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da Montly Review, Maggio 2005
http://www.monthlyreview.org/0505scipes.htm

Ritorna l’imperialismo del lavoro?: la politica estera dell'AFL-CIO dal 1995


di Kim Scipes
Maggio 2005

In gran parte della sua storia l'AFL-CIO, ha portato avanti nel mondo un programma reazionario del lavoro. È stato provato inequivocabilmente che l'AFL-CIO ha lavorato al rovesciamento di governi democraticamente eletti, collaborato con dittatori contro i movimenti progressisti e sostenuto movimenti del lavoro reazionari contro i governi progressisti. (1) In breve, l'AFL-CIO ha praticato quello che noi possiamo precisamente chiamare "imperialismo del lavoro" e l'appellativo "AFL-CIA" ha rappresentato precisamente la realtà, e non è stato una paranoia della sinistra.

"L’imperialismo del lavoro" non iniziò con la fusione dell'AFL-CIO nel 1955. In realtà cominciò con la Federazione americana di Lavoro (AFL) all’inizio del XX sec., prima della I Guerra mondiale, sotto il presidente di federazione Samuel Gompers. L'AFL prese parte nel contrattaccare le forze rivoluzionarie in Messico durante la rivoluzione in quel paese, lavorò attivamente a sostenere e difendere la partecipazione del governo US nella I Guerra mondiale e poi guidò la carica nei circoli di politica estera US contro la Rivoluzione Bolscevica in Russia. Dopo la I Guerra mondiale, l'AFL condusse un tentativo di costituire una Federazione Panamericana del Lavoro (PAFL) per controllare i movimenti del lavoro in tutto l'emisfero Occidentale, e principalmente in Messico. Come Sinclair Snow ha mostrato nel suo studio del 1964 del PAFL, il tentativo di stabilire il PAFL fu sottoscritto con la concessione di $50,000 all’AFL dall’amministrazione Wilson.(2)

Anche se con la morte di Gompers nel 1924, la maggior parte delle manovre estere finirono, vennero rinvigorite durante la II Guerra mondiale. L'AFL era particolarmente attiva in Europa, inizialmente contro il Nazisti ma poi contro i Comunisti, che hanno guidato le forze dei vari movimenti di resistenza contro i fascisti. Dopo la II Guerra mondiale, durante la Guerra Fredda operatori dell’AFL presero parte ad estesi tentativi di minare gli sforzi dei Comunisti in Italia e in Francia nei tardi anni ‘40, e poi in tentativi a lungo termine di far avanzare nel continente gli interessi US contro l'URSS. Questi tentativi vennero fatti attraverso la Central Intelligence Agency del governo U.S. (CIA) e contemplavano il coinvolgimento nel commercio della droga- inclusa la famigerata "French Connection," quando la CIA tagliò la strada dei finanziamenti. (3)

Le operazioni del’AFL in America Latina furono anche riprese dopo la II Guerra mondiale. Inizialmente, lavorarono attraverso l’ORIT- organizzazione regionale latino americana, anticomunista, della Confederazione Internazionale dei sindacati del ‘libero commercio’ (ICFTU)- e aiutò al rovesciamento del governo del Guatemala nel 1954. Nel 1962, dopo la riuscita Rivoluzione Cubana, comunque, il successore AFL-CIO costituì la sua agenzia latino americana, l'istituto americano per lo sviluppo del libero lavoro (AIFLD ), per rispondere meglio alle "sfide" all'interno della regione. Fra le altre attività, l’AIFLD aiutò a preparare colpi di stato militari contro governi democraticamente eletti, in Brasile nel 1964 ed in Cile nel 1973, interferendo anche nella Repubblica Dominicana e nella Guinea Britannica.

Tentativi paralleli a questi in America Latina furono riprodotti in Africa e Asia. Il Centro del Lavoro Afro-americano (AALC), che fu costituito nel 1964, più tardi fu coinvolto in azioni contro le forze anti-segregazione razziale in Sud Africa. Nel 1982 l'AFL-CIO conferì il suo "premio per i diritti umani George Meany" al collaboratore segregazionista Gatsha Buthelezi che aveva creato un centro di lavoro, (Unione Lavoratori del Sud Africa) specificamente per dividere il Congresso dei sindacati sudafricani (COSATU) ed il resto del movimento di liberazione.

Nel 1967 venne costituito l’Istituto del libero lavoro asiatico-americano (AAFLI). L’AAFLI fu particolarmente attivo nella Corea del Sud, e poi provvide massicci finanziamenti alle Filippine per aiutare il governo di Ferdinando Marcos nella sua battaglia contro le forze che sfidavano la sua dittatura. Tra il 1983 ed il 1989, l'AFL-CIO offrì ancora più soldi al Congresso del sindacato delle Filippine (TUCP) creato da Marcos per usarlo contro l'organizzazione del lavoro progressiva Kilusang Mayo Uno (KMU) di quanti ne avesse mai dati ad alcun altro movimento del lavoro nel mondo, incluso Solidarnosc in Polonia. Questi sforzi contro il lavoro progressista nelle Filippine inclusero il sostegno al più grande affiliato del TUCP nei suoi sforzi contro il KMU per affiliare le Miniere Atlante, con l’attiva collaborazione di una squadra della morte. (4) Queste operazioni continuarono almeno per tutti gli anni ottanta. L’AAFLI offrì anche soldi ad un leader di TUCP che serviva nel Senato filippino perché votasse per il mantenimento delle basi US- scadendo quella questione prima del loro Congresso. L’AAFLI fu anche attivo in Indonesia.

In breve, l’AFL-CIO eseguì, con i presidenti George Meany e Lane Kirkland, operazioni del lavoro reazionarie durante tutta la Guerra Fredda. (5) Dalla metà degli anni ’80, all'interno del movimento del lavoro si sviluppò un’opposizione considerevole a queste operazioni, e questa opposizione fu almeno uno dei fattori degli sviluppi che portarono all'elezione di John Sweeney alla presidenza dell'AFL-CIO, nel 1995.

