è stata relegata nelle retrolinee dai creatori di politica estera; al
contempo, la lotta per i diritti dei lavoratori è divenuta anche più importante
da quando la globalizzazione ha prodotto nuove sfide per i lavoratori. È ora
che una vibrante diplomazia del lavoro possa tornare ad essere una preziosa
componente della politica estera US…"
McWilliams nota che: "durante la Guerra Fredda, una vigorosa
diplomazia del lavoro... perfezionata da funzionari del lavoro del Dipartimento
di Stato, USAID ed USIA... era critica della politica estera US" e nota
che i sindacati, chiamati a raccolta dal governo per una lotta contro il comunismo,
"offrirono appoggio politico a puntellare i governi occidentali".
Comunque "sul ruolo del lavoro nella politica estera e, più generalmente,
nella diplomazia del lavoro degli Stati Uniti si concentrò molta della loro
attività, perseguendo il crollo del comunismo".
L'idea di rivitalizzare una politica della diplomazia del lavoro, comunque è
vista come attenuazione dei peggiori aspetti della globalizzazione, che ha
prodotto nuove sfide per i lavoratori." McWilliams nota che," La
Dichiarazione universale di diritti umani del 1948 stabilì che i diritti dei
lavoratori sono diritti umani", anche se riconosce che queste mete non
sono state ancora raggiunte, ne nei paesi sviluppati ne in quelli in via di
sviluppo. Riconosce problemi come i mercati del lavoro ‘flessibile’, la
privatizzazione e il sottodimensionamento, "incoraggiati da istituzioni
finanziarie internazionali e dai nostri stessi programmi di assistenza
bilaterali", che lasciano i lavoratori "ad adeguarsi alle nuove
condizioni economiche senza il beneficio della rete di sicurezza sociale o la
riqualificazione del lavoro". Inoltre, nota che" la globalizzazione
incoraggia le società ad investire in paesi dove lo standard del lavoro è più
basso, spingendo potenzialmente fuori della competizione economica i paesi che
adottano piattaforme più alte per diritto dei lavoratori." In breve,
McWilliams riconosce almeno alcuni degli impatti seri che la globalizzazione
sta avendo sui paesi in via di sviluppo ed i loro lavoratori, e vuole che la
voce del lavoro US rimetta in discussione la politica estera in modo da poter
presentare queste preoccupazioni.
Egli sostiene:
"...oggi, il lavoro potrebbe giocare un ruolo davvero significativo nella
formulazione e nella realizzazione della politica estera US, come faceva
durante la Guerra Fredda. Molte delle mete che la politica estera US cerca di
promuovere- democrazia, diritti umani, stabilità politica e sviluppo socio
economico- sono le stesse contemplate anche dal lavoro".
McWilliams, andando avanti ad elaborare i contributi che i sindacati apportano
nelle società in tutto il mondo, argomenta che "i sindacati in molti paesi
sono posti solo per articolare responsabilmente e coerentemente gli affari
sociali così come il lavoro…di conseguenza,... i sindacati e i lavoratori
possono essere alleati preziosi per la diplomazia US.
McWilliams sembra riconoscere che la politica estera degli US si è indebolita e
deve essere reimpostata. In questo caso sostiene che la globalizzazione stia
danneggiando i lavoratori del mondo, che è un errore ignorare questi problemi
crescenti, che il lavoro US- particolarmente a causa delle sue relazioni con il
lavoro in tutto il mondo- è singolarmente capace di presentare le
preoccupazioni del lavoro ai creatori di politica estera e che il lavoro
dovrebbe essere ricompreso nei processi della politica estera del governo:
"Gli Stati Uniti trarrebbero profitto dall’impegnare il lavoro
internazionale nella ricerca di mete condivise, come la democratizzazione, la
stabilità politica e un equo sviluppo economico e sociale. Oggi un'alleanza tra
gli Stati Uniti e il lavoro potrebbe puntare sui diritti dei lavoratori,
assicurando anche che lo sviluppo economico non venga basato sullo sfruttamento
del lavoro minorile, il lavoro forzato o discriminatorio verso donne e
minoranze, e sulla giustizia economica, assicurando che i benefici della
globalizzazione fluiscano a tutti e non semplicemente ai pochi meglio messi per
approfittarne. Una rivitalizzata diplomazia del lavoro oggi potrebbe nutrire le
libertà democratiche, sostenendo le fragili democrazie, proprio come fece
l'alleanza del lavoro US nell'era della Guerra Fredda".
