Una recensione del libro di Ted C. Fishman:
Cina inc.: come la crescita della prossima
superpotenza sfida l’America ed il mondo[1]
di Gerald Horne[2] per Political Affairs[3]
In certi settori delle elite della classe dirigente americana sta crescendo un sentimento anticinese, come hanno evidenziato le recenti deposizioni al Congresso USA del direttore della CIA Porter Goss e del capo del Pentagono Donal Rumsfield. Il libro di Fishman sebbene in generale possa essere considerato moderato, riflette il tormentoso convincimento che, nonostante l’imperialismo abbia speso trilioni di dollari per schiacciare l’Unione Sovietica, anzi in conseguenza di ciò, la decisione di aprire le porte a massicci investimenti capitalistici in Cina abbia spinto Pechino a superare i limiti dello scopo che si ripromettevano gli USA.
Scrive Fishman:
La Cina cuce più vestiti e scarpe, e assembla più giochi per bambini che ogni altro[ paese]… La Cina è diventata anche il maggior produttore di elettronica di consumo, di apparecchi televisivi, DVD e telefoni cellulari di ogni paese al mondo. E più recentemente, la Cina sta crescendo ancora più in alto, spostandosi rapidamente e con capacità nei settori delle biotecnologie e dei computer… La [Cina] costruisce parti del Boening 757 ed esplora lo spazio con i suoi missili…La Cina compera giacimenti di petrolio sulla scena internazionale.
E questo sviluppo prosegue da 30 anni, “…la sua economia è praticamente triplicata. Lo slancio non ha uguali nella storia moderna.” “Certamente” dice l’autore “se qualche paese può soppiantare gli Stati Uniti nel mercato mondiale, questo è la Cina.” Molti economisti prevedono che l’economia cinese sarà molto maggiore di quella degli Stati Uniti e che il suo reddito medio potrebbe essere più che il doppio del nostro in meno di 50 anni.
Come è tipico nei commentatori americani, l’autore dà la colpa delle sofferenze dell’economia degli Stati Uniti non all’avidità di chi la dirige, ma a Pechino. “Lo sviluppo della Cina come centro di produzione a basso costo” scrive, “è uno dei motivi per cui Cicago è ora un buon posto per trovare lavoratori dell’industria a spasso. La città ed i suoi dintorni hanno perso centomila posti di lavoro negli ultimi tre anni fino al 2003 e, nel solo 2003, hanno perso più posti di lavoro di ogni centro urbano degli USA”.
In realtà, l’autore lascia intendere che l’industria europea e anche del Messico è stata colpita negativamente dalla crescita cinese.
Tuttavia Wal-Mart, il gigante della distribuzione, che è accusato di pagare salari da fame e di contrastare duramente le organizzazioni sindacali, è giudicata dall’autore come un’“impresa cinese [CHINA INC.]” sulla sponda est del Pacifico, da quando tante merci nei suoi magazzini sono costruite nelle fabbriche cinesi. Wal-Mart “è ora una compagnia… più grande della ExonMobil, della General Electric e della General Motors e le sue vendite annuali superano quelle dei rivali Target Sears, K-Mart, JCPenney, Safeway e Kroeger assieme”. La forza lavoro della Wal-Mart di “1,4 milioni di dipendenti” fa di questa la maggiore “compagnia privata del mondo”. Questa enorme crescita, dice l’autore, “è inseparabile dalla crescita della Cina come gigantesca manifattura. Nessuna compagnia nel mondo ha abbracciato il potenziale cinese più vigorosamente della Wal-Mart” Fishman aggiunge “crescendo ancora, ciò che gli affari e i consumatori cinesi scelgono per se stessi, detterà gli indirizzi operativi dell’economia americana”.
Poiché le economie cinese ed americana sono così intrecciate, viene alla luce la contraddizione centrale che impedisce di far assumere all’«isteria anticinese» un’espressione simile a quella antisovietica. Da quando il tasso di scambio cinese è legato al dollaro, si è cementata una nuova integrazione al punto che molti argomenti sollevati dall’«isteria anticinese» potrebbero essere sollevati contro la California.
L’industria dell’automobile è stata storicamente il motore dell’economia degli Stati Uniti; ma nel 21° secolo, secondo l’autore, questo settore industriale sarà sfidato in modo crescente dalla Cina – in particolare da quando la General Motors ha investito in maniera massiccia in questa nazione asiatica. Le auto cinesi sono già esportate negli Stati Uniti e ci si aspetta che questo trend esploderà nei prossimi anni.
Lo stesso accade per l’industria del software – Microsoft, Oracle, ecc. – che è stata una grande forza dell’economia americana negli anni recenti, ma il cui predominio viene sfidato dalla crescita cinese non meno che la contraffazione. Le cassette di software fatte in Cina spesso funzionano meglio. Perché, dice Fishman, i loro venditori prendono tempo per aggiornare i prodotti.
Gli Stati Uniti stanno diventando una nazione di “affittuari” e non di “padroni di casa” – e “le nazioni affittuarie vivono pericolosamente”. Questo fatto, egli paventa, avrà una grande influenza nei rapporti di forza globali. Ugualmente significativo è ciò che fanno le altre nazioni. L’autore ipotizza che il summit Franco-Cinese dell’ottobre 2004 “indica che la Francia considera le sue relazioni con la Cina come una diga contro il dominio mondiale dell’America”. Il commercio e la cooperazione scientifica e tecnologica sono stati il punto centrale del summit.
In generale, “Gli scambi dell’Europa con la Cina stanno accelerando rapidamente, sono cresciuti del 25% nel 2003 e ancora di quasi il 40% nel 2004”. Così “l’asse Europa-Cina fornisce un piano contro l’imprevisto dell’instabilità americana” ad esempio l’illegale e criminale invasione dell’Iraq.
Anche se per certi aspetti illuminante, questo libro evita di informare il lettore che questo stato di cose è il portato dalla logica della Guerra Fredda, che ha sostenuto l’uso della Cina per accerchiare l’ex-URSS come una delle priorità principali. Sicuramente, non è eccessivo dire che gli storici futuri mostreranno ironicamente e paradossalmente che la Guerra Fredda fu la l’inizio della fine dell’egemonia degli Stati Uniti. Portando il lettore a queste conclusioni, l’autore espleta un servizio…
Traduzione di Giuliano Cappellini
[1] “CINA INC. How the Rise of the Next Superpower Challenges America and the World” T.C.F., New York: Scribner, 2005
[2] G.H. è uno storico americano del movimento dei diritti civili, collaboratore di Political Affairs (vedi nota 2). Il suo ultimo libro pubblicato è “Black and Brown: African Americans and the Mexican Revolution, 1910-1920” (NYU Press, 2004)
[3] Political Affairs è la rivista teorica del Partito Comunista Americano