Quando nell’Ottobre del 1995 John Sweeney fu eletto alla presidenza dell'AFL-CIO, fra gli attivisti del lavoro c'era la speranza che avrebbe riformato radicalmente la politica estera dell'AFL-CIO. Gli sforzi iniziali di Sweeney furono incoraggianti. Entro il 1997 sciolse gli istituti regionali semi-autonomi del lavoro- AAFLI, AALC, AIFLD, e l’Istituto del libero sindacato (FTUI) che operava in Europa- e li sostituì con un'organizzazione centralizzata, capeggiata da un progressista di lunga data, con un nome incoraggiante: centro americano per la solidarietà internazionale per il lavoro (ACILS), oggi meglio noto come " Solidarity Center." Sweeney rimosse anche molti dei ‘guerrieri freddi’ di lungo corso dal Reparto Affari Internazionali. E questi cambiamenti, insieme agli sforzi positivi di sostenere la lotta dei lavoratori in molti paesi in via di sviluppo, fu un miglioramento qualitativo rispetto alle gestioni precedenti di George Meany e Lane Kirkland.

Comunque, alcuni eventi negli ultimi anni hanno messo in questione la profondità della riforme della politica estera dell'AFL-CIO. Tre di tali eventi sono rilevanti: il rifiuto dell'AFL-CIO di aprire i libri e rinnovare l'aria riguardo alle sue operazioni passate; il coinvolgimento dell’ACILS in Venezuela nei tentativi di rovesciamento del governo del radicale Hugo Chávez; l'appoggio della federazione alla partecipazione ad una nuova Guerra Fredda come agenzia del lavoro del governo federale. Guardiamo ad ognuno di questi, sapendo che è importante capire le loro multiple interconnessioni.

Dall'inizio gli attivisti del lavoro hanno lottato contro il politica estera reazionaria degli AFL-CIO e dei membri del sindacato (che facevano le proprie operazioni di politica estera). Queste sfide sono diminuite e rifluite con il tempo. Di particolare importanza furono la pubblicazione delle analisi di politica estera del lavoro negli anni sessanta e poi come gli attivisti del lavoro, all'interno dello stesso movimento del lavoro negli anni ottanta, trattennero energicamente e con successo i lavoratori dall'appoggiare una possibile invasione del Nicaragua iniziata da Reagan.

Queste prime analisi tendevano a dimostrare che le attività dell’AFL-CIO erano state formulate al di fuori del movimento del lavoro, dalla CIA, dalla Casa Bianca, e/o dal Dipartimento di Stato. In altre parole spiegavano le tensioni di politica estera del lavoro come una conseguenza di fattori esterni al movimento del lavoro.
Comunque, cominciando con un articolo pubblicato nel 1989 da questo autore nel Newsler of International Labour Studies , alcuni ricercatori- lavorando in modo indipendente e sostenuti dalle prove dei fatti- iniziarono a sostenere che la politica estera venne sviluppata all'interno del movimento del lavoro, sulla base di fattori interni. Non argomentando sul fatto che nelle operazioni estere l’AFL-CIO aveva collaborato con tutta evidenza, mano nella mano, con la CIA, o che le operazioni estere dell’AFL-CIO avevano favorito del tutto la politica estera US o avevano sostenuto iniziative della Casa Bianca o del Dipartimento di Stato, fu stabilito questo nuovo approccio che la politica estera del lavoro e le sue conseguenti operazioni estere, finanziate in modo schiacciante dal governo, si svilupparono all’interno e furono controllate da funzionari di primo livello dell’AFL-CIO. (6)

Queste operazioni estere non sono state sottoposte ai membri di base per la ratifica ma, invece, sono state consapevolmente nascoste- sia non riferendo di queste operazioni o, quando ciò veniva fatto, riportandole in modo distorto. Così i leader del lavoro operavano internazionalmente in nome dei lavoratori americani, mentre tenevano consapevolmente questi loro membri al buio. La maggior parte dei membri del sindacato AFL-CIO al giorno d’oggi non ha alcuna idea di quello che l'AFL-CIO ha fatto e ha continuato a fare all’estero, né che le sue azioni sono state pesantemente finanziate dal governo americano.

Gli sforzi degli attivisti del lavoro poi, sono stati sia per propagare le scoperte accademiche sulle operazioni dell’AFL-CIO ai membri di base del sindacato mentre eseguivano la loro propria ricerca ed investigazione, sia di divulgare le loro scoperte ai membri di base. Ultimamente, sono stati fatti sforzi per rendere consapevoli i soci ed incoraggiarli al ricupero del loro buon nome nel lavoro internazionale, impedendo o fermando i tentativi dei leader dell’AFL-CIO di continuare i loro intenti antilaburisti.

Questo sforzo di opposizione all'interno del movimento del lavoro si è intensificato dal 1998. Fred Hirsch, uno dei primi a svelare le operazioni estere del lavoro, con alcuni colleghi, tentò di far passare la mozione "Aria pulita" attraverso il Consiglio del Lavoro di South Bay (San José, California) ricordando i venticinque anni dall’appoggio dell’AIFLD nel colpo di stato US in Cile dell’11 Settembre 1973 e di celebrare il passaggio formale di una decisione del Consiglio del Lavoro nel 1974 (in opposizione di William Doherty, poi a capo dell’AIFLD), basata sul lavoro di Hirsch che esponeva e condannava le attività dell’AIFLD in Cile. Comunque, eventi locali misero a lato il tentativo di cambiare aria e la mozione non fu formalmente presentata.

Nel 2000, l'arresto del governo britannico e la deportazione dell’ex dittatore cileno Augusto Pinochet in Cile diede un'opportunità ai sindacalisti US di riflettere sulla futura direzione di politica estera dell’AFL-CIO. (7) L'AFL-CIO non colse questa opportunità ma gli attivisti, ancora una volta, criticarono il ruolo della federazione nel colpo di stato cileno. Fred Hirsch ed i suoi colleghi rinnovarono il loro tentativo di avanzare la mozione "Aria pulita". Recuperarono la risoluzione passata dal Consiglio del Lavoro a South Bay e la spedirono alla Federazione del Lavoro della California- l'organizzazione dell’AFL-CIO per l’intero stato- per sottoporla alla sua convenzione biennale del 2002.

La risoluzione presentata stava quasi per passare quando fu proposto quella che sembrò un "trattativa" al Comitato Esecutivo della federazione della California: sarebbe stata indetta una riunione di attivisti del lavoro della California con i leader della politica estera dell’AFL-CIO per discutere questi problemi in maniera più ponderata se la risoluzione in considerazione fosse stata attenuata. Il compromesso venne accettato e la decisione ‘attenuata’ fu approvata dalla convenzione. Comunque, si capì subito che se l’incontro si fosse dimostrato insoddisfacente, gli attivisti avrebbero reiterato i loro tentativi.