Il Ministro di Stato Madeleine Albright percepì la forza dell’argomento, ancor
prima che McWilliams lo pubblicasse. Dopo avere ricevuto il primo rapporto
dall'ACLD," Un mondo di lavoro decoroso: diplomazia del lavoro per il
nuovo secolo" e avendo un paio di mesi per valutare le sue
raccomandazioni, il Segretario Albright, nell’incontro dell'ACLD l'8 Novembre
2000 affermò: "Dopo aver fatto per quattro anni questo lavoro, sono
totalmente convinta che non possiamo ottenere una politica estera US di
successo senza un’efficace diplomazia del lavoro". (17)
L'ACLD, anche se inizialmente si
aspettava di durare solamente per due anni, fu protratta dall'amministrazione
di Bush. Tuttavia, dove il primo rapporto, durante l'amministrazione Clinton,
indicava "L'importanza della diplomazia del lavoro nella politica estera
US e nella promozione dei diritti del lavoratore nel contesto della
globalizzazione", nel suo secondo rapporto economico, dopo l’11 Settembre
2001, l’obiettivo era spostato "al ruolo e all'importanza della diplomazia
del lavoro per promuovere la sicurezza nazionale US, combattendo le condizioni
globali politiche, economiche e sociali che minano i nostri interessi di
sicurezza. Questa enfasi può essere vista anche nel titolo del secondo rapporto
dell'ACLD, "Diplomazia del lavoro: a servizio della democrazia e della
sicurezza."
Ci sono un mucchio di chiacchiere nel secondo rapporto, proprio rispetto al
primo, sull'importanza dei diritti del lavoro e della democrazia. Tuttavia,
basta leggere poco nel secondo rapporto per vedere che i diritti dei lavoratori
sono importanti solamente se aiutano a promuovere la sicurezza US:
"La guerra al terrorismo offre un esempio in più del perché le funzioni
della diplomazia del lavoro sono così importanti: condizioni di lavoro che
portano a miseria, alienazione e disperazione sono estremamente importanti
nella costellazione delle forze responsabili del terrorismo, specialmente
quando i demagoghi o altre forze esterne, biasimano la globalizzazione US. Le
politiche per migliorare queste condizioni sono componenti necessarie delle
strategie per prevenire e contrastare le attività terroristiche. Un’efficace
diplomazia del lavoro è importante nell'informare l'analisi americana e nel
plasmare la sua politica per combattere in tutto il mondo le condizioni che
generano il terrorismo."
Il successivo rapporto del 2001 sostiene: "...la promozione della
democrazia deve essere parte di ogni possibile sforzo condotto dagli US per
combattere il terrorismo, promuovere la stabilità e garantire la sicurezza
nazionale."
Il rapporto che tratta dei "Sindacati nei paesi musulmani" nota:
"Questi sindacati sono un campo di battaglia politico perché essi sono
strumenti delle istituzioni politiche per controllare cuori, menti e posti di
lavoro dei lavoratori in quei paesi." Nota inoltre l’ingerenza dell’ACILS
in questi sindacati:
"Come hanno già dimostrato i programmi sostenuti dal Governo US, del
Centro per la solidarietà internazionale del lavoro US (Solidarity Center), una
politica che punta a coltivare la leadership sindacale a livelli di impresa e
di settore industriale, rappresenta l'approccio più promettente per inculcare
fra i lavoratori nei paesi musulmani il modo di pensare economico moderno e i
valori politici democratici. "
Così, senza esaurire la questione, dal secondo rapporto ACLD appare chiaro che
i membri dell’ACLD stanno considerando la diplomazia del lavoro come una parte
vitale della politica estera US e della sicurezza nazionale, e stanno
incoraggiando l'amministrazione Bush ad occuparsi delle aree preoccupanti che
hanno identificato. (18) .Certamente ciò include le
condizioni che essi credono che facilitino il terrorismo, particolarmente
all'interno del mondo musulmano. Ed ancora, loro affermano che la gestione del
lavoro sta già funzionando all'interno del mondo musulmano, tentando di
conquistare "i cuori e le menti" dei lavoratori in quei paesi. Ma
mentre nel nuovo rapporto è espressa, più e più volte, grande preoccupazione
per la sicurezza nazionale US, è del tutto assente qualsiasi preoccupazione per
il benessere dei lavoratori del mondo e qualsiasi indicazione di possibili
azioni di muto beneficio dall'AFL-CIO basate sulla solidarietà.
