da www.rassegna.it - 28 aprile 2005)
Rapporto dell'Oil / In Italia 1400 morti nel 2004
Due milioni
di morti sul lavoro ogni anno
Oltre 2 milioni e 200 mila persone muoiono ogni anno nel mondo per cause
di lavoro. E circa 270 milioni di lavoratori restano vittima di incidenti non
mortali. I dati sono stati elaborati dall'Oil (l'ufficio internazionale del
lavoro), che ha presentato oggi il Rapporto per la giornata mondiale 2005 per
la sicurezza e la salute sul lavoro, rilanciando soprattutto l'allarme sulle
malattie professionali.
Su circa 2,2 milioni di morti l'anno, si calcola che "solo" 350.000
siano dovute a infortuni. Tutti gli altri - 1 milione e 700 mila persone - sono
vittima di malattie professionali (l'amianto da solo è responsabile di circa
100.000 morti l'anno).
La maggior parte degli infortuni mortali stimati dall'Oil avviene in Cina
(circa 90.000), in altri Paesi dell'Asia (76.866) e in India (40.133).
Uno dei settori più a rischio per gli infortuni è quello delle costruzioni
(60.000 incidenti mortali nel mondo sui 355.000 complessivi). Secondo l'Oil,
nonostante il settore impieghi nei Paesi industrializzati una percentuale sulla
forza lavoro in media variabile tra il 6% e il 10% degli occupati complessivi,
la percentuale degli infortuni mortali può raggiungere percentuali del 25-40%
sul totale. Questi lavoratori sono particolarmente esposti, oltre agli
incidenti mortali, a malattie professionali legate ad esempio all'amianto e
alle patologie muscolo scheletriche.
"In tutto il mondo - si legge nel Rapporto - gli infortuni e le malattie
connessi al lavoro hanno costi umani e economici enormi. E' stato stimato che
la perdita di Pil globale conseguente a decessi, infortuni e malattie legati al
lavoro è circa 20 volte maggiore degli aiuti ufficiali allo sviluppo. Se i
costi economici sono molto elevati (il 4% del Pil mondiale la perdita
attribuibile ai costi generati da incidenti, decessi e malattie legate al
lavoro), il costo umano è incalcolabile".
Inail: in Italia i morti (denunciati) diminuiscono
In occasione della giornata mondiale per la sicurezza e la salute, anche
l'Inail ha divulgato i suoi dati sulla situazione dell'Italia nel 2004. Secondo
l'istituto gli infortuni mortali nel nostro Paese sono in diminuzione, anche se
restano ancora vicini alla media di 4 al giorno. L'anno scorso gli incidenti
sul lavoro denunciati all'Inail sono stati nel complesso 938.613 (-1,4 per
cento rispetto 2003), con circa 1.400 casi mortali (-1,3 rispetto ai 1.418 registrati
nel 2003). Il dato è ancora provvisorio, spiega l'Inail, 'perché nel calcolo
devono essere compresi i decessi avvenuti entro 180 giorni dalla data
dell'infortunio'. L'Inail segnala che tra il 2001 e il 2004 si è registrata una
flessione degli incidenti mortali dell'8 per cento (erano 1.531 i casi mortali
nel 2001), un dato che per l'istituto è ancora più consistente (il 12 per cento
circa) se si considera la percentuale dei casi mortali rispetto all'occupazione
(cresciuta in questi quattro anni di circa 890.000 unità, +4,1 per cento).
Restano comunque cifre molto elevate, oltretutto sottodimensionate rispetto
all'entità del fenomeno, visto che molto spesso gli incidenti non vengono
denunciati e i decessi sul lavoro sono "camuffati" fingendo che siano
avvenuti lontano dal cantiere.
Su 938.613 incidenti complessivi verificatisi nel 2004, 869.578 sono stati
registrati nell'industria e nei servizi (-1,3 sul 2003) e 69.035 in agricoltura
(-3,4 sul 2003). Nel quadriennio il calo degli infortuni complessivo è stato
per l'Inail pari al 6,2 per cento. Ogni anno quindi, escludendo gli infortuni
in itinere, si verificano circa 35 infortuni ogni 1.000 addetti, con una
frequenza più elevata in Umbria (52,59 ogni 1.000 lavoratori), in Friuli
(47,78) e in Emilia Romagna (47,05); e più bassa nel Lazio (22,82), in Campania
(23,27), ma anche in Lombardia (30,75), nonostante questa regione abbia il
primo posto per numero assoluto di incidenti (158.328).
(www.rassegna.it, 28 aprile
2005)