Ci vollero più di quindici mesi prima che la riunione promessa avesse luogo, nell’Ottobre 2003. Quando avvenne, i leader della politica estera del’AFL-CIO invece di occuparsi delle questioni sostanziali, fondamentalmente fecero uno show da circo, con grande delusione dei partecipanti di base. Mancarono di onorare la richiesta degli attivisti della California di raccogliere le informazioni e riferire su ognuna e tutte le operazioni attualmente in corso nel mondo, paese per paese (8)

Nell’opera di riappropriarsi del suo passato, l'AFL-CIO continuò ad incontrare resistenza, mentre cominciarono a circolare dicerie di disturbo riguardo i tentativi dell'AFL-CIO di rovesciamento del governo di sinistra di Hugo Chávez in Venezuela. (9) Uno degli antagonisti di Chávez era la Confederazione dei lavoratori venezuelani (CTV), conservatrice e spesso a favore dei padroni. La CTV ebbe un ruolo chiave nel tentativo del colpo di stato contro Chávez dell’Aprile 2002. Come indicai in un articolo dell’Aprile 2004 sulla situazione in Venezuela:

Secondo un rapporto di Robert Collier del Newspaper Guild/ Communications Worker of America (CWA) , Maggio 2004, la CTV ha lavorato con l'associazione d’affari nazionale FEDECAMERAS, per indire serrate generali nel Dicembre 2001, Marzo-Aprile 2002, e Dicembre 2002-Febbraio 2003. Collier riferisce che, secondo molti rapporti pubblicati ed interviste da lui stesso condotte nel paese,"... la CTV fu direttamente implicata nella progettazione e organizzazione del colpo di stato (Aprile 2002) "

Il professor Hector Lucena, un altro osservatore del lavoro, riferisce che le azioni di Aprile furono condotte dalla CTV unitamente a FEDECAMERAS. Christopher Marquis del New York Time, il 25 Aprile 2002, scrisse".. la Confederazione dei Lavoratori venezuelani portò alla fermata del lavoro che ha galvanizzato l'opposizione di Chávez. Il leader sindacale, Carlos Ortega, lavorò strettamente con Pedro Carmona Estanga- l'uomo d'affari che brevemente succedette a Chávez, nella disfida del governo. Mesi prima, Carlos Ortega Segretario generale della CTV, aveva creato una stretta alleanza politica e con Pedro Carmona, leader FEDECAMARAS, e avevano chiesto ripetutamente il rovesciamento di Chávez. In breve... in Venezuela, l'AFL-CIO ha sostenuto l’instaurarsi di un sindacato reazionario, che ha tentato ripetutamente il rovesciamento del presidente Hugo Chávez e, nel processo, ha rovinato l'economia del paese". (10)

Nell’analisi, gli attivisti del lavoro e solidarietà trovarono numerosi legami dell'AFL-CIO particolarmente con la federazione del Solidarity Center (ACILS) ed la CTV. I leader dell’AFL-CIO avevano portato funzionari della CTV presso Washington, D.C. poco prima del colpo di stato. Gli attivisti associati al Solidarity Center venezuelano, usando la Carta della libertà di informazioni, documenti riservati e rapporti alla Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED)- un’operazione finanziata dal Dipartimento di Stato US che è apparentemente indipendente anche se in realtà è capeggiata da una quantità di persone da tempo coinvolte nelle manovre della politica estera US- specificarono i tentativi dell’ACILS in Venezuela negli anni 1997–2002.

Alcuni dei documenti includevano specificamente i rapporti dei funzionari del lavoro US che dettagliavano il loro specifico coinvolgimento nell'unire l’associazione del business ( FEDECAMARAS) con la Chiesa cattolica ed la CTV, e nell’aiuto a sviluppare il loro programma comune contro il regime del presidente democraticamente eletto Hugo Chávez. Per esempio, nel rapporto ACILS trimestrale, Gennaio-Marzo 2002, alla NED, troviamo:

"Il 5 Marzo, la CTV e Fedecamaras, con l'appoggio della Chiesa cattolica, hanno tenuto una conferenza nazionale per discutere le loro preoccupazioni, prospettive e priorità riguardo lo sviluppo nazionale, per identificare gli obiettivi comuni così come le aree di cooperazione." La conferenza fu l'evento culmine di due mesi di riunioni progettato tra queste due organizzazioni per produrre un "Accordo Nazionale" per evitare una (supposta) crisi politica ed economica più profonda", l'ulteriore azione congiunta ha individuato la CTV e Fedecamaras come le organizzazioni ammiraglie nel condurre l'opposizione crescente al governo Chávez".

"Gli aiuti al Solidarity Center sostennero l'evento negli scenari pianificati, organizzando le prime riunioni col governatore di stato Miranda e l'organizzazione del business, FEDECAMARAS, per discutere e stabilire un'agenda per tale cooperazione a metà-Gennaio." Il rapporto continuava a dettagliare maggiormente le loro attività, concludendo col commento che: "La stessa conferenza nazionale del 5 Marzo è stata finanziata soprattutto da fondi della controparte" . (11)

Meno di un mese dopo la conferenza del 5 Marzo, la CTV e FEDECAMARAS lanciarono una serrata generale e nazionale per protestare, far saltare la gestione della società del petrolio e dar luogo al colpo di stato- nel quale la CTV ed i leader del business giocarono il ruolo centrale.
Concludere che l’ACILS non ebbe ruolo nel tumulto che ha bombardato il paese ci costringerebbe ad ignorare il ruolo centrale giocato dalla CTV e dai leader di FEDECAMARAS in quel tumulto- i leader erano in contatto costante con i rappresentanti del Solidarity Center. Ci costringerebbe anche ad ignorare i $587.926 che furono offerti dalla NED all’ACILS tra il 1997 ed il 200 ($154.377 nel solo 2001) per pagare il lavoro con la CTV. Insieme ad un altro finanziamento dalla NED nel Settembre 2002, di $116.001, per lavorare con la CTV per altri sei mesi- poi estesi ad un altro anno- troviamo, secondo gli stessi dati NED che tra il 1997 ed il 2002, la NED provvide all’ACILS $700.000 per il lavoro in Venezuela. (12)