C'è evidentemente una contraddizione palese nell'argomento di McWilliams, che è
avanzata in quasi tutti i documenti pubblici di politica estera del governo. La
prova presentata in questa carta ha mostrato che il ruolo del lavoro nella
Guerra Fredda era terribilmente reazionario. Agì contro la democrazia in
numerose società e movimenti del lavoro, così come proprio all'interno dello
stesso movimento del lavoro US, e cercò di mantenere l’egemonia US nel mondo.
McWilliams ammette, e celebra persino, gli stretti legami tra lavoro e governo
durante quel periodo ed auspica il loro ristabilimento. E dice ancora che
l'interesse condiviso del lavoro e del governo è di ‘diffondere la democrazia’.
Come possono essere risolte queste contraddizioni tra dichiarazioni e realtà?
Per fare questo, è utile rivolgersi a William Robinson in ‘Promuovere la
poliarchia: globalizzazione, intervento US ed egemonia’.(19)
In un'analisi eccellente di politica estera US, Robinson sostiene che questa
politica cominciò a partire dalla metà degli anni ‘80 con il sostegno ad ogni
dittatore che promettesse fedeltà e il controllo della "sua" gente,
intervenendo attivamente nella "società civile" delle nazioni
designate, al fine di costruire l’appoggio fra gli statisti più conservativi
(inclusi i leader del lavoro), e per collegare i loro interessi con gli Stati
Uniti. Chiave di questo furono le operazioni di ‘promozione della democrazia’.
Comunque, usando la retorica della democrazia ‘popolare’- nella versione ben
radicata una-persona, un-voto, che impariamo nei corsi di educazione civica e
si suppone che sussista in quei corsi- gli Stati Uniti stanno in realtà
promuovendo la democrazia della poliarchia dall’alto al basso, controllata
dalle élite. Questa democrazia della poliarchia suggerisce che i cittadini
possano scegliere i loro leader mentre in realtà essi possono solamente
scegliere tra quelli presentati come le scelte possibili dalle élite di quel
paese. E anche le soluzioni praticabili ai problemi sociali possono emergere
solamente dalle possibilità presentate dalle élite. In altre parole, la
democrazia della poliarchia sembra solamente essere democratica; in
realtà non lo è.
Ed istituzionalmente, gli Stati Uniti proiettano questa democrazia della
poliarchia attraverso il loro "programma di edificazione della democrazia
", specialmente attraverso l’USAID ed il Dipartimento di Stato. Lo Stato,
a sua volta, canalizza i suoi soldi ed i suoi sforzi attraverso la Fondazione
Nazionale per la Democrazia, sulla quale il rapporto del 2001 commenta:
"La Fondazione Nazionale per la Democrazia (un’agenzia indipendente ma
sostenuta dal governo) finanzia le sue quattro istituzioni di contrattisti
centrali, incluso il Solidarity Center così come un gran numero di gruppi
contrattisti in tutto il mondo."
Sapere questo da modo di decifrare i rapporti governativi quando promuovono ‘la
democrazia’ e proclamano che è una delle quattro mete collegate di politica
estera US, insieme alla stabilità, alla sicurezza, alla prosperità. In realtà,
è una forma particolare di democrazia, una forma di democrazia che non ha
relazione con la democrazia popolare alla quale la maggior parte di americani
pensa quando sentono la parola. Quando i leader del lavoro usano il termine
"democrazia" in questa maniera, loro stanno collaborando col governo
contro i lavoratori in tutto il mondo, sia negli Stati Uniti sia all’estero.
Dove ci porta tutto questo? La riluttanza dell'AFL-CIO a rinnovare l'aria
sembra non essere una svista o un errore. Sembra una decisione consapevole
perché i leader di politica estera temono che un scatto dei membri del
sindacato possa- come deve- rendere ampiamente nota la loro perfidia di lunga
durata.
L'AFL-CIO, attraverso il suo Centro americano per la solidarietà internazionale
del lavoro (ACILS), fu attivamente coinvolto in Venezuela con la CTV e
FEDECAMARAS, prima del colpo di stato nell'Aprile 2002, e queste organizzazioni
hanno entrambe guidato il tentativo di colpo di stato. Tra il 1997 ed il 2002,
all’ACILS furono dati $700.000 dalla Fondazione Nazionale per la Democrazia per
il lavoro in quel paese. Queste attività e la ricevuta dei soldi non vennero
comunicati ai membri di AFL-CIO e infatti, l'AFL-CIO si è data attivamente da
fare per tenere riservate queste operazioni, nonostante un numero crescente di
organizzazioni affiliate AFL-CIO abbia richiesto formalmente queste
informazioni. Queste attività e la ricevuta di questi soldi non sono state
riportate in alcun giornale del lavoro, e nemmeno sul sito Web proprio
dall'AFL-CIO. E questo rifiuto intenzionale di rispondere alle preoccupazioni
dei membri dell’organizzazione è stato condannato anche formalmente da numerosi
affiliati AFL-CIO.