La prova crescente del coinvolgimento dell’AFL-CIO nel colpo di stato venezuelano incentivò gli attivisti ad unirsi e mobilitarsi per condannare le operazioni all’estero dell’AFL-CIO. Un documento, intitolato" Costruire unità e fiducia tra i lavoratori di tutto il mondo" è emerso nel 2004 dalla Convenzione AFL-CIO in California. "Costruire unità e fiducia" combinata con l'originale "Aria pulita", la risoluzione del Consiglio del lavoro di South Bay, insieme a decisioni che erano passate al Consiglio del lavoro di San Francisco e Monterrey Bay, e decisioni proposte dalla Federazione locale americana degli insegnanti (AFT) 1493 (San Mateo), lo Federazione dello stato della California degli Insegnanti (CFT), e il Consiglio del lavoro di San Francisco per la trasparenza dei finanziamenti erogati della Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED). "Costruire unità e fiducia" fu passato all’unanimità dai delegati alla Convenzione statale della California, nel Luglio 2004. Le azioni dei leader della politica estera dell’AFL-CIO di livello nazionale sono state biasimate dal maggior stato affiliato AFL-CIO, i cui membri rappresentano 1/6 di tutti i soci AFL-CIO. (13)

All’azione della Federazione dello Stato della California seguì quella della Federazione dello stato di Washington, il costituendo gruppo dell’AFL-CIO gay/lesbiche/transessuali "Pride at Work"(orgoglio al lavoro) e il sindacato nazionale degli scrittori, che avevano già condannato le operazioni estere dell’AFL-CIO. (14)

La mancata risposta dell'AFL-CIO alla richiesta di purificare l’aria e le prove riguardo le sue operazioni venezuelane non sono segnali di grande speranza per quelli che avevano sperato che la federazione abbandonasse i suoi vecchi metodi. Ma questi eventi segnalano un ritorno all’imperialismo del lavoro, o sono aberrazioni del nuovo corso scelto da John Sweeney ed i suoi alleati? Per aiutare a rispondere a questa domanda, sarà utile guardare ad un terzo evento: la partecipazione dei lavoratori nel Comitato consultivo del Dipartimento di Stato US su lavoro e diplomazia (ACLD).

L'ACLD è un'iniziativa del Dipartimento di Stato US.(15) .Qualcosa di quello che fa, si può trovare sul suo sito Web, dove sono indicati i dettagli delle riunioni e due rapporti formali. Un’accurata lettura di questo materiale stabilisce molte cose:
- L'ACLD è un'iniziativa del Dipartimento di Stato US, costituito per gli scopi di portare avanti la politica estera US. E’stato inaugurato sotto l'amministrazione di Clinton, ma è continuato in quella di Bush.
- I leader di massimo livello della politica estera del lavoro, inclusi il presidente e il segretario dell'AFL-CIO (John Sweeney e Linda Chávez Thompson), il vertice dell'AFL-CIO del Comitato del Consiglio Esecutivo degli Affari Internazionali (William Lucy), il vertice del Dipartimento Affari Internazionali ed un assistente (Barbara Shailor e Phil Fishman), e il direttore esecutivo del Solidarity Center (Harry Kamberis), ognuno ha partecipato attivamente agli incontri e al lavoro dell'ACLD, come persone che hanno operato precedentemente agli alti livelli del movimento del lavoro US ma che ora stanno lavorando in altre mansioni (un ex funzionario è Thomas R. Donahue, a lungo membro del consiglio NED ed ex segretario-tesoriere e presidente dell'AFL-CIO che corse contro Sweeney nell'elezione del 1995).
- Questi leader del lavoro erano agenti indipendenti nel processo e difesero un approccio diverso da quello dell'amministrazione, specialmente quella del presidente Bush.
- Questo lavoro non è stato riportato in alcuna pubblicazione de lavoro, da quando sono stato in grado di scoprire, né è stato messo sul sito Web dell'AFL-CIO.
L'ACLD fu costituito il 20 Maggio 1999, quando il suo statuto fu approvato dal vice ministro di Stato per la gestione, Bonnie R. Cohen. Lo scopo del comitato è chiaro:

"Lo scopo del Comitato consultivo della diplomazia del lavoro... servirà il Ministro di Stato... in una capacità consultiva riguardo ai programmi di diplomazia del lavoro del Governo degli Stati Uniti amministrata dal Dipartimento di Stato. Il Comitato offrirà consiglio al Segretario ed al Presidente. Il Dipartimento di Stato lavorerà in stretta associazione con il Dipartimento del lavoro per migliorare il Comitato del lavoro e le attività diplomatiche del lavoro degli Stati Uniti. Specificamente, il Comitato consiglierà il Segretario sulle risorse e le politiche necessarie per perfezionare l’efficienza del programma diplomatico del lavoro, in modo da assicurare il comando degli Stati Uniti di fronte alla comunità internazionale nel promuovere gli obiettivi e gli ideali di politica del lavoro degli Stati Uniti nel XXI secolo".

Mentre non è chiaro dove si sia sviluppata l'idea per dell'iniziativa che è poi divenuta l’ACLD, una disputa forte fu fatta per la rivitalizzazione della diplomazia del lavoro da Edmund McWilliams, direttore internazionale del lavoro dell’ufficio ‘democrazia, diritti umani e lavoro’ nel Dipartimento di Stato (16) . McWilliams, riconoscendo il servizio chiave fornito dal movimento del lavoro al governo US durante la Guerra Fredda, disse:
"La diplomazia del lavoro, quegli aspetti dei rapporti esteri US relativi alla promozione dei diritti del lavoratore e, più ampiamente, alla società democratica, è stata un elemento vitale della riuscita della politica estera US durante la Guerra Fredda. Allo stesso tempo il lavoro ha offerto un significativo appoggio politico al Governo US nei suoi sforzi di contenere e sconfiggere il comunismo. Negli anni dopo la Guerra Fredda, la diplomazia del lavoro è stata relegata nelle retrolinee dai creatori di politica estera; al contempo, la lotta per i diritti dei lavoratori è divenuta anche più importante da quando la globalizzazione ha prodotto nuove sfide per i lavoratori. È ora che una vibrante diplomazia del lavoro possa tornare ad essere una preziosa componente della politica estera US…"

McWilliams nota che: "durante la Guerra Fredda, una vigorosa diplomazia del lavoro... perfezionata da funzionari del lavoro del Dipartimento di Stato, USAID ed USIA... era critica della politica estera US" e nota che i sindacati, chiamati a raccolta dal governo per una lotta contro il comunismo, "offrirono appoggio politico a puntellare i governi occidentali". Comunque "sul ruolo del lavoro nella politica estera e, più generalmente, nella diplomazia del lavoro degli Stati Uniti si concentrò molta della loro attività, perseguendo il crollo del comunismo".

L'idea di rivitalizzare una politica della diplomazia del lavoro, comunque è vista come attenuazione dei peggiori aspetti della globalizzazione, che ha prodotto nuove sfide per i lavoratori." McWilliams nota che," La Dichiarazione universale di diritti umani del 1948 stabilì che i diritti dei lavoratori sono diritti umani", anche se riconosce che queste mete non sono state ancora raggiunte, ne nei paesi sviluppati ne in quelli in via di sviluppo. Riconosce problemi come i mercati del lavoro ‘flessibile’, la privatizzazione e il sottodimensionamento, "incoraggiati da istituzioni finanziarie internazionali e dai nostri stessi programmi di assistenza bilaterali", che lasciano i lavoratori "ad adeguarsi alle nuove condizioni economiche senza il beneficio della rete di sicurezza sociale o la riqualificazione del lavoro". Inoltre, nota che" la globalizzazione incoraggia le società ad investire in paesi dove lo standard del lavoro è più basso, spingendo potenzialmente fuori della competizione economica i paesi che adottano piattaforme più alte per diritto dei lavoratori." In breve, McWilliams riconosce almeno alcuni degli impatti seri che la globalizzazione sta avendo sui paesi in via di sviluppo ed i loro lavoratori, e vuole che la voce del lavoro US rimetta in discussione la politica estera in modo da poter presentare queste preoccupazioni.

Egli sostiene:
"...oggi, il lavoro potrebbe giocare un ruolo davvero significativo nella formulazione e nella realizzazione della politica estera US, come faceva durante la Guerra Fredda. Molte delle mete che la politica estera US cerca di promuovere- democrazia, diritti umani, stabilità politica e sviluppo socio economico- sono le stesse contemplate anche dal lavoro".

McWilliams, andando avanti ad elaborare i contributi che i sindacati apportano nelle società in tutto il mondo, argomenta che "i sindacati in molti paesi sono posti solo per articolare responsabilmente e coerentemente gli affari sociali così come il lavoro…di conseguenza,... i sindacati e i lavoratori possono essere alleati preziosi per la diplomazia US.

McWilliams sembra riconoscere che la politica estera degli US si è indebolita e deve essere reimpostata. In questo caso sostiene che la globalizzazione stia danneggiando i lavoratori del mondo, che è un errore ignorare questi problemi crescenti, che il lavoro US- particolarmente a causa delle sue relazioni con il lavoro in tutto il mondo- è singolarmente capace di presentare le preoccupazioni del lavoro ai creatori di politica estera e che il lavoro dovrebbe essere ricompreso nei processi della politica estera del governo:

"Gli Stati Uniti trarrebbero profitto dall’impegnare il lavoro internazionale nella ricerca di mete condivise, come la democratizzazione, la stabilità politica e un equo sviluppo economico e sociale. Oggi un'alleanza tra gli Stati Uniti e il lavoro potrebbe puntare sui diritti dei lavoratori, assicurando anche che lo sviluppo economico non venga basato sullo sfruttamento del lavoro minorile, il lavoro forzato o discriminatorio verso donne e minoranze, e sulla giustizia economica, assicurando che i benefici della globalizzazione fluiscano a tutti e non semplicemente ai pochi meglio messi per approfittarne. Una rivitalizzata diplomazia del lavoro oggi potrebbe nutrire le libertà democratiche, sostenendo le fragili democrazie, proprio come fece l'alleanza del lavoro US nell'era della Guerra Fredda".

Il Ministro di Stato Madeleine Albright percepì la forza dell’argomento, ancor prima che McWilliams lo pubblicasse. Dopo avere ricevuto il primo rapporto dall'ACLD," Un mondo di lavoro decoroso: diplomazia del lavoro per il nuovo secolo" e avendo un paio di mesi per valutare le sue raccomandazioni, il Segretario Albright, nell’incontro dell'ACLD l'8 Novembre 2000 affermò: "Dopo aver fatto per quattro anni questo lavoro, sono totalmente convinta che non possiamo ottenere una politica estera US di successo senza un’efficace diplomazia del lavoro". (17)

L'ACLD, anche se inizialmente si aspettava di durare solamente per due anni, fu protratta dall'amministrazione di Bush. Tuttavia, dove il primo rapporto, durante l'amministrazione Clinton, indicava "L'importanza della diplomazia del lavoro nella politica estera US e nella promozione dei diritti del lavoratore nel contesto della globalizzazione", nel suo secondo rapporto economico, dopo l’11 Settembre 2001, l’obiettivo era spostato "al ruolo e all'importanza della diplomazia del lavoro per promuovere la sicurezza nazionale US, combattendo le condizioni globali politiche, economiche e sociali che minano i nostri interessi di sicurezza. Questa enfasi può essere vista anche nel titolo del secondo rapporto dell'ACLD, "Diplomazia del lavoro: a servizio della democrazia e della sicurezza."
Ci sono un mucchio di chiacchiere nel secondo rapporto, proprio rispetto al primo, sull'importanza dei diritti del lavoro e della democrazia. Tuttavia, basta leggere poco nel secondo rapporto per vedere che i diritti dei lavoratori sono importanti solamente se aiutano a promuovere la sicurezza US:

"La guerra al terrorismo offre un esempio in più del perché le funzioni della diplomazia del lavoro sono così importanti: condizioni di lavoro che portano a miseria, alienazione e disperazione sono estremamente importanti nella costellazione delle forze responsabili del terrorismo, specialmente quando i demagoghi o altre forze esterne, biasimano la globalizzazione US. Le politiche per migliorare queste condizioni sono componenti necessarie delle strategie per prevenire e contrastare le attività terroristiche. Un’efficace diplomazia del lavoro è importante nell'informare l'analisi americana e nel plasmare la sua politica per combattere in tutto il mondo le condizioni che generano il terrorismo."