Come se ciò non fosse già abbastanza male, i leader del lavoro hanno anche
partecipato attivamente nel Comitato consultivo per la diplomazia del lavoro
varato dal Dipartimento di Stato (ACLD) che è stato designato per avanzare gli
intenti della diplomazia del lavoro US. Mentre il governo US ha stato
conseguito un notevole beneficio, poco o nessun profitto hanno potuto trarre i
lavoratori degli Stati Uniti o del resto del mondo. Di nuovo non c'è stata
trasparenza dai leader di politica estera dall'AFL-CIO. L’attivo coinvolgimento
nell'ACLD non ha avuto luogo solo sotto l'amministrazione Clinton ma anche
sotto l'amministrazione Bush. In breve, ci sono buone ragioni di credere che
sotto la presidenza AFL-CIO di John Sweeney, la politica estera del lavoro sia
di nuovo regredita al ‘tradizionale’ imperialismo del lavoro.
Alla luce di queste scoperte, appare ovvio che ogni tentativo di ‘riformare’
l'AFL-CIO sia condannato al fallimento, ad eccezione di quelli ai più alti
livelli della federazione specificamente indirizzati al ritorno
dell’imperialismo del lavoro. E’ chiaro che, perdurando questa situazione, gli
attivisti del lavoro devono considerare le proprie azioni future rispetto alla
politica estera dell’AFL-CIO. Il benessere dei lavoratori negli US e nel mondo-
e dei nostri alleati- sarà profondamente colpito dalle scelte fatte.
Note
1. Kim Scipes, "E’tempo di chiarimenti: aprire l'archivio
sulle operazioni internazionali del lavoro dell’AFL-CIO." Labor
Studies Journal 25, N°2, Estate 2000: 4-25. (on-line in inglese su LabourNet Germania
www.labournet.de/diskussion/gewerkschaft/scipes2.html.)
2. Kim Scipes,"Sindacato imperialista negli Stati Uniti
ieri: Affari Sindacali, Samuel Gompers e la politica estera AFL". Newsletter
of International Labour Studies (L’Aia), N° 40-41, Gennaio-Aprile
1989: 4-20; Greg Andrews, Spalla a spalla? La Federazione americana del
Lavoro, gli Stati Uniti e la Rivoluzione messicana, 1910-1924 (Berkeley e
Los Angeles: ediz. Università di California , 1991); David Nack,
"La Federazione americana del lavoro confronta la Rivoluzione in Russia ed
il primo governo sovietico, 1905-1928: origini della Guerra Fredda del
lavoro". Dissertazione inedita, Dipartimento di Storia, Università di
Rutgers 1998; Sinclair Snow, La Federazione del lavoro panamericana (Durham,
NC: ediz. Duke University, 1964).
3. Anthony Carew," Il movimento del lavoro americano in
Fizzland: il Comitato del libero sindacato e la CIA." Labor History 39,
N°.1, 1998: 25-42; e Douglas Valentine, "La French Connection
rivisitata: la CIA, Irving Brown e il contrabbando di droga come Guerra
Politica." Covert Action Trimestrale, N°67,
Primavera-Estate, 1999: 61-74.
4. International Labour Report,"La Fondazione
Nazionale per la Democrazia: vinceranno gli amici?" Maggio-Giugno 1989:
7-13. Kim Scipes, capitolo 5 in KMU: Costruire il vero sindacalismo nelle
Filippine, 1980-1994 ( Quezon City, Metro Manila: New day Publishers, 1996
e su: www.kabayancentral.com/book/newday/mb1009609.html.)
5. Paul Buhle, Prendersi Cura degli Affari: Samuel Gompers,
George Meany, Lane Kirkland, e la Tragedia del Lavoro americano (New York:
Montly Review Press, 1999).
6. Kim Scipes, 1989; Greg Andrews, 1991; David Nack,
1998; Anthony Carew, 1998.
7. Kim Scipes,
2000.
8. Kim Scipes, 2004 "L’AFL-CIO sulle operazioni di
politica estera confuta ‘Aria pulita'." Labor Notes, Febbraio.