Il successivo rapporto del 2001 sostiene: "...la promozione della democrazia deve essere parte di ogni possibile sforzo condotto dagli US per combattere il terrorismo, promuovere la stabilità e garantire la sicurezza nazionale."
Il rapporto che tratta dei "Sindacati nei paesi musulmani" nota: "Questi sindacati sono un campo di battaglia politico perché essi sono strumenti delle istituzioni politiche per controllare cuori, menti e posti di lavoro dei lavoratori in quei paesi." Nota inoltre l’ingerenza dell’ACILS in questi sindacati:
"Come hanno già dimostrato i programmi sostenuti dal Governo US, del Centro per la solidarietà internazionale del lavoro US (Solidarity Center), una politica che punta a coltivare la leadership sindacale a livelli di impresa e di settore industriale, rappresenta l'approccio più promettente per inculcare fra i lavoratori nei paesi musulmani il modo di pensare economico moderno e i valori politici democratici. "

Così, senza esaurire la questione, dal secondo rapporto ACLD appare chiaro che i membri dell’ACLD stanno considerando la diplomazia del lavoro come una parte vitale della politica estera US e della sicurezza nazionale, e stanno incoraggiando l'amministrazione Bush ad occuparsi delle aree preoccupanti che hanno identificato. (18) .Certamente ciò include le condizioni che essi credono che facilitino il terrorismo, particolarmente all'interno del mondo musulmano. Ed ancora, loro affermano che la gestione del lavoro sta già funzionando all'interno del mondo musulmano, tentando di conquistare "i cuori e le menti" dei lavoratori in quei paesi. Ma mentre nel nuovo rapporto è espressa, più e più volte, grande preoccupazione per la sicurezza nazionale US, è del tutto assente qualsiasi preoccupazione per il benessere dei lavoratori del mondo e qualsiasi indicazione di possibili azioni di muto beneficio dall'AFL-CIO basate sulla solidarietà.

C'è evidentemente una contraddizione palese nell'argomento di McWilliams, che è avanzata in quasi tutti i documenti pubblici di politica estera del governo. La prova presentata in questa carta ha mostrato che il ruolo del lavoro nella Guerra Fredda era terribilmente reazionario. Agì contro la democrazia in numerose società e movimenti del lavoro, così come proprio all'interno dello stesso movimento del lavoro US, e cercò di mantenere l’egemonia US nel mondo. McWilliams ammette, e celebra persino, gli stretti legami tra lavoro e governo durante quel periodo ed auspica il loro ristabilimento. E dice ancora che l'interesse condiviso del lavoro e del governo è di ‘diffondere la democrazia’. Come possono essere risolte queste contraddizioni tra dichiarazioni e realtà?

Per fare questo, è utile rivolgersi a William Robinson in ‘Promuovere la poliarchia: globalizzazione, intervento US ed egemonia’.(19) In un'analisi eccellente di politica estera US, Robinson sostiene che questa politica cominciò a partire dalla metà degli anni ‘80 con il sostegno ad ogni dittatore che promettesse fedeltà e il controllo della "sua" gente, intervenendo attivamente nella "società civile" delle nazioni designate, al fine di costruire l’appoggio fra gli statisti più conservativi (inclusi i leader del lavoro), e per collegare i loro interessi con gli Stati Uniti. Chiave di questo furono le operazioni di ‘promozione della democrazia’. Comunque, usando la retorica della democrazia ‘popolare’- nella versione ben radicata una-persona, un-voto, che impariamo nei corsi di educazione civica e si suppone che sussista in quei corsi- gli Stati Uniti stanno in realtà promuovendo la democrazia della poliarchia dall’alto al basso, controllata dalle élite. Questa democrazia della poliarchia suggerisce che i cittadini possano scegliere i loro leader mentre in realtà essi possono solamente scegliere tra quelli presentati come le scelte possibili dalle élite di quel paese. E anche le soluzioni praticabili ai problemi sociali possono emergere solamente dalle possibilità presentate dalle élite. In altre parole, la democrazia della poliarchia sembra solamente essere democratica; in realtà non lo è.

Ed istituzionalmente, gli Stati Uniti proiettano questa democrazia della poliarchia attraverso il loro "programma di edificazione della democrazia ", specialmente attraverso l’USAID ed il Dipartimento di Stato. Lo Stato, a sua volta, canalizza i suoi soldi ed i suoi sforzi attraverso la Fondazione Nazionale per la Democrazia, sulla quale il rapporto del 2001 commenta: "La Fondazione Nazionale per la Democrazia (un’agenzia indipendente ma sostenuta dal governo) finanzia le sue quattro istituzioni di contrattisti centrali, incluso il Solidarity Center così come un gran numero di gruppi contrattisti in tutto il mondo."
Sapere questo da modo di decifrare i rapporti governativi quando promuovono ‘la democrazia’ e proclamano che è una delle quattro mete collegate di politica estera US, insieme alla stabilità, alla sicurezza, alla prosperità. In realtà, è una forma particolare di democrazia, una forma di democrazia che non ha relazione con la democrazia popolare alla quale la maggior parte di americani pensa quando sentono la parola. Quando i leader del lavoro usano il termine "democrazia" in questa maniera, loro stanno collaborando col governo contro i lavoratori in tutto il mondo, sia negli Stati Uniti sia all’estero.

Dove ci porta tutto questo? La riluttanza dell'AFL-CIO a rinnovare l'aria sembra non essere una svista o un errore. Sembra una decisione consapevole perché i leader di politica estera temono che un scatto dei membri del sindacato possa- come deve- rendere ampiamente nota la loro perfidia di lunga durata.
L'AFL-CIO, attraverso il suo Centro americano per la solidarietà internazionale del lavoro (ACILS), fu attivamente coinvolto in Venezuela con la CTV e FEDECAMARAS, prima del colpo di stato nell'Aprile 2002, e queste organizzazioni hanno entrambe guidato il tentativo di colpo di stato. Tra il 1997 ed il 2002, all’ACILS furono dati $700.000 dalla Fondazione Nazionale per la Democrazia per il lavoro in quel paese. Queste attività e la ricevuta dei soldi non vennero comunicati ai membri di AFL-CIO e infatti, l'AFL-CIO si è data attivamente da fare per tenere riservate queste operazioni, nonostante un numero crescente di organizzazioni affiliate AFL-CIO abbia richiesto formalmente queste informazioni. Queste attività e la ricevuta di questi soldi non sono state riportate in alcun giornale del lavoro, e nemmeno sul sito Web proprio dall'AFL-CIO. E questo rifiuto intenzionale di rispondere alle preoccupazioni dei membri dell’organizzazione è stato condannato anche formalmente da numerosi affiliati AFL-CIO.