( on-line su
www.labornotes.org/archives/2004/02/articles/b.html.)
9. Ora c'è una prova evidente del coinvolgimento del governo
US, specialmente attraverso la così detta Fondazione Nazionale per la
Democrazia (NED), negli eventi che conducono al colpo di stato in Venezuela.
Per alcuni tra i migliori articoli disponibili, si veda K.Talbot, 2002
"Fare il colpo di stato in Venezuela: i fattori Bush e petrolio"
(on-line su www.globalresearch.org/view_article.php?aid=506926235); Harley
Sorenson, 17 Novembre 2003 "La Fondazione Nazionale per la Democrazia, per
il buon nome, cela il suo intento corrotto" San Francisco Chronicle
(on-line su www.commondreams.org/scriptfiles/views03/1117-06.htm); Bart Jones,
2 Aprile 2004 " Finanziamenti US aiutano l’opposizione di Chavez," National
Catholic Report (on-line su
www.ncronline.org/NCR_Online/archives2/2004b/040204/040204a.php); William Blum
(senza data ma evidentemente 2004),"Colpo di stato US contro Hugo Chavez
in Venezuela, 2002" (un estratto dal suo libro, Liberare il mondo dalla
morte: saggio sull'Impero americano, on-line su
http://members.aol.com/essays6/venez.htm); Eva Golinger, 2004 "La prova
sta nei documenti: la CIA fu implicata nel colpo di stato contro il presidente
venezuelano Chavez" (on-line su www.venezuelafoia.info/english.html); e
Phillip Agee e Jonah Gindin, 23 Marzo 2005" La natura dell’intervento
della CIA in Venezuela", Venezuela Analysis (on-line su www.zmag.org/content/print_article.cfm?itemID=7513§ionID=45).
10. Kim Scipes, 2004b "AFL-CIO in Venezuela: déja vu,
tutto come sempre" Labor Notes, Aprile. (on-line su
www.labornotes.org/archives/2004/04/articles/e.html.)
Per un pezzo del vice direttore del Dipartimento Affari Internazionali
dell'AFL-CIO, che compara la situazione tra Brasile e Venezuela, si veda Stan
Gacek, 2004 "Lula e Chavez: risposte differenti al Washington
Consensus" in New Labor Forum 13, n°. 1, Primavera, e su
http://forbin.qc.edu/newlaborforum/html/13_1article3.html. Per una risposta ben
informata a Gacek, si veda Robert Collier, 2004 "Le vecchie relazioni sono
dure a morire: una risposta alla difesa di Stan Gacek della posizione
dell’AFL-CIO sul Venezuela" in New Labor Forum 13, n°. 2, Estate.
Per altri articoli sul possibile coinvolgimento di AFL-CIO nel colpo di stato
dell’Aprile 2002 e in generale sulle equivoche attività dell’AFL-CIO Venezuela,
si veda Katherine Hoyt, 2002 "Preoccupazioni sul possibile coinvolgimento
di AFL-CIO nel colpo di stato venezuelano" Labor Notes, Maggio
(on-line su www.labornotes.org/archives/2002/05/b.html); Jamie Newman e Charles
Walker, 2002 "Coperture e pugnali: ‘l’AFL-CIA’ ed il colpo di stato
venezuelano," Washington Free Press, N° 58, Luglio/Agosto (on-line
su www.washingtonfreepress.org/58/cloaksDaggers.htm); Sciopero generale delle
donne, 26 Febbraio 2003 "Appello ai sindacalisti US in favore dei
lavoratori del Venezuela/ lettera aperta a John Sweeney, Presidente
dell’AFL-CIO," on-line su www.globalwomenstrike.net/English/AppealtoUSUnionists.htm;
Tim Shorrock," la Guerra Fredda del lavoro," The Nation, 19
Maggio 2003 www.thenation.com/doc.mhtml?i=20030519&s=shorrock; e
"Lettere" (corrispondenza sull'articolo di Shorrock), The Nation,
7 Luglio 2003: 2, 23; ed Alberto Ruiz, 2004 "La domanda rimane: cosa sta
facendo l'AFL-CIO in Venezuela?" ZNet, on-line su
www.zmag.org/content/print_article.cfm?itemID=5074§ionID=45.
Per analisi recenti della risposta dei lavoratori e dei loro sindacati alla
politica collaborazionista di classe del CTV, si veda Jonah Gindin, 2005
"Una breve storia recente del movimento del lavoro in Venezuela: la
riorganizzazione del lavoro venezuelano" on-line su
www.iisg.nl/labouragain/documents/gindin.pdf; e Steve Ellner, 2005 "La comparsa
in Venezuela di un nuovo sindacalismo con le vestigia del passato" in Latin
American Perspectives, Marzo-Aprile. Per considerazioni personali degli
sviluppi del lavoro in Venezuela, da una donna che servì formalmente nel
consiglio esecutivo del CTV, si dimise ed ora siede nel consiglio esecutivo del
nuovo centro del lavoro pro-Chavez UNT (Union Nacional de Trabajadores), si
veda Marcela Maspero, 2004 "Cosa fa l'Union Nacional de Trabajadores?
Nuove tendenze nel lavoro venezuelano" 28 Novembre, on-line
www.iisg.nl/labouragain/documents/maspero.pdf.
11. I documenti ottenuti attraverso la carta della Libertà di
Informazione sono sul sito Web del Comitato di solidarietà venezuelano:
http://www.venezuelafoia.info /. Per accedere a questi rapporti da ACILS e NED,
si vada al box su Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED) cliccando su
"ACILS-CTV". Là si trovano i rapporti trimestrali del Solidarity
Center NED, da Luglio-Settembre 2000 a Luglio-Settembre 2003. Parti in questo
articolo sono del Rapporto Trimestrale Gennaio-Marzo 2002, identificato a
CTV-02.jpg e CTV-03.jpg.
12. I due paragrafi precedenti apparvero originalmente in
Scipes, 2004b.
13. Kim Scipes, 2004c. La "L’AFL-CIO della California biasima i leader della politica
estera del lavoro di livello nazionale." Labor Notes, 14 Settembre:
(Articolo presentato su newsletter, riportato per intero sul sito Web:
www.labornotes.org/archives/2004/09/articles/h.html. Una più completa versione
inedita di questo articolo è su www.uslaboragainstwar.org/article.php?id=6394.)
14. Tim Shorrock, 2003.
15. Materiale sull’ACLD è disponibile on-line su
www.state.gov/g/drl/lbr/c6732.htm. In questo sito per l’ACLD sotto
l’Amministrazione Bush, sono verbalizzate le riunioni del 4 Ottobre 2001; 14
Novembre 2001; 19 Dicembre 2001; 18 Settembre 2002; 2 Maggio 2003 e 17 Novembre
2003, insieme al Secondo Rapporto dell'ACLD al Ministro di Stato e al
Presidente degli Stati Uniti e alla Carta dell'ACLD. Cliccando su
"Archivi" di questa pagina, si trova materiale ACLD sviluppato
durante l’Amministrazione Clinton, su
www.state.gov/www/global/human_rights/labor/acld_index.html. Il coinvolgimento
dei leader di politica estera del lavoro è stato riportato precedentemente
"I leader della politica estera AFL-CIO aiutano lo sviluppo della politica
estera di Bush, con l’obiettivo del controllo politico del sindacato", di
Kim Scipes, in Labor Notes, Marzo 2005,
www.labornotes.org/archives/2005/03/articles/e.html. Come notato, la mia
attenzione fu portata sull’ACLD da Chris Townsend, un sindacalista di livello
nazionale dell'Unione Elettrici (UE), che io ringrazio di nuovo.
16. Edmund McWilliams,"C'è ancora spazio per la diplomazia
del lavoro", Foreign Service Journal, Luglio-Agosto 2001 ( on-line
su www.afsa.org/fsj/julaug/mcwilliamsjulaug01.cfm).
17. Madeleine K. Albright," Commenti del Ministro di Stato
Madeleine K. Albright negli incontri del Comitato consultivo sulla diplomazia
del lavoro " (trascrizione), 8 Novembre 2000 (on-line su
www.usembassy.it/file2000_11/alia/a011090q.htm. Dopo avere lasciato il
Dipartimento di Stato la Sig.ra Albright divenne capo dell'Istituto Democratico
Internazionale, uno dei quattro istituti centrali NED (il senatore Repubblicano
US capeggia l’Istituto Internazionale, un altro "centro" dell'istituto).
18. Per vedere esempi del loro lavoro, si veda ACLD Minutes, 2
Maggio 2003 (on-line a www.state.gov/g/drl/rls/28922.htm), ed ACLD Minutes, 17
Novembre 2003 (on-line a www.state.gov/g/drl/rls/28877.htm).
19. William I. Robinson, Promuovere la poliarchia:
Globalizzazione, Intervento Stati Uniti ed Egemonia (Cambridge: Cambridge
Università Stampa, 1996).
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