Come se ciò non fosse già abbastanza male, i leader del lavoro hanno anche partecipato attivamente nel Comitato consultivo per la diplomazia del lavoro varato dal Dipartimento di Stato (ACLD) che è stato designato per avanzare gli intenti della diplomazia del lavoro US. Mentre il governo US ha stato conseguito un notevole beneficio, poco o nessun profitto hanno potuto trarre i lavoratori degli Stati Uniti o del resto del mondo. Di nuovo non c'è stata trasparenza dai leader di politica estera dall'AFL-CIO. L’attivo coinvolgimento nell'ACLD non ha avuto luogo solo sotto l'amministrazione Clinton ma anche sotto l'amministrazione Bush. In breve, ci sono buone ragioni di credere che sotto la presidenza AFL-CIO di John Sweeney, la politica estera del lavoro sia di nuovo regredita al ‘tradizionale’ imperialismo del lavoro.

Alla luce di queste scoperte, appare ovvio che ogni tentativo di ‘riformare’ l'AFL-CIO sia condannato al fallimento, ad eccezione di quelli ai più alti livelli della federazione specificamente indirizzati al ritorno dell’imperialismo del lavoro. E’ chiaro che, perdurando questa situazione, gli attivisti del lavoro devono considerare le proprie azioni future rispetto alla politica estera dell’AFL-CIO. Il benessere dei lavoratori negli US e nel mondo- e dei nostri alleati- sarà profondamente colpito dalle scelte fatte.

Note

1. Kim Scipes, "E’tempo di chiarimenti: aprire l'archivio sulle operazioni internazionali del lavoro dell’AFL-CIO." Labor Studies Journal 25, N°2, Estate 2000: 4-25. (on-line in inglese su LabourNet Germania www.labournet.de/diskussion/gewerkschaft/scipes2.html.)

2. Kim Scipes,"Sindacato imperialista negli Stati Uniti ieri: Affari Sindacali, Samuel Gompers e la politica estera AFL". Newsletter of International Labour Studies (L’Aia),40-41, Gennaio-Aprile 1989: 4-20; Greg Andrews, Spalla a spalla? La Federazione americana del Lavoro, gli Stati Uniti e la Rivoluzione messicana, 1910-1924 (Berkeley e Los Angeles: ediz. Università di California , 1991); David Nack, "La Federazione americana del lavoro confronta la Rivoluzione in Russia ed il primo governo sovietico, 1905-1928: origini della Guerra Fredda del lavoro". Dissertazione inedita, Dipartimento di Storia, Università di Rutgers 1998; Sinclair Snow, La Federazione del lavoro panamericana (Durham, NC: ediz. Duke University, 1964).

3. Anthony Carew," Il movimento del lavoro americano in Fizzland: il Comitato del libero sindacato e la CIA." Labor History 39, N°.1, 1998: 25-42; e Douglas Valentine, "La French Connection rivisitata: la CIA, Irving Brown e il contrabbando di droga come Guerra Politica." Covert Action Trimestrale, N°67, Primavera-Estate, 1999: 61-74.

4. International Labour Report,"La Fondazione Nazionale per la Democrazia: vinceranno gli amici?" Maggio-Giugno 1989: 7-13. Kim Scipes, capitolo 5 in KMU: Costruire il vero sindacalismo nelle Filippine, 1980-1994 ( Quezon City, Metro Manila: New day Publishers, 1996 e su: www.kabayancentral.com/book/newday/mb1009609.html.)

5. Paul Buhle, Prendersi Cura degli Affari: Samuel Gompers, George Meany, Lane Kirkland, e la Tragedia del Lavoro americano (New York: Montly Review Press, 1999).

6. Kim Scipes, 1989; Greg Andrews, 1991; David Nack, 1998; Anthony Carew, 1998.

7. Kim Scipes, 2000.

8. Kim Scipes, 2004 "L’AFL-CIO sulle operazioni di politica estera confuta ‘Aria pulita'." Labor Notes, Febbraio. ( on-line su www.labornotes.org/archives/2004/02/articles/b.html.)

9. Ora c'è una prova evidente del coinvolgimento del governo US, specialmente attraverso la così detta Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED), negli eventi che conducono al colpo di stato in Venezuela. Per alcuni tra i migliori articoli disponibili, si veda K.Talbot, 2002 "Fare il colpo di stato in Venezuela: i fattori Bush e petrolio" (on-line su www.globalresearch.org/view_article.php?aid=506926235); Harley Sorenson, 17 Novembre 2003 "La Fondazione Nazionale per la Democrazia, per il buon nome, cela il suo intento corrotto" San Francisco Chronicle (on-line su www.commondreams.org/scriptfiles/views03/1117-06.htm); Bart Jones, 2 Aprile 2004 " Finanziamenti US aiutano l’opposizione di Chavez," National Catholic Report (on-line su www.ncronline.org/NCR_Online/archives2/2004b/040204/040204a.php); William Blum (senza data ma evidentemente 2004),"Colpo di stato US contro Hugo Chavez in Venezuela, 2002" (un estratto dal suo libro, Liberare il mondo dalla morte: saggio sull'Impero americano, on-line su http://members.aol.com/essays6/venez.htm); Eva Golinger, 2004 "La prova sta nei documenti: la CIA fu implicata nel colpo di stato contro il presidente venezuelano Chavez" (on-line su www.venezuelafoia.info/english.html); e Phillip Agee e Jonah Gindin, 23 Marzo 2005" La natura dell’intervento della CIA in Venezuela", Venezuela Analysis (on-line su www.zmag.org/content/print_article.cfm?itemID=7513&sectionID=45).

10. Kim Scipes, 2004b "AFL-CIO in Venezuela: déja vu, tutto come sempre" Labor Notes, Aprile. (on-line su www.labornotes.org/archives/2004/04/articles/e.html.)
Per un pezzo del vice direttore del Dipartimento Affari Internazionali dell'AFL-CIO, che compara la situazione tra Brasile e Venezuela, si veda Stan Gacek, 2004 "Lula e Chavez: risposte differenti al Washington Consensus" in New Labor Forum 13, n°. 1, Primavera, e su http://forbin.qc.edu/newlaborforum/html/13_1article3.html. Per una risposta ben informata a Gacek, si veda Robert Collier, 2004 "Le vecchie relazioni sono dure a morire: una risposta alla difesa di Stan Gacek della posizione dell’AFL-CIO sul Venezuela" in New Labor Forum 13, n°. 2, Estate.
Per altri articoli sul possibile coinvolgimento di AFL-CIO nel colpo di stato dell’Aprile 2002 e in generale sulle equivoche attività dell’AFL-CIO Venezuela, si veda Katherine Hoyt, 2002 "Preoccupazioni sul possibile coinvolgimento di AFL-CIO nel colpo di stato venezuelano" Labor Notes, Maggio (on-line su www.labornotes.org/archives/2002/05/b.html); Jamie Newman e Charles Walker, 2002 "Coperture e pugnali: ‘l’AFL-CIA’ ed il colpo di stato venezuelano," Washington Free Press, N° 58, Luglio/Agosto (on-line su www.washingtonfreepress.org/58/cloaksDaggers.htm); Sciopero generale delle donne, 26 Febbraio 2003 "Appello ai sindacalisti US in favore dei lavoratori del Venezuela/ lettera aperta a John Sweeney, Presidente dell’AFL-CIO," on-line su www.globalwomenstrike.net/English/AppealtoUSUnionists.htm; Tim Shorrock," la Guerra Fredda del lavoro," The Nation, 19 Maggio 2003 www.thenation.com/doc.mhtml?i=20030519&s=shorrock; e "Lettere" (corrispondenza sull'articolo di Shorrock), The Nation, 7 Luglio 2003: 2, 23; ed Alberto Ruiz, 2004 "La domanda rimane: cosa sta facendo l'AFL-CIO in Venezuela?" ZNet, on-line su www.zmag.org/content/print_article.cfm?itemID=5074&sectionID=45.
Per analisi recenti della risposta dei lavoratori e dei loro sindacati alla politica collaborazionista di classe del CTV, si veda Jonah Gindin, 2005 "Una breve storia recente del movimento del lavoro in Venezuela: la riorganizzazione del lavoro venezuelano" on-line su www.iisg.nl/labouragain/documents/gindin.pdf; e Steve Ellner, 2005 "La comparsa in Venezuela di un nuovo sindacalismo con le vestigia del passato" in Latin American Perspectives, Marzo-Aprile. Per considerazioni personali degli sviluppi del lavoro in Venezuela, da una donna che servì formalmente nel consiglio esecutivo del CTV, si dimise ed ora siede nel consiglio esecutivo del nuovo centro del lavoro pro-Chavez UNT (Union Nacional de Trabajadores), si veda Marcela Maspero, 2004 "Cosa fa l'Union Nacional de Trabajadores? Nuove tendenze nel lavoro venezuelano" 28 Novembre, on-line www.iisg.nl/labouragain/documents/maspero.pdf.

11. I documenti ottenuti attraverso la carta della Libertà di Informazione sono sul sito Web del Comitato di solidarietà venezuelano: http://www.venezuelafoia.info /. Per accedere a questi rapporti da ACILS e NED, si vada al box su Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED) cliccando su "ACILS-CTV". Là si trovano i rapporti trimestrali del Solidarity Center NED, da Luglio-Settembre 2000 a Luglio-Settembre 2003. Parti in questo articolo sono del Rapporto Trimestrale Gennaio-Marzo 2002, identificato a CTV-02.jpg e CTV-03.jpg.

12. I due paragrafi precedenti apparvero originalmente in Scipes, 2004b.

13. Kim Scipes, 2004c. La "L’AFL-CIO della California biasima i leader della politica estera del lavoro di livello nazionale." Labor Notes, 14 Settembre: (Articolo presentato su newsletter, riportato per intero sul sito Web: www.labornotes.org/archives/2004/09/articles/h.html. Una più completa versione inedita di questo articolo è su www.uslaboragainstwar.org/article.php?id=6394.)

14. Tim Shorrock, 2003.

15. Materiale sull’ACLD è disponibile on-line su www.state.gov/g/drl/lbr/c6732.htm. In questo sito per l’ACLD sotto l’Amministrazione Bush, sono verbalizzate le riunioni del 4 Ottobre 2001; 14 Novembre 2001; 19 Dicembre 2001; 18 Settembre 2002; 2 Maggio 2003 e 17 Novembre 2003, insieme al Secondo Rapporto dell'ACLD al Ministro di Stato e al Presidente degli Stati Uniti e alla Carta dell'ACLD. Cliccando su "Archivi" di questa pagina, si trova materiale ACLD sviluppato durante l’Amministrazione Clinton, su www.state.gov/www/global/human_rights/labor/acld_index.html. Il coinvolgimento dei leader di politica estera del lavoro è stato riportato precedentemente "I leader della politica estera AFL-CIO aiutano lo sviluppo della politica estera di Bush, con l’obiettivo del controllo politico del sindacato", di Kim Scipes, in Labor Notes, Marzo 2005, www.labornotes.org/archives/2005/03/articles/e.html. Come notato, la mia attenzione fu portata sull’ACLD da Chris Townsend, un sindacalista di livello nazionale dell'Unione Elettrici (UE), che io ringrazio di nuovo.

16. Edmund McWilliams,"C'è ancora spazio per la diplomazia del lavoro", Foreign Service Journal, Luglio-Agosto 2001 ( on-line su www.afsa.org/fsj/julaug/mcwilliamsjulaug01.cfm).

17. Madeleine K. Albright," Commenti del Ministro di Stato Madeleine K. Albright negli incontri del Comitato consultivo sulla diplomazia del lavoro " (trascrizione), 8 Novembre 2000 (on-line su www.usembassy.it/file2000_11/alia/a011090q.htm. Dopo avere lasciato il Dipartimento di Stato la Sig.ra Albright divenne capo dell'Istituto Democratico Internazionale, uno dei quattro istituti centrali NED (il senatore Repubblicano US capeggia l’Istituto Internazionale, un altro "centro" dell'istituto).

18. Per vedere esempi del loro lavoro, si veda ACLD Minutes, 2 Maggio 2003 (on-line a www.state.gov/g/drl/rls/28922.htm), ed ACLD Minutes, 17 Novembre 2003 (on-line a www.state.gov/g/drl/rls/28877.htm).

19. William I. Robinson, Promuovere la poliarchia: Globalizzazione, Intervento Stati Uniti ed Egemonia (Cambridge: Cambridge Università Stampa, 1996).

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